Confessioni di fede/Beza
Confessione di Beza (1560)
Poiché Dio è perfettamente giusto e poiché tutti gli uomini sono assolutamente in tutto e per tutto peccatori; è necessario che ne segua una di queste due cose: cioè, o che Dio rinunci alla sua giustizia; il che non può essere possibile, o che tutti gli uomini senza alcuna eccezione siano del tutto perduti, a meno che non soddisfino perfettamente la giustizia divina.
Ma non si può soddisfare perfettamente a quella giustizia se non si paga a Dio tutto ciò che gli si deve. Per cui, bisogna cercare per prima cosa quello che gli uomini devono a Dio, e in seguito se essi lo possono pagare, e per ultimo, se scoprono di non poterlo pagare, dove potranno rivolgersi per soddisfare il loro debito, affinché non periscano per il giusto giudizio di Dio.
E per conoscere quello di cui siamo obbligati a Dio, dobbiamo considerare la forma dell’obbligazione per la quale siamo obbligati per l’essere stati creati, essa è scritta nelle due tavole della Legge. Da cui troveremo che siamo tenuti ad amare Dio con tutto il nostro cuore, ed il nostro prossimo come noi stessi, e questo è il nostro debito, cioè un perfetto amore verso Dio ed il prossimo.
E se qualcuno dirà che non è possibile far questo, non avendo noi la natura adatta a poterlo fare - perché l'esperienza ci insegna come la nostra natura è trasportata tutta al contrario, in modo che tutti volontariamente sono mossi a odiare Dio ed il loro prossimo: così come il piombo ad andare verso il basso. E se la nostra natura ci tira a questo odio, come potremo noi pagare l'amore di cui siamo obbligati?
Per cui bisogna da ciò trarne tre conclusioni: cioè che tutti gli uomini per loro natura sono in odio a Dio, come corrotti; in seguito, che non solamente non pagano quello di cui sono obbligati, ma che ogni giorno di più accrescono il loro debito, per i loro peccati fatti di nuovo dinanzi al giusto giudizio di Dio; e qui ne segue o che tutti gli uomini siano condannati senza eccezione alcuna, o che bisogna che trovino qualcuno, il quale paghi tutti i loro debiti.
Ora, dove si potrà trovare un pagatore sufficiente a questo? Veramente fra le cose create non si troverà in alcun luogo. Perché se lo cercheremo fra gli Angeli, ci sarà risposto in due modi. Primo, che gli Angeli non essendo obbligati per il peccato dell'uomo, la giustizia di Dio non vuole domandare a loro quello che gli devono gli uomini. Tanto più, poiché qui si tratta dello sdegno di Dio, il quale bisogna sopportare, è cosa certa che gli stessi Angeli non sono sufficienti a sostenere il grande peso.
E se gli angeli non sono adatti a sopportare questo peso così grande, quale altra creatura si troverà per fare questo? Nondimeno, è necessario trovare qualcuno che sia più potente di tutte le creature, e che allo stesso tempo sia vero uomo. Poiché se non è più potente di tutte le creature, e non è vero Dio, non potrà sostenere il peso dell’ira di Dio, senza che egli stesso non ne sia distrutto, e non può soddisfare per gli altri. E se non è uomo, come potrà l’uomo essere liberato per la sua soddisfazione? Per cui è necessario che si trovi un mediatore, che sia Dio e uomo: e questo è uno solo, Gesù Cristo, il quale ci è posto dinanzi nella religione Cristiana.
Vediamo ora se Gesù Cristo è tale, che in esso possiamo trovare tutto quello che si ricerca per la nostra salvezza. Prima, essendo egli vero Iddio, ne segue che esso può essere Salvatore. E dipoi, per essere vero uomo, ne segue che ha la natura conveniente a sostenere quel che ricerca la giustizia di Dio, per vendicarsi dei peccati degli uomini. Poiché, se fosse solamente Dio, non potrebbe patire cosa alcuna, e se fosse solamente uomo, resterebbe sotto il peso dell’ira di Dio. Ma poiché egli è Dio e uomo, tuttavia, può morire, e morendo vincere la morte.
