Corsi/Sommario/08
Sommario della Dottrina cristiana (L. Berkhof) |
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LE OPERE DI DIO
VIII
I decreti di Dio
1. I decreti di Dio in generale. Il decreto di Dio è il Suo eterno progetto o proposito, nel quale Egli ha preordinato ogni cosa che debba avvenire. Dato che include molti particolari, spesso parliamo dei decreti divini al plurale, sebbene, in realtà, non vi sia che un solo decreto. Esso copre ogni opera di Dio nella creazione e nella redenzione, come pure abbraccia le opere umane, non escluse i loro atti peccaminosi. Sebbene sia stato il decreto divino a rendere certo l'ingresso del peccato nel mondo, questo non rende Dio responsabile dei nostri atti peccaminosi. Il Suo decreto per quanto riguarda il peccato è un decreto permissivo.
a. Caratteristiche del decreto. Il decreto di Dio è fondato nella sapienza (Ef. 3:9-11), sebbene noi non lo si possa sempre comprendere. Fu fondato nelle profondità dell'eternità, e quindi esso è eterno nel senso stretto della parola (Ef. 3:11). Inoltre, esso è efficace, perché tutto ciò che vi è incluso certamente avverrà (Is. 46:10). Il progetto di Dio è inoltre immutabile perché Dio è fedele e verace (Gb. 23:13,14; Is. 46:10; Lu. 22:22). Esso è incondizionale, la sua esecuzione non dipende da nulla che l'uomo possa fare, ma persino rende certa tale azione (At. 2:23; Ef. 2:8). Inoltre, esso è onnicomprensivo, perché abbraccia sia le azioni giuste che quelle ingiuste degli uomini (Ef. 2:10; At. 2:23), eventi contingenti (Ge, 50:20), la durata della vita umana (Gb. 14:5; Sl. 39:4), ed il luogo della sua dimora (At. 17:26). Rispetto al peccato, esso è permissivo.
b. Obiezioni alla dottrina dei decreti. Molti non credono alla dottrina dei decreti, e sollevano in particolare modo tre obiezioni. (1) E' incoerente con la libertà morale dell'uomo. La Bibbia, però, chiaramente insegna non solo che Dio abbia decretato i liberi atti degli uomini, e che pure l'uomo è libero e responsabile per i suoi atti (Ge. 50:19,20; At. 2:23; 4:27-29). Potremmo non essere in grado di armonizzare queste due verità, ma è evidente dalla Scrittura che l'una non elimina l'altra. (2) Rende la gente pigra quando si tratta di conseguire la salvezza. Essi credono che se Dio già avesse determinato se essi saranno salvati oppure no, non farebbe alcuna differenza ciò che compiono. Questo però non regge, perché l'uomo non conosce ciò che Dio per lui abbia decretato. Dio, inoltre, ha decretato non solo il destino finale dell'uomo, ma pure i mezzi con i quali esso verrà raggiunto. Visto che il fine è decretato solo come risultato dei mezzi stabiliti, più che scoraggiare, esso incoraggia il loro uso. (3) Rende Dio l'autore del peccato. Si potrebbe dire, però, che il decreto rende semplicemente Dio l'autore di esseri moralmente liberi, i quali essi stessi sono autori del peccato. Il peccato è reso certo dal decreto, ma Dio stesso non lo produce per azione diretta. Allo stesso tempo bisogna ammettere che il problema del rapporto di Dio con il peccato rimane un mistero che non possiamo pienamente risolvere.
