Confessioni di fede/Augustana
Confessione augustana (1530)
Confessione di fede presentata all’imperatore Carlo V, Cesare Augusto, nella dieta di Augusta, l’anno 1530. E stata redatta da Filippo Melantone, utilizzando anche materiale precedente, fra cui i 19 articoli di Schwabach, redatti nell’ottobre del 1529 probabilmente dallo stesso Melantone su consiglio di Lutero; i 15 articoli di Marburgo del 1529 e gli articoli di Torgau, approvati da un gruppo di teologi convocati dall’elettore Giovanni di Sassonia nel marzo 1530 per rispondere alla richiesta dell’imperatore di rendere ragione di come la fede cristiana era vissuta nei suoi territori. Il testo venne approvato da Lutero e sottoscritto da diversi principi tedeschi. La Confessione di Augusta è, senza dubbio, la confessione di fede nella quale si riconoscono la maggior parte delle Chiese della Riforma. Consta di 28 articoli, suddivisi in due parti. La prima (artt. I-XXI) contiene i ‘principaIi articoli della fede’ la seconda (artt. XXII-XXVIII) tratta degli “abusi che sono stati corretti”. Il tono generale del documento è conciliante.
La presente traduzione è stata condotta da Maria Rosa Serafini sul testo latino, edizione critica a cura di H. Bornkamm, in Die Bekenntnisschriften der evangelisch-lutherischen Kìrche, Goettingen 1963 ed è già stata pubblicata in La Confessione augustana del 1530, Claudiana, Torino 1980.
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- Approfondimento (dal sito della Chiesa evangelica luterana in Italia)
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Confessione augustana (1530) |
I PRINCIPALI ARTICOLI DELLA FEDE
- I. Dio
- Il. Il peccato originale
- III. Il Figlio di Dio
- IV. La giustificazione
- V. Il ministero della chiesa
- VI. La nuova obbedienza
- VII. La chiesa
- VIII. Che cos’è la chiesa?
- IX. Il battesimo
- X. La cena del Signore
- XI. La confessione
- XII. La penitenza o conversione
- XIII. Funzione dei sacramenti
- XIV. L’ordine ecclesiastico
- XV. I riti della chiesa
- XVI. La vita nella società civile
- XVII. Il ritorno di Cristo per il giudizio
- XVIII. Il libero arbitrio
- XIX. La causa del peccato
- XX. Fede e buone opere
- XXI. Il culto dei santi