E ancor di più, essendo uomo purissimo, e Santissimo, poiché egli è concepito di Spirito Santo: questa perfetta purità piace molto Dio. Dalla quale purità, come da una Fontana escono due rivoli, che sono una perfetta giustizia, e ogni lontananza dal peccato. Perché Gesù Cristo vero uomo, ha adempiuto la volontà di Dio in modo che mai peccò in alcuna maniera, cosicché nel cospetto di Dio è stato giustissimo, tanto per la sua naturale purità, quanto per i frutti di questa purità.
Perciò di buona ragione possiamo concludere, che nel solo Gesù Cristo si ritrovano i rimedi a tutti i mali che possano spaventare le nostre coscienze e impedirci di arrivare alla gloria di Dio; e in questo modo che ci condannassero con ragione alla morte eterna. Ma qui bisogna porre una condizione: se noi, tuttavia, ci applichiamo questi rimedi in Gesù Cristo. Perché così come non giova cosa alcuna ad un infermo avere un buon medico, se egli non lo usa, né ad uno che è affamato il ritrovarsi ad una tavola piena di buone vivande, se non ne mangia; ugualmente il rimedio di Gesù Cristo contro l'ira di Dio e la morte eterna, invano ci è posto dinanzi, se non lo usiamo. Ma non e possiamo usare, se prima non sappiamo come si possa far questo. Da cui sopra ogni altra cosa, è necessario vedere, come Gesù Cristo ci viene applicato.
E così avendo da trattare come per mezzo di lui ci è data la salvezza e la vita eterna, useremo di questa prefazione dicendo che siccome non è stato in nostro potere di trovare la medicina della salvezza, così ancora non possiamo trovare il modo per usare la cosiddetta medicina. Poiché ad un malato, quando è fuori da ogni speranza di salute del suo corpo, e che non sa che cosa farsi - bisogna non solo che il medico trovi la medicina, ma che disponga il malato in modo che, voglia e possa usare detta medicina, e che intenda come bisogna usarla. Questo avviene nella malattia dell'anima, cosa preziosissima fra tutte le altre, nella quale gli uomini non solo sono ignoranti, ma nemici della loro salute. Cosicché la prima cosa che bisogna intendere da un medico, è quale sia la medicina, dipoi come bisogna usarla, e ad ultimo, che per questo medesimo medico siamo disposti e resi abili a quello che vogliamo, e possiamo usare quei rimedi che ci mette dinanzi.
Dio dunque è quello, che dal principio del mondo parlando per i suoi Angeli a quei primi uomini, cioè, da Adamo fino a Mosè, ha loro dichiarato questo unico rimedio di salvezza, che abbiamo sopradetto: cioè, Gesù Cristo: nel quale soltanto si ritrova tutto quello che si ricerca per la nostra salvezza. In seguito, avendo rigettati tutti gli altri popoli, fece un patto con la posterità di Abramo e avendoli moltiplicati grandemente, espose loro più abbondantemente la sua volontà, così come si vede nei dieci comandamenti, aggiungendoci i sacrifici, e certe cerimonie, le quali non solo separarono il popolo di Dio dalle altre nazioni, ma erano certe testimonianze di Cristo, il quale doveva venire, e di ciò che doveva patire, per liberarci dall'ira di Dio, affinché si potessero fidare di lui con una ferma certezza, del quale speravano dovesse venire. E poiché Iddio sapeva molto bene, che il Diavolo avrebbe mosso dei falsi profeti, i quali avrebbero messo davanti gli uomini le loro bugie come veri comandamenti di Dio: volle che Mosè e i Profeti scrivessero tutto quello che egli aveva rivelato; affinché i falsi profeti non potessero facilmente ingannare il popolo.
Quando poi, giunto il tempo definito da Lui ab eterno, secondo la sua infinita sapienza, ha manifestato la sua promessa dal cielo: cioè, il suo eterno Figliuolo, il quale, prendendo un vero corpo umano, fatto per la virtù dello Spirito Santo della sostanza della vergine Maria, nata dalla stirpe di Abramo e di Davide; a quel corpo Dio diede un’anima santissima, creata per la medesima virtù dello Spirito Santo. Ed è stato il vero mediatore come si è detto; ed ha adempiuto tutto quello che bisognava adempiere in verità, affinché gli uomini fossero riconciliati con Dio.
