Confessioni di fede/Westminster/Culto pubblico/Cultowest08

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7. L’amministrazione dei sacramenti

La celebrazione della comunione, o sacramento della Cena del Signore

La comunione, o Cena del Signore, dovrà essere celebrata frequentemente. Quanto spesso, però, dovrà essere considerato e determinato dai ministri e dagli altri ufficiali di ciascuna comunità, come riterranno più opportuno per l’edificazione e conforto del popolo affidato alla loro cura. Quando questo sarà determinato, giudichiamo essere opportuno che la celebrazione avvenga dopo il sermone della mattina.

La persona ignorante e quella scandalosa non sono adatti a ricevere il sacramento della Cena del Signore.

Laddove questo sacramento non possa essere convenientemente amministrato di frequente, si richiede che annuncio pubblico ne venga dato la domenica precedente la sua amministrazione, e che o allora, o in qualche giorno di quella settimana, sia insegnato qualcosa al riguardo di quell’ordinanza, e ci si prepari adeguatamente1 ad essa, affinché, mediante l’uso diligente di tutti i mezzi santificati da Dio a quel fine, sia in privato che in pubblico, tutti possano giungere a quella festa celeste meglio preparati.

Quando giunge il giorno per l’amministrazione della Cena del Signore, il ministro, avendo terminato il suo sermone e la preghiera, farà un’esortazione di questo tenore:

  • Esprimerà quali inestimabili benefici si possono avere da questo sacramento, menzionando i suoi fini ed uso.
  • Presenterà la nostra grande necessità di vederci rinnovare il nostro conforto e forza nel nostro pellegrinaggio terreno e lotta contro il male.
  • Dirà quanto è necessario che noi ci si accosti alla Cena del Signore con conoscenza, fede, ravvedimento, amore, e con la nostra anima assetata ed affamata di Cristo e dei Suoi benefici, e quanto grande sia il pericolo che noi corriamo accostandoci ad essa indegnamente.
  • Nel nome di Cristo, poi, da una parte, egli ammonirà tutti coloro che sono ignoranti, scandalosi, profani, o che vivono in qualsiasi peccato che vada contro la loro conoscenza o coscienza, che non presumano di potersi avvicinare a quella santa mensa. Mostrerà loro che, mangiandone e bevendone indegnamente, essi mangiano e devono un giudizio di condanna contro sé stessi; e d’altra parte, egli dovrà in modo particolare invitare ed incoraggiare tutti coloro che sono aggravati dal senso del proprio peccato, dal timore dell’ira, e che desiderano attingere ad un più grande progresso di grazia di quanto fin ora l’abbiano ottenuto, che essi possono venire alla mensa del Signore, rassicurandoli, nello stesso nome, che la loro anima debole ed aggravata ne sarà alleviata, rinfrescata e rafforzata.

Dopo queste esortazioni, ammonimenti ed invito, essendo stata prima la tavola ordinata con cura e coperta, e così convenientemente posta che i comunicanti possano ordinatamente sedersi intorno ad essa, o ad essa, il ministro inizierà l’azione santificando e benedicendo gli elementi del pane e del vino posti di fronte a lui (il pane su un vassoio dignitoso e conveniente, preparato in modo tale che, dopo essere stato spezzato, esso possa essere distribuito fra i comunicanti, ed il vino in grandi coppe) spiegando, con poche parole che questi elementi (che mostrerà) sono ora destinati ad un uso speciale e così santificati, dalla parola dell’istituzione e dalla preghiera.

Si leggeranno ora le parole dell’istituzione dai vangeli o dalla prima epistola ai Corinzi, capitolo 11, dal versetto 23 al 27: “Io ho ricevuto dal Signore ecc.” che il ministro potrà, se lo ritiene opportuno, spiegare ed applicare.

