Confessioni di fede/Gallicana/31
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Confessione di La Rochelle (o Gallicana) |
XXXI - Le vocazioni, la vocazione interiore
Noi crediamo che nessuno debba assumersi, di propria iniziativa [di sua propria autorità] una carica eccesiastica, ma questo deve avvenire per [legittima] elezione, nella misura in cui la cosa sia possibile e Dio lo permette.
Aggiungiamo questa eccezione soprattutto perché è stato necessario talvolta, e anche ai nostri giorni quando non esisteva più una vera chiesa - che Dio suscitasse in modo straordinario degli uomini per riformare la chiesa che era in rovina e desolata.
La vocazione interiore
Ma, comunque stiano le cose, noi crediamo che sia sempre necessario conformarsi a questa regola, che tutti i pastori, sovrintendenti e diaconi abbiano la prova [ci si accerti] che siano [effettivamente] chiamati al loro ufficio.Nota. Si tratta di una scelta operata - per quanto riguarda i futuri pastori - dal Sinodo provinciale, e non di un voto nel senso moderno del termine. Le chiese devono pure scegliersi i propri pastori, i loro anziani ed i loro diaconi (e non eleggerli, nel senso attuale di questa parola) secondo le regole precisate nella Disciplina del 1559, cap. I e III.
Atti 1:21-22; 6:3-6; 14:23; Romani 10:15; 1 Timoteo 3:7; Tito 1:5; Ebrei 5:4; Geremia 23:21; Matteo 28:18-19; Marco 16:15; Giovanni 15:16; Atti 13:2; Galati 1:15.