Pertanto, alla fine, essendo state compiute tutte le cose, Gesù Cristo se n’è andato al cielo. E ha voluto che tutta questa dottrina non solamente venisse annunciata per la bocca degli apostoli ed evangelisti, ma che fosse scritta dalle loro mani, affinché la Chiesa ne avesse, per quanto durerà il mondo, una certa dottrina, sulla quale si potesse appoggiare; e per la quale, potesse separare apertamente tutte le menzogne, di tutti i falsi apostoli e degli Anticristi, dalla sola verità di Dio, quale è compresa interamente nei libri dell’uno e dell'altro Testamento: cioè del vecchio e del nuovo, in modo che non sia lecito ad alcuno di cambiare cosa alcuna, o levarne, o aggiungerne.
E perché questa dottrina sarebbe scritta invano, se non fosse annunciata e dichiarata fedelmente: e poiché gli uomini non possono sopportare la faccia di Dio, o degli Angeli. Avendo Dio compassione della generazione umana, al momento in questa parte, ha ordinato e posto nella sua Chiesa dei Pastori e Dottori, per il quale vuole che questa intera dottrina sia proposta e applicata pubblicamente alla necessità della Chiesa; affinché gli uomini non possano attribuire alcuna ignoranza alla divina volontà.
E per dire il tutto in poche parole, noi impariamo dalla bocca dei fedeli ministri di Dio, i quali dichiarano fedelmente alla Chiesa la sua Parola: tutto ciò che di sopra abbiamo insegnato che si deve ricercare, per conoscere la nostra miseria, e la nostra salvezza. E poiché, quando la Parola di Dio è annunciata agli uomini, è come parlare alle pietre: però bisogna sapere, che siccome Dio opera nei sensi esteriori, per la parola pronunziata dai suoi ministri: ugualmente è necessario che operi interiormente per la sua infinita potenza, cioè, per il suo Spirito Santo; l'ufficio del quale è posto negli effetti che si diranno.
Per primo, siccome questa parte della Scrittura (chiamata Legge) ci testifica per le orecchie, che noi siamo davvero miseri peccatori, e che meritiamo la morte eterna: così ancora lo Spirito Santo ci mostra il medesimo, e lo imprime dentro la nostra coscienza, la quale altrimenti se ne resterebbe stupida, e fa sì che siamo toccati vivamente da un vero sentimento dei nostri peccati, il quale è il primo grado della salvezza. Così come nella malattia del corpo, per recuperare la salute bisogna prima di ogni altra cosa che conosciamo di essere malati, e quanto sia grave il nostro male.
Il secondo effetto dello Spirito Santo e in tutto differente da quello detto di cui sopra. Perché quello ci affligge mostrandoci la nostra dannazione per la Legge, come se ci mettesse nell'inferno. Ma questo ci consola ed applica alle nostre coscienze il solo rimedio certo della salvezza; annunciandoci per l'altra parte della Scrittura chiamata Vangelo: cioè, felice notizia della gratuita salvezza che ci è data per Gesù Cristo, come si è detto particolarmente di sopra.
Questo rimedio ci è applicato per una doppia efficacia dello Spirito Santo. Perché prima dispone il nostro intelletto ad intendere la dottrina del Vangelo, la quale, senza questo, appare al mondo come una vera stoltezza. Successivamente, fa credere al nostro spirito, che questa dottrina gratuita di salvezza in Gesù Cristo, non solamente è vera (perché il Diavolo stesso la crede vera, e non per questo è salvo) ma che appartiene a sé stesso. E questa è quella che si chiama fede, tanto lodata nelle Scritture, cioè, quando qualcuno è persuaso per certo, che a lui propriamente e particolarmente appartiene la salvezza, e la vita eterna. Perché, essendoci posto Gesù Cristo nella parola di Dio con questa condizione, che lo applichiamo a noi per fede; ne segue che la fede è quel solo strumento, con il quale, come con una mano può essere presa la salvezza in Gesù Cristo. E per questo S. Paolo dice, che noi siamo giustificati per la sola fede, cosicché per quella sola noi viviamo; non che la fede sia la nostra giustizia, e la nostra vita: ma perché per la sola fede noi abbracciamo Gesù Cristo, e siamo certi che egli è nostra giustizia e nostra vita. Poiché quando qualcuno veramente crede che egli sia proprio destinato alla salvezza, e alla vita eterna in Gesù Cristo: subito è fatto partecipe di tutti i suoi benefici, essendosi egli offerto con questa condizione di concederglieli con la vita eterna.