2. La predestinazione. La predestinazione è il progetto o proposito di Dio rispetto alle Sue creature morali. Riguarda gli uomini, sia buoni che cattivi, gli angeli ed i diavoli, e Cristo come il Mediatore. La predestinazione include due parti, cioè l'elezione e la riprovazione.
a. L'elezione. La Bibbia parla di elezione in più che un senso, come (1) l'elezione di Israele e del popolo di Dio dell'Antico Testamento (De. 4:37; 7:6-8; 10:15; Os. 13:5; (2) l'elezione di persone ad uno speciale servizio od ufficio (De. 18:5; 1 Sa. 10:24; Sl. 78:70; e (3) l'elezione di individui alla salvezza (Mt. 22:14; Ro. 11:5; Ef. 1:4). Quest'ultima è l'elezione a cui ci riferiamo in questo contesto. Essa può essere definita come: Il proposito eterno di Dio di salvare una porzione della razza umana in ed attraverso Gesù Cristo.
b. La riprovazione. La dottrina dell'elezione implica naturalmente che Dio non intese salvare tutti. Se Egli intese salvarne alcuni, Egli si propose naturalmente di non salvarne altri. Questo è in armonia con la Scrittura (Mt. 11:25,26; Ro. 9:13,17,18, 21, 22; 11:7,8; 2 Pi. 2:9; Gd. 4). La riprovazione può essere definita come: l'eterno proposito di Dio di passare oltre ad alcuni con l'operazione della Sua speciale grazia, e di punirli a causa dei loro peccati: Questo implica quindi un duplice proposito: (1) Nell'atto di conferire grazia salvifica passare oltre ad alcuni senza che ne siano toccati; (2) punirli a causa dei loro peccati.
Si dice talvolta che la dottrina della predestinazione espone Dio all'accusa di ingiustizia. Questo però non è del tutto vero. Potremmo parlare di ingiustizia solo se l'uomo avesse qualche legittima pretesa su Dio, e Dio dovesse all'uomo eterna salvezza. La situazione sarebbe però del tutto diversa se gli uomini si fossero del tutto pregiudicate le benedizioni di Dio, come di fatto è successo. Nessuno può chiedere conto a Dio del fatto che elegga alcuni e respinga altri. Sarebbe stato perfettamente giusto se non ne avesse salvato alcuno (Mt. 20:14,15; Ro. 9:14,15)
Da imparare a memoria. Brani che riguardano:
a. Il decreto di Dio in generale:
Ef 1:11 "In lui siamo anche stati scelti per un'eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà".
Sal 33:11 "Il piano dell'Eterno dimora per sempre e i disegni del suo cuore per ogni generazione".
Is 46:10 "...che annuncio la fine fin dal principio, e molto tempo prima le cose non ancora avvenute, che dico: Il mio piano sussisterà e farò tutto ciò che mi piace".
b. La predestinazione
Ef. 1:11 (vedi più sopra sotto a.).
Sal 2:7 "Dichiarerò il decreto dell'Eterno. Egli mi ha detto: "Tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato".
Ef 1:4,5 "...allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell'amore, avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà".
Ro 11:5 "Così dunque, anche nel tempo presente è stato lasciato un residuo secondo l'elezione della grazia".
Ro 9:13 "...come sta scritto: «Io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù»".
Ro 9:18 "Così egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole".
Per l'ulteriore studio:
- La preconoscenza è lo stesso che la preordinazione o predestinazione (At. 2:23; Ro. 8:29; 11:2; 1 Pi. 1:2).
- In che modo la Bibbia indica che pure Cristo è oggetto di predestinazione (Sl. 2:7; Is. 42:1; 1 Pi. 1:20; 2:4). In che senso di può comprendere questo?
- Quale indicazione abbiamo che pure gli angeli sono oggetto di predestinazione (1 Ti. 5:21). Come potremmo comprenderlo?
Domande di revisione
- Che cos'è il decreto di Dio?
- Perché talora parliamo di "decreti" al plurale?
- Quali sono le caratteristiche del decreto?
- Qual è la natura del decreto di Dio al riguardo del peccato?
- Quali obiezioni vengono sollevate contro la dottrina dei decreti?
- Che si potrebbe rispondere?
- In che modo la predestinazione è connessa al decreto in generale?
- Chi sono gli oggetti della predestinazione?
- Come dobbiamo intendere la predestinazione degli angeli e di Cristo?
- In quali sensi diversi la Bibbia parla di predestinazione?
- Che cosa include la riprovazione e quale prova ve n'è?
- Forse che la dottrina della predestinazione implica ingiustizie da parte di Dio? Se no, perché no?
(continua, 9).