Filosofia/Perché studiare la logica

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Perché Studiare la Logica?

John W. Robbins


Se si ha intenzione di cominciare un corso di Logica, sarà bene avere buone ragioni per farlo. Perché studiare la logica? Cosa può insegnarci la logica che la chimica o la storia non possano già fare? Può la logica insegnarci qualcosa, o i misteri della vita sono più profondi della logica? Se si intende studiare la logica solo perché è prevista nel corso di studi, va da sé chiedersi, perché il curriculum richiede un corso in logica? Perché uno dovrebbe pensare che la logica è così importante da essere richiesta in un corso?

Queste sono domande che meritano una risposta, ma che non è esattamente quella che ci si può aspettare. Dato che molta gente disdegna la logica, sarà necessario comprendere la relazione tra logica e moralità, per esempio. Dopo tutto, molte persone pensano che non debba essere studiata affatto. “La vita è più profonda della logica”, così ci vien detto. “La vita è verde, ma logica è grigia e priva di vita”. I poeti ci raccontano che “uccidiamo per dissezionare”. Molti credono il proprio tempo sarebbe meglio speso in preghiera, nella predicazione o nelle proteste. O, se dotati di una disposizione naturalistica, possono anche suggerire di guardare a sé stessi, o contemplare un tramonto, o di compiere degli esperimenti in laboratorio. Ma se magari comprendessimo cosa sia la logica, potremmo rispondere adeguatamente alla domanda.

Cosa è la Logica?

Alla scuola elementare, avrete imparato a leggere, a scrivere e l'aritmetica. Queste materie sono correttamente viste come propedeutiche a ogni ulteriore istruzione. Non si può studiare la storia, la botanica, o l'informatica senza saper leggere. Leggere, scrivere e l'aritmetica sono le basi, gli strumenti che permettono di avanzare ngli studi, ma anche di guidare, di far compere e di trovare un lavoro.

Ma non è che ci sia qualcosa ancora più fondamentale di queste basi? Qualcosa di così ovvio da sfuggire ai più, e tantomeno da farne oggetto di studio? Cosa c'è in comune tra il far di conto, il leggere e lo scrivere? La risposa è ovviamente il pensiero. Per poter leggere e scrivere, occorre pensare. Per poterlo fare correttamente, come in ogni altra cosa, si presuppone di seguire determinate regole. Qualche volta, nel pensare commettiamo degli errori. Saltiamo direttamente alle conclusioni, facciamo assunzioni per niente scontate, tendiamo a generalizzare. C'è una materia che cataloga questi errori, li mette in evidenza per così poterli riconoscere in futuro, spiegandoci le regole per poterli evitare. Quella materia è la logica.

Il Ruolo della Logica

La logica non è Psicologia, non descrive quello che le persone pensano o come raggiungano le loro conclusioni, ma descrive come dovrebbero pensare se vogliono ragionare correttamente. È più affine all'aritmetica che alla storia, perché spiega le regole che si devono seguire poter giungere a conclusioni corrette, nello stesso modo in cui l'aritmetica spiega le regole da seguire per arrivare a risposte corrette.

La logica riguarda ogni pensiero, è fondamentale a tutte le discipline, dall'agricoltura all'aeronautica. Non esistono svariati generi di logica, una per la filosofia e una per la religione, ma le stesse regole del pensiero che si applicano, per esempio, in politica, si applicano anche nella chimica. Alcuni hanno cercato di negare che la logica si applica a tutte le materie, perché costoro mirano a riservare qualche particolare campo del sapere, la teologia e l'economia, giusto per nominare due esempi storici, come santuario del ragionamento illogico. Il risultato è il polilogismo, diverse logiche, che è in effetti una negazione della logica.

Ma per poter dire che vi sono differenti tipi di logica, si deve giocoforza usare le regole della logica che c'è già. Vogliamo proprio vederli quelli che sostengono che esiste un altro tipo di logica, a esprimere le loro opinioni usando un'altro tipo di logica. È un po' come dire che ci sono due tipi di aritmetica,, l'aritmetica in cui due più due fa quattro e una seconda aritmetica in cui due più due fa ventidue. Chiunque disprezza o sminuisce la logica deve usare la logica nel suo attacco, vanificando così da sé il proprio ragionamento. Questo può forse esser meglio visto discutendo in particolare di una delle leggi della logica.

Le Leggi della Logica

La prima legge della logica è chiamata la legge della contraddizione, o anche principio di non-contraddizione, due etichette per la stessa legge.

