Letteratura/Devozioni Bavinck/Il peccato colpisce l'intera persona
XXII. Il peccato colpisce l’intera persona
“E voi pure ha vivificato, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini ribelli” (Efesini 2:1-2).
Facendo una battuta qualcuno ha detto che dopo aver disubbidito a Dio (Genesi 3) i nostri “progenitori” avrebbero detto: “Siamo caduti e non riusciamo più a rimetterci in piedi!”.
C’è sapienza teologica in quella frase. La disubbidienza a Dio è un grave peccato, terribilmente serio. Il peccato ha colpito l’intero genere umano (Romani 3:23) e il peccato conduce alla morte (Romani 6:23). La dottrina del peccato originale mette in evidenza gli effetti ad ampio raggio del peccato - per quelli che ci hanno preceduto e pure per noi.
Bavinck scriveva che “il peccato originale non solo si estende all’umanità nel suo insieme, ma pure alle intere nostre facoltà. Esso controlla l’intera nostra persona, mente, volontà, cuore e coscienza, anima e corpo, tutte le nostre capacità e poteri”. Il peccato infetta l’intero nostro essere. Tutte le dimensioni della nostra vita sono orientate al peccato. Ne risulta che tutti gli esseri umani hanno una natura peccaminosa, l’immagine di Dio nella quale eravamo stati creati (Genesi 1:26-30) ne è rimasta corrotta.
Bavinck scriveva che un essere umano “per natura è totalmente incapace di questo bene beatifico”. Noi “non siamo in grado di compiere un bene spirituale ed interiore che sia completamente puro agli occhi di Dio”. Tutto questo è talvolta chiamato depravazione totale. Questo significa che la totalità della nostra vita è sottoposta al potere del peccato. Siamo impotenti e incapaci di aiutare noi stessi nel fare ciò che è bene agli occhi di Dio; in quanto peccatori non siamo in grado di fare il bene, ma seguiamo solo la nostra inclinazione naturale - cioè quella di fare il male. Siamo in grado di far uso della nostra volontà, fare delle decisioni ed agire, la direzione che prenderemo, però, sarà sempre verso il male ed il peccato, mai verso l’amare ed l’ubbidire Dio o fare il bene. Da noi stessi non vogliamo veramente fare il bene. La nostra volontà è corrotta dal peccato. Noi siamo “morti nelle nostre colpe e nei nostri peccati” (Efesini 2:1).
Dal punto di vista teologico questo significa che non abbiamo modo da noi stessi di sconfiggere il potere del peccato nella nostra vita. Non siamo in grado di rialzarci dalla nostra caduta, sconfiggere il male e fare il bene, più di quanto potremmo rialzarci tirandoci su con le nostre bretelle.
Solo Dio ha il potere di salvarci!
Spunto di riflessione: Pensa ad esempi del peccato originale che hai incontrato o di cui hai letto oggi. Riflessi su persone che conosci - e su te stesso - che hanno ricevuto il dono di nuova vita in Gesù Cristo. In che modo potresti aiutare coloro che vivono sottoposti al potere del peccato?
Citazione da: "Reformed Dogmatics" 3:119; "Magnalia Dei", 172,