Il terzo effetto dello Spirito Santo è posto nel nostro cuore, che ci unisce con Gesù Cristo, (come è stato detto) ed egli non può essere ozioso in noi. È però necessario che quel medesimo Spirito che genera la detta fede in noi, con essa ci santifichi il cuore, cioè, lo consacri a Dio. E questa santificazione ha due parti, cioè, l’annullazione di quella qualità corrotta che ci faceva dispiacere la Legge di Dio, e che avendo presa da lì occasione, ci compiacevamo ogni giorno di più nei nostri peccati; e la creazione di una nuova qualità, la quale fa sì che cominciamo a volere e a fare di buon cuore tutto quello che sappiamo che piace a Dio.
E questa annullazione, per prima cosa avviene nell’intelletto, le cui tenebre sono illuminate in modo che cominciamo a conoscere e a provare quelle cose, che prima consideravamo pazzie; in seguito, avviene nella volontà, la quale è consacrata a Dio. Per cui ha in odio il peccato, non per la pena che porta con sé, ma per l'amor di Dio, e ama la giustizia: non per averne il salario, ma perché per se stessa la giustizia piace a Dio; di modo che, anche se ai peccatori non fosse preparata alcuna morte, o alcuna vita eterna, essi si ingegnano di far la giustizia, nondimeno hanno più caro per amor di Dio di seguire la giustizia; cioè, servire a lui vivendo santamente e amando il prossimo come la Legge gli comanda, e per il Nome di Dio sopportare ogni pena, piuttosto che servire il Diavolo e alle sue concupiscenze.
Pertanto, per fare una somma di ogni cosa: così come nel solo Gesù Cristo troviamo tutto quello che è necessaria alla nostra salvezza, così per il solo Spirito Santo ci viene applicato Cristo per la fede. Ma poiché questa fede da principio è in noi molto piccola, è necessario che vada crescendo di giorno in giorno. E tuttavia necessario vedere come si nutre in noi, affinché cresca sempre di più. Dobbiamo dunque sapere, che siccome è creata dallo Spirito Santo, seminata nei nostri cuori per il mezzo della parola di Dio, perciò assomiglia al seme, così per questa medesima parola è nutrita: qua da noi la sentiamo predicata con diligenza nella Chiesa di Dio, e la leggiamo nelle nostre case pensandoci diligentemente il giorno e la notte, lasciando da parte quegli affari delle cose umane, che ci discostano da Dio, e ci inviluppano in questo modo. Perciò Davide chiama beati non i ricchi, i Re, o principi, o mercanti, o qualche altro cittadino di questo mondo; ma coloro che pensano diligentemente e con attenzione alla dottrina del Signore: perché essendo forestieri in questo modo se ne vanno per il vero cammino del cielo.
In seguito questo, Iddio aiutando la nostra debolezza, non si è accontentato soltanto di annunciarci per la sua Parola, di quale amore il quale ci ama nel suo Figliolo Gesù Cristo, ma ha voluto aggiungerci a questa parola certi segni esteriori, i quali con certe cerimonie rappresentino, per modo di dire, ai nostri occhi, e ci diano nelle mani Gesù Cristo con tutti i suoi beni, dei quali abbiamo parlato, affinché la nostra fede sia per questi appoggi ogni giorno di più confermata in noi ci avvicini di più a Gesù Cristo. E questi marchi si chiamano in Greco: Misteri, cioè, segreti, perché Iddio per questi ci esprime, e rappresenta le cose veramente segrete, le quali gli uomini mai avrebbero potuto pensare, cioè, di avere Gesù Cristo con tutti i suoi beni in vita eterna. Ma in Latino si chiamano Sacramenti per un altro uso di questi, del quale ne parleremo presto.
