Etica/Matrimonio/Segreto matrimonio ben riuscito

Da Tempo di Riforma Wiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ritorno


Il segreto per un matrimonio ben riuscito

Qual è il segreto per far funzionare meglio il mio matrimonio? Un numero sempre crescente d'uomini e di donne si pongono questa domanda, e sempre di più sono i matrimoni in crisi o falliti. A questa domanda molti cercano inutilmente una risposta. La risposta però c’è: si trova nella Parola di Dio.

E’ con questa fiducia che presentiamo così quest’opuscolo per riassumere ciò che la Bibbia insegna sul matrimonio.

Confidiamo in preghiera che l’attenta lettura di queste pagine possa dare concrete indicazioni per tutti coloro che desiderano far si che la loro vita di coppia possa essere pienamente soddisfacente.

...Divorzi, relazioni extra-coniugali, psicologi e consulenti matrimoniali, alcool, droga, rassegnazione... ecco alcuni dei modi -fallimentari- che comunemente oggi sono usati per dare una soluzione ai problemi coniugali. Tutto questo, però, non fa che peggiorare la situazione!

C’è però un altro modo per affrontare il problema, il migliore: rivolgersi a colui che ha "ideato" il matrimonio, Dio stesso!

1. TUTTO COMINCIO’ CON DIO

Il matrimonio è stato ideato da Dio. Il progetto creativo dell’uomo comprendeva il matrimonio, e come tutto ciò che Dio ha creato, esso è buono ed utile.

La Bibbia c'informa che Dio aveva ritenuto sbagliata la solitudine dell’uomo, questa si che non era buona. Così Iddio forma per l’uomo "un aiuto, adatto a lui". E quando Dio presenta Eva a Adamo ed essi "si piacciono" e iniziano a vivere insieme, ecco che si stabilisce il primo rapporto matrimoniale.

Adamo ed Eva avrebbero goduto insieme quel meraviglioso giardino che era l’Eden: Dio l’aveva creato proprio perché ne godessero come marito e moglie.

Eccone il resoconto dalle parole stesse della Bibbia:

"Poi Dio, il Signore, disse: Non è bene che l’uomo sia solo. Gli farò un aiuto, adatto a lui... Allora Dio, il Signore, fece scendere sull’uomo un sonno profondo, che si addormentò; poi gli tolse una costola e richiuse la carne al suo posto. Con quella costola Dio, il Signore, formò la donna e la condusse all’uomo" (Genesi 2:18,21,22).

Eva doveva essere "un aiuto, adatto a lui", un aiuto che gli fosse "convenevole". Egli poteva solo essere completo con la donna che gli era stata data. La parola "aiuto", in italiano, non rende abbastanza bene la forza dell’originale parola ebraica. Essa è pure usata per descrivere uno che presta soccorso.

La donna è quindi, in questo primo rapporto matrimoniale, colei che completa Adamo e lo soccorre. Come aiuto adatto, convenevole, una moglie era la meglio qualificata per completare l’uomo che Dio aveva creato, lei era davvero, come disse qualcuno: "Il pezzo mancante del puzzle della sua vita".

Per ottenere dunque un matrimonio che davvero funzioni dobbiamo ritornare a quelli che erano i propositi creativi di Dio, i principi di base stabiliti dal Progettista affinché questa "impresa" possa funzionare come dovrebbe. Dio, per così dire, ha stabilito dieci pietre di fondazione del matrimonio, "pietre" che possiamo trovare nella Bibbia.

Il racconto del libro della Genesi che descrive come il matrimonio ha avuto origine, si conclude con una precisa affermazione la quale esprime quattro elementi che dovrebbero far parte di ogni matrimonio.

  1. 1 un distacco. "Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre". Gli sposi si staccano dalla loro famiglia d’origine.
  1. 2 Un vincolo. "Si unirà alla sua donna". L’immagine del primo matrimonio include un’adesione permanente, un patto perenne, quasi un "incollaggio".
  1. 3 Un’unità. "I due saranno una cosa sola" (lett. "una stessa carne". I due debbono considerarsi come un’unità. L’unione della famiglia d’origine si spezza e si crea una nuova famiglia.
  1. 4 Un’unione intima. "L’uomo e la donna, entrambi, erano nudi, ma non n'avevano vergogna". Ogni barriera di difesa fra l’uno e l’altra è abbassata, e questo li pone in condizione di godere l’uno dell’altra e sovvenire ai reciproci bisogni senza sentirsi imbarazzati o respinti.

