Predicazioni/Giovanni/Abbondanti risorse a nostra disposizione

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Abbondanti risorse a nostra disposizione

Il ministro della transizione ecologica del governo Draghi, Roberto Cingolani1, fisico, accademico e politico italiano, ha affermato qualche tempo fa: “Tutto il pianeta è sovrappopolato, c’è un problema di sostenibilità. Il pianeta è progettato per 3 miliardi di persone”. Da dove scaturisca questa convinzione non è dato di saperlo e non lo ha spiegato. Poi ha aggiunto: “L’essere umano è un parassita perché consuma energia senza produrre nulla”. Si tratta di un’antropologia fallace ed omicida, concezioni aberranti sostenute oggi da un'élite di persone che si credono “illuminate” e che si propongono di “mettere a posto” loro le cose in questo mondo assumendo il potere ...e vi lascio immaginare come. Dobbiamo loro opporre strenua resistenza perché, per quanto possano sembrare sensati, questi progetti pervertono i propositi rivelati di Dio per questo mondo. Falliranno, però, come sono falliti nella storia tutti i progetti politici e sociali totalizzanti - dopo aver fatto danni inenarrabili. Dobbiamo reagire e soprattutto promuovere decisamente valori diversi in armonia con la volontà rivelata di Dio. “...'poiché la creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio” (Romani 8:19). Dovremmo forse lasciare il mondo in mano alla “...progenie del diavolo”, che è stato “omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità”, colui che “...quan'do parla il falso, parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44)?

Il mondo che Dio ha creato affinché lo abitassimo è di straordinaria ricchezza e varietà. Il Creatore non si è risparmiato nel fornirci risorse di ogni tipo, certo non illimitate ma sufficienti per la nostra e le future generazioni. Possiamo liberamente avvalercene e dobbiamo creativamente svilupparle. Allorché sia saggiamente amministrato secondo la Sua espressa volontà, questo mondo contiene tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Non si tratta, però solo di abbondanti risorse materiali, quelle che Dio ci ha elargito, ma anche di innumerevoli risorse spirituali distribuite fra le creature umane. Soprattutto esse sono contenute nell’insegnamento e nell’opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo “...in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza” (Colossesi 2:3).

Ascoltiamo la testimonianza dell’Evangelo a questo riguardo:

Giovanni gli ha resa testimonianza ed ha esclamato, dicendo: Era di questo che io dicevo: Colui che vien dietro a me mi ha preceduto, perché era prima di me. Infatti, è della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia. Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo. Nessuno ha mai veduto Iddio; l'unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, è quel che l'ha fatto conoscere” (Giovanni 1:15-18).

I. "...è della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto"

L’evangelista Giovanni, sia a livello personale che come portavoce di tutti i discepoli di Gesù del suo tempo, testimonia di avere ricevuto con abbondanza dalla "pienezza" di Cristo. In altra occasione egli dice come il suo fecondo incontro con Cristo gli avesse dato una gioia incontenibile che pure desiderava condividere con altri (1 Giovanni 1:4). Che cos'è e in che cosa consiste la "pienezza di Cristo" di cui egli qui parla?

In Colossesi 2:9 l’apostolo Paolo scrive: "...poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità".

1. Risorse illimitate. Il Salvatore Gesù Cristo non è un uomo dalle risorse e capacità limitate. In Lui si manifesta Dio nella Sua ricca e generosa disponibilità di grazia. Da un essere umano, per quanto eccellente possa essere, sappiamo di poter ricevere solo un aiuto limitato e spesso difettoso. Cristo però ha dimostrato di saper rispondere ad ogni bisogno di fondo dell’essere umano. E’ stato scritto: "Cristo sapienza per la tua ignoranza, forza per la tua debolezza, giustizia per la tua colpevolezza, santificazione per la tua corruzione, redenzione dalla tua apostasia". Perché mai dovremmo rivolgerci ad altri, che sono falsi cristi e falsi profeti? In Cristo abbiamo la pienezza delle risorse e della disponibilità di Dio. Di chi altri potremmo aver bisogno, se abbiamo Cristo? Ad un certo punto della Sua carriera molti lasciano Cristo, scandalizzati dalla durezza delle Sue parole. Alla domanda di Gesù rivolta ai dodici: "Volete andarvene anche voi?" Pietro risponde: "Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna" (Giovanni 6:68).

