Corsi/Essere cristiani/47
Essere cristiani (J. I. Packer) |
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Il Credo, o Simbolo apostolico. Credo in Dio padre onnipotente, creatore del cielo e della terra. E in Gesù Cristo, suo figlio unigenito, Signor nostro, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Discese nel soggiorno dei morti, il terzo giorno risuscitò, salì al cielo, siede alla destra di Dio, padre onnipotente. Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa chiesa universale, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione dei corpi e la vita eterna. Amen.
Cuore a cuore
47. Il regno e la potenza
Allo stesso modo in cui la musica può esprimere un’intera gamma di sentimenti umani, così la preghiera-modello che nel Padre nostro Gesù c’insegna copre l’intero raggio delle situazioni che il discepolo di Cristo deve affrontare nella sua vita.
La prima parte di questa preghiera esprime la lode per la nostra redenzione (Padre nostro), l’adorazione della trascendente grandezza di Dio (nei cieli), lo zelo per la Sua gloria (sia santificato il Tuo nome), il desiderio ardente del Suo trionfo (venga il Tuo regno), e la consacrazione di noi stessi a Lui (sia fatta la Tua volontà in terra com’è fatta in cielo). Abbiamo qui i termini dell’analisi comune della preghiera: adorazione, consacrazione, riconoscenza e supplica. Le suppliche della seconda parte esprimono, poi, la fiducia che abbiamo a che Dio risponda ai nostri bisogni materiali (dacci oggi il nostro pane quotidiano), il nostro pentimento per non essergli stati fedeli e la rinuncia ad uno stile di vita privo di misericordia (rimettici i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori), come pure il senso che abbiamo d’essere davvero deboli di fronte alle forze del nostro nemico spirituale (non indurci in tentazione, ma liberaci dal male). Ecco così che finalmente, seguendo il formato tradizionale delle preghiere, siamo ricondotti a lodare il Signore.
La dossologia (espressione di lode) con la quale si chiude il Padre nostro, secondo le versioni più antiche, non si trova nei migliori manoscritti. Essa si colloca, nonostante questo, nella migliore fra le tradizioni! Le dossologie, espressioni di lode a Dio per la Sua gloria, fioriscono in tutta la Bibbia. Abbiamo, infatti, visto in precedenza in che modo la lode possa sorgere spontanea in ogni personale preghiera, prima, durante e dopo d’essa. Sua sorgente principale sono i bisogni avvertiti e soddisfatti, la lode per ciò che Dio è in Sé stesso. La lode è un potente sostegno della speranza in ciò che Egli può e vuole fare. Così, più lodate il Signore, maggiore vigore voi avrete nella vostra preghiera, e più pregherete, più motivi avrete per esprimere la vostra lode.
Preghiera e lode
La preghiera e la lode sono come le due ali di un uccello: se entrambe funzionano, esso si librerà in alto. Se batte solo un’ala, l’esercizio si rivelerà inutile, sia per l’uccello, che per il cristiano. Le frasi: “che sei nei cieli” all’inizio, e “com’è fatta in cielo” a metà, sono, nello scorrere del Padre nostro, come una pausa di lode, e se questa frase conclusiva non fosse proprio di Gesù, certamente rifletterebbe comunque la prospettiva delle Sue preghiere.
La lode è unita qui alla preghiera con la congiunzione “perché”: perché Tuo è il Regno, la potenza, e la gloria”. La sequenza dei pensieri è questa: noi chiediamo con fiducia al nostro Padre celeste che Egli provveda ai nostri bisogni, ci perdoni e ci protegga, dato che noi sappiamo che per Lui, da un lato, dare questo ai Suoi figlioli è nella Sua capacità, e, dall’altro, è coerente con il carattere che Egli manifesta quando tratta con gli uomini, vale a dire la Sua gloria. Si tratta quindi di una ben giustificata lode per la potenza e la gloria dispiegata da Dio.
Regno e potenza
Il regno e la potenza che vengono attribuiti a Dio in questa dossologia, sono due parole che esprimono un solo pensiero composito (ciò che i grammatici chiamano endiadi, forma letteraria molto comune nell’antichità). Il pensiero è di controllo comune. La parola “regno” viene usata allo stesso modo nel Salmo 103:19: “Il SIGNORE ha stabilito il suo trono nei cieli, e il suo dominio si estende su tutto”. Esso denota il controllo onnicomprensivo di Dio su ogni cosa: il governo della creazione, come pure la Sua sovranità nell’opera dell’umana redenzione, fino a coinvolgere tutto ciò che avviene. Satana, l’esempio primo di come il peccato generi l’astuzia, ma pregiudichi l’intelligenza e corrompa la mente, non accetta che il Signore sia Re in questo senso di base, e rifiuterebbe questa dossologia – come ogni altra dossologia – considerandola falsa. Il cristiano, però, sa come stanno veramente le cose, e di conseguenza loda Dio.
La potenza è, di fatto, la padronanza che il regno di Dio manifesta, non un potere arbitrario come quello di un tornado, quella di un rozzo elefante o di un arrogante dittatore. Essa dispiega un’invincibile beneficenza, adempiendo in modo trionfante i propositi di misericordia e di grazia “verso di noi e verso ogni uomo”. E’ la potenza secondo la quale Dio è buono verso tutti, la stessa che trasse in salvo Israele dalla schiavitù in Egitto, la stessa che fece risorgere Cristo dai morti (Ef. 1:19ss).
I salmi che proclamano Dio come il Re invincibile e misericordioso (come il 47, il 93, il 97, e il 145, per esempio) formano la migliore esposizione del concetto di “regno e potenza” in questa dossologia. Vorrei veramente esortarvi a leggere questi salmi, a ben riflettere su di essi, a farli entrare profondamente nella vostra pelle e nel vostro cuore, e poi unirvi alla grande compagnia dei fedeli che – in ogni tempo e paese – ha elevato a Dio l’espressione della loro lode. “Lodate il SIGNORE, perché è cosa buona salmeggiare al nostro Dio; perché è cosa dolce, e la lode si addice a lui” (Sl. 147:1).
Per lo studio biblico ulteriore
Dio assiso sul trono: Daniele 4, Salmo 145.
Domande per la riflessione e l’approfondimento
- In che modo la lode e la preghiera si compenetrano e si nutrono a vicenda?
- Che cos’è questo “onnipotente controllo” e come Dio lo esercita oggi nel mondo?
- Com’è la potenza di Dio?
(14, continua)