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Coinvolti nella risurrezione di Cristo
La risurrezione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo non è solo un articolo del nostro Credo, ma comporta precise conseguenze per la nostra vita di cristiani. Come infatti Egli ci coinvolge nella sua sofferenza e morte in croce guadagnandoci così la salvezza dai nostri peccati, così Egli ci coinvolge nella sua risurrezione determinando in noi fin da oggi un diverso stile di vita. Ne parla l'apostolo Paolo nella sua lettera ai cristiani della città di Colosse, della quale ne leggeremo oggi un significativo frammento.
"Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria" (Colossesi 3:1-4).
Cercare
"Cercare le cose di lassù". Vivere lo spirito della risurrezione di Cristo vuol dire prima di tutto essere in costante ricerca di ciò che più conta nella vita. Significa essere "un cercatore di tesori. Nel 2010 Forrest Fenn, un 85enne eccentrico miliardario americano aveva annunciato di aver nascosto un baule pieno d'oro e gioielli nelle Montagne Rocciose. L'idea gli era venuta anni prima, quando gli era stato diagnosticato un cancro. «Voglio attrarre la gente via dai televisori e verso una salutare vita a contatto con la natura selvaggia e dare a tanti una chance di improvvisa, miracolosa ricchezza», spiegava. Quel tesoro valeva circa tre milioni di dollari, non certo uno dei più favolosi ma sufficienti a scatenare anni di caccia.
L'apostolo qui non ha timore di dirci che quel che più conta nella vita si trova "dove è Cristo, seduto alla destra di Dio". Si tratta dei suoi valori che, se investiti in questo mondo, ci possono rendere ricchi di ciò che niente e nessuno ci potrebbe più portare via. Gesù stesso diceva: "Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra" (Matteo 13:45-46).
"Cercare le cose di lassù o "del cielo" non vuole assolutamente dire vivere sempre "con la testa nelle nuvole", fuggire nell'irreale, nella fantasia e quindi astrarsi dai problemi contingenti di questo mondo, "il mondo reale". No, non vuole dire vivere di fantasie e di illusioni. Nessuno più del Salvatore Gesù Cristo si è occupato più concretamente di Lui dei problemi reali di questo mondo! In questo mondo viveva e godeva delle oneste gioie che offre. Quella dell'Apostolo è un'espressione che va compresa nell'ambito di tutto l'insegnamento biblico.
"Cercare" qui significa avere uno scopo, un obiettivo da raggiungere. Esso sottointende ricerca approfondita, indagine, sforzo e tensione della nostra volontà come fa quel mercante che cerca la perla più preziosa, oppure come nella parabola che parla di una donna che rovista tutta la casa e che non si dà pace fintanto che non trova la moneta preziosa che aveva smarrito. Questo cercare è un preciso proponimento della nostra volontà, tanto che questa frase potrebbe essere resa così: "Abbiate come obiettivo fondamentale della vostra vita ciò che riguarda il cielo". Anche la predicazione di Gesù invita pressantemente a cercare Dio, cioè a mettere a disposizione del Regno di Dio tutta la nostra vita: "Cercate .... anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose [tutto il resto] vi saranno date in aggiunta" (Matteo 6:33). "Rivolgere il nostro pensiero", "pensare" alle cose del cielo significa aspirare a far nostri i beni che il cielo per noi Dio, nella Sua grazia, tiene in serbo, essere orientati verso ciò che è più elevato, avere in "quelle cose" il nostro pensiero dominante. Qual è il tuo pensiero dominante? Qual è l'orientamento di fondo della tua vita?
Quanti oggi sono orientati solo verso valori e benessere terreno, cioè solo verso il materiale! Tutta la loro vita (pensieri e desideri) è rivolta verso ciò che è solo umano, e quindi limitato e transitorio e alla fin fine insoddisfacente. Le aspirazioni, invece, di coloro che vivono nello spirito della risurrezione di Cristo sono orientate a condurre una vita secondo le promesse e le esigenze di Dio - non verso sè stessi, ma verso Dio e verso gli altri. Si tratta di uno spirito che "tende alla vita e alla pace" (Romani 8:6). Limitarsi a ciò che propone il materialismo non può che preludere a "morte" perché "contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe" (Romani 8:7).
