Corsi/Sommario/03
Sommario della Dottrina cristiana (L. Berkhof) |
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III.
La Scrittura
1. Rivelazione e Scrittura. Il termine "rivelazione speciale" può essere usato in più di un senso. Può caratterizzare l'auto-comunicazione di Dio in messaggi verbali ed in fatti miracolosi. I profeti e gli apostoli spesso ricevevano messaggi da Dio molto prima di affidarli alla Scrittura. Essi sono ora contenuti nella Scrittura, ma non costituiscono il tutto della Bibbia. V'è molto in essi che non fu rivelato in modo soprannaturale, ma che è il risultato di studio e di riflessione. Questo termine, però, può essere anche usato per caratterizzare la Bibbia nel suo insieme, quel complesso di verità redentive e di fatti, con il loro proprio contesto storico, che si trova nelle Scritture e che gode della garanzia divina della sua verità nel fatto che è infallibilmente ispirato dallo Spirito Santo. Proprio per questo fatto si può dire che la Bibbia intera, e solo la Bibbia, sia per noi la speciale rivelazione di Dio. E' nella Bibbia che la rivelazione speciale di Dio continua a vivere ed a portare a tutt'oggi luce, vita, e santità.
2. La prova scritturale dell'ispirazione della Scrittura. L'intera Bibbia ci è stata data per ispirazione di Dio, e come tale è regola infallibile di fede e di pratica per l'intera umanità. Dato che la dottrina dell'ispirazione viene spesso negata, essa merita particolare considerazione. Questa dottrina, come ogni altra, è basata sulla Scrittura, e non è invenzione umana. Sebbene essa sia fondata su innumerevoli testi biblici, ne indicheremo qui solo alcuni. Gli scrittori dell'Antico Testamento venivano ripetutamente istruiti a scrivere solo quello che il Signore comandava loro (Es. 17:14; 34:27; Nu. 32:2; Is. 8:1; 30:8; Gr. 25:13; 30:2; Ez. 24:1; Da. 12:4; Ha. 2:2). I profeti avevano la consapevolezza di portare la Parola del Signore, e quindi ai loro messaggi facevano precedere la formula: "Così dice il Signore", oppure: "La parola del Signore mi fu rivolta e..." (Gr. 36:27,32; Ez. Cap. 26, 27, 31, 32, 39). Paolo parlava delle sue parole come parole insegnate dallo Spirito (1 Co. 2:13), affermava che Cristo parlasse in lui (2 Co. 13:3), e descrive il suo messaggio ai Tessalonicesi come Parola di Dio (1 Ts. 2:13). L'epistola agli Ebrei spesso cita passi dell'Antico Testamento come Parole di Dio o dello Spirito Santo (Eb. 1:5; 3:7; 4:3; 5:6; 7:1). Il testo più importante che comprovi l'ispirazione della Scrittura è 2 Ti. 3:16, che dice: "Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera".
3. La natura dell'ispirazione. Vi sono segnatamente due concezioni errate al riguardo dell'ispirazione, che rappresentano due estremi che devono essere evitati.
a. Ispirazione meccanica. Essa è stata talora rappresentata come se Dio avesse dettato letteralmente ciò che gli scrittori umani della Bibbia dovevano scrivere, e che essi erano strumenti del tutto passivi come una penna in mano a chi scrive. Questo implicherebbe che la loro mente non contribuì in alcun modo al contenuto o forma dei loro scritti. Sulla base, però, di ciò che troviamo nella Scrittura, questa concezione ben difficilmente potrebbe essere vera. Essi erano veri autori, i quali in alcuni casi avevano raccolto il loro materiale da fonti a loro disposizione (1 re 11:41; 14:29; 1 Cr. 29:29; Lu. 1:1-4). In altri casi essi raccontano di loro esperienze come, per esempio, in molti Salmi, ed impressero sugli scritti il loro proprio stile particolare. Lo stile di Isaia differisce da quello di Geremia, e lo stile di Giovanni non è quello di Paolo.
