Liturgie/confessione di peccato/Confessione basata sul Decalogo
Confessioni di peccato basate sul Decalogo
Primo comandamento
Mettiamoci ora a confronto con la legge morale di Dio com'essa è stata per noi riassunta nel Decalogo. Oggi considereremo il primo comandamento. Il primo comandamento è: "Non avere altri dèi oltre a me". Nel primo comandamento si esige di conoscere e riconoscere Jahvè come l'unico e vero Dio e il nostro Dio, e come tale di rendergli culto e glorificarlo. Si proibisce, inoltre, la negazione o la negligenza nel rendere culto e nel glorificare il vero Dio come Dio e il nostro Dio, come pure rendere a qualsiasi altro il culto e la gloria che sono dovuti a Lui soltanto. Le parole "nel mio cospetto" nel primo comandamento, insegnano che Dio, che vede ogni cosa, prende particolare nota ed è molto dispiaciuto del peccato di un qualsiasi altro Dio.
Preghiamo. Di fronte alla chiara espressione della Tua volontà che stabilisce quali sia il nostro dovere di dedizione incondizionata ed esclusiva a te, riconosciamo di aver preso troppo per scontato questo comandamento come se fosse una formalità. Troppo spesso abbiamo elevato alla massima importanza per noi, se non idoli materiali, dei princìpi o delle palesi superstizioni e li abbiamo serviti. Ci siamo immaginati cose di te non insegnate dalla Tua Parola. Non ti abbiamo reso culto e glorificato e trascurato la preghiera. In questo ti abbiamo non solo rattristato, ma nella nostra perseveranza a fare ciò che ti dispiace, causato la tua giusta ira e meritato azioni disciplinari. Lo confessiamo e ti chiediamo di purificarci affinché possiamo essere riconoscenti della nostra redenzione in Cristo, in vista di una rinnovata ubbidienza. Te lo chiediamo per intercessione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Amen.
Secondo comandamento
Disponiamoci ora ad udire la Legge di Dio affinché essa ci porti ad esaminare umilmente la nostra vita, a cercare il perdono di Dio per averla trasgredita e a rinnovare il nostro impegno a conformarci fedelmente ad essa per amore di Dio e della sua giustizia. Lo faremo leggendo oggi il secondo comandamento.
Qual è il secondo comandamento? Il secondo comandamento è: "Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti" (Esodo 20:4-6). Il secondo comandamento esige di accogliere, osservare e conservare puro ed integro tutto quel culto ed ordinanze religiose che Dio ha stabilito nella Sua Parola. Ci proibisce pure il culto di Dio attraverso simulacri o qualsiasi altra cosa che non sia [espressamente] prescritta nella Sua Parola. Le ragioni che vengono annesse al secondo comandamento sono la sovranità che Dio esercita su di noi, il diritto peculiare che Egli ha in noi, come pure la gelosia che Egli manifesta per il culto che Gli è dovuto (dal Catechismo minore di Westminster).
Preghiamo. Signore Iddio. Davanti a quanto ci prescrivi in questo comandamento confessiamo non solo di avere spesso dato la precedenza ad altre cose prima di rendere a te il culto che ti è dovuto, ma anche di avere poi pensato di onorarti nel modo che a noi meglio ci garbava, secondo le nostre idee, preferenze e inclinazioni del momento senza considerare quanto tu prescrivi al riguardo. Non abbiamo osservato e conservato puro ed integro tutto quel culto e quelle ordinanze che tu ha stabilito nella tua Parola. Ci siamo avvalsi di ciò che tu non avevi espressamente prescritto. Abbiamo preferito le nostre tradizioni. Abbiamo ignorato il dovere di cantare i Salmi come tu ci comandi di fare. Abbiamo disprezzato la sovranità che tu eserciti verso di noi, il diritto peculiare che hai su di noi e persino negato che tutto questo ti facesse dispiacere e causasse la tua ira. Perdonaci, te ne preghiamo, e che il tuo Santo Spirito ci sostenga nella determinazione di liberarci da tutto ciò che ti dispiace e di conformare il culto ed ogni altra cosa nella nostra vita alla tua volontà rivelata. Te lo chiediamo per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore. Amen.