2. I DIECI FONDAMENTI BIBLICI

Quando Iddio stabilì il matrimonio e diede ordine di popolare la terra, Egli rilevò con forza che esso avrebbe dovuto essere un impegno permanente. E’ bello sapere però che per portare avanti quest'impegno Egli non ci ha abbandonato alle nostre proprie forze.

Dio, nella Bibbia, ci rivela che vi sono vere e proprie "istruzioni per l’uso", seguendo coscienziosamente le quali potremo dire di fare un uso corretto del matrimonio.

Nelle pagine che seguiranno considereremo così quali sono le "dieci pietre di fondazione" per un matrimonio stabile e felice. Esse sono:

  • 1. Un impegno perenne.
  • 2. La condivisione di un’identità comune.
  • 3. L’assoluta fedeltà.
  • 4. Ruoli ben definiti.
  • 5. Amore senza riserve.
  • 6. Mutua sottomissione.
  • 7. Soddisfazione sessuale.
  • 8. Comunicazione aperta.
  • 9. Tenero rispetto.
  • 10. Comunione spirituale.

Considerando questi dieci fondamenti, si rammenti però che essi non sono stati elaborati dalla sapienza umana, come vi sono tanti "decaloghi" più o meno utili e scherzosi che sono citati ai novelli sposi, ma che provengono da Dio essendo ben radicati nella Sua Parola rivelata, la Bibbia. Questa è una garanzia che "funzioneranno" veramente, se li seguiamo in modo diligente.

PIETRA DI FONDAZIONE N.1: UN IMPEGNO PERENNE

La prima pietra di fondazione per un matrimonio ottimale è che gli sposi intendano il matrimonio come impegno stabile, perenne, che duri una vita.

Quando un uomo ed una donna decidono di sposarsi, essi s'impegnano pure a rimanere uniti nel matrimonio fino alla morte del loro partner.

Il Signore Gesù disse: "Non avete letto ciò che dice la Bibbia? Afferma che Dio, fin dal principio, maschio e femmina li creò. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna, e i due saranno una cosa sola. Così essi non sono più due, ma un unico essere. Perciò l’uomo non separi ciò che Dio ha unito" (Matteo 19:4-6).

Quindi, rispondendo ad una questione sul divorzio, Gesù continuò dicendo: "Mosè vi ha permesso di mandar via le vostre donne perché avete il cuore duro, ma al principio non era così. Ora vi dico, se uno manda via la propria donna - salvo il caso di una relazione illecita- e poi ne sposa un’altra, costui commette adulterio" (vv. 8,9).

Il voto di matrimonio, quindi. è espressione di un impegno che deve durare per tutta la vita. Questo è il significato dell’espressione "finché morte non vi separi". Questo voto non può essere infranto (v. Ecclesiaste 5:4).

Considerate questa storia vera: Un uomo ed una donna, che erano sposati solo da un anno, scoprirono che lei soffriva di un principio di sclerosi multipla. Dopo averci ben riflettuto, la donna disse al marito che, se avesse voluto, avrebbe potuto considerarsi libero dal matrimonio. Lui, però, non la abbandonò. Le affettuose cure del marito resero felici e del tutto speciali gli anni che seguirono. Perché lui lo aveva fatto? Perché, disse, "Quando mi sono impegnato davanti a Dio, ‘nella buona come nella cattiva sorte’ e ‘in salute come in malattia’, io intendevo esattamente quello che dicevo. Iddio, in ragione di questo, ci ha reso entrambi incredibilmente felici".

PIETRA DI FONDAZIONE N.2 - LA CONDIVISIONE D'UN’IDENTITA

La seconda pietra di fondazione per un matrimonio ottimale è il considerarsi, come marito e moglie, una cosa sola. Non c’è più l’uomo che conduce la sua vita come gli pare né una donna che faccia altrettanto.

Ora c’è una nuova unità, una nuova famiglia. Adamo così si esprimeva quando gli fu presentata Eva: "Questa si! E’ osso delle mie ossa e carne della mia carne. Si chiamerà Donna, perché è stata tratta dall’uomo" (Genesi 2:23).

Il versetto che segue, infatti, si conclude con le parole: "...e i due saranno una cosa sola".

Certo non è sempre facile vivere questa unità nella vita di tutti i giorni. Il marito avrà abitudini diverse, origini diverse, genitori dai caratteri molto diversi, educazione diversa, personalità diversa, e certamente si porterà dietro nel matrimonio anche "cicatrici emotive". Inoltre, Eva certo non era un duplicato d'Adamo. Eva non è uscita da una catena di montaggio. Era diversa, sia fisicamente sia emotivamente. Aveva bisogni diversi, bisogni che solo Adamo poteva soddisfare. E solo lei poteva soddisfare i bisogni d'Adamo.