Nella Chiesa Cristiana non ci sono che due Sacramenti cioè, il Battesimo, e la Cena del nostro Signore. Perché dopo che furono abolite le cerimonie della Legge, e che il sole di giustizia apparse, non volle invilupparci più con una moltitudine di ombre e di figure; ma ha ordinati solamente due Sacramenti: e volle che fossero composti di cose molto semplici e, cioè di acqua, di pane, e di vino; e celebrati con cerimonie semplicissime, cioè col bagnarsi con l'acqua, col mangiare del pane e bere del vino; temendo che gli uomini, i quali per loro natura sono troppo dediti alle superstizioni, non usassero male di queste cose. Poiché se avessero visto qualche grande strumento, e qualche raffinata cerimonia, si sarebbero tutti rivolti verso queste pompe esteriori: ed in luogo che per questi segni, si debba arrivare al cielo per la fede, abbracciando le cose che ci sono rappresentate per questi medesimi segni, essi al contrario dimenticandosi dei cieli, e restando totalmente nei segni, avessero in questi cercato la salvezza. Cosicché, veramente essi hanno guastato tutto l'uso dei Sacramenti, i quali non contenti della semplice e nuda ordinazione di Gesù Cristo, hanno caricata la Chiesa di infinite cerimonie, in modo che della cristianità non solo hanno fatto un Giudaismo, ma un Paganesimo.
E così i sacramenti sono stati ordinati da Dio per il fine stesso della parola proposta vivamente, e senza Sacramento: cioè, per essere mezzi nel farci unire ogni giorno di più a Gesù Cristo per fede, non potendo essere senza la Parola, che ci esponga quello che Dio ci rappresenta, e ratifica per quelli: poiché sono segni visibili della spirituale comunicazione, quale abbiamo con Gesù Cristo. E in questa materia ci sono quattro punti principali da notare.
- Il primo, quali segni siano.
- Il secondo, quale sia la cosa significata.
- Il terzo che congiunzione ci sia dei segni e della cosa significata.
- Il quarto, come noi comunichiamo ai segni e alla cosa significata.
Dunque, i segni sono non solamente materie delle quali noi ci serviamo nei Sacramenti, come l'acqua del Battesimo, il pane e il vino nella Cena, ma ancora le cerimonie e i modi di fare ordinati per la Parola di Dio, usandone come diremo di seguito. La cosa significata e Gesù Cristo con tutti i suoi beni, per il quale noi siamo uniti insieme con esso per avere la vita eterna.
I segni non sono affatto trasmutati nella cosa significata, ma sono congiunti con quella; non per il pronunciamento di certe parole, ma per l'ordinazione di Gesù Cristo autore dei Sacramenti, e questo non in un modo corporale, o naturale: ma in quanto che Dio offre sempre spiritualmente, ciò che è significato corporalmente per i segni.
Il modo di comunicare i segni è visibile, e naturale, ma la cosa significata, cioè, Gesù Cristo con tutti i suoi beni, è spirituale, essendo ricevuto per la sola fede, come si è detto di sopra; da dove ne segue che coloro che non portano con esso la loro fede, non ricevono se non i segni, ma nondimeno sono colpevoli tanto per aver preso i segni indegnamente, come di non avere avuto riguardo alla cosa significata che è stata loro offerta con i segni, cioè Gesù Cristo con tutti i suoi beni, il quale hanno rigettato per la loro empietà.
Il segno del Battesimo è l'acqua, con la quale siamo bagnati secondo l'ordinazione di Dio, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. L'acqua rappresenta il sangue di Gesù Cristo sparso per la remissione dei nostri peccati, così come l'acqua è sparsa sopra i nostri corpi, e ci santifica per vivere alla giustizia, come è stato detto.
E benché il sacramenti devono avvenire in seguito alla parola, poiché la cosa, per la quale sono stati ordinati, affinché la significhino e la stampino nostri cuori, non può essere ricevuta che per la fede; e la fede ci è data per il mezzo della predicazione della parola: nondimeno quanto ai piccoli figli dei fedeli, noi gli comunichiamo il Battesimo, anche nel momento che non sono capaci di udire la dottrina, e farne confessione (il che devono fare quando saranno arrivati in età di discrezione) per essere compresi nella Confederazione con i loro Padri, per cui non gli devono essere rifiutati i segni.