Gesù rimprovera pure Pietro di questo quando egli si opponeva all'idea stessa della sofferenza e della morte di Cristo. Gli dice: "Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini" (Marco 8:33). Per quanto doloroso, attraverso l'estremo sacrificio di Cristo, Dio aveva un piano da realizzare, ma Pietro protesta a questa prospettiva, e, opponendosi alla volontà di Dio, fa in realtà gli interessi del nemico di Dio.
Cercare, aspirare, aver l'animo alle cose del cielo è visto qui, poi, come un atteggiamento costante; pensieri della mente ed aspirazioni del cuore devono essere tenuti fissi nella prospettiva di Dio. Dice l'apostolo Giovanni: "Non cedete al fascino delle cose di questo mondo. Se uno si lascia sedurre dal mondo, non vi è più posto in lui per l'amore di Dio Padre" (1 Giovanni 1:15 TILC).
Non è "facoltativo"
Il nostro testo ci indica pure come il cercare e l'aver l'animo alle cose "di lassù" non sia "facoltativo" né che sia qualcosa che riguarda solo chi scelga di dedicarsi alla vita monastica e contemplativa... Questo non riguarda solo le persone "particolarmente religiose", ma è un fatto intrinseco al cristianesimo stesso, qualcosa che deve caratterizzare ogni persona che si dica cristiana. Il cristiano sa che il regno di Dio è caratterizzato da amore, giustizia, misericordia, pace, armonia con Dio, le persone e il creato. Egli ha viste tutte queste buone cose manifestate nella persona di Cristo e non si lascia scoraggiare da un mondo che ispira solo pessimismo. Anzi, mantenendo "lo sguardo fisso sulla realtà di Dio", comincerà senza paura a vivere fin da oggi quelle stesse qualità, nella convinzione che non è tempo sprecato. Saranno infatti proprio queste qualità un giorno a prevalere quando Cristo tornerà per realizzare pienamente ciò che aveva iniziato, mettendo a tacere per sempre tutto ciò che si oppone alla volontà di Dio.
"Se dunque siete risorti con Cristo", se la nostra vecchia natura decaduta è stata fatta morire tramite la nostra conversione a Cristo, se "siamo morti" con Cristo e la Sua risurrezione ha significato per noi nuova vita, allora non possiamo fare altro che cercare e aver l'animo alle cose "di sopra". Se è vero che Cristo è nostro Signore e Salvatore personale, se è vero che in Lui abbiamo trovato il senso della nostra vita, se è vero che in Lui abbiamo ricevuto il perdono dei nostri peccati e nuove opportunità davanti a Dio, se siamo cristiani davvero, allora cerchiamo ed abbiamo l'animo alle cose "di lassù".
Quali sono "le cose di lassù"?
Arriviamo così alla domanda cruciale: che cosa sono queste "cose di sopra" che noi dobbiamo cercare e alle quali dobbiamo aver l'animo?
Esse sono le cose "che appartengono o concernono Gesù Cristo", "seduto alla destra di Dio". Evidentemente non è questione di "sopra" o "sotto". Questo è solo un modo di dire, perchè il regno di Dio non si trova "nello spazio cosmico" o in una lontana costellazione, raggiungibile solo con l'astronave di Star Trek... Quando la Bibbia divide la realtà fra "alto" e "basso", lo fa solo in senso figurato. Dio è Creatore dell'universo nella sua interezza e non c'è luogo ove egli sia assente.