Il matrimonio porta insieme un uomo ed una donna. Essi diventano uno, essi si conformano l’uno all’altra. Avviene una volta per sempre si, ma è un processo graduale. Saranno necessari tempo, amore, pazienza, e il perdono per far maturare l’identità comune condivisa nel matrimonio, ma i risultati possono essere meravigliosi! L’uomo e la donna non sono più soli. Essi sono uno anche quando...

lui deve temporaneamente per motivi di lavoro risiedere in un albergo a centinaia di chilometri di distanza. Lei sperimenta le doglie del parto. Lui ha avuto una promozione. Lei ha avuto un’allettante offerta di lavoro. I due sono uno, anche se sono persone distinte con grandi differenze. Essi si sono accordati per camminare insieme lungo il sentiero della vita. Essi ora hanno un’identità in comune.

PIETRA DI FONDAZIONE N.3 - L’ASSOLUTA FEDELTA’

Il matrimonio non è solo un impegno perenne di due persone che hanno un’identità in comune. Esso richiede pure, da parte di entrambi, fedeltà assoluta. Essi devono essere veraci l’uno verso l’altra. La Bibbia, questo riguardo non ammette eccezioni di sorta. L’uomo deve essere fedele a sua moglie e lei a lui. Lo scrittore di Proverbi, a questo riguardo, ci mette in guardia. "Si può portare del fuoco sul petto senza bruciarsi il vestito? Si può camminare sulle braci senza scottarsi i piedi? Così nessuno può andare con la moglie di un altro senza riceverne un castigo" (Proverbi 6:27-29).

La Bibbia non fa compromesso alcuno al riguardo della fedeltà sessuale. Paolo esorta Tito ad incoraggiare le donne più anziane ad istruire le più giovani nella chiesa "ad amare il marito e i figli, ...ad essere prudenti, caste e buone" (2:4,5). Quando una donna si impegna in un rapporto di matrimonio, essa dovrà darsi solo al legittimo marito.

La Bibbia proibisce severamente l’adulterio. Il sesto comandamento dato al Sinai recita: "Non commettere adulterio". Gesù cita questo comandamento nella sua conversazione con il giovane ricco (Matteo 19:18). Paolo nomina l’adulterio come il primo fra i peccati della carne (Galati 5:9).

La fedeltà coniugale è l’adempimento del voto fatto a Dio durante la cerimonia nuziale: "Io mi impegno ad esserti fedele".

Disse uno scrittore:

Ecco che cosa significa amarci l’un l’altro: avere un amore impegnato, un amore che non dipende dalla felicità o da alcun altro criterio di successo. Dove potrebbe cominciare un tale amore se non con colui o colei che ci è più vicina, il partner della nostra vita, quello che abbiamo scelto fra tutti gli altri al mondo, come la stessa pupilla dei nostri occhi? [M.Mason, The Mistery of Marriage, p. 106).

Ecco alcune delle implicazioni dell’assoluta fedeltà: la terza pietra fondamentale del matrimonio:

concentreremo il nostro amore soltanto sul nostro partner. non ci impegoleremo in alcuna storia con altre persone. eviteremo ogni tentazione. controlleremo le nostre fantasie sessuali. Secondo i criteri moderni, la fedeltà assoluta non sarebbe "naturale". Certo, non è naturale ...in un mondo corrotto. Per i nostri progenitori nell’Eden questo era naturale come null’altro al mondo. Anche la fedeltà assoluta deve essere parte integrante d'ogni matrimonio che si voglia far funzionare come si deve.

PIETRA DI FONDAZIONE N.4 - RUOLI BEN DEFINITI

La società moderna ha sferrato un attacco in forze contro l’istituzione del matrimonio, ed uno degli aspetti del matrimonio che sono stati particolarmente colpiti è la questione dei ruoli nella coppia. Alle mogli vien detto che esse hanno gli stessi diritti del loro marito e non devono sottomettersi ad alcuno.

Poi si fanno pressioni sui marito affinché essi non si preoccupino minimamente di guidare le decisioni della loro moglie, ma che si limitino a farsi gli affari propri. Risultato ne è il più totale disorientamento della coppia che, in questo modo, non ha più direttive. Da questo sorge la necessità d'avere risposte specifiche sui ruoli del marito e della moglie, risposte che si trovano solo nella Bibbia. Ci si accorgerà ben presto come rispettare queste regole paghi in effetti alti dividendi.

Il ruolo del marito. La Bibbia afferma chiaramente che il marito è capo della moglie. L’apostolo Paolo scrive:

"Tuttavia desidero che sappiate questo: Cristo è il capo d'ogni uomo, il marito è il capo della moglie, e Dio è il capo di Cristo" (1 Corinzi 11:3).

