Escatologia/Apocalisse 20: millenarismo

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Apocalisse 20

Senza accordo su delle premesse di base, non può esserci mai un’esegesi corretta di qualsiasi passo delle Sacre Scritture. Prima di iniziare la presente esegesi di Apocalisse 20, facciamo perciò le seguenti osservazioni.

  • Il passo in se stesso non ci dà nessun chiarimento su ciò che Giovanni intenda dire. Perciò si deve interpretare questo passo delle Scritture con altri passi delle Scritture.
  • .C’è una specifica regola di ermeneutica che c’insegna che i passi oscuri delle Scritture devono essere comprese alla luce dei passi chiari. Insegnare che questo passo oscuro, che si trova alla fine della Bibbia, sia la chiave di comprensione del resto della Bibbia, significa sorvolare su tali note regole di interpretazione.
  • È evidente in se stesso che è solo questo passo che parla del millennio, e si trova in un libro della Bibbia pieno di simboli, numeri, modi di dire, linguaggio poetico, che insegna lezioni spirituali usando la terminologia del Vecchio Testamento, ecc. Sebbene questo sia vero, il significato vero della parola “apocalisse” (Apocalisse), al verso 1 del capitolo 1, significa “svelato”. Questo primo verso dell’Apocalisse c’informa anche che questa “rivelazione” fu spiegata a Giovanni. Questa parola significa che la comunicazione, o rivelazione, fu data in simboli, o figure. Così, c’è qualche cosa d’inopportuno quando un simbolo, che fu dato per svelare il piano di Dio, diviene un velo d’oscurità caduto in tale maniera che solamente pochi eletti capiscano il suo significato. “Il giovane studente delle Scritture dovrebbe ricordare, prima di tutto, che il suo linguaggio figurato non è meno certo e veritiero delle sue semplici e letterali dichiarazioni. Le figure della Bibbia non sono usate semplicemente per compiacere l’immaginazione e eccitare i sentimenti, ma per insegnare verità eterne” (E. P. Barrows, Companion to the Bible, p. 557).
  • Dato che l’Apocalisse fu scritta primariamente per recare conforto ai cristiani del tempo di Giovanni, i quali stavano subendo la persecuzione, è ovvio che una comprensione corretta deve essere acquisita imparando ciò che questi simboli e figure volevano dire alle persone di quel tempo. Uno studio di quel periodo rivela il fatto come i lettori di Giovanni fossero abituati al teatro greco, dove ogni cosa veniva inscenata, con gli attori che portavano maschere diverse in scene diverse, per rivelare i caratteri delle persone che essi rappresentavano. Perciò, era la cosa più naturale per Dio ispirare Giovanni ad inscenare le sue lezioni spirituali come scene di un dramma di vera vita. Noi concordiamo con gli affezionati studiosi del Nuovo Testamento, i quali hanno scoperto per noi che l’Apocalisse è scritta come un dramma e la forma è apocalittica. Specialmente due sono i libri ben scritti su questo soggetto, Worthy Is the Lamb (Degno È l’Agnello), di Ray Summers, e The Meaning and Message of the Book of Revelation (Il Significato e il Messaggio del Libro dell’Apocalisse), di Edward A. McDowell. Entrambi i libri furono pubblicati da Broadman Press, Nashville, nel 1951.
  • Gli scritti apocalittici sono noti per il fatto di avere caratteristiche definite, come linguaggio figurato, immagini, numeri, iperbole, e simili. Questi sono usati per uno scopo – insegnare lezioni spirituali al popolo di Dio. Queste caratteristiche sono molto usate allo stesso modo di come un regista usa il palcoscenico e lo scenario. La cosa importante, nel guardare un dramma, non sono le scene degli attori, ma il messaggio che ci aiutano a recepire. Lo stesso è vero in riferimento al linguaggio della letteratura apocalittica, inclusa quella usato dagli uomini inspirati della Bibbia. I numeri, le immagine, ecc., non hanno un fine in se stessi, ma piuttosto essi si usano come mezzi, al fine d’insegnare una lezione che Dio ha per il suo popolo. Alcune persone, guardando un dramma, s’immedesimano così tanto, sì da restare affascinati dallo scenario in se stesso, che infine non riescono a capire ciò che il dramma vorrebbe comunicare. Questo spesso avviene in molti che studiano i libri apocalittici della Bibbia. Essi sono affascinati dal trucco portato dall’attore e si lasciano sfuggire completamente il significato delle sue scene. Essi sono così affascinati dall’apparato scenico che non riescono ad afferrare la storia stessa.
  • 5.Un assioma dello studio della Bibbia è quello che molte sezioni richiedono una interpretazione letterale, a meno che il contesto, o gli altri passi conosciuti delle Scritture, richiedano un’interpretazione figurativa o spirituale. Nella letteratura apocalittica è più vero l’opposto; qui uno deve interpretare figurativamente, a meno che l’interpretazione letterale sia assolutamente richiesta. La natura di tali libri, come Ezechiele, Daniele, e l’Apocalisse, fanno capire che è impossibile, indipendentemente da un apprezzamento degli strumenti dell’artista che dipinse il ritratto.
  • 6. I Premillennialisti prendono letteralmente solamente una parte di Apocalisse 20, mentre spiritualizzano liberamente la maggior parte del capitolo. Essi sbagliano anche ad armonizzare il capitolo e si fermano subito dopo il verso 10. Ogni parte del capitolo sarebbe interpretata nel suo contesto. Mentre i versi da 1 fino a 10 è detto che insegnano un periodo millenario e letterale, seguendo il secondo avvento di Cristo, e ricadendo tra due risurrezioni e due giudizi, i versi da 11 fino a 15 insegnano definitivamente un giudizio generale, che attende tutti i morti, piccoli e grandi, dopo il millennio. Questi versi saranno esaminati più tardi con in più dettaglio; basti ora dire che trovare due dottrine opposte, nello stesso capitolo della Bibbia, significa affermare che la Bibbia si contraddice. Chiaramente, nessuna persona che accetti la Bibbia come infallibile può credere che esista una tale contraddizione.