Aristotele espresse la legge in queste parole: “È impossibile che la stessa cosa convenga ed insieme non convenga ad una stessa cosa e per il medesimo rispetto [aspetto]”1

La legge è simbolicamente espressa come “Non entrambi A e Non-A”. Una foglia d'acero può essere verde e non-verde (gialla), ma non può essere verde e gialla nello stesso tempo e nello stesso aspetto, è verde in estate, gialla in autunno. Se è verde e gialla allo stesso tempo, non può essere verde e gialla nello stesso aspetto, una parte, comunque piccola, sarà verde, un'altra gialla. “Verdità” e “Non-Verdità” non possono allo stesso tempo e nello stesso modo convenire a una foglia d'acero.

Per suggerire un altro esempio: Una linea può essere sia curva sia retta, ma non nello stesso aspetto. Una parte può può essere curva, un'altra retta, ma la stessa parte non può essere sia curva sia retta.

Ma il principio di non-contraddizione significa pure qualcos'altro. Significa che ogni parola nella dichiarazione “La linea è retta” ha un significato specifico. La non significa tutte, ogni o nessuna. Linea non significa cane, dente di leone o ciambella. È non significa non è. Retta non significa bianca o quant'altro. Ciascuna parola ha un significato definito. Per poter avere un significato definito, una parola non solo deve significare qualcosa, ma deve non significare qualcosa. Linea significa linea, ma non significa pure non-Linea, cane, alba o Gerusalemme

Se linea significasse ogni cosa, non significherebbe nulla, e nessuno, compresi voi, avrebbe la più pallida idea di quello che intendete quando pronunciate la parola linea. Il principio di non-contraddizione significa che ogni parola, per avere un significato, deve inoltre non significare qualcosa.

Logica e Moralità

Ma cosa c'entra questo principio e il resto della logica con la moralità? Semplicemente questo: quando la Bibbia dice Tu non concupirai, ciascuna parola ha un significato specifico. Attaccare la logica significa attaccare la moralità. Se la logica è disprezzata, allora anche le distinzioni tra giusto e sbagliato, bene e male, giusto e ingiusto, misericordia e crudeltà scompaiono. Senza la logica, le parole di Dio “Tu non ucciderai”, significano in realtà “Tu ucciderai quotidianamente”, o anche “Stalin era il Principe di Galles”. Il rigetto della logica significa la fine della moralità, dato che sia la moralità sia l'etica dipendono dall'intendimento. Senza intendimento, non ci può essere moralità. Prima di poterli obbedire, I Dieci Comandamenti bisogna poterli comprendere. Se la logica è irrilevante, o irreligiosa, il comportamento morale è impossibile, e la religione “pratica” di quelli che sminuiscono la logica non può essere praticata affatto.

Ma c'è anche qualcosa di peggio, se possibile, che accompagna il rigetto della logica. Se la logica non governa ogni pensiero e ogni espressione, allora non si può distinguere il vero dal falso. Se si rigetta la logica, allora quando la Bibbia dice che Gesù soffrì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì, fu sepolto, e resuscitò il terzo giorno, allora queste parole significano tanto che Gesù non soffrì, non fu crocifisso, non morì, non fu sepolto, e non resuscitò il terzo giorno quanto che Attila l'Unno amava la torta al cioccolato e giocava a golf. Le distinzioni tra vero e falso, giusto e sbagliato scompaiono del tutto, perché non è possibile operare distinzioni a meno di usare il principio di non-contraddizione.

Il rigetto della logica è diventato molto popolare nel ventesimo secolo. Nelle questioni di moralità si è sentito spesso dire che “Non esistono Bianco e Nero, ma solo tonalità di Grigio”. Ma quel che questo significa realmente è che non esiste né bene né male, e tutte le azioni e le alternative sono miscele di bene e male. Se si abbandona la logica, come in molti nel XX secolo hanno fatto, allora non è più possibile discernere il bene dal male e ogni cosa è così permessa. I risultati di questo rigetto, genocidi, guerre, privazioni causate dallo stato, aborto, abuso di minori, distruzione della famiglia, crimini di ogni genere, sono tutti intorno a noi. Il rigetto della logica ha condotto, e deve inevitabilmente condurre all'abbandono della moralità.