Terzo Comandamento
Disponiamoci ora ad ascoltare la Legge di Dio affinché essa ci porti ad esaminare umilmente la nostra condotta, a cercare il perdono di Dio per averla trasgredita e a rinnovare il nostro impegno a conformarci fedelmente ad essa per amore di Dio e della sua giustizia. Lo faremo leggendo oggi il terzo comandamento.
Il terzo comandamento è: "Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano" (Esodo 20:7). Il terzo comandamento esige che si faccia uso dei nomi, titoli, attributi, ordinanze, Parola ed opere di Dio in modo santo e rispettoso e proibisce ogni profanazione ed abuso di tutto ciò attraverso il quale Dio si fa conoscere. A questo comandamento viene aggiunto una ragione, una motivazione. La ragione aggiunta al terzo comandamento è che per quanto i trasgressori di questo precetto possano sfuggire al castigo degli uomini, il Signore nostro Dio non permetterà che sfuggano al Suo giusto giudizio.
Preghiamo.
La tua Parola ci chiama al rispetto per te, per tutto ciò che sei e ti appartiene. Quando pensiamo a questo comandamento, pensiamo di solito a ciò che chiamiamo bestemmia. Ti chiediamo perdono per tutte le volte che abbiamo lasciato correre la nostra lingua, magari in momenti di rabbia, facendo uso di espressioni che rimandato alla tua persona oppure a persone o cose che ti sono sacre ed aggiungendovi aggettivi insultanti. Riconosciamo che questa orribile e disgustosa tendenza si è radicata profondamente in noi, avendola udita così tante volte nel mondo incredulo e irriconoscente. Purifica la nostra mente e la nostra lingua affinché, ricolmi solo della tua parola, da noi per te sorgano solo espressioni di lode e di ringraziamento, pensando alla tua santità, magnificenza, giustizia ed amore. Confessiamo però anche di essere stati negligenti nell'onorare debitamente le tue ordinanze, disprezzato e criticato indebitamente il tuo popolo e coloro che ti hanno servito fedelmente nel passato. Confessiamo di non aver avuto abbastanza rispetto per la tua parola scritta o predicata, profanando ed abusando ciò attraverso il quale tu ti fai conoscere. Che il tuo Santo Spirito ci dia di rimettere a posto le nostre priorità affinché ti onoriamo in tutto ciò che pensiamo, diciamo o facciamo perché, in caso contrario non sfuggiremmo al nostro meritato castigo, ma soprattutto per amore e ricoscenza per ciò che per noi hai compiuto nel Salvatore e Signore nostro Gesù Cristo. Che sia il sangue del suo sacrificio a purificarci anche dalle nostre trasgressioni quotidiane alla tua santa volontà rivelata. Nel suo nome ti chiediamo tutto questo. Amen.
Quarto comandamento
L'essere messi a confronto con la Legge di Dio è quanto mai salutare perché, come credenti, ci chiama ad esaminare umilmente la nostra vita per conformarla sempre meglio alla volontà rivelata del Signore. Scoprendo le nostre mancanze e peccati, possiamo e dobbiamo confessarli per trovare nerl certo suo perdono la risorse per venirne a capo. Oggi ascolteremo che cosa ci dice il quarto comandamento: Il quarto comandamento è: "Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città; poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il SIGNORE ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato" (Esodo 20:8-11). Il quarto comandamento esige che noi si riservi come giorni santi a Dio quei tempi che Dio ha stabilito nella Sua Parola, espressamente un intero giorno su sette per essere un sabato consacrato a Lui.