Apocalisse 20 ricade in quattro naturali sezioni, ciascuna sezione contenente un pensiero centrale. Lasciamo che queste sezioni siano prima interpretati come istruzioni di verità spirituali in lingua spirituale, sotto il simbolismo religioso dell’età nella quale furono scritti. La nostra conclusione deve essere provata poi da insegnamenti chiari, fondati nelle altre sezioni della Parola di Dio.

L’incatenamento di Satana “Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e che aveva la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano. Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e lo legò per mille anni, poi lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni, dopo i quali dovrà essere sciolto per poco tempo” (Apocalisse 20:1-3).

Una lettura ristretta di questi versi rende ovvio che contengono un pensiero centrale – l’incatenamento di Satana. È anche ovvio che il pensiero è presentato per mezzo di un simbolismo. Anche quelli che insistono su un letterale millennio d’incatenamento di Satana, sono pronti ad affermare che la maggior parte degli altri simboli debba essere interpretata spiritualmente! Essi ammettono che la chiave, l’abisso, la catena, il sigillare, ecc. è evidentemente un modo di dire; essi sono d’accordo anche che Satana non è letteralmente un dragone e allo stesso tempo un serpente, ma che Giovanni lo sta descrivendo in forma poetica. Mentre queste persone insistono nel prendere una parte di questo capitolo in modo iperletterale, si accorgono delle incongruenze riguardanti il prendere letteralmente l’incatenamento di Satana, un essere spirituale, con catene e chiavi fisiche. Ciò avviene perché essi ammettono che una parte di questa sezione dell’Apocalisse debba ricevere un’interpretazione figurativa.

La domanda che sorge qui, come in tutte le parti dell’Apocalisse, è proprio chi sia il giudice nel decidere quali parti di un verso devono essere interpretate letteralmente e quali parti simbolicamente. Chi dà al millenarista il diritto di decidere che una parola è letterale mentre la successiva parola è simbolica, e poi ostracizzare un altro Cristiano per sfidarlo a dimostrare che ambedue le parole sarebbero simbolismo? Dire che Satana sarà legato dopo la seconda venuta di Cristo, e poi rilasciato di nuovo, contraddice molti passi chiari delle Scritture. Presumendo ciò essere così, e presumendo che un passo delle Scritture non contraddice un altro, cerchiamo insegnamenti chiari del Nuovo Testamento riguardo all’incatenamento di Satana. Deve essere notato che Giovanni in nessun posto fissa il tempo per quest’evento.

Solamente uno evento coincide con il linguaggio pittoresco di Giovanni, qui in Apocalisse 20:1-3 – quest’evento è la sconfitta di Satana provocata dal primo avvento di Cristo e dalla crocifissione. Per quelli che obiettano che Satana ancora oggi ha molto potere, facciano attenzione al fatto che Giovanni non illustra com’egli fu messo in una cella, o ai ceppi, ma soltanto imprigionato. Molti carcerati sono noti per aver agito da finestre sbarrate, attraverso complici all’esterno. E molti cani, sebbene incatenati, hanno morsicato delle persone che erano entrate entro i confini della loro catena. Satana è legato, ma con una lunga catena. Il nostro Signore certamente lo ha sopraffatto ed ha pronunciato una sentenza su di lui: “Ora è il giudizio di questo mondo ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo. (Giovanni 12:31); comunque, la sentenza non sarà eseguita in modo completo e definitivo fino al Suo secondo avvento: “Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo. Allora sarà manifestato quell’empio che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta. (2 Tessalonicesi 2:7,8)[1]. Satana fu condannato eternamente quando, sulla croce, Cristo schiacciò la testa del serpente in adempimento di Genesi 3:15: “E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno”.

Floyd E. Hamilton (The Basis of Millennial Faith) fa delle osservazioni utili sul soggetto dell’incatenamento di Satana:

“Suppongo che nessuno insisterebbe che Satana sarà legato con una catena letterale di ferro o di altro metallo, perchè Satana è uno spirito e delle catene materiali non potrebbero tenerlo prigioniero nemmeno un momento. Legare significa sempre limitazione di potere, in qualche modo. Quando degli uomini legavano se stessi con un voto di non fare qualche cosa, essi erano d’accordo a limitare il loro proprio potere e diritto all’estensione dei loro giuramenti. Un marito e una moglie sono legati dai loro voti matrimoniali, ma ciò non vuol dire che essi sono legati riguardo alle altre relazioni nella loro vita. Uno schiavo è legato al suo padrone, ma lui vive la sua vita come un essere umano con la libertà di fare altre cose innumerevoli che non interferiscono con la sua relazione come schiavo del suo padrone. Così il fatto che Satana sia legato con una catena, non vuol dire che lui sia impotente di tentare le persone, e noi sappiamo che lui lo fa. È soltanto una limitazione specialmente del potere di Satana rispetto ad una cosa particolare, quella della possibilità di ingannare le nazioni. Durante tale periodo di tempo il vangelo sarà proclamato a tutte le nazioni, e Satana è debole ad impedirlo. La via della salvezza è stata aperta a tutte le nazioni e non c’è nulla che Satana può fare per bloccare quella via” (pp. 131-32).

