Confessioni di fede/Augustana/18
Confessione augustana (1530) |
XVIII. Il libero arbitrio
Sul libero arbitrio insegnano che la volontà umana ha una certa quale libertà nell’attuare la giustizia civile e nello scegliere le cose che dipendono dalla ragione. Ma non ha il potere, senza lo Spirito Santo, di attuare la giustizia di Dio o giustizia spirituale, poiché l’uomo naturale non può percepire le realtà proprie dello Spirito di Dio; è questo invece che si verifica nei cuori quando, mediante la Parola, lo Spirito Santo vi prende dimora.
Con le medesime parole lo dice Agostino nel terzo libro dell’Hypognosticon: «Riconosciamo che in tutti gli uomini che abbiano almeno il giudizio della ragione vi è un libero arbitrio, non nel senso che per questo, nelle cose che spettano a Dio, l’uomo sia messo in grado di cominciarle o di condurle a termine senza Dio, ma soltanto nelle opere della vita presente, sia le buone che le cattive. Le buone, dico, che nascono dal bene della natura, come voler lavorare la terra, mangiare e bere, avere un amico, avere dei vestiti, edificarsi una casa, prendere moglie, nutrire il bestiame, imparare un mestiere fra le varie arti e professioni, o qualsiasi altra cosa buona che riguardi la vita presente. Tutte queste cose, del resto, non possono sussistere senza un governo divino, anzi da lui e per lui esistono e hanno cominciato ad esistere. Le cattive, dico, come rendere onore agli idoli, commettere un omicidio, ecc<ref>PSEUDO-AGOSTINO, Hypomnesricon contra Pelagianos et Coelestinianos, cf. 111, 4,5: PL 45, 1623.</ref>.
Note