"Perché il marito è il capo della moglie come Cristo è il capo della chiesa" (Efesini 5:23).

Come bisogna intendere queste espressioni? Significa che il marito deve fornire alla moglie una guida responsabile, e questo esclude che possa diventare in alcun modo un dittatore comandando in modo irrispettoso ed egoista. Biblicamente la sua direzione deve essere:

  • esercitata con amore (Efesini 5:25; Colossesi 3:19);
  • intesa ad imitazione di quella esercitata da Cristo come capo della chiesa (Efesini 5:25);
  • esercitata con grande spirito di comprensione (Pietro 3:7);
  • esercitata con nessun’amarezza (Colossesi 3:19);
  • esercitata nella stessa misura in cui si ama il proprio corpo (Efesini 5:28).
  • Il fatto che il marito sia stato incaricato ad essere capo della moglie non significa che egli ne sia superiore.

Lo stesso versetto che afferma il marito essere capo della moglie dice altresì che Dio è il capo di Cristo (1 Corinzi 11:3), e noi sappiamo che Dio e Cristo per natura sono uguali. Entrambi sono pienamente Dio!

Il fatto che il marito sia capo è un fatto funzionale, è un principio regolatore del matrimonio che comporta grandi responsabilità. Il marito deve fornire una funzione di guida che sia piena d’amore, di comprensione e d'onore reso a Dio.

Il ruolo della moglie. La Bibbia istruisce la moglie a sottomettersi alla guida del marito. Per esempio:

"Le mogli ubbidiscano al marito come al Signore" (Efesini 5:22; Colossesi 3:18). "Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti" (1 Pietro 3:1). "...per insegnare... ad essere sottomesse ai loro mariti" (Tito 2:4,5).

Dio aveva inteso che l’uomo e la donna coltivassero fra di loro una relazione soddisfacente ed appagante. Dio creò Adamo per primo (1 Timoteo 2:13), lo rese "capo" (1 Corinzi 11:3; Efesini 5:23). Adamo doveva trovare la propria realizzazione nell’essere una guida, Eva nell’accettarlo come guida (Genesi 2:18; 1 Corinzi 11:8,9).

Una donna che insista a voler prendere essa stessa decisioni nell’ambito della famiglia si pone in condizione di disobbedire a Dio. La determinazione di far di testa sua - nonostante il chiaro comandamento di Dio ed il modello della Scrittura- le fa vergogna e costituisce una minaccia per la stessa stabilità del suo matrimonio.

Il matrimonio funzionerà ammodo quando sia il marito che la moglie accetteranno volentieri i propri ruoli. Si tratta di una necessità di tipo funzionale, necessità illustrata persino dal modello posto dalla Trinità. Considerate queste parole di Cristo: "Il Padre è più grande di me" (Giovanni 14:28) e, nello stesso tempo: "Io e il Padre siamo uno" (Giovanni 10:30).

Gesù venne nel mondo per esemplificare la volontà ed il progetto di Dio. Egli era uguale al Padre, ciononostante era sottomesso a Lui. Lo stesso deve avvenire nel matrimonio. Il marito si realizza nell’essere guida, la moglie troverà la propria gioia nella sottomissione, e il matrimonio sarà benedetto da Dio. Questo è il modo in cui Dio l’ha progettato.

PIETRA DI FONDAZIONE N.5 - AMORE SENZA RISERVE

La quinta pietra di fondazione per un matrimonio funzionale è l’amore, un amore genuino, che provenga dal intimo, senza riserve, ...fintanto che la morte non ci separi. Si tratta di un amore che conduce ad onorarsi l’un l’altra, a stimarsi, a considerare l’interesse dell’altro prima del proprio e che li fa stare fianco a fianco nonostante gli alti e i bassi della vita di coppia.

Il marito è tenuto specificatamente dalla Bibbia ad amare la propria moglie. Paolo lo afferma succintamente in Efesini 3:19 "mariti, amate le vostre mogli" (vedi anche Efesini 5:25).

La moglie, allo stesso modo, deve amare il proprio marito. Nella Bibbia le donne più anziane di Creta dovevano istruire quelle più giovani ad "amare i loro mariti" (Tito 2:4).

L’amore durevole attraverso gli anni non è un fatto automatico che subentri quando ci si scambia gli anelli di matrimonio, ma è qualcosa su cui bisogna lavorarci sopra diligentemente.

Certo si possono sperimentare sentimenti meravigliosi durante il fidanzamento e la luna di miele. Quando però il tempo passa gli sposi devono imparare che l’amore assume una dimensione più profonda e più pratica che quella romantica. Essi scoprono che devono coltivare l’amore l’uno verso l’altra.