“In ebrei 2:14, lo scrittore ci dice che, attraverso la Sua morte [di Cristo] Egli ha distrutto colui che aveva il potere della morte, ovvero, il diavolo. Cristo ridusse il diavolo a niente, in altre parole, limitò il potere del diavolo in tal modo che tutti i suoi sforzi ammontarono a nulla, e il suo potere fu frustrato definitivamente. Tutte queste cose mostrano che, nel Nuovo Testamento, Cristo afferma in un senso molto vero, che lui ha legato Satana e ha limitato il suo potere. In Apocalisse 20, abbiamo dinanzi a noi un particolare aspetto di quell’incatenamento, vale a dire la limitazione del potere di Satana di ingannare le nazioni come faceva prima della venuta di Cristo. Da quel tempo in poi, durante l’intera attuale dispensazione, Satana è, infatti, sconfitto. Lui può andare ancora in giro come un leone ruggente che cerca chi può divorare, ma in questo particolare aspetto, lui è un leone messo in gabbia” (ibid., pp. 132-33).

Quando Gesù inviò i Dodici per una missione di predicazione (Luca 9:1), diede loro potere e autorità su tutti i demoni. Egli inviò anche settanta discepoli per una simile missione, e ritornarono rallegrandosi del fatto che anche i demoni erano soggetti a loro nel nome di Gesù: “Or i settanta tornarono con allegrezza, dicendo: «Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel nome tuo” (Luca 10:17). Poi c’è che Gesù disse loro di aver visto la caduta di Satana da cielo. Noi prendiamo ciò come un riferimento alla sconfitta di Satana alla croce (vedi Apocalisse 12:7-12)[2]. Il nostro Signore seguitò a dire ai settanta discepoli, “Ecco, io vi ho dato il potere di calpestare serpenti e scorpioni, e su tutta la potenza del nemico, e nulla potrà farvi del male” (Luca 10:19).

Matteo riporta un episodio, al tempo del ministero terreno del nostro Signore, quando i nemici di Cristo lo accusarono di cacciare i demoni con il potere di Satana:

Matteo 12:22 Allora gli fu presentato un indemoniato, cieco e muto; ed egli lo guarì, sicché il cieco e muto parlava e vedeva.

Matteo 12:23 E tutte le folle stupivano e dicevano: «Non è costui il Figlio di Davide?».

Matteo 12:24 Ma i farisei, udito ciò, dicevano: «Costui scaccia i demoni a solo per virtù di Beelzebub, principe dei demoni».

Matteo 12:25 E Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina; ed ogni città o casa, divisa contro se stessa non può durare.

Matteo 12:26 Ora, se Satana scaccia Satana, egli è diviso contro se stesso, come dunque può durare il suo regno?

Matteo 12:27 E se io scaccio i demoni con l’aiuto di Beelzebub, con l’aiuto di chi li scacciano i vostri figli? Per questo essi saranno i vostri giudici.

Matteo 12:28 Ma, se io scaccio i demoni per mezzo dello Spirito di Dio, allora il regno di Dio è giunto in mezzo a voi.

Matteo 12:29 Ovvero, come può uno entrare nella casa dell’uomo forte e rapirgli i suoi beni, se prima non lega l’uomo forte? Allora soltanto riuscirà a saccheggiare la sua casa.

Il nostro Signore approfittò di quest’opportunità per far rilevare che le sue opere potenti provavano (1) che lui aveva stabilito il suo regno (il vs. 28), e (2) che lui è più forte di Satana ed era entrato nella casa di Satana (questo mondo) e lo legò (il vs. 29). In seguito alla Tentazione, il nostro Signore diede un comando a Satana che fu rispettato immediatamente: “Allora Gesù gli disse: «Vattene Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo”». Allora il diavolo lo lasciò; ed ecco degli angeli gli si accostarono e lo servivano” (Matteo 4:10,11). Il nostro Signore si riferì alla sua crocifissione come alla cacciata di Satana da questo mondo: “«Ora è il giudizio di questo mondo ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo. Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me». Or egli diceva questo, per indicare di qual morte egli doveva morire” (Giovanni 12:31-33). Anche Paolo si riferisce alla croce come segue: “avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui” (Colossesi 2:15). Giovanni c’informa: “per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo” (1 Giovanni 3:8). Paolo mostra la sconfitta del potere di Satana quando dice: “Essendo salito in alto, egli ha condotto prigioniera la prigionia” (Efesini 4:8). Lo scrittore di Ebrei dice che il nostro Signore venne “per distruggere, mediante la sua morte colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo” (Ebrei 2:14). Ciò dimostra conclusivamente che il nostro Signore incatenò Satana (i.e., ha limitato il suo potere) al primo avvento.

Noi concordiamo con Hamilton che Giovanni, in Apocalisse 20:1-3, fa riferimento solamente ad un aspetto di quella limitazione, cioè il potere di Satana di ingannare le nazioni non permettendo loro di udire l’evangelo. Prima che Cristo venisse, solamente ai Giudei (eccetto i rari esempi di quei proseliti Gentili che venivano circoncisi e fatti partecipi d’Israele) fu offerto il piano di salvezza. Così Satana poteva ingannare le nazioni (Gentili) non permettendo loro di ascoltare il vangelo ed essere salvate. Dopo il Calvario, comunque, il potere di Satana di fare questo, fu legato. Il nostro Signore poi disse: “Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente. Amen»” (Matteo 28:18,19).