Il parlare di Dio come "abitante lassù nel cielo", esprime la contrapposizione fra un Dio santo ed eterno, ed un uomo peccatore e transitorio, fra ciò che è luminoso ed onesto e pulito, e ciò che è oscuro, disonesto e sporco, fra amore e odio, bellezza e bruttura, categorie queste che per la Bibbia sono ben definite.
Di Gesù è detto che "viene dall'alto", mentre i suoi nemici vengono "dal basso" (Giovanni 8:23), e Gesù a Dio è destinato a tornare. Dio, in Gesù "scende", si umilia per venire nei "bassi fondi" di questo mondo come Colui che non ha paura di sporcarsi del nostro fango per tirarcene fuori e per salvarci.
La Bibbia ci dice di aver la mente fissa sulle cose "nobili" che appartengono a Dio, e non lasciarci coinvolgere nelle brutture di questo mondo, e questo non per sfuggirne ma proprio per combattere queste brutture, per non dare ad esse spazio alcuno. L'apostolo ci dice: "quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri" (Filippesi 4:8).
"Lassù" è lo spazio o la dimensione dove Cristo è insediato molto praticamente come Signore, Guida, Maestro. Il "cielo" esiste dovunque si verifichi una realtà che corrisponda qui ed ora al volere di Dio. "Pensate e cercate, dunque, a come Cristo possa sempre di più incidere nella vostra realtà, e trasformarla in vera, giusta, buona e pura".
Perché cercarle?
Perchè pensare e cercare "le cose di sopra"? Dobbiamo farlo perchè questo innanzitutto è la base stessa per cui il nostro impegno in questo mondo possa trovare realmente un esito positivo, e poi perchè quei doni che la grazia di Dio ci ha dato quando siamo stati convertiti all'Evangelo devono essere coltivati, nutriti, "investiti". Il senso della nostra vita, infatti, non va ricercato nel contesto di questo mondo, ma "all'esterno", in Dio! L'uomo non potrà mai elevarsi al di fuori dal pantano in cui si trova se non cesserà di ...guardarsi le scarpe e considerarare reale e degno di attenzione solo quello che si trova sotto i suoi piedi... L'essere umano non può essere la misura d'ogni cosa, e non potrà mai trovare dentro a sè stesso quelle risorse che lo potranno salvare, e non vi potrà trovare tanto meno Dio, ma solo, nella migliore delle ipotesi, un idolo, o la propria immagine riflessa.
Ecco la maggiore critica che la fede cristiana fa alla cultura umanistica contemporanea: al centro della nostra attenzione non deve stare "l'uomo", ma il volere di Dio rivelato: solo così si potrà davvero servire gli interessi dell'uomo! Solo "proiettandosi" verso l'esterno, l'uomo potrà trovare la sua gloria più autentica.
Se noi abbiamo "nascosto", conservato, incluso, la nostra vita in Cristo, se noi abbiamo riposto in Dio soltanto la soluzione dei nostri problemi, pronti ad ascoltarLo e ad ubbidirGli secondo la Sua Parola rivelata, allora, quando egli sarà "visibile a tutti", vedremo anche "la nostra gloria, assieme alla sua". Se non guardiamo "alle cose di sopra", sarà soltanto visibile la nostra miseria, una miseria considerata insanabile ed ineluttabile.
Vedete allora che poi non è tanto avventato ascoltare quella Parola che ci dice di concentrare la nostra attenzione alle "cose di sopra" e che scoprirne il valore è un'esperienza senza pari. Non è avventato, perchè come dice la Bibbia, "in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza" (Colossesi 2:3), giacchè Lui è la fonte della vita.
Si potrebbe dire che solo chi ha la vista corta ritiene che "lassù" non vi sia nulla, ma là sta la sorgente di ogni cosa buona alla quale noi aspiriamo. Dice la Scrittura: "Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano" (1 Corinzi 2:9).
Qualche nostro ascoltatore raccoglierà la sfida che la Bibbia gli propone?
Paolo Castellina, rielaborazione di una mia predicazione del 17/08/1990