Il modello biblico d'amore cristiano è presentato in 1 Corinzi 13. Sebbene l’amore descritto in questo testo sia applicabile ad ogni tipo di rapporto umano, questo modello si adatta benissimo al matrimonio. Provate a riflettere sulle implicazioni pratiche degli elementi dell’amore presenti dal versetto 4 al v. 8 di questo testo nel situazione del matrimonio.

Che cosa significa nel mio matrimonio dover essere nei confronti del mio partner:

pazienti, gentili, privi di invidia, non vantarsi, non essere orgogliosi, non essere grossolani, non cercare il proprio interesse, non arrabbiarsi, non accumulare risentimenti, non rallegrarsi del male, dire sempre la verità, proteggere, aver sempre fiducia, essere pieni di speranza, perseverare, non venire mai meno nell’amore?

Ecco il tipo d'amore che una coppia cristiana dovrebbe manifestare reciprocamente. L’amore si esprime ogni giorno nella pazienza, nella cortesia, nella fiducia, nella speranza.

Non bisogna aspettare una crisi per accorgersi che questo è l’atteggiamento senz’altro più producente. I principi dell’amore cristiano trovano proprio nel contesto di un matrimonio la palestra più privilegiata.

"Un momento, però," direbbe qualcuno a questo punto, "io faccio sempre il mio dovere, ma il mio partner non fa la sua parte. A che giova far bene quando dall’altra parte non se ne ha alcun contraccambio?". Si, è duro amare quando pare che l’amore sia solo a senso unico. E’ dura quando sei solo tu a donare, a sacrificarti, a resistere. E’ dura quando il tuo partner ti contraccambia solo con egoismo o con l’orgoglio di chi non vede e non intende contraccambiare. Forse hai anche provato a parlargliene e magari sei pronto a gettare la spugna. Se questa è la tua situazione, allora è utile pensare al Signore Gesù Cristo. Se c’era qualcuno che avrebbe avuto tutte le ragioni per smettere d'amare, sarebbe stato proprio lui. Egli però ha amato senza riserve, fino alla fine, fino al punto di morire sulla croce per noi.

PIETRA DI FONDAZIONE N.6 - MUTUA SOTTOMISSIONE

Alcuni interpreti della Bibbia hanno molto discusso sul fatto che la Bibbia insegni veramente che la moglie debba stare sottomessa al marito. Nel sottolineare le responsabilità della moglie, però, essi non tengono conto del fatto che il brano d'Efesini 5 comporta una precisa promessa: "...non ubriacatevi di vino, perché ciò porta alla rovina. Siate invece ripieni di Spirito Santo... a causa del rispetto che dovete avere per Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri" (Efesini 5:18-21).

Questi versetti sono stati scritti per l’intera comunità cristiana. L’apostolo, inoltre, applica il principio della mutua sottomissione anche a rapporti di tipo diverso. Quando un uomo ed una donna si legano con un patto di matrimonio, essi stabiliscono un rapporto che richiede sottomissione reciproca permanente.

La sottomissione e l’amore vanno sempre insieme. Sappiamo che Dio è amore, ma come facciamo a sapere che egli ci ama? Perché con grande umiltà e sottomissione egli ha accettato la croce (Filippesi 2:5-8). In un matrimonio cristiano, gli sposi, in quanto amano Dio, si sottomettono alla volontà di Dio per loro. Essi si mettono in condizione di sottomettersi l’uno all’altra. Avere "la mente di Cristo" significa vivere in reciproca sottomissione. Eccone alcuni aspetti:

  • Il matrimonio è dare e prendere, e non solo prendere.
  • Il matrimonio non è un conflitto di volontà.
  • Il matrimonio è vincere il proprio egoismo.
  • Il matrimonio è essere disponibili a cedere e a lasciar perdere anche se si ha ragione.
  • Il matrimonio è offrirsi di fare certi lavori che non ci competono quando vediamo che l’altro è stanco...

Che cosa significa, allora, sottomettersi l’uno all’altra? Significa che la donna non considererà le normali faccende domestiche come indegne ed insultanti ...per il titolo di studio che possiede. Non dovrà pensare di essere una serva solo perché questi compiti le competono. Questo però non significa che il marito dovrà considerare la casa come il castello del quale lui solo è re e coloro che vi abitano come suoi sudditi. Al contrario, avendo lui la mente di Cristo, egli dovrà considerare la casa come il luogo privilegiato dove potrà esercitare con umiltà la sua funzione di servitore. Dopo tutto, in ogni occasione, casa compresa, questo è proprio il tipo di persone che ci chiama a diventare la nostra stessa professione di fede cristiana. La reciproca sottomissione è una delle pietre più importanti che fondano il matrimonio.