Dopo aver detto che Satana fu legato, Giovanni seguitò a dire che egli sarebbe stato liberato alla fine del millennio per un breve tempo (Apocalisse 20:3)[3]. Ora questo è in armonia con gli insegnamenti chiari del Nuovo Testamento. Questa liberazione, credo, corrisponde con l’apparire dell’uomo del peccato al quale si riferisce l’apostolo Paolo in 2 Tessalonicesi 2:1-12 [4]. L’affermazione di Paolo, “Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo”, corrisponde perfettamente con ciò che abbiamo detto riguardo all’attuale limitazione del potere di Satana. Questo “ritenitore”[5] è lo Spirito Santo. Ciò puntualizza anche il fatto che Satana è legato ed ha solamente quel potere quanto Dio gliene accorda. Quando Dio sarà pronto, Egli rimuoverà questo “ritentore”; ovvero, lo Spirito Santo sarà tolto dal mondo (2 Tessalonicesi 2:7). Poi, dice Paolo, “sarà manifestato quell’empio”, (uomo di peccato), al quale sarà dato pieno potere di sedurre coloro che periscono (2 Tessalonicesi 2:10). Paolo continua a dire che il Signore Gesù Cristo “distruggera col soffio della sua bocca” l’empio (Satana[6]) al Suo secondo avvento. Confrontiamo questo insegnamento e l’ordine degli eventi, con l’insegnamento di Giovanni il rivelatore in Apocalisse 20. Giovanni dice che dopo il millennio Satana, che è stato incatenato durante quel periodo, sarà sciolto per breve tempo (il vs. 3) e che andrà quindi a sedurre le nazioni. Giovanni dice, in linguaggio simbolico (il vs. 9), che “dal cielo scenderà fuoco” su Satana e i suoi seguaci. Un confronto tra 2 Tessalonicesi 1 e 2, con Apocalisse 20, non può che aiutarci a scoprire che Paolo e Giovanni parlano entrambi degli stessi eventi. Ed entrambi i passi concordano completamente con molti altri passi chiari della Bibbia, al riguardo del secondo avvento del nostro Signore e degli eventi che lo precedono.

Il Regno Millenario “Poi vidi dei troni, e a quelli che vi sedettero fu dato la potestà di giudicare; e vidi le anime di coloro che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano preso il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Costoro tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. Ma il resto dei morti non tornò in vita finché furono compiuti i mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beato e santo è colui che ha parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potestà la seconda morte, ma essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui mille anni” (Apocalisse 20:4-6).

Il pensiero principale di questo passo è il regno millenario. Questo regno ci sarà nello stesso periodo durante il quale Satana è legato. Abbiamo stabilito, dai versi 1-3, confrontati con i passi chiari del Nuovo Testamento, che il tempo dell’incatenamento di Satana è il periodo attuale. Così che fissare il periodo dell’incatenamento di Satana significa fissare, allo stesso tempo, il periodo del millennio.

Tenendo in mente l’uso che Giovanni fa del dramma, dei simboli, e dei numeri, esaminiamo ora il posizionamento scenico che illustra l’evento. Quindi arriviamo al significato che vuole trasmetterci alla luce di altri passi del Nuovo Testamento. Giovanni dice che le persone di questo regno millenario sono fatte sedere su troni. Descrive poi quelli che sono fatti sedere sui troni come persone che furono martirizzate per la loro fedeltà a Cristo, dopo aver rifiutato di adorare la bestia o la sua immagine; la loro fedeltà era evidente dal fatto di non avere il marchio della bestia sulle loro fronti o sulle loro mani. Qui, dunque ci sono tre caratteristiche di coloro che si trovano sul palcoscenico di quest’ispirato dramma: (1) stanno regnando con Cristo; (2) sono martiri per la fede; e (3) non hanno il marchio della bestia. Invero, questa è una descrizione (in linguaggio figurato) d’ogni cristiano di ogni età. Sebbene alcuni attribuiscano la parola anima di questo passo solamente a coloro che sono dipartiti da questa vita, questo termine è usato in tutta la Bibbia in riferimento a persone viventi (Genesi 46:26; Esodo 1:5; 12:4; Atti 2:41; 7:14; 1 Pietro 3:20)[7].

Come per il regno dei santi, Giovanni stesso si riferisce ai cristiani viventi come re e sacerdoti: “[Cristo] ci ha fatti re e sacerdoti per Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amen (Apocalisse 1:6). Certamente un re è uno che regna. Paolo parla al tempo verbale passato quando descrive il regno presente dei santi: “Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Colossesi 1:13) [8]. Anche in Efesini 2:6 è usato il tempo verbale passato: “e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù”. Anche se la descrizione di coloro che sono sui troni riguarda i martiri, questo può essere applicato anche a ogni cristiano, in quanto le parole “martire” e “testimone” derivano dalla radice greca della stessa parola. Ogni vero credente è un testimone (martire) ed è comandato di sacrificare la sua vita per il Signore. Divenire vero credente, o seguace di Cristo, significa divenire, immediatamente perseguitato - martirizzato - per la sua causa. Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 15, verso 20 il nostro Signore stesso ci dice ciò che dovremmo aspettarci: “Ricordatevi della parola che vi ho detto: “Il servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra”. In Giovanni 16:33 Gesù dice: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. Paolo ci dice in 2 Timoteo 3:12, “Infatti tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati”.

In Apocalisse 7:9-17 [9], Giovanni vide il futuro di tutti i santi di tutti i tempi e descrisse questa intera moltitudine come coloro che avevano passato la grande tribolazione (il vs. 13), ed erano stati lavati nel sangue dell’agnello. La loro terza caratteristica, di questi santi, era il non avere il marchio della bestia. Ciò avrebbe causato immediatamente, nelle menti dei primi cristiani, la formazione di un’illustrazione mentale. I governanti Romani avevano tentato di deificare se stessi. La gran disputa al tempo di Giovanni era tra Cristo e l’adorazione dell’imperatore. Giovanni stesso era un prigioniero sull’Isola di Patmos perché aveva rifiutato di sostituire “il Signore Cesare” al suo “Signore Gesù”. È un fatto storico e noto che Domiziano si faceva mettere statue di se stesso in luoghi strategici e comandava che tutte le persone si prostrassero dinanzi ad esse. Fu nominato un Comitato per vigilare che ogni persona rendesse omaggio a queste statue, riconoscendo così l’imperatore come divino. Tutti coloro che acconsentirono a questo ordine ricevettero un sigillo ufficiale su una parte del loro corpo, e senza questo marchio una persona non avrebbe potuto “comprare nè vendere” nel mondo Romano. Questo era ciò che Giovanni chiamò il marchio della bestia. La prima bestia era l’imperatore, mentre la seconda bestia è il Comitato di vigilanza.

