Corsi/Essere cristiani/08
Essere cristiani (J. I. Packer) |
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Il Credo, o Simbolo apostolico. Credo in Dio padre onnipotente, creatore del cielo e della terra. E in Gesù Cristo, suo figlio unigenito, Signor nostro, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Discese nel soggiorno dei morti, il terzo giorno risuscitò, salì al cielo, siede alla destra di Dio, padre onnipotente. Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa chiesa universale, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione dei corpi e la vita eterna. Amen.
8. Nacque dalla vergine Maria
La Bibbia ci dice che il Figlio di Dio entrò e lasciò questo mondo attraverso atti di potenza soprannaturale. La sua uscita mediante la risurrezione e l'ascensione, e la sua entrata tramite la nascita verginale: tutt'e due questi modi erano stati preannunziati dall'Antico Testamento Isaia 7:14 per la nascita verginale e Isaia 53:10-12 per la risurrezione - ascensione.
I miracoli dell'entrata e dell'uscita del Cristo portano in sé stessi lo stesso seguente messaggio:
- In primo luogo, essi confermano che Gesù, sebbene non fosse meno che uomo, era più che un uomo. La sua vita terrena, sebbene pienamente umana, era pure divina. Egli, Creatore insieme a Dio Padre, era in questo mondo - il Suo mondo - come un visitatore: era venuto da Dio e tornava a Dio. I Padri della Chiesa consideravano la nascita verginale (forse era questo il motivo per cui era stata inclusa nel Credo) non come testimonianza della sua divinità, ma del fatto che Gesù fosse davvero umano, e non solo apparentemente umano. Egli non era come un angelo o uno spirito - cosa che lo sosteneva il docetismo. Questa affermazione, però, si opponeva con uguale forza anche all'umanitarismo - la concezione che Gesù non fosse altro che uomo.
- In secondo luogo, questi due miracoli indicano come Gesù fosse privo di peccato. Essendo nato da una vergine, Egli non ereditò la contaminazione del peccato propria a tutto il genere umano, il peccato originale. La sua umanità era incontaminata - ed i Suoi atti, atteggiamenti, motivazioni, e desideri erano di conseguenza perfettamente conformi alla volontà divina. Il Nuovo Testamento mette chiaramente in rilievo il fatto che Gesù fosse privo di peccato [vedi Giovanni 8:29,46; Romani 5:18-20; 2 Corinzi 5:21; Ebrei 4:15; 7:26; 1 Pietro 2:22-24; ecc.). Essendo privo di peccato, una volta compiuto il Suo estremo sacrificio, Gesù non avrebbe potuto essere trattenuto dalla morte.
Due storie
Il Nuovo Testamento ci presenta due racconti complementari della nascita verginale, evidentemente indipendenti, eppure sorprendentemente armoniosi: la storia di Giuseppe in Matteo 1 e quella di Maria in Luca 1 e 2. Entrambi i racconti mostrano tutti i segni di una storia raccontata in maniera essenziale. Gli storici antichi, considerando sé stessi come artisti e moralisti, di solito omettevano il riferimento alle loro fonti, ma Luca presenta ampie evidenze di aver ricevuto il racconto di Maria di prima mano [cfr. {{Passo biblico|Luca 2:51; 1:1-3].
Matteo e Luca presentano due genealogie di Gesù [Matteo 1:2-17; Luca 3:23-38] che hanno fatto sorgere parecchie perplessità in alcuni, ma vi sono almeno due modi diretti di armonizzarle. La genealogia riportata da Luca presenta la linea di Maria, ma inizia con Giuseppe come padre putativo di Gesù (versetto 23) perché allora era pratica comune dichiarare la discendenza attraverso i maschi. Può anche darsi che Luca tracci la discendenza biologica di Giuseppe come qualcosa di distinto dalla linea regale di successione che Matteo sembra seguire dall'inizio alla fine.
Scetticismo
Nei tempi moderni è comune - ed irragionevolmente forte - lo scetticismo sia nei riguardi della nascita verginale di Gesù che per quanto riguarda la sua risurrezione fisica. Questo scetticismo prende le mosse dalla ricerca razionalista di un cristianesimo non miracolistico. Sebbene questa ricerca ora non sia più di moda (il che è pure bene), lo scetticismo è ancora strisciante e si attacca alla mente dei cristiani come il fumo delle sigarette permane in una sala dopo che pure sono stati svuotati i portacenere.
E' certamente possibile (sebbene non sia né facile né naturale) credere nell'incarnazione del Figlio eterno e preesistente e non credere nei miracoli di entrata e di uscita da questo mondo, ma è molto più logico - e senza dubbio l'unica via ragionevole - sostenere che, dato che su altre basi noi riconosciamo Gesù come Parola fattasi carne, questi due miracoli, come elementi del più grande miracolo della vita in carne del Cristo, non suscitano particolari difficoltà.
Certamente, se noi neghiamo la nascita verginale in quanto miracolo, dovremmo pure logicamente pure negare la risurrezione corporale di Gesù. Questi miracoli devono essere presi assieme, ed è irragionevole accettare l'uno e negare l'altro.
Maria rimase vergine fino a dopo la nascita di Gesù, ma idee posteriori sulla sua presunta verginità perpetua sono semplicemente fantasia. I Vangeli mostrano che Gesù avesse fratelli e sorelle [Marco 3:31; 6:3].
"Concepito dallo Spirito Santo, nacque dalla vergine Maria", nel Credo, rende testimonianza alla realtà dell'incarnazione, non della gloria della madre di Gesù: la Chiesa cattolica-romana, però, ha sponsorizzato gli infelici sviluppi della Mariologia (la dottrina su Maria) fra i teologi, e la Mariolatria (culto di Maria) fra i fedeli. La Mariologia, che vede Maria come corredentrice, si appoggia alla dottrina non biblica che Maria, come Gesù, fosse nata senza peccato (l'immacolata concezione) e fosse poi entrata nella gloria della risurrezione col suo stesso corpo subito dopo la sua morte senza subire la corruzione (l'assunzione).
La vera Maria, però, la Maria delle Scritture, vedeva sé stessa come una peccatrice salvata: "lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore" [Lu. 1:47]. Maria rimane per noi un meraviglioso esempio, non solo del privilegio (e del prezzo!) di cooperare con il piano di Dio di benedire il mondo [Luca 1:38; 2:35], ma anche dell'umile risposta alla grazia di Dio.
I genitori di solito sono lenti ad apprezzare i propri figli, e Gesù stesso commentò tristemente una volta: "Nessun profeta è disprezzato, se non nella sua patria e in casa sua" (Mt. 13:57); ma Maria, e la sua famiglia, dopo un'incredulità iniziale (cfr. Matteo 13:57; Marco 3:20-23, 31-35; Giovanni 7:3-5), giunse ad una fede vivente in suo figlio [Atti 1:14). Abbiamo imparato dal suo esempio?
Per lo studio biblico ulteriore
La nascita verginale: Matteo 1:1-25; Luca 1.26-56.
Domande per pensare e discutere
- Che cosa ci insegnano su di Lui i miracoli associati con l'entrata e l'uscita del Cristo sulla terra?
- Sei d'accordo che dovremmo porre sullo stesso piano la nascita verginale di Gesù e la Sua risurrezione?
- Qual è la differenza fra l'immagine biblica di Maria e quella tradizionalmente presentata dalla Chiesa cattolica-romana?).
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