b. Ispirazione dinamica. Altri pensano che il processo di ispirazione abbia influito solo sulla persona dello scrittore, non sui suoi testi. La loro vita mentale e spirituale venne rafforzata e portata ad alti livelli, tanto che essi videro le cose più chiaramente ed ebbero un profondo senso del loro vero valore spirituale. Questa ispirazione non fu limitata al tempo in cui essi scrissero i libri della Bibbia, ma fu caratteristica permanente degli scrittori ed influì sui loro scritti solo indirettamente. Differiva solo per grado dall'illuminazione spirituale di ogni credente. Questa teoria certamente non rende giustizia alla concezione biblica dell'ispirazione.
c. Ispirazione organica. La concezione più appropriata sull'ispirazione sostiene che lo Spirito Santo agì sugli scrittori della Bibbia in modo organico, in armonia cioè con il proprio essere interiore, usandoli proprio come essi erano, con il loro carattere e temperamento, con i loro doni e talenti, con la loro educazione e cultura, con il loro vocabolario e stile. Lo Spirito Santo illuminò la loro mente, aiutò la loro memoria, e li spinse a scrivere, represse l'influenza del peccato sui loro scritti, e li guidò nell'espressione dei propri pensieri anche nella scelta delle loro parole. In nessuna piccola misura Egli lasciò libero sfogo alla loro propria attività. Essi poterono fornire i risultati delle loro investigazioni, scrivere le loro proprie esperienze, ed imprimere il loro proprio stile e linguaggio sui loro libri.
4. Estensione dell'ispirazione. Vi sono differenze di opinione anche al riguardo dell'estensione dell'ispirazione della Scrittura.
a. Ispirazione parziale. Sotto l'influenza del razionalismo è diventato comune negare del tutto l'ispirazione della Bibbia, o sostenere che ispirate siano solo alcune parti di essa. Alcuni negano l'ispirazione dell'Antico Testamento, ed ammettono quella del Nuovo. Altri affermano che nella Bibbia ispirati siano solo i suoi insegnamenti morali e religiosi, ma che le sue parti storiche contengano molti errori cronologici, archeologici e scientifici. Altri ancora limitano l'ispirazione al Sermone sul Monte. Coloro che adottano queste concezioni hanno già del tutto perduto la Bibbia, perché queste stesse differenze di opinione dimostrano che nessuno possa con qualsiasi grado di certezza, dire quali siano le parti ispirate della Bibbia e quali no. Vi è poi ancora un altro modo in cui l'ispirazione della Scrittura viene limitata, cioè, quella che presume che i pensieri siano stati ispirati, ma la scelta delle parole venne lasciata completamente alla discrezione dello scrittore. Questo presupposto, però, è piuttosto problematico in quanto non si possono separare i pensieri dalle parole: di fatto un pensiero accurato senza parole è impossibile.
b. Ispirazione plenaria. Secondo le Scritture ogni parte della Bibbia è ispirata. Gesù e gli apostoli fatto appello frequente ai libri dell'Antico Testamento come a "le Scritture" per risolvere qualche punto di controversia. Nella loro mente un tale appello equivale ad appoggiarsi sull'autorità di Dio stesso. Si noti che fra i libri a cui in questo modo fanno riferimento, alcuni sono storici. L'epistola agli Ebrei cita ripetutamente brani dell'Antico Testamento come Parola di Dio o dello stesso Spirito Santo. Pietro pone le lettere di Paolo sullo stesso piano dell'Antico Testamento (2 Pi. 3:16) e Paolo parla di ogni Scrittura come ispirata.
Potremmo fare senz'altro un passo in avanti e dire che l'ispirazione della Bibbia si estende alle stesse parole che essa usa. La Bibbia è ispirata verbalmente, il che non equivale a dire che sia stata meccanicamente ispirata. La dottrina dell'ispirazione verbale è pienamente appoggiata dalle Scritture. In molti casi ci viene esplicitamente detto ciò che esattamente Iddio disse a Mosè ed a Giosuè di scrivere (Le. 3,4; 6:1; 24; 7:22,28; Gs. 1:1; 4:1; 6:2 ecc.). I profeti parlano di Yahweh come di Colui che pone le Sue parole nella loro bocca (Gr. 1:9,10,11), Paolo designa le sue parole come "insegnate dallo Spirito Santo" (1 Co. 2:13), e sia lui che Gesù basano le loro argomentazioni anche su una singola parola (Mt. 22:43-45; Gv. 10:35; Ga. 3:16).