Il ministro, poi, dirà una preghiera di ringraziamento, o di benedizione del pane e del vino, di questo tenore:

  • Riconoscerà, umilmente e di tutto cuore la grandezza della nostra miseria, da cui né uomo né angelo mai ha potuto liberarci, e della nostra grande indegnità persino della più piccola fra le grazie di Dio.
  • Ringrazierà Dio per tutti i Suoi benefici, e specialmente per il grande beneficio della nostra redenzione, per l’amore di Dio padre, le sofferenze ed i meriti del Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, e di tutti i Suoi benefici, applicati e suggellati a noi che, nonostante che li abbia negata ad altri, nella Sua grande misericordia Egli continua ad elargire a noi, nonostante che noi li si abbia per tanto tempo e così tanto abusati.
  • Professerà che non c’è alcun altro nome sotto il cielo per il quale noi dobbiamo essere salvati, se non il nome di Gesù Cristo, mediante il quale solo noi abbiamo ricevuto libertà e vita, accesso al trono della grazia, e siamo ammessi a mangiare ed a bere alla Sua mensa, come pure suggellati dal Suo Spirito alla certezza di felicità e vita eterna.
  • Pregherà a Dio di tutto cuore, il Padre di tutte le misericordie, ed il Dio di ogni consolazione, di concedere la Sua graziosa presenza, e l’opera efficace dello Spirito Santo in noi, e così chiederà a Dio di santificare questi elementi, sia del pane che del vino, e di benedire la Sua propria ordinanza, affinché noi si possa ricevere per fede il corpo ed il sangue di Gesù Cristo, crocifisso per noi, affinché Egli possa essere uno con noi, e noi uno con Lui; che Egli possa vivere in noi e noi in Lui, come pure per Lui che ci ha amato ed ha dato sé stesso per noi.

Tutto questo egli lo dovrà sforzarsi di eseguirlo con sentimenti appropriati, in modo responsabile e degno di tale santa azione, suscitando nel popolo pari sentimenti.

Essendo stati cosi ora gli elementi santificati con la Parola e la preghiera, il ministro, stando alla tavola, dovrà prendere il pane nelle sue mani e dire (con queste espressioni o simili, usate da Gesù Cristo e dagli apostoli in queste occasioni):

Secondo la santa istituzione, comando, ed esempio del nostro benedetto Salvatore Gesù Cristo, io prendo questo pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzo e lo distribuisco a voi tutti (qui il ministro, che ne dovrà prendere egli stesso, dovrà prendere il pane e darlo ai comunicanti). Prendetene, mangiatene, questo è il corpo di Cristo che è spezzato per voi: fate questo in memoria di Lui.

Allo stesso modo il ministro dovrà prendere la coppa e dire le seguenti o simili espressioni, usate da Cristo o dall’apostolo nelle stesse occasioni:

Secondo l’istituzione, comando ed esempio del nostro Signore Gesù Cristo, io prendo questa coppa e la passo a tutti voi (qui la là ai comunicati): Questa coppa è il nuovo patto nel sangue di Cristo, che è versato per la remissione dei peccati di molti. Bevetene tutti.

Dopo che tutti si saranno comunicati, il ministro potrà, in poche parole, rammentare a tutti:

La grazia di Dio in Gesù Cristo, presentata in questo sacramento, ed esortarli a camminare in modo degno di esso.

Il ministro, poi, eleverà a Dio un solenne ringraziamento di questo tenore:

Ringrazierà Dio per la Sua ricca misericordia ed preziosissima bontà, accordata in questo sacramento.

Chiederà perdono a Dio per i difetti dell’intero servizio, e per la graziosa assistenza del Suo buono Spirito, per il quale essi possono essere messi in grado di camminare nella forza di quella grazia, come conviene a coloro che hanno ricevuto un così grande suggello di salvezza.

L’offerta per i poveri dovrà ora essere raccolta, ma in modo tale che nessuna parte del culto pubblico sia in qualche modo da essa ostacolata.