Confessioni di fede/Confessione di fede di Ginevra del 1536/cfg21
Confessione di fede di Ginevra (1536) |
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XXI. I magistrati
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Nous avons la supreeminence et domination tant des roys et princes que aultres magistratz et superieurs pour une chose saincte et bonne ordonnance de Dieu. Et comme eulx en faisant leur office ilz servent a Dieu et suyvent une vocation chrestienne, soit en deffendant les affligez et innocens, soit en corrigeant et punissant la malice des pervers, aussy de nostre part que nous leur debvons porter honneur et reverence, rendre obeyssance et subiection, executer leurs commandemens, porter les charges a nous par eulx imposees, en tant quil nous est possible sans offenser Dieu. En somme, quil nous les fault reputer comme vicaires et lieutenans de Dieu, ausquelz on ne puisse nullement resister, synon en resistant a Dieu mesmes, et leur office comme une saincte commission de Dieu laquelle il leur a donne, affin de nous gouverner et regir. Par quoy nous entendons que tous chrestiens sont tenuz de prier Dieu pour la prosperite des superieurs et seigneurs des pais ou ilz vivent, obeyr aux demens de Dieu, procurer le bien, la tranquilite et utilite publicque, se efforceant de entretenir lhonneur des superieurs et tranquilite du peuple, sans rien machiner, ne procurer qui soit pour esmouvoir troubles ne dessentions. Et au contraire nous declairons que tous ceulx qui se prtent infidelement envers leurs superieurs, et ne ont droicte affection au bien publicque du pays ou ilz conversent, en cela ilz demonstrent leur infidelite envers Dieu. |
Noi riteniamo che la supremazia e il dominio, tanto dei re e dei principi, che degli altri magistrati e superiori, sia una cosa santa ed una buona ordinanza di Dio. E poiché, compiendo il loro ufficio, essi servono Dio e seguono una vocazione cristiana, sia difendendo gli afflitti e gli innocenti, sia correggendo e punendo la malizia dei perversi, da parte nostra dobbiamo onorarli e riverirli, obbedirli ed essere loro sottomessi, eseguire i loro ordini, portare i pesi che da loro ci vengono imposti, nella misura in cui è possibile senza offendere Dio. Insomma, dobbiamo ritenerli come vicari e luogotenenti di Dio, ai quali non si può resistere se non resistendo a Dio stesso, e dobbiamo ritenere il loro ufficio come un santo mandato che Dio ha dato loro per governarci e reggerci. Riteniamo pertanto che tutti i cristiani siano tenuti a pregare per la prosperità dei superiori e dei signori del paese dove vivono, ad obbedire agli statuti ed alle ordinanze che non contraddicono i comandamenti di Dio, a procurare il bene, la tranquillità e la pubblica utilità, sforzandosi di intrattenere l'onore dei superiori e la pace del popolo, senza macchinazioni e senza intentare nulla che possa fomentare disordini e dissensi. Al contrario, dichiariamo che tutti coloro che si comportano infedelmente nei riguardi dei loro superiori e non tengono in debito conto il bene comune del paese in cui vivono, dimostrano per ciò stesso la loro infedeltà a Dio. |