In contrasto con questo marchio della bestia, ciascun cristiano riceve il marchio dell’approvazione di Dio (vedi 2 Corinti 1:22; Efesini 1:13; 4:30; Apocalisse 7:3,4)[10]. Così il cristiano d’ogni generazione è un martire per la sua fede, mentre allo stesso tempo regna con Cristo. Qualcuno ha detto bene che Dio non porotegge il suo popolo dalle persecuzioni, ma Lui li protegge attraverso di esse. Qui, dunque c’è un divino paradosso: Dio regna spiritualmente nei cuori del suo popolo anche mentre esso è perseguitato fisicamente. I cristiani trovano davvero le loro vite perdendole.

Al riguardo di quelli che regnano durante il millennio è detto che hanno esperimentato una prima risurrezione, mentre il resto dei morti non visse fino a che i mille anni furono finiti. I premillennialisti prendono questo passo per indicare due risurrezioni fisiche, separati da mille anni. Questo contraddice molti passi chiari delle Scritture e inoltre contraddice l’ultima sezione di questo stesso ventesimo capitolo dell’Apocalisse.

Quando è visto simbolicamente, questo passo coincide esattamente in ogni modo, con molti passi chiari del Nuovo Testamento. Della nuova nascita se ne parla in molti passi come di una risurrezione dai morti. Certamente questa è la prima risurrezione. Nel Vangelo di Giovanni, lo stesso uomo che scrisse l’Apocalisse, riporta un messaggio di Gesù nel quale parlò di due distinte risurrezioni, una di esse che è spirituale (la nuova nascita), mentre la seconda è fisica.

Nel parlare della prima risurrezione (Apocalisse 20:5)[11], Giovanni disse che il resto dei morti non vissero fino a che i mille anni furono finiti. Questo è in perfetto accordo con Giovanni 5:25 [12], dove il nostro Signore disse che solamente quelli che avrebbero udito la sua voce sarebbero vissuti. È, infatti, concordante col Nuovo Testamento, il quale insegna che tutti gli increduli rimangono perduti nel peccato, mentre tutti coloro che credono già sono stati vivificati.

Apocalisse 20:6 [13] è una riaffermazione di Giovanni 5:24, dove è riportato che il nostro Signore dice: “In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”. Si faccia attenzione al linguaggio, come Giovanni dice in Apocalisse 20:6 che colui che ha parte alla prima risurrezione scamperà dalla seconda morte. Quella seconda morte è spirituale piuttosto che fisica, ed è evidente dal fatto che quelli che vengono gettati nello stagno di fuoco - che è la seconda morte (Apocalisse 20:14) [14] - è tormentato per tutta l’eternità. È incongruente asserire che Giovanni parli prima di una risurrezione fisica che garantisca poi una risurrezione per una punizione spirituale. Ambedue sono spirituali, sia la prima risurrezione sia “la seconda morte”. “Beato e santo è colui che ha parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potestà la seconda morte” (Apocalisse 20:6).

La liberazione di Satana “E quando quei mille anni saranno compiuti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle per la guerra; il loro numero sarà come la sabbia del mare. Esse si muoveranno su tutta la superficie della terra e circonderanno il campo dei santi e la diletta città. Ma dal cielo scenderà fuoco, mandato da Dio, e le divorerà. Allora il diavolo, che le ha sedotte sarà gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli” (Apocalisse 20:7-10)

È chiaro che tutto ciò che c’è nei primi sei versi di Apocalisse 20 già è in corso di adempimento. Qui, nei versi 7-10, a Giovanni è data una visione di cose che dovevano accadere poco prima e al tempo del secondo avvento del nostro Signore. Satana, il cui potere fu limitato, (incatenato) dalla vittoria del nostro Signore sulla croce, riavrà di nuovo il suo pieno potere alla fine del millennio, e comincerà una guerra globale contro la chiesa. Paolo c’informa (2 Tessalonicesi 2:7)[15] che questa guerra è in corso, continua ad esserci, ma in un modo limitato. Questa limitazione è a causa dell’attuale incatenamento di Satana nel suo potere di ingannare le nazioni riguardo alla salvezza. Nel chiamare questa finale battaglia Gog e Magog, Giovanni sta seguendo il modello dell’intero libro d’Apocalisse - lui usa la terminologia del Vecchio Testamento per insegnare verità spirituali del Nuovo Testamento.

Giovanni non da adito a specul.azioni su ciò che lui vuole dire da questo battaglia futura che chiama Gog e Magog. Nel verso 9 lui dice che l’obiettivo di questa battaglia sarà la città diletta che è sede centrale del campo dei santi. Contrariamente a coloro che applicano questa battaglia all’Israele nazionale, Giovanni ci dice che la città diletta è invece la chiesa che, chiaramente, include tutti i credenti. Tutti sono d’accordo che solamente alla chiesa, nel Nuovo Testamento, si fa riferimento come ala sposa di Cristo. Al capitolo 21 dell’Apocalisse Giovanni dice specificatamente che la città di Gerusalemme nel suo messaggio apocalittico rappresenta la sposa di Cristo, o la chiesa.

”Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene delle ultime sette piaghe, e parlò con me, dicendo: «Vieni, ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello». E mi trasportò in spirito su di un grande ed alto monte, e mi mostrò la grande città, la santa Gerusalemme che scendeva dal cielo da presso Dio, avendo la gloria di Dio. E il suo splendore era simile a quello di una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro cristallino” (Apocalisse 21:11).

Lo scrittore di Ebrei usò questa stessa lingua simbolica nel parlare dell’attuale posizione dei santi: “Ma voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, che è la Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’assemblea universale e alla chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti” (Ebrei 12:22,23). Giovanni predice come questa battaglia finirà e anche il destino di Satana che la condurrà. Giovanni vide che quando la battaglia sarebbe giunta all’apice, allora il fuoco dal cielo avrebbe distrutto tutti i nemici dei santi (Apocalisse 20:9). Paolo descrive lo stesso evento, in 2 Tessalonicesi 1:6-2:8 [16] e insegna anche che la seconda venuta del nostro Signore porterà questa grande battaglia alla sua fine. Giovanni lo descrive come “fuoco da cielo”, mentre Paolo lo chiama il “soffio della sua bocca” (di Gesù) alla manifestazione della Sua venuta. Paolo menzionò anche “fuoco fiammeggiante” in collegamento con il secondo avvento (2 Tessalonicesi 1:7). Fare di queste due descrizioni due eventi diversi, significa fare dispute sulle caratteristiche delle parole.

“Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo. Allora sarà manifestato quell’empio che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta. La venuta di quell’empio avverrà per l’azione di Satana, accompagnata da ogni sorta di portenti, di segni e di prodigi bugiardi, e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perché hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati. E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nella malvagità!” (2 Tessalonicesi 2:7-12).

La liberazione di Satana per un breve tempo, coincide con il periodo della piena manifestazione di “quell’empio” di cui Paolo dice che “avverrà per l’azione di Satana”, prima del secondo avvento del nostro Signore. Il fatto che Paolo dice che in quel tempo, sugli increduli, “Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna”, fa risaltare il fatto che il potere di Satana di ingannare è limitato (dall’incatenamento), e che lui può agire solamente nei limiti in cui Dio glielo permette.

Il Giudizio Generale (o Universale) “Poi vidi un gran trono bianco e colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu più trovato posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri secondo le loro opere. E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco2 (Apocalisse 20:11-15).

In questa scena futura Giovanni profetizza quello che accadrà dopo il millennio. Lui vede il tempo quando il millennio sarà finito, e Satana sarà rilasciato per breve tempo. Lui avrà condotto una guerra senza precedenti contro la chiesa cristiana, solo per essere sconfitto all’apparire glorioso del Cristo. Poi Giovanni vede che segue un giudizio generale.

Che i versi 11-15 descrivano una risurrezione generale seguita da un giudizio generale sembra così evidente in se stesso che non dovrebbe richiedere nessuna discussione. Basti dire che in questi versi noi troviamo: (1) tutti i morti essere presenti a questo giudizio, il grande e il piccolo; (2) due generi diversi di libri saranno usati, il libro della vita che contiene i nomi dei santi, e i libri che contengono le opere dei perduti; (3) una separazione che avrà luogo, determinata dal libro della vita (confronta Matteo 25:31-34, 41, 46; Giovanni 5:28-29, con questa sezione)[17]; e (4) la morte sarà conquistata, in quel tempo: “Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco” (Apocalisse 20:14). Paolo dice altrove che l’ultimo nemico ad essere distrutto sarà la morte, e stabilisce definitivamente che il tempo in cui ciò avverrà sarà quando i cristiani saranno risuscitati e ricompensati: “L’ultimo nemico che sarà distrutto è la morte…. Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati, poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità. Così quando questo corruttibile avrà rivestito l’incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: «La morte è stata inghiottita nella vittoria». O morte, dov’è il tuo dardo? O inferno, dov’è la tua vittoria?” (1 Corinti 15:26,51-55).

Sarebbe difficile trovare una descrizione più esatta del giudizio generale di quello riportato in Apocalisse 20:11-15. Noi sappiamo da altri passi delle Scritture che la risurrezione precederà il giudizio. E se l’una è generale, entrambi sono generali. Cercare di fondare una dottrina di due risurrezioni fisiche su un capitolo che contiene questa vivida descrizione di una risurrezione generale, è una ricerca infruttuosa nelle Scritture. Mentre non vi è garantito nessun dogmatismo in alcuna parte di Apocalisse 20, i versi 11-15 si prestano più prontamente a un dogmatismo di quanto facciano i versi 4-6.

Alla chiusura di questa sezione, una definizione di termini sembrerebbe essere in ordine. Studiando le tabelle che i dispensazionalisti usano così profusamente, uno osserverà che spesso descrivono una prima risurrezione fisica seguita da un millennio, e sette anni più tardi da una “risurrezione generale”. Questa è una contraddizione di termini. Perchè la risurrezione generale è riferita tradizionalmente a una risurrezione di tutti i morti di tutti i tempi. Se, come i premillennialisti insegnano, tutti i cristiani sono risuscitati separatamente dai perduti - quindi una seconda risurrezione non potrebbe essere chiamata propriamente “risurrezione generale”.

Ciò che i premillennialisti hanno davvero sono due risurrezioni parziali. Nel chiamare la seconda di queste “risurrezione generale” essi stanno tentando di stare fra la struttura dell’insegnamento del cristianesimo storico, mentre allo stesso tempo stanno inserendo dottrine che discordano radicalmente con gli insegnamenti storici del Nuovo Testamento, dei Padri della chiesa, dei riformatori protestanti, e dei commentari. Questo è un altro di quei luoghi dove i chiliasti[18] non possono avere la loro torta teologica e mangiarla. Credere in un giudizio generale significa cessare immediatamente di essere un chilialista nel vero senso della parola.

