Letteratura/Conforto del cristiano/introduzione

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Un conforto al momento opportuno

La compassionevole visita di amici può essere di grande conforto per chi si trova nell’afflizione. È così sempre? No, dipende. Non lo era stato nel caso di Giobbe che, di fatto, lo avevano importunato con ragionamenti e riprensioni del tutto fuori luogo. Egli giustamente risponde loro: “Perché dunque mi offrite consolazioni vane? Delle vostre risposte altro non resta che falsità” (Giobbe 21:34). Ci vuole una grande sensibilità, sapienza e discernimento per dire le parole giuste al momento opportuno. Difatti, “Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo” (Ecclesiaste 3:1) e beato è chi sa distinguerlo. 

La vera consolazione del credente afflitto non potrà che basarsi sulle verità della Parola di Dio. Infatti, “Questo è il mio conforto nell’afflizione, che la tua parola mi vivifica” (Salmo 119:50). Per questo essa rimane la più efficace anche in tempi di afflizione.

Consolare efficacemente vuol dire essere stati consolati nelle afflizioni da questa stessa parola ed essere come un mendicante che condivide con altri mendicanti dove essi potranno trovare nutrimento e riparo. Comunicare efficacemente la Parola di Dio, infatti, vuol dire soprattutto essere in comunione con il Signore e Salvatore Gesù Cristo e agire in sintonia con il Suo Spirito. Era lo spirito dell’Apostolo, il quale scriveva: “Benedetto sia Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e l'Iddio d'ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione. Perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione” (2 Corinzi 1:3-5). Era per questo che anche le sue lettere erano di grande incoraggiamento per chi le riceveva: “...essi, radunata la moltitudine, consegnarono la lettera. E quando i fratelli l’ebbero letta, si rallegrarono della consolazione che recava” (Atti 15:30-31).

Parole giuste al momento opportuno tratte dalla Parola di Dio, di conforto in ogni nostra afflizione, le troviamo dunque in questa raccolta di brevi scritti del pastore e teologo britannico A. W. Pink (1886-1952), del quale già ho tradotto e pubblicato per il pubblico di lingua italiana alcune altre sue opere che ritengo fondamentali, come “La sovranità di Dio”, “L’elezione” e “Gli attributi di Dio”.

“Il conforto del cristiano” contiene 17 riflessioni che possono accompagnare quei cristiani che si trovano in momenti di dubbio, incertezza e confusione a radicarsi maggiormente nelle verità e promesse della Parola di Dio. Esse rispondono a domande come le seguenti. Sei consapevole che non c'è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù? Sai per esperienza che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio? Stimi tu che le sofferenze del tempo presente non siano affatto paragonabili, per quanto acute siano, con la gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo? Sei cosciente che Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma l'ha dato per tutti noi, ci donerà anche tutte le cose con lui? Sai che Egli si ricorda di noi nel nostro abbassamento perché la sua benignità dura in eterno? Comprendi che Dio conosce la via che stai percorrendo e che dalla prova ne uscirai come l'oro? Come consideri, poi, la disciplina del Signore? La sua riprensione ti fa perder d’animo? Non dev’essere così. Sai che la parte dell'Eterno è il suo popolo e che ogni credente è “la porzione della sua eredità”? Che dire poi delle paradossali beatitudini di Matteo 5? Le Beatitudini “descrivono il carattere e la condotta di un cristiano, e poiché il carattere cristiano non è niente di più o di meno che essere conformi in maniera esperienziale all'immagine del Figlio di Dio, dobbiamo rivolgerci a Lui per trovarvi il modello perfetto”. Perché sono beati quelli che fanno cordoglio? Perché sono beati quelli che sono affamati e assetati della giustizia? Perché sono beati i puri di cuore? In che modo possiamo dire che la nostra afflizione non sia che momentanea e che ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria? Hai imparato a esser contento nello stato in cui ti trovi? In che modo, infine, è preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi fedeli?

Confido così che queste riflessioni di A. W. Pink possano continuare a essere di benedizione pure a molti oggi, così come lo sono state per i suoi originali lettori.

Paolo E. Castellina, 25 marzo 2022

Introduzione dell'autore

L'opera a cui è chiamato il servo di Cristo è multiforme. Non solo deve predicare l' Evangelo ai non salvati, nutrire il popolo di Dio con conoscenza e intelligenza (Ger emia3:15), e togliere loro la pietra d'inciampo (Isaia 57:14), ma è anche incaricato di "Grida a piena gola, non ti rattenere, alza la tua voce a guisa di tromba, e dichiara al mio popolo le sue trasgressioni, e alla casa di Giacobbe i suoi peccati!" (Isaia 58,1 e cfr 1 Timoteo 4:2). Mentre un'altra parte importante del suo incarico è affermata in: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Isaia 40:1). Che titolo onorevole, "Il mio popolo!" Che rapporto rassicurante: "il tuo Dio!" Che compito piacevole: "consolate il mio popolo!" Una triplice ragione può essere suggerita per la duplicazione dell'accusa. 

Primo, perché a volte le anime dei credenti rifiutano di essere consolate (Salmo 77:2), e la consolazione deve essere ripetuta. 

In secondo luogo, insistere con più enfasi su questo dovere sul cuore del predicatore, che non deve essere risparmiato nell'amministrare la letizia.

Terzo, per assicurarci quanto ardentemente sia Dio stesso a desiderare che il suo popolo sia di buon animo (Filippesi 4,4). Dio ha un "popolo", gli oggetti del Suo favore speciale: una compagnia che ha preso in una relazione così intima con Sé che li chiama "Mio popolo". Spesso sono sconsolati: a causa della loro corruzione naturale, delle tentazioni di Satana, del trattamento crudele del mondo, dell'umiliazione della causa di Cristo sulla terra. Il "Dio di ogni consolazione" (2 Corinzi 1,3) è molto tenero con loro, ed è Sua volontà rivelata che i Suoi servitori fasciino coloro che hanno il cuore spezzato e versino il balsamo di Galaad nelle loro ferite. Quale motivo abbiamo per esclamare "Chi è un Dio simile a te?" (Michea 7:18), che ha provveduto al conforto di coloro che erano ribelli contro il Suo governo e trasgressori della Sua Legge.

I contenuti di questo volumetto sono apparsi di volta in volta sulla nostra rivista mensile negli ultimi trent'anni. Erano, in precedenza, sermoni che abbiamo predicato molto tempo fa negli Stati Uniti e in Australia. Qua e là c'è un'espressione (soprattutto dove si parla di Profezia) che oggi non useremmo; ma poiché il Signore si è compiaciuto di benedirli nella loro forma originale a non pochi dei Suoi afflitti, non li abbiamo rivisti. Gli piaccia oggi parlare di pace con loro alle anime afflitte, e la gloria sarà solo Sua.

AW Pink, 1952