Confessioni di fede/Elvetica/22

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Indice generale

Confessione di fede elvetica del 1566

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XXII. Le assemblee religiose ed ecclesiastiche

Ciò che deve essere fatto nelle riunioni di culto

Sebbene sia lecito ad ognuno leggere le sacre Scritture in privato, in casa propria ed edificarsi reciprocamente mediante l’istruzione nella vera religione, nondimeno sono necessarie le sante assemblee e congregazioni ecclesiastiche dei fedeli, sia per annunciare legittimamente la parola di Dio al popolo e per fare preghiere e suppliche pubbliche, sia per celebrare i sacra­menti come si deve, sia per fare la colletta della Chiesa tanto per i poveri che per contribuire a tutte le altre spese e necessità che vi sono nella Chiesa. È assolutamente evidente infatti che nella Chiesa apostolica e primitiva, queste riunioni e assemblee sono state sempre frequentate dai fedeli.

Le riunione di culto non devono essere trascurate

Per cui tutti coloro che le disprezzano e non le frequentano disprezzano la vera religione e devono essere spinti sia dai pastori che dal magistrato fedele [cristiano] a non disertarle per ribellione e a non perse­verare nel disdegno delle sante assemblee.

Le assemblee devono essere pubbliche

Ora si richiede che le assemblee ecclesiastiche siano pubbliche e ben frequentate e non segrete né fatte di nascosto, ammesso che la persecuzione dei nemici di Gesù Cristo e della sua Chiesa non vi frappon­gano ostacolo. Sappiamo infatti che un tempo, nella Chiesa pri­mitiva, sotto la tirannia degli imperatori romani, le assemblee si tenevano in luoghi segreti; ma occorre che i luoghi nei quali i fedeli si radunano siano onesti e si addicano alla Chiesa di Dio.

Luoghi di culto decenti

Si scelgano dunque case o templi ampi e spaziosi; siano ripuliti di tutte le cose disdicevoli per la Chiesa e forniti e provvisti di tutte le cose che sono richieste per la dignità, la necessità e la santa onestà; non vi manchi nulla di ciò che è richiesto per il culto e gli usi della Chiesa.

Modestia ed umiltà richiesti nel culto

Ora, pur credendo che Dio non abita in templi fatti da mano d’uomo, sappiamo anche che i luoghi consacrati a Dio e al suo servizio non sono profani, ma sacri a causa della parola di Dio e dell’uso delle cose sante per le quali vengono impiegati e che coloro che li frequentano de­vono comportarsi con tutta modestia e rispetto, ricordandosi di essere in un luogo santo, alla presenza di Dio e dei suoi santi angeli.

Gli ornamenti dei santuari

Si devono tenere quindi ben lontani dai templi e luoghi di preghiera dei cristiani ogni pompa ed eccesso di abiti e di or­namenti, ogni forma di orgoglio e tutto ciò che è disdicevole e contrario all’umiltà, alla disciplina e modestia cristiana. Così, il vero ornamento dei templi non sta nell’avorio, nell’oro e nelle pietre preziose, ma nella semplicità di vita, nella temperanza, nella pietà e in tutte le virtù di coloro che frequentano il tem­pio. Tutte le cose si facciano quindi decentemente e con buon ordine nella Chiesa e per l’edificazione.

Nel culto la lingua corrente

Di conseguenza, non si deve usare nelle sante assemblee una lingua strana, ma tutto venga proposto in lingua volgare e in modo da poter essere compreso da tutti quelli del luogo in cui si tengono dette as­semblee.