2. Non a pochi. Questa disponibilità di risorse Egli la manifesta, poi, a tutti coloro che con fiducia si affidano a Lui. Qualcuno potrebbe dire: "Io non sono una persona religiosa, non capisco queste cose". Un altro: "Nella mia vita io le ho combinate troppo grosse: certo quel Gesù non vorrebbe aver a che fare con me". Un altro: "Io non me ne intendo di spiritualità: queste cose non fanno per me". Si potrebbe domandargli: “Credi di essere troppo un peccatore per poter sperare di ricevere alcunché da Gesù? Ma Gesù venuto proprio a cercare un tipo come te, per liberarti dalla tua miseria. Credi di essere troppo materialista per comprendere la spiritualità? Ma Gesù venuto proprio per persone come te, affinché siano liberate dalle catene del materialismo”.

Non c'è nulla al mondo che ti potrebbe impedire di ricevere le benedizioni di Cristo se non il tuo ostinato e stupido orgoglio di non volere ammettere di aver bisogno di Lui, la tua ostinata e stupida volontà di autosufficienza. Cristo pienamente sufficiente e disponibile per venire incontro a tutti i tuoi bisogni profondi, chiunque tu sia.

3. Testimonianze vive. E’ l’esperienza viva di cui testimoniano uomini e donne nel corso della storia che, guardando indietro nella loro esperienza di fede riconoscono come abbiano, sia pure immeritatamente, ricevuto dall’abbondanza della grazia di Dio. John Bunyan, nel ‘600, aveva passato gran parte della sua vita in carcere in Inghilterra a causa dell’Evangelo in cui credeva e si ostinava a predicare. In carcere però aveva potuto scrivere meravigliosi classici di spiritualità riformata che hanno contribuito per secoli a formare credenti in tutto il mondo. Nell’introduzione alla sua autobiografia spirituale dal titolo: "Grazia che abbonda al maggior peccatore", che porta per sottotitolo: "Una breve relazione della copiosa misericordia di Dio in Cristo verso il suo povero servo John Bunyan", egli scrive: "In questo mio discorso, voi potete scorgere molto; molto, voglio dire, della grazia di Dio nei miei confronti; io ringrazio Dio perché la posso considerare abbondante, perché passata sopra i miei peccati, e anche alle tentazioni di Satana. Ricordo le paure, i dubbi, e i mesi tristi, con conforto... Oh il ricordo dei miei gravi peccati, delle mie grandi tentazioni, e dei miei grandi timori di perire per sempre! Essi rinfrescano nella mia mente il ricordo del grande aiuto, del grande sostegno che ho avuto dal Cielo, e della grande grazia che Dio ha esteso a un miserabile come me".

Come dice il nostro testo biblico, si tratta davvero dell’esperienza di ricevere con abbondanza:

II. "grazia sopra grazia"

Dalla "pienezza di Cristo" l’evangelista Giovanni dichiara di aver ricevuto "grazia sopra grazia" . Di che cosa si tratta e in che modo essa per lui si accumula e moltiplica?

La parola "grazia"è un termine legale, e significa "condono della pena". Ecco un uomo, giustamente condannato alla pena capitale a causa del suo crimine, il quale riceve un giorno la notizia che il capo dello stato, nella sua magnanimità, gli ha concesso una grazia del tutto immeritata. Quell’uomo è stato "graziato". Immaginate per quest’uomo che non solo abbia ricevuto la grazia di uscire di prigione libero, ma, fuori dalla porta del carcere veda una limousine che viene ad accoglierlo e l’autista lo porti in un magnifico residence, dove potrà vivere senza che gli manchi nulla. Esagerato, è troppo davvero..., direste voi, impossibile. Eppure quest’uomo possiamo dire di aver ricevuto "grazia sopra grazia". E’ esattamente ciò che accade alla persona che si affida al Salvatore Gesù Cristo.

Grazia è un concetto centrale ed imprescindibile per la fede cristiana: la grazia ci che può rendere santo un abietto peccatore. Un cristiano ha detto: "Io non sono quello che potrei essere, io non sono quello che dovrei essere, io non sono quello che vorrei essere, io non sono quello che spero di essere; ma io ringrazio Dio che non sono più quello che ero, e così posso dire con il grande apostolo: ‘Per la grazia di Dio io sono quello che sono’" (J. Newton).

Grazia implica che davanti a Dio noi tutti siamo peccatori condannati irreparabilmente perché trasgrediamo giorno per giorno le leggi oggettive che Dio ha stabilito per l’essere umano. Siamo trasgressori e ribelli a Dio. Meritiamo solo il peggio. Eppure, nella Sua misericordia, Iddio ci offre in Cristo una via d’uscita. Egli paga per noi, e noi possiamo uscire liberi dal carcere perché il debito stato pagato da Cristo. Basta fare appello al Suo dono.