Conclusione Lungi dall’essere una chiave, Apocalisse 20 è una ricapitolazione di molti insegnamenti chiari della Bibbia. Sebbene il suo linguaggio sia apocalittico, esso non contraddice i passi chiari. Ripete quegli insegnamenti.

Nello studiare l’Apocalisse si ha bisogno di tenere in mente continuamente l’ammonizione di Paolo, che “la lettera uccide ma lo spirito vivifica” (2 Corinti 3:6). Uno deve andare oltre lo scenario e il trucco, nel dramma spirituale di Giovanni. Lo spirito di Apocalisse 20 coincidenze perfettamente con gli insegnamenti chiari del Nuovo Testamento. Qui, come in Giovanni 5, lo scrittore descrive due risurrezioni – la prima è la nuova nascita, la seconda è la risurrezione fisica. La prima risurrezione avviene quando uno è nato dall’alto e, immediatamente, uno è fatto partecipe del regno millenario di Cristo, che è in corso; questo è il regno di Dio, laddove Dio ora regna nei cuori di tutti i veri credenti. La seconda risurrezione avverrà al raccolto, che è la fine di questa presente età; questa precederà il giudizio generale (confronta Matteo 25:31-46 con Apocalisse 20:11-15). Questa sarà seguita solamente dallo stato finale che è descritto in Apocalisse 21 e 22.

La fase presente del regno e il millennio sono termini sinonimi. Il regno è definito meglio come Dio che regna nei cuori dei suoi servitori. La gran maggioranza dei chiliasti - premillennialisti, futuristi, e dispensazionalisti - è d’accordo che il regno di Dio è il millennio. Essi disputano, comunque, che non esista oggi, ma che sarà stabilito dopo il secondo avvento di Cristo. Essi distinguono tra il regno dei cieli – del quale essi ammettono l’esistenza attuale - e il regno di Dio.

Il Nuovo Testamento usa intercambiabilmente i due termini “regno di Dio” e “regno dei cieli” (confronta Matteo 11:12 con Luca 16:16; e Matteo 4:17 con Marco 1:14,15). Dato che il regno e il millennio è ammissibilmente uno e lo stesso, e dato che il regno è già una realtà - quindi il millennio di Apocalisse si è escatologicamente realizzato. Il millennio, cioè il regno di Dio, è stato istituito dal nostro Signore Gesù Cristo.

Sebbene Gesù manifestasse il regno (il millennio) al suo primo avvento, esso sarà compiuto al suo secondo avvento, quindi consegnato a Dio Padre.

Ciascuna scuola di pensiero è d’accordo che il millennio rappresenta un co-regnare con Gesù. Le Scritture insegnano che il regno al momento appartiene a Cristo, ma che lo consegnerà al Padre appena l’ultimo nemico (la morte) sarà stato distrutto. Per potere uno co-regnare con Gesù, è ovvio che ciò avviene prima che il regno cessi di essere sotto la potestà di Gesù.

Non si può accettare il fatto di una risurrezione generale o giudizio universale e poter essere anche un chialista. Così, provare con le Scritture che ci sarà un giudizio generale o universale significa provare, ipso facto, che il millennio – qualsiasi altra cosa uno creda al riguardo d’esso - deve esserci prima del giudizio.

Apocalisse 20, l’unico capitolo nell’intera Bibbia che menziona il millennio, riporta un giudizio universale (i versi 11-15) in seguito al millennio.

L’insegnamento cristiano storico e sempre è stato che:

1. come risultato della caduta, la terra e l’umanità sono state sotto l’inganno di Satana;

2. I profeti del Vecchio Testamento predissero un’età d’oro durante la quale il Messia avrebbe vinto Satana, avrebbe scritto le leggi di Dio sui cuori dei servitori di Dio, e avrebbe regnato sulla terra con i suoi servitori;

3. Gesù, al suo primo avvento vinse Satana (limitò il suo potere) e istituì l’età d’oro;

4. tutti i credenti sono stati liberati dal potere di Satana - regnano con Cristo;

5. Gesù ritornerà una seconda volta sulla terra, e in quel tempo ci sarà una risurrezione universale, un giudizio universale, ed una restaurazione della terra;

6. poi segue lo stato finale nel quale tutti i credenti regneranno per tutta l’eternità in cielo, mentre tutti gli increduli soffriranno la punizione all’inferno per tutta l’eternità.

Questi insegnamenti storici rappresentano il pensiero della gran maggioranza dei padri della chiesa, dei riformatori protestanti, degli eruditi cristiani e di accreditati commentari. Essi sono sottoscritti anche dalle maggiori denominazioni, e nessun credo esistente differisce in modo evidente da essi. Tuttavia, sebbene in modo sorprendente, credenze estranee a questi si sono infiltrate quasi in ogni nota denominazione.

Queste credenze sono insegnate in tutta la Bibbia in una rivelazione progressiva. Essi sono certamente giusti, come insegnato nel libro di Apocalisse. Là, Giovanni usa lo stile che gli fu ispirato di usare, vale a dire, il linguaggio apocalittico. Questo tipo di linguaggio fa grande uso di poesia, simboli, numeri e simili. Giovanni avverte i suoi lettori della sua intenzione di usare molto questo tipo di linguaggio. L’uso della parola “rivelazione”, nel primo verso del libro dell’Apocalisse, è intenzionale.

Il linguaggio apocalittico, non fa di Apocalisse un libro meno vero che qualsiasi altra parte della Bibbia. Infatti, di solito ci sono verità più profonde in lingua simbolica di quanto possano essere espresse in parole chiare. Questo linguaggio apocalittico rende estremamente importante che ciascun lettore possa sbrigliare la sua immaginazione. Oppure può mettere troppa enfasi sullo scenario e perdere il messaggio del dramma stesso.


