Confessioni di fede/Augustana/29
Confessione augustana (1530) |
Conclusione
Abbiamo enumerato i principali articoli che sembrano controversi. Anche se avremmo potuto citare un maggior numero di abusi, ci siamo accontentati di menzionare i principali, per evitare la prolissità. Vi furono grandi proteste per le indulgenze, per i pellegrinaggi, per l’abuso della scomunica; le parrocchie sono afflitte in vari modi dai predicatori straordinari; vi sono state interminabili contese fra pastori e monaci sul diritto parrocchiale, sulle confessioni, sulle sepolture, sulle prediche straordinarie e su altre innumerevoli questioni. Ma noi abbiamo tralasciato le questioni di quel genere, affinché, con una esposizione concisa, fossero immediatamente riconoscibili gli aspetti più importanti di questa controversia. E non si creda che, a questo proposito, sia stato detto o citato qualcosa per of- fendere qualcuno. Al contrario, sono state elencate quelle cose che sembrava necessario dire onde si potesse capire che, né in fatto di dottrina, né di cerimonie, nulla è stato accolto da noi che sia contrario alle Scritture o alla chiesa uni versale; è evidente, infatti, che nelle nostre chiese si è vegliato con grande scrupolo affinché non serpeggiassero nuovi ed empi principi dottrinali.
Abbiamo voluto presentare questi articoli, in conformità all’editto della imperiale maestà, perché in essi trovasse espressione la nostra confessione di fede e perché si potesse comprendere l’essenziale della dottrina di coloro che insegnano presso di noi. E se in questa confessione sarà trovata qualcosa che lascia a desiderare, siamo pronti a fornire una più ampia informazione, Dio volendo, fondata sulle Scritture.
Alla vostra maestà imperiale, i fedeli e sudditi: Giovanni, duca di Sassonia, elettore Giorgio, marchese di Brandeburgo, Ernesto di Luneburg, Filippo, langravio d’Assia Giovanni Federico, duca di Sassonia, Francesco, duca di Lüneburg, Wolfango, principe di Anhalt, Il senato e i magistrati di Norimberga, Il senato di Reutlingen
Augusta, 25 giugno 1530.