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Idoli pagani santificati?
La recente polemica sugli "idoli santificati" nella chiesa cattolica-romana ha suscitato un interessante dibattito richiamando l'attenzione (provvidenzialmente!) su una questione di fondamentale importanza: come dev'essere svolto il culto di Dio?
Si tratta di una questione non solo da sempre dibattuta nell'ambito del Cristianesimo, ma che percorre tutta la storia del popolo di Dio fin dai suoi primordi. Pensiamo solo alla vicenda di Caino e Abele in Genesi. Essa non ha tanto a che fare con la questione dell'omicidio, ma con quella del culto accettevole a Dio. Le sue premesse sono, infatti: "Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta" (Genesi 4:3-5). Tanti oggi si metterebbero decisamente dalla parte di Caino, indignati dalla risposta di Dio: "...come si permette Dio di gradire l'offerta di Abele e di rifiutare quella di Caino? Ciascuno fa quel che si sente di fare ed ogni espressione di religiosità è accettabile!".
No, non è proprio così: il culto è di Dio e non il nostro ed è Lui che sovranamente stabilisce come intenda essere adorato. Per tutto l'Antico Testamento è Dio che stabilisce, infatti, fin nei più piccoli dettagli, come debba essere svolto il culto - e le conseguenze del non attenervisi sono drammatiche e esemplari. Lo "spontaneismo" ne è del tutto escluso: il popolo di Dio deve onorare il Dio vivente e vero nei termini che Egli stesso stabilisce nella Sua Parola.
Il culto deve essere puro, non solo riguardo ai sentimenti che lo ispirano, ma anche per quanto riguarda le sue modalità. Di fatto Dio stabilisce che verso di Lui il culto debba assumere caratteristiche radicalmente diverse da come altre fedi e religioni lo esprimono nei confronti delle loro divinità. Ogni compromesso sincretista, in qualunque modo possa essere giustificato, è severamente condannato. Tipica (e quanto mai trascurata) è l'ingiunzione che nel culto del Dio vero e vivente non ci si debba avvalere di immagini e rappresentazioni di qualsiasi tipo (statue, dipinti, simboli, ecc.).
Nel culto di Dio vale il principio "Tutto ciò che non è prescritto od esemplificato nella Parola di Dio è proibito", il che oggi viene spesso capovolto nella fallace affermazione: "Tutto ciò che non è esplicitamente proibito nella Parola di Dio è accettabile". E' così che, infatti, si insinuano nel popolo di Dio pratiche di ogni tipo lodate oggi perché, si dice, sono "in buona fede" o sono ispirate da "lodevoli sentimenti", ma che in realtà sono aberrazioni delle cui conseguenze spesso non ne siamo consapevoli o minimizziamo. E' così che si moltiplicano i sofismi del Cattolicesimo romano (da sempre sincretista per vocazione) che vorrebbe accogliere nel suo seno ogni espressione di religiosità (magari "correggendola" e "perfezionandola") ma che è lontano mille miglia dallo spirito e dalla lettera dell'insegnamento biblico, non solo dell'Antico Testamento, ma anche del Nuovo, perché Gesù stesso afferma: "Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità" (Giovanni 4:23-24).
Le correnti aberrazioni dal puro culto di Dio sono rilevate (per giustificarle!) dal celebrato e "santificato" Cardinale Newman, quando scriveva: “L'uso dei templi, e di quelli dedicati a santi particolari, e decorati a volte con rami di alberi, incenso, lampade e candele; le offerte ex voto in caso di guarigione dalle malattie; l’acqua santa, l’asilo; le festività e le stagioni liturgiche, l'uso dei calendari, le processioni, le benedizioni sui campi, i paramenti sacerdotali, la tonsura, l'anello usato nel matrimonio, il rivolgersi ad est, e in un momento successivo anche le immagini, forse pure il canto ecclesiastico e il Kyrie Eleison: tutti sono di origine pagana, e sono stati santificati dalla loro adozione nella Chiesa”.
Una chiesa che si arroga l'autorità di Dio stesso non "santifica", ma corrompe il culto del Dio vero e vivente e giunge di fatto a privare gli ignari suoi fedeli del vangelo della salvezza in Cristo Gesù, così come lo testimonia, lo proclama e lo spiega l'intera Bibbia. E' proprio per quel motivo che le contaminazioni pagane (tutte) vanno abolite dovunque esse sorgano (e non solo nella chiesa cattolica-romana) per conformarci a quanto Dio stesso ha stabilito nella Sua Parola. Queste sono le istanze della Riforma protestante, che rimangono a tutt'oggi rilevanti per l'intera cristianità.