PIETRA DI FONDAZIONE N.7 - LA SODDISFAZIONE SESSUALE

Nel giardino dell’Eden, dove tutto era cominciato, Adamo ed Eva avevano un’intimità meravigliosa: "L’uomo e la donna, entrambi, erano nudi, ma

non ne avevano vergogna" (Genesi 2:25). Inoltre il comando "riempite la terra" era stato loro dato prima della caduta. L’intimità e la reciproca soddisfazione fisica, dunque, sono sempre stati parte integrante del rapporto moglie - marito. Sia il marito sia la moglie devono poter trovare nel rapporto sessuale la soddisfazione fisica di cui hanno bisogno. A questo riguardo, la Bibbia ci dà tre princìpi:

L’intimità è protettiva. Marito e moglie devono conservare questa intimità esclusivamente l’uno per l’altra, e ad essa si possono liberamente abbandonare. L’apostolo Paolo scrisse: "Tuttavia, per non cadere nell’immoralità, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito" (1 Corinzi 7:2).

Oggi particolarmente viviamo in un’epoca di grande promiscuità sessuale. I limiti ammessi sono sempre più pochi. Le scene che vediamo alla televisione sono sempre più provocative. Tutto sembra basarsi sul culto del corpo. Uomini e donne non sono mai stati più aggressivi. Un marito ed una moglie che conservano e praticano l’intimità solo per sé stessi, si proteggono vicendevolmente da una società ossessionata dal sesso. In questo modo essi proteggeranno la propria fedeltà.

L’intimità è piacevole. Dopo aver ammonito energicamente contro la prostituzione, il saggio autore di Proverbi così scrive ai giovani mariti:

"Tua moglie è come una sorgente d’acqua pura: bevi a quella fonte. La tua sorgente non straripi al di fuori, i suoi ruscelli non allaghino le strade, ma siano per te soltanto e non per gli estranei. Benedetta la tua sorgente, la donna che hai sposato nella tua gioventù! Con lei sii felice. Cerva graziosa, amabile gazzella. Il suo seno ti colmi sempre di piacere, ed ella ti abbracci nel suo amore" (Proverbi 5:15-19).

L’aspetto sessuale del matrimonio non è un ...male necessario da essere sopportato soltanto ai fini della procreazione. Esso fu inteso da Dio come necessaria e legittima fonte di piacere, una parte entusiasmante e rigeneratrice del rapporto di coppia.

L’intimità è un diritto. Quando un uomo ed una donna si uniscono nel matrimonio, ognuno dei partner ha diritto che l’altro lo soddisfi sessualmente. Paolo scrisse:

"L’uomo sappia donarsi alla propria moglie, e così pure la moglie si doni al proprio marito. La donna non deve considerarsi padrona di sé stessa: lei è del marito. E neppure il marito deve considerarsi padrone di sé stesso, egli è della moglie" (1 Co. 7:3,4).

Paolo poi continua, e afferma che se il proprio coniuge decide di astenersi, questo deve essere comunque deciso di comune accordo. Inoltre, il tempo dell’astinenza deve essere necessariamente breve.

"Non rifiutatevi l’un l’altro, a meno che non vi siate messi d’accordo di agire così per un tempo limitato per dedicarvi alla preghiera. Ritornate però subito a stare insieme, per evitare che Satana vi tenti, facendo leva sui vostri istinti" (1 Co. 7:5).

La soddisfazione sessuale è una parte importante del matrimonio, e la sessualità certo non è un male. E’ vero che essa non dovrebbe essere considerata più importante di quanto non lo sia, nemmeno però dovrebbe essere minimizzata. Essa è parte del quadro complessivo, una parte intima dell’identità che moglie e marito condividono.

PIETRA DI FONDAZIONE N.8 - COMUNICAZIONE APERTA

Le statistiche comprovano che una delle maggiori cause del fallimento di matrimoni è l’incapacità della coppia a comunicare realmente fra di loro a livello profondo. Il che succede pure spesso in coppie di cristiani impegnati. E’ frustrante per la moglie quando non riesce a cavar di bocca al marito parola alcuna. Può anche succedere che sia il marito a ritenere inutile esprimere proprie opinioni quando sa che la moglie si è già fatta la sua e che non avrebbe alcuna intenzione di cambiarla...