Quale giorno dei sette Dio ha designato come settimanale sabato? Dall'inizio del mondo fino alla risurrezione di Cristo, Dio ha designato il settimo giorno della settimana come sabato settimanale, e da allora affinché durasse fino alla fine del mondo il primo giorno della settimana come il sabato cristiano. Il sabato deve essere santificato con un santo riposo per tutto quel giorno, [cessando] persino da quelle attività mondane e ricreazioni legittime comuni negli altri giorni e passando l'intero tempo negli esercizi pubblici e privati del culto a Dio, ad eccezione dell'esecuzione di quelle opere di necessità e misericordia che lo impediscano. Nel quarto comandamento si proibisce l'omissione o l'esecuzione negligente dei doveri richiesti, come pure la profanazione di questo giorno consumandolo nell'ozio, o facendo ciò che in sé è peccato oppure con pensieri, parole o opere non necessarie al riguardo delle nostre occupazioni o ricreazioni mondane. Le ragioni annesse al quarto comandamento sono: la concessione che Dio ci fa di occuparci sei giorni alla settimana nei nostri propri impieghi, la rivendicazione che Egli fa del settimo giorno come Sua proprietà particolare, il Suo stesso esempio, e la Sua benedizione sul giorno del sabato. (CMinW 57-62).
Preghiamo: Di fronte a questo chiaro e santo tuo comandamento, o Signore, confessiamo di avere spesso omesso ed eseguito negligentemente i doveri che attraverso di esso ci avevi richiesto. Confessiamo di avere profanato questo giorno passandolo nell'ozio, o facendo ciò che in sé è peccato, come pure di avere intrattenuto in esso pensieri, parole o opere non necessarie al riguardo delle nostre occupazioni o ricreazioni mondane. Troppe volte, o Signore, abbiamo tirato fuori scuse e fallaci giustificazioni per non recarci, se ci era possiabile, al culto insieme ai nostri fratelli e sorelle in fede, come pure, se ci siamo stati, ad esserci persi nei nostri pensieri senza fare la debita attenzione alla tua parola predicata che ci avrebbe dovuto portare a prendere nota di ogni cosa per praticarla poi diligentemente. Cerchiamo così il tuo perdono, come pure lo stimolo ad occuparci sempre meglio per rendere quel giorno qualcosa da trascorrere alla tua gloriae per l'avanzamento del tuo regno. Te lo chiediamo per l'intercessione ed i meriti di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Amen.
Quinto comandamento
Ci disponiamo ora ad ascoltare la Legge di Dio per confrontare ad essa la nostra vita e chiedere perdono al Signore per le nostre trasgressioni, sicuri che lo troveremo facendo appello ai meriti del sacrificio di Cristo e alla potenza dello Spirito Santo per rinnovare la nostra vita.
Oggi considereremo il Quinto Comandamento: Il quinto comandamento è: "Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà" (Esodo 20:12). Che cosa ci viene ordinato nel quinto comandamento? Nel quinto comandamento ci viene ordinato di preservare l'onore, e l'adempimento dei doveri, che spettano a ciascuno che, in diversi luoghi e rapporti, ci sia superiore, inferiore, od eguale. Il quinto comandamento ci vieta pure di trascurare o di macchinare qualsiasi cosa sia contraria all'onore ed ai doveri che spettano a ciascuno nei suoi diverso luoghi e rapporti. La ragione annessa al quinto comandamento è la longevità e prosperità (per quanto serva per la gloria di Dio ad al loro bene) per tutti coloro che osservano questo precetto.
Preghiamo: O Signore, in questo mondo tu ci hai messo in relazione a persone che ci sono superiori (come i nostri genitori, i nostri insegnanti, o le autorità legittime che guidano la vita comunitaria e sociale). Ci hai posti in relazione a persone con le quali siamo pari (come fratelli e sorelle, collaboratori, colleghi, e concittadini), come pure a persone che dipendono da noi (come subordinati in vario modo). Riconosciamo perdono per non avere preservato spesso l'onore e la dignità di tutte queste persone, di non avere onorato i doveri che ci sono propri o di averli trascurati e di avere persino danneggiato queste persone con comportamenti egoisti ed irresponsabili. Non ci siamo presi di loro la cura e la solidarietà che dovevamo loro, abbiamo preteso a viva voce i nostri diritti, veri o presunti, senza tenere debito conto dei nostri doveri. Di tutto questo ne siamo rattristati e, cercando il tuo perdono, vogliamo farne ammenda. Dacci di leggere spesso la tua parola, di ben riflettere su di essa e su quanto essa esige e di trasformarla in pratica nella nostra vita, con la dovuta sensibilità verso le altre persone. Te lo chiediamo per i meriti del sacrificio del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. E' con la sua mediazione che esprimiamo con sincerità questa nostra preghiera, fiduciosi nel tuo ascolto e perdono. Amen.
