Predicazioni/Luca/Accogliere la vita, accogliere Gesù
Accogliere la vita, accogliere Gesù
Ogni creatura umana che viene generata e nasce è un dono di Dio che come tale va rispettato e della quale dobbiamo prendercene cura, perché è una creatura "fatta ad immagine e somiglianza di Dio". Attraverso i secoli i cristiani hanno onorato questo principio non solo con I propri figli, ma anche salvando ed accogliendo i bimbi che i pagani abbandonavano perché loro sgraditi e che avrebbero ucciso. E' con la stesso grande rispetto che Giuseppe e Maria, così, accolgono e si prendono cura di Gesù, bambino, che nasce ed è loro affidato, e non solo perché era un bimbo "speciale", ma proprio perché, come credenti, intendevano vivere in armonia con Dio secondo la sua volontà rivelata. Maria e Giuseppe, infatti, si distinguono perché essi onorano diligentemente, per il loro piccolo Gesù, quanto stabilisce la legge che Dio ci ha trasmesso attraverso Mosè, cosa buona e giusta, data per il nostro bene. E' quanto vediamo oggi nell'episodio evangelico che va sotto il nome di "la presentazione di Cristo al Tempio". Leggiamone il testo come lo troviamo in Luca 2:22-40.
"Venne poi per la madre e per il bambino il momento della loro purificazione, com'è stabilito dalla legge di Mosè. I genitori allora portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Sta scritto infatti nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito appartiene al Signore. Essi offrirono anche il sacrificio stabilito dalla legge del Signore: un paio di tortore o due giovani colombi. Viveva allora a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone: un uomo retto e pieno di fede in Dio, che aspettava con fiducia la liberazione d'Israele. Lo Spirito Santo era con lui e gli aveva rivelato che non sarebbe morto prima di aver veduto il Messia mandato dal Signore. Mosso dallo Spirito Santo, Simeone andò nel Tempio dove s'incontrò con i genitori di Gesù, proprio mentre essi stavano portando il loro bambino per compiere quel che ordina la legge del Signore. Simeone allora prese il bambino tra le braccia e ringraziò Dio così: 'Ormai, Signore, puoi lasciare che il tuo servo se ne vada in pace: la tua promessa si è compiuta. Con i miei occhi ho visto il Salvatore. Tu l'hai messo davanti a tutti i popoli: luce per illuminare le nazioni e gloria del tuo popolo, Israele'. Il padre e la madre di Gesù rimasero meravigliati per le cose che Simeone aveva detto del bambino. Simeone poi li benedisse e parlò a Maria, la madre di Gesù: 'Dio ha deciso che questo bambino sarà occasione di rovina o di risurrezione per molti in Israele. Sarà un segno di Dio che molti rifiuteranno: così egli metterà in chiaro le intenzioni nascoste nel cuore di molti. Quanto a te, Maria, il dolore ti colpirà come fa una spada'. In Gerusalemme viveva anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle e appartenente alla tribù di Aser. Era molto anziana: si era sposata giovane e aveva vissuto solo sette anni con suo marito, poi era rimasta vedova. Ora aveva ottantaquattro anni. Essa non abbandonava mai il Tempio, e serviva Dio giorno e notte con digiuni e preghiere. Arrivò anche lei in quello stesso momento e si mise a ringraziare il Signore, e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la liberazione di Gerusalemme. Quando i genitori di Gesù ebbero fatto tutto quello che è stabilito dalla legge del Signore, ritornarono con Gesù in Galilea, nel loro villaggio di Nàzaret. Intanto il bambino cresceva e diventava sempre più robusto. Era pieno di sapienza e la benedizione di Dio era su di lui" (Luca 2:22-40 TILC).
La maggior parte dei cristiani nel mondo celebra la prima domenica di febbraio come la festa della Presentazione di Cristo al Tempio, o Purificazione di Maria, madre di Gesù. La festa della Presentazione è una delle più antiche feste della chiesa cristiana, già celebrata dal IV secolo d.C. a Gerusalemme. In Israele, la Legge mosaica considerava il primogenito maschio appartenere in modo particolare a Dio. La stessa legge considerava la madre "ritualmente impura" dopo il parto. Per quaranta giorni non poteva uscire o toccare qualcosa di sacro. Per "riscattare" il bambino e "purificare" così la madre, era necessaria una visita al tempio, che prevedeva un'offerta sacrificale di un agnello e una colomba. Se la famiglia aveva mezzi limitati, l'agnello poteva essere scambiato con una colomba. Ecco così che, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria si dirigono a Gerusalemme per conformarsi a ciò che la Legge mosaica prescriveva per la nascita di un bambino.