Nella Santa cena del nostro Signore celebrata secondo la sua santa ordinazione, senza cambiare niente, o aggiungerci, o diminuire: il pane è per noi Sacramento, cioè segno, e marchio del vero corpo di Gesù Cristo, il quale è salito alla destra del Padre, dipoi la sua morte e resurrezione; e il vino similmente, è per noi il Sacramento del suo vero sangue che è stato sparso per noi. Lo spezzare del pane, ci rappresenta come il prezioso corpo di Gesù Cristo e stato rotto dai dolori della morte. Il versare del vino, lo spargere del suo sangue: il ministro che ci dà il pane ed il vino, ci rappresenta Gesù Cristo il quale dona se stesso a noi; e in quello che noi prendiamo, mangiamo e beviamo il pane e il vino; ci è data testimonianza, ed è segnata nel nostro cuore l'unione delle persone nostre con quella di Gesù Cristo; affinché sempre di più lo possediamo con tutti i suoi beni in vita eterna; e questo avviene, non con i nostri denti, o con la bocca; ma con una vera e viva fede, la quale ci innalza fino al cielo per abbracciarlo spiritualmente; e non per questo che verosimilmente non sia preso egli stesso da noi, e che non sia nostro nutrimento in vita eterna, così come il pane e il vino ricevuti corporalmente e visibilmente ci nutrano in questa vita corporale. Perché noi non dubitiamo affatto che Dio non compia quello che promette per la sua Parola ed offra per i suoi Sacramenti a tutti i fedeli.
Il secondo uso della Santa Cena è quello di unirci insieme come membri di un medesimo corpo; così come mangiamo di un medesimo pane fatto di più granelli di grano; e beviamo del vino fatto di più granelli di uva, per partecipare di un medesimo Gesù Cristo.
E siccome ci conviene mangiare ogni giorno per mantenerci vivi; ugualmente si ricerca che si venga a questa mensa spirituale più spesso che si può, cosa che non si ammette nel Battesimo: perché basta una volta sola l’essere entrati nella Chiesa, per non uscirne mai. E poiché si richiede di provare se stessi, e annunciare, cioè pubblicamente confessare e manifestare la morte del Signore con ringraziamento; è cosa certa che la Cena non appartiene a coloro, che non sono atti a poter far questo, come sono i piccoli figli, i quali non per questo restano esclusi dalla salvezza, essendo compresi con i padri nella confederazione di salvezza; né a quelli che non sono stati istruiti nella fede, o in essa non hanno fatto tal profitto che ne possano fare confessione, Né a coloro che sono stati dichiarati scomunicati, cioè, sono fuori dalla congregazione e compagnia dei fedeli, per legittimo giudizio della chiesa.
Eccovi in somma qual è la dottrina della nostra salvezza nel solo Gesù Cristo, per il mezzo della nostra fede; e chiunque riceve questa dottrina, il che non può avvenire se non dove è fedelmente predicata e i sacramenti puramente amministrati, secondo l'ordine stabilito dalla Parola di Dio; questo tale è membro della Chiesa di Gesù Cristo, che si chiama Cattolica, cioè universale; fuori dalla quale non c'è salvezza. Però ogni congregazione che non ha questi marchi, anche se mille volte si definisca Chiesa di Gesù Cristo ed inoltre mostri qualsiasi luogo, o successione, non sarà mai altro che una sinagoga di Satana, nella quale non c'è che condanna; per tal motivo bisogna separarsene, seguendo il consiglio che ci dà S. Pietro quando dice, salvatevi, partendo da questa generazione perversa, parlando dei successori di Aronne e della chiesa di Gerusalemme.
Lode sia a Dio
Theodoro Beza – Tratto dal libro: Confessione della fede cristiana 1560
Traduzione dall'italiano antico all'italiano odierno: www. evangelodelregno.blogspot.com
Riferimenti
- Informazioni su Teodoro Beza (1519-1605) successore di Calvino
- Immagine pubblicata nell'introduzione della versione italiana
- Scannerizzazione Google dell'originale francese
- Scannerizzazione Google dell'originale italiano
- Titolo e capi principali
- Dedica: Ai pii e sinceri cristiani (del traduttore Francesco Cattani da Lucca)
- Introduzione del Beza
- I. Della Trinità