Sesto comandamento
Disponiamoci ora umilmente di fronte alla proclamazione della Legge di Dio per poter esaminare noi stessi e, chiedendo aDio il Suo perdono per le nostre trasgressioni, ricevere da Lui la forza di conformare la nostra vita alla volontà rivelata di Dio per noi. La Sua legge morale, infatti, è finalizzata a farci vivere in modo giusto e santo ed essere così creature di Dio realizzate e soddisfatte. Oggi sentiremo le parole del sesto comandamento che dicono: "Non uccidere" (Esodo 20:13). Che cosa esige da noi il sesto comandamento? Il sesto comandamento esige da noi ogni legittimo e ragionevole sforzo per preservare la nostra e l'altrui vita. Che cosa si proibisce nel sesto comandamento? Il sesto comandamento proibisce il togliersi la vita, o sopprimere ingiustamente la vita del nostro prossimo, o qualunque altra cosa che tenda a quel fine.
Preghiamo
Signore Dio! Riconosciamo che la vita è un prezioso dono che tu ci hai fatto e che essa va onorata sempre in noi stessi e negli altri, vivendola secondo la tua santa volontà ed alla tua gloria. In questo comandamento ci chiami a non uccidere. Quand'anche non l'avessimo mai fatto letteralmente, ti chiediamo perdono per esserci così considerati giusti senza renderci conto che ci sono tanti modi in cui si può disattendere a questo tuo comandamento non onorando e promuovendo la vita umana così come dobbiamo. Ti chiediamo perdono per non esserci presa debita cura della salute del nostro corpo, mente e spirito, coltivandone la salute affinché ti potessimo sempre servire nel migliore dei modi. Ti chiediamo perdono per aver trascurato il benessere materiale e spirituale delle persone che ci stanno accanto in casa, sul lavoro e nella società, pensando solo ai nostri interessi egoistici. Ti chiediamo perdono per aver coltivato in noi odio ed avversione per altre persone, per averle offese o anche solo pensato il male nei loro riguardi. Ti chiediamo perdono per non aver loro mostrato solidarietà nella misura delle nostre possibilità, quando si trovavano nel bisogno. Ti chiediamo perdono per non aver onorato e promosso la vita e il benessere la vita prima e dopo la nascita, non coltivando la qualità della loro vita da ogni punto di vista. Pensiamo ora in quali altri modi non abbiamo onorato er protetto la vita in noi e negli altri secondo le istruzioni della tua Parola. Questo ed ogni altra cosa che abbiamo in questo momento nel cuore te la mettiamo davanti in preghiera, affinché con il tuo perdono in Cristo, possiamo ricevere il tuo santo Spirito per poter vivere sempre meglio in modo responsabile verso te e gli altri. Nel nome e per intercessione del Tuo Figlio Gesù Cristo te lo chiediamo. Amen.
Settimo comandamento
Ogni volta che ci incontriamo per il culto vogliamo metterci a confronto con la santa volontà di Dio com'è espressa dai Suoi comandamenti per poter esaminare la nostra vita e, chiedendogli perdono per le nostre specifiche trasgressioni, conformarci ai criteri che Dio ci pone davanti per poter vivere in modo buono, giusto e a lui gradito. Siamo arrivati al settimo comandamento. Qual è il settimo comandamento? Il settimo comandamento è: "Non commettere adulterio" (Esodo 20:14). Che cosa esige il settimo comandamento? Il settimo comandamento esige la preservazione della castità propria e del nostro prossimo, in cuore, parola e comportamento. Che cosa si proibisce nel settimo comandamento? Nel settimo comandamento si proibisce ogni pensiero, parola ed azione impudica.