Ecco alcune ragioni per cui mogli e mariti non comunicano come dovrebbero:

La presenza dell’uno o dell’altra è ritenuta scontata; Vogliono evitare un qualsiasi confronto; Sono ossessionati dei propri interessi particolari; Sentono di essere stati manipolati. Non desiderano ferire l’altra persona. ù Affinché un matrimonio possa funzionare è necessario infrangere le barriere che impediscono ogni aperta comunicazione e, un modo per farlo è seguire l’esempio di Cristo. Ricorderete che i mariti erano esortati dalla Bibbia ad amare la loro moglie come Cristo ha amato la chiesa. E’ possibile perciò applicare al matrimonio due aspetti del rapporto del Salvatore con la chiesa.

Cristo il comunicatore. Egli è la vivente Parola di Dio (Giovanni 1:1-4). Egli venne per far conoscere Dio tramite la parola e l’esempio. Egli ha rivelato all’uomo il carattere e il volere di Dio.

Cristo è pure coinvolto in un processo di comunicazione permanente con la chiesa. Egli risiede in cielo e ci invita ad accostarci con fiducia al trono della grazia (Ebrei 4:16), dire a Dio ciò che ci sta a cuore e fargli conoscere i nostri bisogni.

Come ci può aiutare l’esempio di Cristo nel nostro matrimonio?

  • Il marito deve parlare con la propria moglie.
  • La moglie deve parlare con suo marito.
  • Entrambi devono sentirsi liberi di rispondere in completa onestà.
  • Ogni opportunità per dialogare è preziosa e va colta subito.
  • Senza una comunicazione aperta, difficilmente un matrimonio potrà funzionare.

Cristo il capo. Colossesi 1:18 ci ricorda che Cristo è il capo della chiesa, il suo corpo. Un capo, una testa, deve essere in collegamento con tutte le parti del corpo affinché tutto possa funzionare ammodo. Essa manda e riceve informazioni tramite il sistema nervoso. Dice al dito di muoversi; sa quando il dito sente un dolore. Se la comunicazione è difettosa, il corpo non potrà funzionare come si deve, si ammalerà e potrebbe morire.

Lo stesso vale per il matrimonio. Il marito, come "testa" della casa, deve comunicare con sua moglie, e lei deve sentirsi libera di comunicare con lui. Fintanto che non si sarà instaurata una comunicazione a doppio senso di marcia, come fra Cristo e coloro che Gli appartengono, il matrimonio avrà problemi funzionali.

Lo psicologo cristiano Paul Tournier scrisse questa osservazione a proposito della comunicazione nel matrimonio:

"Senza dubbio marito e moglie si parlano d’ogni cosa, ma si tratta comunemente di dati oggettivi, sia fatti come idee, tutte cose che ad un uomo sono più congeniali. Per una donna, però vero dialogo è parlare dei propri sentimenti. Non solo, ma ancora più importante lei vuole parlare dei sentimenti del marito, i quali desidera comprendere pur non sapendo spiegare" ["Listening to Her", Family Life Today, Nov. 1982, p. 26].

Che cosa si può fare quando pare che il proprio partner non ti ascolti?

  1. Ditegli del vostro bisogno di comunicare.
  2. Non riciclate vecchie conversazioni.
  3. Cominciate al livello dei fatti.
  4. Poi muovetevi al livello dei sentimenti e delle convinzioni.

Certo è faticoso parlare onestamente ad ogni livello, ne vale però la pena. L’aperta comunicazione è una pietra di fondazione essenziale per un matrimonio.

PIETRA DI FONDAZIONE N.9 - TENERO RISPETTO

Qualche volta i coniugi si comportano come il dott. Jekyll e Mr. Hyde. In pubblico magari essi appaiono l’uno verso l’altro premurosi, tolleranti, pazienti e dolci. Una volta però tornati da soli a casa essi diventano irritabili, litigiosi e spietati. La moglie magari dice: "Se solo tu mi trattassi come i tuoi colleghi, allora...".

In Efesini 4:29-32 Paolo scrisse:

"Fate sparire dalla vostra vita l’amarezza, lo sdegno, la collera. Evitate le urla, la maldicenza, le cattiverie d’ogni genere. Siate buoni gli uni con gli altri, pronti sempre ad aiutarvi; perdonatevi a vicenda come anche Dio ha perdonato a voi per mezzo di Cristo".

Questo brano si applica in modo perfetto anche ai rapporti di coppia. Nel parlare alle mogli, Paolo scrive: "...e la moglie rispetti il proprio marito" (Efesini 5:33). Pietro raccomanda alle mogli d'essere sottomesse ai propri mariti e persino di conformarsi al modello di Sara, "che obbediva ad Abramo e lo chiamava mio signore" (1 Pietro 3:1,5,6), indubbiamente figura questa del grande rispetto che si deve avere per il marito.

