Corsi/Essere cristiani/29
Essere cristiani (J. I. Packer) |
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Il Credo, o Simbolo apostolico. Credo in Dio padre onnipotente, creatore del cielo e della terra. E in Gesù Cristo, suo figlio unigenito, Signor nostro, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Discese nel soggiorno dei morti, il terzo giorno risuscitò, salì al cielo, siede alla destra di Dio, padre onnipotente. Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa chiesa universale, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione dei corpi e la vita eterna. Amen.
Essere cristiani
29. Battesimo, confermazione, confessione di fede
La nostra chiesa è fra quelle che ammettono alla Santa Cena persone battezzate da bambini, per mezzo di un rito di confermazione. Nel rito della confermazione normalmente il pastore impone le mani ai candidati e prega a che lo Spirito Santo li rafforzi. Che cosa significa questo?
Una falsa pista
In primo luogo, questo non significa che fino a quel momento la presenza dello Spirito Santo dimorante nella persona, o i Suoi doni, o qualche aspetto del Suo ministero di rigenerazione, santificazione o rassicurazione, sia stato in qualche modo trattenuto, sospeso. Né significa che attraverso la confermazione noi riceviamo lo Spirito Santo e i Suoi benefici in modi che altrimenti non potremmo ricevere. Queste idee sono comuni. In realtà, però, sono superstiziose, e riflettono la credenza medioevale che la confermazione sia un sacramento, che Pietro e Giovanni avrebbero amministrato quando imposero le mani sui Samaritani, dopo aver pregato affinché lo Spirito scendesse su di loro (At. 8:14-17), come pure che i sacramenti siano ordinariamente i soli mezzi per conferire le benedizioni che significano.
Tutto questo non è vero. Il Nuovo Testamento conosce solo due sacramenti, nel senso di segni dati da Dio stesso, i quali garantiscono ai credenti particolari benedizioni, cioè: il Battesimo e la Cena del Signore. Cosa diversa è il gesto di imporre le mani sul capo della persona per la quale si prega, segno di buona volontà e di interesse (ad es. Pietro e Giovanni sui Samaritani, Paolo sui discepoli di Efeso, i leader di Antiochia su Paolo e Barnaba [At. 19:6; 13:4], Paolo a Timoteo [2 Ti. 1:6; 1 Ti. 4:14).
Inoltre, la Scrittura mostra come i doni della grazia, significati e garantiti ai credenti per mezzo dei sacramenti, possono loro essere concessi indipendentemente dai sacramenti. La remissione dei peccati, che è una componente della giustificazione, ne è un esempio ovvio (cfr. At. 2:38; 22:16 con Ro. 3:21-5:1; e Galati 3).
Certamente l’idea che il Nuovo Testamento ha dell’iniziazione è quella di diventare cristiani nella Chiesa. Non può esistere alcun “cane sciolto” fra i cristiani: siamo salvati in compagnia, come unità nel corpo di Cristo. O così o nulla. Certo, l’iniziazione scritturale implica la fede, esercitata e professata; essere ricevuti nella comunità dei credenti mediante il battesimo nel nome trino di Dio; come pure ricevere, od essere suggellati con, il dono dello Spirito Santo (At. 2:38; 2 Co. 1:22; 5:5; Ef. 1:13ss; 4:30). Non è vero, però, come alcuni suppongono, che la confermazione sia “un integratore” del battesimo, conferendo essa il dono dello Spirito Santo. Nel Nuovo Testamento è il battesimo che significa tutti gli aspetti dell’entrare in una nuova vita con Cristo, incluso il dono dello Spirito Santo (At. 2:38; 1 Co. 12:13). La confermazione, però, non fa parte della iniziazione scritturale, perché non si tratta nemmeno di un’ordinanza biblica.
Si, con l’aiuto di Dio
Se però si tratta solo di una tradizione della Chiesa, perché mai praticarla? Vale la pena di conservarla? Si, per due ragioni, una teologica, e l’altra pastorale.
In primo luogo: c’è un elemento dell’iniziazione cristiana che il battesimo dei bambini non fornisce; cioè la confessione di fede personale di fronte alla Chiesa. Possiamo bene considerare il battesimo dei bambini come volontà di Dio, ma pure è la volontà di Dio che si professi pubblicamente la propria fede nell’età del discernimento (Qui i battisti hanno ragione! Vedi Romani 10:9; 1 Corinzi 12:3; 1 Timoteo 6:12). La confessione personale della fede ci qualifica per essere accolti alla Cena del Signore, rito al quale solo dei credenti possono partecipare. La confermazione conferma l’essere adatti a condividere quest’atto centrale del culto.
In secondo luogo: la confermazione è il punto dell’educazione cristiana in cui si sostituisce l’adesione alla Chiesa del giovane a questo fine sponsorizzato, con un’adesione adulta a tutti gli effetti, fondata sull’accettazione personale dell’impegno alla fede e la rinuncia al diavolo, al mondo, ed alla carne, cosa che i nostri padrini hanno promesso per noi.
Una formula di confermazione così si esprime: “Rinnovate voi, alla presenza di Dio e di questa comunità, la solenne promessa e voto fatta nel vostro nome al vostro battesimo; ratificando e confermando le stesse nella vostra propria persona?”. La risposta prescritta è: “Si, con l’aiuto di Dio”: essa, pronunciata con sincerità, qui come nella cerimonia di matrimonio, è grandemente significativa.
La Chiesa poi, avendo udito i candidati confermare la loro fede confessandola, prega con il pastore a che ciascuno di loro possa essere confermato – stabilito e rafforzato – dallo Spirito di Dio, in vista dell’adempimento a queste promesse. Edificante? Buon senso cristiano? Che ne pensate?
Per lo studio ulteriore.
Il confessore impegnato: 1 Ti. 6:11-21; 2 Ti. 1:8-14.
Domande per riflettere e discutere
- Perché è importante riconoscere che i doni della grazia di Dio non ci pervengono solo tramite i sacramenti?
- Qual è l’importanza della personale confessione di fede?
- Perché la Cena del Signore è riservata solo ai credenti?