Preghiamo: Signore Iddio, la sessualità umana è un tuo prezioso dono che però dobbiamo vivere, perché ci sia benefica, esclusivamente nei termini che tu hai prescritto nella tua parola, vale a dire nell'ambito del rapporto impegnato di un uomo ed una donna. Ti chiediamo perdono per averci spesso lasciato sedurre dallo spirito di questo mondo e dalle inclinazioni della nostra corrotta natura ad abbandonarci a ciò che tu consideri un male ed essere stati ciechi rispetto alle conseguenze negative che inevitabilmente questo comporta. Ti chiediamo perdono non solo per le nostre attuali trasgressioni in questo campo, ma anche per aver indugiato in fantasie che consideravamo innocue ma che tali non sono ai tuoi occhi. Purificaci da tutto questo, ti preghiamo e che, come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, siano mai neppure nominata tra di noi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento. Fa sì che noi si promuova, infine, come testimoni di un giusto atteggiamento verso la sessualità, il che, tu ci dici, è di capitale importanza in una società come la nostra dove gli scrupoli e i limiti paiono cadere l'uno dopo l'altro. Tutto questi ti chiediamo nel nome e per i meriti del Salvatore nostro Gesù Cristo. Amen.
Ottavo comandamento
Disponiamoci ora a metterci a confronto con la Legge di Dio per verificare la nostra conformità alla Sua volontà rivelata, chiedergli umilmente perdono per le nostre trasgressioni e lo stimolo e le risorse per una rinnovata ubbidienza. Oggi lo facciamo con l'ottavo comandamento. Qual è l'ottavo comandamento? L'ottavo comandamento dice: "Non rubare" (Esodo 20:15). L'ottavo comandamento garantisce che ciascuno di noi possa avere il diritto inalienabile di possedere e conservare quei beni che promuovono il personale essere e benessere tanto che nessuno lo pregiudichi in alcuna maniera sottraendoglieli quale ne sia il pretesto.
Preghiamo. Signore Iddio, attraverso questo comandamento ci chiami alla verità, fedeltà e giustizia nei contratti e nel commercio fra persona e persona; a rendere a ciascuno il dovuto; a restituire i beni illegalmente sottratti al legittimo proprietario; a dare e prestare liberalmente, secondo le nostre capacità e altrui necessità; alla moderazione nei nostri giudizi, volontà e sentimenti riguardo ai beni mondani; alla cura provvidente e studio di procurarci conservare, usare e disporre quelle cose che sono necessarie e convenienti per il sostentamento della nostra vita e adatte alla nostra condizione, a un'attività professionale legittima e alla diligenza nello svolgerla; alla parsimonia, ad evitare cause legali non necessarie, fideiussioni o altri simili impegni, come pure l'impegno, mediante mezzi giusti e legali, di procurarci, preservare, e promuovere il benessere e la condizione esteriore altrui e nostra. Perdonaci, te ne preghiamo, per non averlo saputo fare diligentemente. Perdonaci pure, te ne preghiamo, se fossimo stati responsabili di furti, rapine, sequesti, ricettazione, affari fraudolenti, ingiustizie, estorsioni, usura, corruzione eed ogni altro modo ingiusto e peccaminoso di prendere o sottrarre dal nostro prossimo ciò che gli appartiene, o per arricchire noi stessi, avidità, amore e valorizzazione disordinata di beni mondani sollecitudini ansiose e affanno nel procurarsene, conservarli ed usarli, invidiare la prosperità di altri come pure pigrizia, prodigalità, spreco di denaro nel gioco d'azzardo, ed ogni altro modo per il quale indebitamente rechiamo pregiudizio alla nostra condizione esteriore, e defraudare noi stessi dell'uso debito e conforto della condizione che Dio ci ha assegnato. Che la tua Parola ed il tuo Santo Spirito ci stimoli e ci dia, te ne preghiamo, quanto ci serve per onorarti diligentemente in quanto tu ci comandi e ci proibisci in questo comandamento. Te lo chiediamo per l'intercessione ed opera del tuo Figlio Gesù Cristo, benedetto in eterno. Amen.