Nelle questioni della conoscenza, ci viene detto che la verità è relativa, quel che è “vero” per te potrebbe non esserlo per me. Così due più due può far quattro per te e sei virgola sette per me. Se la logica viene abbandonata allora ne segue anche che il Cristianesimo è “vero” per alcuni e il Buddismo è “vero” per altri. Uno degli effetti è stato una crescente antipatia verso il Cristianesimo, che dichiara che tutti gli uomini, e non solo una parte, sono peccatori, e che c'è una sola via a Dio, mediante il credere in Cristo. La Verità Assoluta, che poi è una frase ridondante, è stata rimpiazzata dalla verità relativa, che è di fatto una contraddizione di termini, un po' come dire cerchio quadrato. Ma una volta che la logica è abbandonata, lo è anche verità.

L'uso della logica non è opzionale. La logica è così fondamentale, così essenziale che quelli che l'attaccano devono usare la logica per poterlo fare. Con le parole “La logica è invalida” intendono però un significato preciso. Gli avversari della logica devono usare il principio di non-contraddizione per poterla denunciare. Ne presuppongono la validità per poterla dichiarare illegittima. Ne assumono la verità per poterla dichiarare falsa. Sono costretti a presentare dei ragionamenti se vogliono persuaderci che il ragionare non è valido. Dovunque si girino, sono intrappolati. Non possono aggredire l'oggetto del loro rancore senza usarlo nel loro assalto. Si trovano nella stessa posizione del soldato Romano che arrestò Cristo, non rendendosi conto, come invece fece il soldato, che la loro posizione e le loro azioni dipendono dalle regole che rigettano. Devono usare le leggi della logica per poterla così sminuire, proprio come il soldato dovette essere guarito da Cristo prima che potesse procedere con l'arresto.

La Bibbia e la Logica

Nel primo capitolo del suo Vangelo, Giovanni scrisse: “Nel principio era il Logos e il Logos era con Dio e il Logos era Dio”. La parola Greca Logos è di solito tradotta con Parola, ma può anche essere tradotta con Sapienza o Logica. La stessa parola Logica deriva da questa parola greca logos. Giovanni stava chiamando Cristo la Sapienza o la Logica di Dio. Nel verso nove, facendo ancora riferimento a Cristo, egli dice che Cristo è la “vera luce” che illumina ogni uomo. Cristo, la Logica di Dio, illumina ogni uomo. Strettamente parlando, non esiste alcuna “mera logica umana” contrapposta alla logica divina, come alcuni vorrebbero farci credere. La Logica di Dio illumina ogni uomo, la logica umana è l'immagine di Dio. Dio e l'uomo pensano nello stesso modo, certo non gli stessi pensieri dato che l'uomo è peccatore e Dio è santo. Ma sia Dio sia l'uomo pensano che due più due fa quattro e che A non può essere non-A. Sia Dio sia i Cristiano pensano che solo la morte sostitutiva di Cristo può meritare l'ingresso del peccatore nel Cielo. Le leggi della logica sono il modo in cui Dio pensa. Egli non commette errori, non trae conclusioni affrettate, non elabora argomenti invalidi. Noi invece sì, ed è una delle ragioni perché ci è comandato dall'Apostolo Paolo di portare tutti i nostri pensieri prigionieri di Cristo. Dobbiamo pensare come Cristo pensa: logicamente.

Perché Studiare la Logica?

Per tornare alla nostra prima domanda: Perché Studiare la Logica? La nostra prima risposta deve essere che ci è comandato dalle Scritture. Senza apprendere come pensare in modo appropriato, traviseremo le Scritture. Pietro ci mette in guardia contro quelli che contorcono le Scritture a loro perdizione. Uno studio della logica ci aiuterà a evitare di contorcere le Scritture e a cercare di implicare cose che non implica. La Confessione di Fede di Westminster, scritta in Inghilterra nel 1648, dice che tutte le cose necessarie alla nostra fede e vita, o sono espresse esplicitamente nella Scrittura, o possono essere dedotte come buona e necessaria conseguenza dalla Scrittura. È solo mediante lo studio della logica che noi possiamo distinguere una valida da un'invalida deduzione.

Ma la logica è indispensabile non solo nella lettura della Bibbia, ma anche nella lettura della storia, nella botanica e nell'Informatica. Ed è applicabile a ogni pensiero, ragionamenti sbagliati si trovano in ogni materia. Lo studio della logica ci aiuterà a comprendere meglio tutte le altre materie e non solo la teologia. Pertanto, come Dio ha detto tramite il profeta Isaia, “Venite, e ragioniamo assieme”.

http://www.trinityfoundation.org/journal.php?id=39
 

1Aristotele, Metafisica, Libro IV, I. 4.