Bibbia/Libro della natura
Il libro della natura” nella teologia riformata
Il “libro della Natura” è uno dei modi attraverso i quali Dio fa conoscere Sé stesso e la Sua volontà alle creature umane. Sebbene inferiore alle Sacre Scritture, esso è significativo e mai da trascurare. Questo concetto lo troviamo nella Confessione Belga (1561), una delle confessioni di fede di base della teologia riformata. Esso afferma, all’articolo II:
Della Conoscenza di Dio. “Noi lo conosciamo con due mezzi. In primo luogo: attraverso la creazione, conservazione e governo dell'universo, il quale è davanti ai nostri occhi come un bel libro, al quale tutte le creature, piccole e grandi, servono per noi da lettere che ci fanno contemplare le cose invisibili di Dio, e cioè la sua potenza eterna e la sua divinità, come dice l'Apostolo san Paolo, (Rom. 1:20). Tutte queste cose sono sufficienti per convincere gli uomini, e renderli inescusabili. In secondo luogo, egli si fa conoscere a noi più manifestamente ed evidentemente attraverso la sua santa e divina Parola (Salmo 19:8; 1 Corinzi 12:6), e cioè, fin quanto sia necessario per noi conoscere in questa vita per la sua gloria e la nostra salvezza”[8].
Questo articolo della Confessione Belga mette in evidenza come Dio ci abbia dato due libri attraverso i quali possiamo conoscerlo: la natura e la Scrittura. Uno è scritto con le lettere di tutte le creature “piccole e grandi” e l’altro con l’inchiostro, ma tutti e due i libri ci insegnano la verità su Dio. Potremmo allora chiederci: c’è differenza fra questi due “libri”, l’uno nella natura e l’altro letteralmente libro? Quest’articolo dice che, sebbene Dio riveli la Sua verità attraverso le cose create, la natura, Dio rivela Sé stesso “più manifestamente”, più apertamente, nella Bibbia. Anche se possiamo apprendere molte cose su Dio e sue vie attraverso la natura, possiamo apprendere la sua verità più chiaramente e più facilmente dalla Scrittura. Difatti, dato che solo la Scrittura ci rivela l’Evangelo di Cristo (2 Timoteo 3:15; Romani 19:14-17), possiamo apprendere cose certe su Dio e sui Suoi propositi dalla Bibbia più di quanto mai potremmo apprendere dalla natura.
L’idea che Dio si faccia conoscere attraverso due libri dovrebbe condurre i cristiani allo studio, con apprezzamento e rispetto per Dio. Il libro della natura ci dovrebbe condurre ad avere rispetto ed interesse per le discipline che si propongono lo studio della natura, che se ne rendano conto oppure no, perchéesse studiano la verità di Dio. Ciononostante, proprio perché Dio ha rivelato Sé stessi in modo più preciso nelle Scritture, le scienze naturali non dovrebbero mai essere considerate come la nostra autorità ultima di fede e di condotta. È solo la Scrittura ad essere la nostra autorità ultima in quelle aree.