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Gli inni dell'epoca d'oro dell'evangelismo

 
Sto rivisitando i classici dell'innologia evangelica inglese del XVIII e XIX secolo. Ci sono delle perle stupefacenti, quasi dei mini-trattati di teologia in poesia e musica, rispetto ai quali molti nostri inni moderni impallidiscono per la loro superficialità... Prendiamo per esempio, John Newton (1725-1807), del quale noi conosciamo solo "Amazing Grace": egli scrisse quasi 300 altri inni.

Prendo uno dei suoi canti: "I know the Lord is nigh" (So che il Signore è vicino). In questo canto elabora i concetto espresso da due testi biblici: "Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no" (Romani 7:18); "infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo" (Filippesi 2:13). Il concetto è: l'essere umano è spiritualmente morto. Dio risveglia con la nuova nascita il volere di fare il bene, ma ancora sente di non avere la capacità, la forza, di metterlo in pratica. Allora grida al Signore e dice: Signore, non darmi solo la volontà, dammi anche la capacità.

Riprendo così il testo originale del canto e poi una traduzione italiana letterale (non cantabile). Chi saprebbe metterla in metrica italiana interpretando il senso ultimo di questo canto? Non importa se è una traduzione letterale.


 
 John Newton - I know the Lord is nigh
Conflict - Rom. 7:15-24; Gal. 5:17
S.M.

1. I know the Lord is nigh,
And would but cannot pray,
For Satan meets me when I try,
And frights my soul away.

2. I would, but can't repent,
Though I endeavour oft;
This stony heart can ne'er relent
Till Jesus makes it soft.

3. I would, but cannot love,
Though wooed by love divine;
No arguments have power to move
A soul so base as mine.

4. I would, but cannot rest
In God's most holy will;
I know what he appoints is best,
Yet I murmur at it still.

5. O could I but believe,
Then all would easy be;
I would, but cannot; Lord relieve!
My help must come from thee.

6. By nature prone to ill,
Till thy appointed hour,
I was as destitute of will
As now I am of power.

7. Wilt thou not crown at length
The work thou hast begun?
An with the will afford me strength
In all thy ways to run?
 
 John Newton - Io so che il Signore è vicino
Conflitto - Romani 7:15-24; Galati 5:17
(Short Metre)

1. Io so che il Signore è vicino,
e vorrei, ma non riesco a pregare,
perché Satana, quando ci provo, mi viene incontro
e spaventando la mia anima, la fa fuggire.

2. Io vorrei, ma non posso pentirmi,
sebbene io ci provi spesso.
Questo mio cuore di pietra non può mai raddolcirsi
fintanto che Gesù lo rende soffice.

3. Io vorrei, ma non posso amare,
sebbene l'amore di Dio mi corteggia;
non c'è argomentazione che riesca a smuovere
un'anima tanto vile quanto la mia.

4. Io vorrei, ma non posso riposare
nella santissima volontà di Dio.
Io so che quel che stabilisce è la cosa migliore,
eppure ancora me ne lamento.

5. O potessi solo credere,
allora tutto sarebbe più facile;
io vorrei, ma non posso; Signore aiutami!
Il mio aiuto può solo venire da te.

6. Per natura tendo al male,
fino al'ora da te stabilita.
Io ero tanto privo di volont
come ora lo sono di potenza.

7. Non vorresti tu finalmente coronare
l'opera che hai iniziato?
E concedermi, oltre al volere, la forza
per correre in tutte le tue vie!