Pietro poi, nel parlare ai mariti, al v. 7 dà loro tre istruzioni specifiche per indicare il rispetto che essi devono avere per la propria moglie: "Vivete con le vostre mogli... trattandole con rispetto...".

Conoscete vostra moglie in modo tale da saperne rispettare i sentimenti: ecco un prezioso obiettivo per i mariti. Conoscete ciò che a lei fa più piacere e la conforta? Sapete che cosa le fa male e che cosa la fa arrabbiare? Si tratta di una conoscenza, questa, tesa ad edificare il proprio matrimonio nel migliore dei modi. "...tenendo conto che la loro natura è più delicata". Se un uomo deve spostare dodici casse e sa che uno di queste è più fragile delle altre, allora la manipolerà con maggiore delicatezza. Così deve avvenire per la propria moglie. E’ necessario accordarle maggior onore e rispetto. Mariti, fate dei doni alle vostre mogli, offrite loro fiori, ricordate il loro compleanno, portatele in qualche luogo speciale! "Esse devono ricevere da Dio il dono della vita eterna come voi". I doni della vita non sono solo a disposizione degli uomini. Anche le mogli ne possono godere, anzi, questi doni dovrebbero essere goduti assieme. Un uomo deve rispettare sua moglie e non privarla delle gioie della vita che Dio ha predisposto anche per lei!

PIETRA DI FONDAZIONE N.10 - COMUNIONE SPIRITUALE

Ultimo, ma non certo il meno importante, è l’aspetto della necessaria comunione spirituale che ci deve essere fra marito e moglie. Essi, mano nella mano, stanno pure facendo un pellegrinaggio spirituale che terminerà nell’eternità presso Dio. Che grande differenza in un matrimonio vi può essere quando due sposi sono credenti ed ugualmente consacrati all’obbedienza verso il Signore. Nessuno potrà mai abbastanza sottolineare quanto sia importante la comunione spirituale fra gli sposi. Averla trascurata ha portato matrimoni promettenti ad uno sconsolato fallimento.

La dimensione spirituale del matrimonio era già bene sottintesa in tutti i brani biblici che già abbiamo considerato. Parlando ai mariti in merito alle loro mogli, Paolo scrive:

"E voi, mariti, amate le vostre mogli come Cristo ha amato la chiesa, fino a sacrificare la sua vita per lei. Cristo ha sacrificato sé stesso per fare in modo che la chiesa fosse santa, purificata dall’acqua e dalla sua parola; per vederla davanti a sé piena di splendore, senza macchia né ruga, senza difetti. Egli l’ha voluta santa ed immacolata. Anche i mariti devono amare così la loro moglie, come amano il loro proprio corpo".

Nel matrimonio ci deve essere una "dimensione purificatrice". Proprio come la chiesa è resa pura dall’opera di Cristo, così la moglie dovrebbe divenire migliore dal rapporto stesso che intrattiene col marito.

Come può avvenire questo? Allo stesso modo in cui Cristo si rapportò con la chiesa: amandola tanto da dare per lei tutto sé stesso. Amore e sacrificio: ecco ciò che può rendere speciale un matrimonio e possibile una vera comunione spirituale.

Anche Pietro menziona questa dimensione spirituale nel brano sul matrimonio. Egli ce lo spiega dicendo: "...in questo modo non vi sarà difficile pregare insieme" (1 Pietro 3:7). Quando il marito comprende la moglie, la onora, e la considera coerede dei doni della grazia, egli potrà pure pregare efficacemente con lei. Se non lo può fare, dice Pietro, le preghiere saranno "ostacolate", egli perde la libertà di una preghiera "non ostacolata".

Ecco alcune delle qualità presenti in un matrimonio dove marito e moglie condividano una comunione spirituale:

  1. Essi avranno ogni giorno un "culto di famiglia" ove leggeranno insieme la Bibbia e pregheranno. Non mancheranno neppure di recarsi ogni domenica insieme al culto della loro comunità.
  • Essi cercheranno insieme la volontà di Dio per la loro vita.
  • Essi serviranno insieme la causa di Cristo.
  • Essi educheranno insieme i loro figli secondo i principi biblici.
  • Essi pregheranno l’uno per i bisogni ed i progressi spirituali dell’altro.
  • Essi rafforzeranno insieme la loro fede.
  • Essi accetteranno l’autorità della Parola di Dio sulla loro vita.

Marito e moglie insieme sono chiamati ad accostarsi al Signore tramite la preghiera, la lettura biblica, la comunione e la sottomissione a Cristo: facendo così essi rafforzeranno la qualità del loro stesso rapporto.