Le Sacre Scritture ci tengono a precisare come Dio, venuto "il compimento del tempo", abbia mandato suo Figlio "nato da donna" e "sottoposto alla legge" (Galati 4:4 ND). La Legge di Dio, per il suo popolo di ieri e di oggi è "cosa seria" e l'osserva con riconoscenza perché, come scrive l'Apostolo, "la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono" (Romani 7:12 ND). E' così che questa famiglia desidera dare un esempio di umiltà e obbedienza sottoponendosi al vecchio mandato. Il fatto che Giuseppe abbia offerto due colombe è la prova di come questa famiglia avesse pochi mezzi. Quaranta giorni dopo la nascita del Cristo, così, Maria e Giuseppe si conformano a questo precetto della legge, "riscattano" il primogenito nel tempio (Numeri 18:15) ed egli viene "purificato" dalla preghiera di Simeone, il giusto, alla presenza della profetessa Anna. Questo episodio è la prima solenne introduzione del Cristo nel tempio dove Dio si compiaceva di rivelarsi, e afferma la continuità organica fra l'Antico e il Nuovo Testamento.
In quella occasione, Maria e Giuseppe al Tempio di Gerusalemme incontrano due persone ragguardevoli agli occhi di Dio, Simeone, "un uomo retto e pieno di fede in Dio" e Anna, una profetessa. Entrambi, mossi dallo Spirito Santo, accolgono Gesù come il Messia promesso, Simone letteralmente lo prende fra le sue braccia. Data, però, la loro età avanzata, non sarebbero stati in grado di vedere e sentire il Salvatore Gesù Cristo durante il suo ministero. Lo riconoscono però per fede sotto l'ispirazione diretta dello Spirito Santo e ne ricevono tutti I benefici spirituali. Comprendere chi sia Gesù è frutto dell'azione diretta dello Spirito di Dio, come avviene per Pietro. Dopo aver confessato la sua fede in Lui come Signore e Salvatore, Gesù stesso gli dice: "Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli" (Matteo 16:17 ND).
I credenti nell'Antico Testamento vengono salvati per fede in Cristo tramite la virtù retroattiva dell'opera di Cristo. I contemporanei di Gesù vengono salvati per fede interagendo direttamente con Lui. Ma noi che viviamo molto tempo dopo quei fatti? Non è un problema. Perché l'opera di Gesù travalica il tempo. Ciò che Gesù compie durante la Sua vita, morte e risurrezione, pur essendo localizzato in quel tempo e in quello spazio, ha un valore, una virtù di salvezza, che si estende a tutti I credenti in Lui di ogni luogo e tempo. Come scrive l'apostolo Pietro: "...pur non avendolo visto, voi amate e, credendo in lui anche se ora non lo vedete, voi esultate di una gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il compimento della vostra fede, la salvezza delle anime" (1 Pietro 1:8-9 ND). Quando noi riceviamo con fede l'annuncio dell'Evangelo noi veniamo coinvolti, mediante quello stesso Spirito, nell'opera di salvezza di Cristo che per ogni eletto si compierà nel modo più certo e sicuro.
Come Simeone, chi aspetta con fiducia la liberazione la troverà in Cristo e sarà illuminato da quella luce destinata ad illuminare le nazioni. Non dobbiamo aver timore: anche noi credenti, infatti, siamo arrivati nel momento e nel luogo giusto della nostra vita dove il Signore Gesù Cristo, in qualche modo, si è fatto a noi presente e ci ha chiamati. Potrebbe essere lo stesso per voi che leggete o sentire questa riflessione: proprio questo, oggi, per voi potrebbe essere "il momento giusto" in cui il Signore vi chiama e vi incontra. Non è per caso che siete arrivati a questo momento nel tempo e nello spazio. Sarete allora come quella Anna, che: "Arrivò [non per caso] anche lei in quello stesso momento e si mise a ringraziare il Signore, e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la liberazione". Infatti, come dice la Scrittura: "Dio stabilisce di nuovo un giorno - oggi - dicendo per mezzo di Davide, dopo tanto tempo, come si è detto prima: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!»" (Ebrei 4:7). Se per voi quel tempo è giunto oggi, non lasciatevelo sfuggire!
Il Salvatore Gesù Cristo rimane indubbiamente ancora oggi "un segno di Dio che molti rifiuteranno" o, come si esprime un'altra traduzione: "un segno di contraddizione". C'è infatti in chi riceve l'annuncio dell'Evangelo, sia attrazione che repulsione verso Cristo. La nostra natura ribelle a Dio non lo sopporta, ma prego che lo Spirito Santo possa prevalere sulle vostre eventuali resistenze a Lui e, come Simeone ed Anna, anche voi possiate, se non lo avete ancora fatto, di tutto cuore accogliere Gesù come vostro Signore e Salvatore.