Letteratura/Devozioni Bavinck/Il mistero della croce
XXVIII. Il mistero della croce
“Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via, ma l'Eterno ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti” (Isaia 53:5-6).
Dal punto di vista teologico, la morte del Cristo in croce è chiamata un atto di riconciliazione. La Bibbia, infatti, la spiega come la pacificazione di creature umane con Dio mediante il perdono dei loro peccati. Solo la morte del Figlio di Dio incarnato poteva conseguire tale perdono e riconciliazione.
La Scrittura descrive il mistero di ciò che è avvenuto alla croce in diversi modi. Essa fa riferimento a questo mistero con le immagini del sacrificio di un agnello, la riconciliazione operata da un Sacerdote, l’espiazione della pena inflitta da un tribunale, la vittoria sulla potenza del male, ecc. Costante, però, nella Scrittura è il riconoscimento che si trattasse dell’espressione dell’amore di Dio per dei peccatori. Questo è il motivo per il quale essa, scrivendo a cristiani, dice che è stata una morte “per noi”: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»)” (Galati 3:13).
Bavinck scriveva del mistero della croce in questi termini: “Ecco il il mistero della pietà, il mistero dell’amore di Dio. Noi non comprendiamo la sofferenza vicaria (sostitutiva) di Cristo, perché noi, in quanto odiatori di Dio e odiatori l’uno dell’altro, non possiamo minimamente calcolare ciò di cui l’amore sia capace e che cosa possa fare un amore eterno, infinito e divino”. L’amore di Dio per dei peccatori fuorilegge e ribelli è qualcosa che le parole riescono a malapena a descrivere. Quell’amore sussisteva “mentre eravamo ancora peccatori” (Romani 5:8) - un amore misterioso comparabile a nessun amore umano.
Bavinck continuava: “Noi, pero, non dobbiamo tanto comprendere questo mistero. Noi lo possiamo credere, trovare in esso la nostra pace, gloriarcene, rallegrarcene”.
La croce di Cristo sta di fronte a noi come il mistero dell’amore redentore di Dio per dei peccatori come noi. Dio ha portato Gesù alla morte affinché i nostri peccati potessero essere perdonati e noi riconciliati con Lui. L’autore di un famoso inno lo descriveva così: “un amore così straordinario, così divino, esige la mia anima, la mia vita, il mio tutto”.
Spunto di riflessione: Pensa ai vari modi in cui la Scrittura descrive la morte del Cristo e rifletti sulle implicazioni e valore di quelle diverse immagini per la tua vita di fede.
Citazione da: "Magnalia Dei", 249, Isaac Watts, "When I Survey the Wondrous Cross", 1707.
[Donald K. McKim, Devozioni giornaliere con Herman Bavinck - Credere e crescere nella fede cristiana, Phillisburgh, New Jersey: P&R Publishing, 2023, capitolo XXVIII, p. 83].