[1] “Il mistero dell'empietà infatti è già all'opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo. Allora sarà manifestato quell'empio che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all'apparire della sua venuta”.

[2] “E vi fu guerra in cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone; anche il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero e per loro non fu più trovato posto nel cielo. Così il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, che seduce tutto il mondo, fu gettato sulla terra; con lui furono gettati anche i suoi angeli. Allora udii una grande voce nel cielo che diceva: «Ora è giunta la salvezza, la potenza e il regno del nostro Dio e la potestà del suo Cristo, poiché è stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi l'hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello e per mezzo della parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, tanto da esporla alla morte. Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, abitanti della terra e del mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira, sapendo di aver poco tempo»”.

 

[3] “poi lo gettò nell'abisso che chiuse e sigillò sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni, dopo i quali dovrà essere sciolto per poco tempo”.

[4] “Or vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui, di non lasciarvi subito sconvolgere nella mente né turbare o da spirito, o da parola, o da qualche epistola come se venisse da parte nostra, quasi che il giorno di Cristo sia già venuto. Nessuno v'inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e prima che sia manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio. Non vi ricordate che, quando ero ancora tra voi, vi dicevo queste cose? E ora sapete ciò che lo ritiene, affinché sia manifestato a suo tempo. Il mistero dell'empietà infatti è già all'opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo. Allora sarà manifestato quell'empio che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all'apparire della sua venuta. La venuta di quell'empio avverrà per l'azione di Satana, accompagnata da ogni sorta di portenti, di segni e di prodigi bugiardi, e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perché hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati. E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nella malvagità!”

[5] Cioè colui che ritiene, in riferimento all’espressione “chi lo ritiene” (2 Tessalonicesi 2:6).

[6] Vale a dire l’anticristo, che è l’incarnazione di Satana stesso.

[7] La parola “persona” che si trova in alcuni di questi passi, è tradotta dalla parola ebraica “nephes” o greca “psyche” che significa “anima”.

[8] Anche in Colossesi 3:1-3 si parla di “risurrezione” (spirituale) al tempo verbale passato, “Se dunque siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra, perché voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio”.

[9] “Dopo queste cose vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue; questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani. E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono e all'Agnello». E tutti gli angeli stavano in piedi intorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si prostrarono sulle loro facce davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: «Amen! La benedizione, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza appartengono al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!». Poi uno degli anziani si rivolse a me, dicendo: «Chi sono costoro che sono coperti di bianche vesti, e da dove sono venuti?». Ed io gli dissi: «Signore mio, tu lo sai». Egli allora mi disse: «Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello. Per questo essi sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono dimorerà tra di loro. Essi non avranno più fame né sete non li colpirà più né il sole né arsura alcuna, perché l'Agnello, che è in mezzo al trono, li pascolerà e li guiderà alle vive fonti delle acque; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi»”.

[10] “il quale [Dio] ci ha anche sigillati e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2Corinti 1:22); “In lui anche voi, dopo aver udita la parola della verità, l'evangelo della vostra salvezza, e aver creduto, siete stati sigillati con lo Spirito Santo della promessa… E non contristate lo Spirito Santo di Dio, col quale siete stati sigillati per il giorno della redenzione” (Efesini 1:13; 4:30); “[gli angeli]dicendo: «Non danneggiate la terra né il mare né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte i servi del nostro Dio». Quindi udii il numero di quelli che erano stati segnati: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d'Israele” (Apocalisse 7:3-4).

[11] “Ma il resto dei morti non tornò in vita finché furono compiuti i mille anni. Questa è la prima risurrezione”.

[12] “In verità, in verità vi dico: L'ora viene, anzi è venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l'avranno udita vivranno”.

[13] “Beato e santo è colui che ha parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potestà la seconda morte, ma essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui mille anni”.

[14] “Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda”.

[15] “Il mistero dell'empietà infatti è già all'opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo”.

[16] “poiché è cosa giusta, da parte di Dio rendere afflizione a coloro che vi affliggono, e a voi, che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù Cristo apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza,in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all'evangelo del Signor nostro Gesù Cristo. Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà, in quel giorno, per essere glorificato nei suoi santi, per essere ammirato in mezzo a quelli che hanno creduto, poiché la nostra testimonianza presso di voi è stata creduta. Anche per questo noi preghiamo del continuo per voi, perché il nostro Dio vi ritenga degni di questa vocazione e compia con potenza ogni vostro buon proposito e l'opera della fede, affinché sia glorificato il nome del Signor nostro Gesù Cristo in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo. Or vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui, di non lasciarvi subito sconvolgere nella mente né turbare o da spirito, o da parola, o da qualche epistola come se venisse da parte nostra, quasi che il giorno di Cristo sia già venuto. Nessuno v'inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e prima che sia manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio. Non vi ricordate che, quando ero ancora tra voi, vi dicevo queste cose? E ora sapete ciò che lo ritiene, affinché sia manifestato a suo tempo. Il mistero dell'empietà infatti è già all'opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo.Allora sarà manifestato quell'empio che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all'apparire della sua venuta”.

[17] “Ora, quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i santi angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo….Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli…..E questi andranno nelle pene eterne e i giusti nella vita eterna” (Matteo 25:31-34, 41, 46); “Non vi meravigliate di questo, perché l'ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno, quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna” (Giovanni 5:28-29).

[18] Chiliasti: deriva dal greco “kilos” che significa “mille”, ed è un altro termine per indicare i “millenaristi”, cioè quei cristiani che credono in un letterale regno di mille anni di Cristo con la chiesa durante i quali sarà restaurato il paradiso terrestre.

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