Confessioni di fede/Westminster/Culto pubblico/Cultowest06
6. La preghiera dopo il sermone
Terminato il sermone, il ministro dovrà:
Rendere grazie per il grande amore che Dio ha avuto nel mandarci il Suo Figlio Gesù Cristo; per averci comunicato lo Spirito Santo; per averci dato la luce e la libertà del glorioso Evangelo e le ricche e celesti benedizioni in esso rivelate, cioè: l’elezione, la vocazione, l’adozione, la giustificazione, la santificazione, e la speranza della gloria; per l’ammirevole bontà di Dio nel liberare la nostra terra dalle tenebre anti-cristiane e dalla tirannia, e per tutte le altre liberazioni nazionali; per la Riforma della religione; per l’alleanza che lega i nostri popoli; e per molte benedizioni temporali.
Pregare per la continuità nella predicazione dell’Evangelo, e per tutte le sue ordinanze nella loro purezza, potenza e libertà. Trasformare i punti principali del sermone in soggetto di preghiera; pregare affinché ciò che è stato predicato permanga nei cuori e porti frutto.
Pregare affinché ciascuno si prepari per la propria morte ed il giudizio, vigilando per il ritorno del nostro Signore Gesù cristo; implorare Dio affinché perdoni la nostra iniquità nell’aver trascurato le cose sante, e per l’accoglimento del nostro sacrificio spirituale, per i meriti e la mediazione del nostro Sommo Sacerdote e Salvatore, il Signore Gesù Cristo.
Dato poi che la preghiera che Gesù Cristo insegnò ai Suoi discepoli non è solo un modello di preghiera, ma in sé stessa già la preghiera più completa, noi raccomandiamo che essa venga usata nelle preghiere della chiesa.
Dato che l’amministrazione dei sacramenti, l’osservanza di digiuni pubblici e giorni di ringraziamento ed altre speciali occasioni, possono dare occasione di speciali richieste e rendimenti di grazie, si richiede che nelle preghiere pubbliche si faccia di questo riferimento. E’ nostro dovere, infatti, pregare affinché il Signore benedica l’Assemblea dei teologi (1), l’armate di mare e di terra, per la difesa del Re, del Parlamento e del Regno, ed ogni ministro dovrà applicarsi, nella Sua preghiera, prima o dopo il sermone, a queste occasioni. Per quanto riguarda però il modo in cui lo farà, questo viene lasciato alla sua libertà, nel modo in cui Iddio lo dirigerà e lo metterà in grado, in pietà e sapienza, ad adempiere a questo dovere.
Terminata la preghiera, si canti un Salmo, se con convenienza è possibile farlo. Dopo tutto questo (a meno che non debbano seguire altre ordinanze di Cristo che riguardano la comunità in quel tempo), che il ministro congedi la comunità con una benedizione solenne.
Note
(1) Riferimento all’assemblea dei teologi che si riunì per formulare gli statuti di Westminster.