5. La perfezione delle Scritture. I Riformatori svilupparono la loro dottrina sulla Scrittura in contrapposizione sia ai cattolici-romani che ad alcune sétte protestanti. Mentre Roma afferma che la Scrittura deve la sua autorità alla Chiesa, essi affermavano che la Scrittura ha autorità di per sé stessa perché è l'ispirata Parola di Dio. Essi pure sostenevano la necessità delle Scritture come il mezzo di grazia che Dio ha sovranamente stabilito, in contrapposizione ai cattolici-romani, i quali sostenevano che la Chiesa non avrebbe bisogno assoluto di essa, come pure in contrapposizione ad alcune sétte protestanti, le quali esaltavano la "luce interiore", o parola dello Spirito santo nel cuore del popolo di Dio, a spese della Scrittura. In opposizione a Roma essi pure difesero la chiarezza della Bibbia. Essi non negavano che essa contenga misteri troppo profondi per la comprensione umana, ma semplicemente affermavano che la conoscenza necessaria alla salvezza, sebbene non ugualmente chiara in ogni pagina della Bibbia, vi è tuttavia comunicata in modo così semplice che ciascuno che sinceramente cerchi salvezza possa facilmente acquisire da solo questa conoscenza, e non abbia bisogno di dipendere dall'interpretazione della Chiesa o del sacerdozio. Infine, essi pure difesero la sufficienza delle Scritture, e quindi negavano che fosse necessaria la tradizione dei cattolici-romani e la luce interiore degli anabattisti.
Da imparare a memoria. Brani che si incentrano su:
a. L'ispirazione delle Scritture:
1 Co. 2:13 "Di queste anche parliamo, non con parole insegnate dalla sapienza umana ma insegnate dallo Spirito Santo, esprimendo cose spirituali con parole spirituali".
1 Ts. 2:13 "Anche per questo non cessiamo di rendere grazie a Dio perché, avendo ricevuto da noi la parola di Dio, l'avete accolta non come parola di uomini, ma come è veramente, quale parola di Dio, che opera efficacemente in voi che credete".
2 Ti. 3:16,17 "Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera".
b. L'autorità della Bibbia:
Is. 8:20 "Attenetevi alla legge e alla testimonianza! Se un popolo non parla in questo modo, è perché in esso non c'è luce".
c. La necessità della Bibbia:
2 Ti. 3:15 "sin da bambino hai conosciuto le sacre Scritture, le quali ti possono rendere savio a salvezza, per mezzo della fede che è in Cristo Gesù".
d. La chiarezza delle Scritture:
Sl. 19:7 "La legge dell'Eterno è perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza dell'Eterno è verace e rende savio il semplice".
Sl. 119:105 "La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero".
Sl. 119:130 "La rivelazione delle tue parole illumina e dà intelletto ai semplici".
e. La sufficienza delle Scritture. Cfr. i brani sotto c. più sopra.
Per lo studio ulteriore:
- Le tradizioni umane hanno autorità? Mt. 5:21-48; 15:3-6; Mr. 7:7; Cl. 2:8; Tt. 1:14;2 Pi. 1:18.
- I profeti comprendevano sempre loro stessi quello che scrivevano? Da. 8:15; 12:8; Za. 1:7-6:11; 1 Pi. 1:11.
- 2 Timoteo 3:16 ci insegna qualcosa sul valore pratico dell'ispirazione delle Scritture? Se è così, che cosa?
Domande di revisione
- Qual è il rapporto fra rivelazione speciale e Scrittura?
- Che significato diverso ha il termine "rivelazione speciale"?
- Possiamo dire che rivelazione speciale e Scritture siano identiche?
- Quale prova scritturale puoi fornire per l'ispirazione della Bibbia?
- Quali sono le teorie di ispirazione meccanica e dinamica?
- Come descriveresti la dottrina dell'ispirazione organica?
- Che puoi dire sulla teoria che sarebbero ispirati solo i pensieri, ma non le parole?
- Come proveresti che l'ispirazione si estende ad ogni parte della Scrittura, e persino alle stesse parole?
- In che cosa differivano Roma e i Riformatori sull'autorità, sulla necessità, chiarezza e sufficienza delle Scritture?
(3, Continua)