Nono Comandamento
Disponiamoci ora a metterci a confronto con la Legge di Dio per verificare la nostra conformità alla Sua volontà rivelata, chiedergli umilmente perdono per le nostre trasgressioni e lo stimolo e le risorse per una rinnovata ubbidienza. Oggi lo facciamo con le parole del nono comandamento. Il nono comandamento è: "Non dire falsa testimonianza contro al tuo prossimo" (Esodo 20:16). Il nono comandamento esige che noi promuoviamo e manteniamo la verità, il buon nome nostro e del nostro prossimo, specialmente nel rendere testimonianza. Nel nono comandamento si proibisce di compiere qualunque cosa sia pregiudizievole alla verità, oppure arrechi ingiuria al buon nome nostro o altrui.
Preghiamo. Signore, confessiamo di non avere preso abbastanza sul serio il dovere della promozione della verità. Non ci siamo schierati di tutto cuore a difenderla laddove la vedevamo pregiudicata. Non abbiamo stimato caritatevolmente il nostro prossimo, amando, desiderando, e rallegrandoci nel suo buon nome. Non abbiamo ignorato le debolezze altri e riconosciuto piuttosto i loro doni e grazie. Non abbiamo difeso l'innocenza degli innocenti. Non abbiamo evitato e scoraggiato le maldicenze, la vuota adulazione, e la diffamazione. Non abbiamo promosso il nostro buon nome, difendendolo quando è necessario. Non abbiamo mantenuto promesse legittime. Non abbiamo pensato solo a tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, praticandole. Signore, ti preghiamo che con il tuo perdono noi si possa sempre meglio promuovere la verità ed essere attenti a non pregiudicarla in alcun modo. Te lo chiediamo nel nome e per i meriti del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Amen
Decimo comandamento
Prendiamoci ora il tempo necessario per metterci a confronto con la Legge di Dio. Così come essa ci ha portato una volta al ravvedimento ed alla fede nel Salvatore Gesù Cristo, ora ci guida nel nostro cammino cristiano come regola buona e giusta di vita. Le nostre inadempienze le dobbiamo umilmente confessare a Dio chiedendogli aiuto per abbandonare ciò che non gli è gradito e meglio conformare la nostra vita alla sua volontà rivelata. Oggi consideriamo il decimo comandamento. Il decimo comandamento è: "Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo; né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo" (Esodo 20:17). Il decimo comandamento esige che noi ci si soddisfi della condizione in cui siamo con una disposizione d'animo giusta e caritatevole verso il nostro prossimo e tutto ciò che gli appartiene.Il decimo comandamento proibisce ogni insoddisfazione con la condizione in cui ci troviamo, invidia o dolore per i beni del nostro prossimo ed ogni disordinata commozione d'animo o d'affetti per ciò che gli appartiene.
Preghiamo
Oh Signore Dio, abbiamo udito quanto tu ci prescrivi nel Decimo Comandamento. In esso ci esorti ad accontentarci pienamente della condizione in cui ci troviamo e d'avere una tale caritatevole disposizione dell'intera nostra anima verso il nostro prossimo, che, senza alcuna invidia, ci rallegriamo di quanto egli possiede e desideriamo ogni bene per lui.
Tu condanni, perciò, l'insoddisfazione per ciò che abbiamo e l'invidia, il rattristarci per ciò che il nostro prossimo possiede rispetto a noi, come pure ogni movimento e sentimenti disordinati verso qualsiasi cosa che gli appartenga. Riflettiamo così sulla nostra vita e suoi sentimenti e pensieri che intratteniamo in noi e ti chiediamo perdono qualora fossimo caduti in ciò che, a questo riguardo, ti dispiace. Dacci di considerare la vita con sobrietà, relativizzando i beni non necessari di questo mondo e soprattutto, di aspirare a tutte le grandi ricchezze spirituali e benedizioni che tu metti liberalmente a disposizione, per tua grazia, in Cristo Gesù, e che sole merita di concupire e di adoperarvisi.
Te lo chiediamo per intercessione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Amen.