Subito dopo però scopriamo che la sua generosità non finisce nemmeno qui. Scopriamo che Cristo è stato costituito pure fonte di ulteriori doni per tutti i Suoi discepoli, i quali, per fede, partecipano alle Sue virtù. Noi siamo stati ricevuti nella grazia di Dio per la grazia e l’amore di Dio Padre verso Cristo, nostro Mediatore, e come tali diventiamo "eredi di ogni cosa". Ai cristiani di Roma, preoccupati per le difficoltà che avrebbero incontrato a causa della loro fede, egli scrive: "Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui?" (Romani 8:32).

Scrivendo ai cristiani di Efeso Paolo prega Dio che Egli dia loro: "secondo le ricchezze della sua gloria, di essere fortificati con potenza... di conoscere l’amore di Cristo che sopravanza ogni conoscenza... per essere ripieni di tutta la pienezza di Dio", e conclude: "Ora a colui che può... fare smisuratamente al di l'à'di quanto chiediamo o pensiamo... a Lui sia la gloria... per tutte le generazioni" (Efesini 3:14-21). Come Capo della Sua chiesa, Cristo continua a distribuire a ciascuno dei suoi membri una porzione dei Suoi doni: non vorremmo noi metterci nella condizione di riceverli?

III. "grazia e verità”

L’evangelista Giovanni afferma che Dio è un Dio che dona generosamente grazia su grazia. Al versetto 17 il nostro testo poi afferma: "Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo". Esso mette in evidenza come la legge sia stata un dono che Dio ha fatto all'umanità tramite Mosè. E’ indubbiamente preziosa, perché stabilisce i principi di una vita pienamente realizzata. In un certo senso, però, la grazia è un dono ancora maggiore della legge.

1. La legge come dono. La legge morale, la Legge di Dio data tramite Mosè, è un grande e prezioso dono che Egli ha fatto all'umanità, e di cui il popolo di Israele era fiero possessore e divulgatore.

Anche la legge è un dono della grazia. Essa stata ispirata a Mosè dalla stessa Parola che si è fatta uomo in Cristo. Essa ci mostra quanto possa essere meravigliosa ed armoniosa la vita a cui Dio ci chiama; essa ci fa ritirare con orrore da ciò che meschino, sporco ed ingiusto. Senza la legge saremmo peggio delle bestie – come si dice. Nella Sua legge Iddio ci ha dato delle stelle secondo le quali orientare la nostra vita, la legge ci risveglia ad aspirare a qualcosa di più grande e migliore di ciò che siamo, ci ha fatto vedere le infinite possibilità alle quali potremmo giungere. D’altro canto la perfetta legge di Dio ci spaventa perché ci fa vedere la miseria nella quale siamo, ed è fonte di frustrazione quando scopriamo di non riuscire a raggiungere quelle vette. Saremmo così portati o ad essere ipocriti, falsamente ligi alla moralità che essa impone o a giustificare un livello più basso di ciò che la legge ci indica. Da Dio abbiamo per ricevuto in Cristo un dono ancora migliore.

2. La grazia, dono maggiore. Quali sono i limiti della legge e il maggior valore della grazia, che pure non la soprassiede. Un’illustrazione potrebbe aiutarci a comprendere. La legge potrebbe essere paragonata alla lampadina tascabile che usiamo quando in casa nostra si è spenta la luce perché una valvola si è bruciata. Con la lampadina tascabile ci facciamo strada nel buio fino alla cantina o al solaio dove si trova il quadro elettrico. Con essa cerchiamo quale sia la valvola bruciata, ma non mettiamo la lampadina tascabile al posto della valvola. Per ristabilire la corrente, mettiamo una valvola nuova. La legge potrebbe anche essere paragonata al piombino del muratore del quale si serve per vedere se un muro è diritto. Se riscontra che il muro non è diritto abbastanza, non è il piombino che potrà risolvergli il problema, ma gli attrezzi adatti...

La legge ci mostra dove stia il problema, ma non ci dà la forza o la capacita per essere ciò che Dio si aspetta da noi. Solo la grazia di Dio in Cristo può rigenerare la nostra impotenza, renderci disponibili quelle risorse spirituali che sole possono farci essere ciò che dovremmo. Predicare la legge, senza Cristo, vuol dire parlare al vento, descrivere grandi ideali che nessuno avrà veramente la forza di realizzare, come tanti discorsi che oggi si sentono dai pulpiti della politica, delle religioni e delle chiese corrotte.

3. La verità. L’ultimo punto del nostro testo è che la verità è venuta attraverso Cristo. Che significa? Forse che prima di Cristo non ci fosse verità? Certo no. Dio ha lasciato e lascia dovunque tracce della verità, tanto che nessuno può scusarsi e dire di non aver mai udito la verità se non ha mai udito di Cristo.

Il nostro testo intende dire che Cristo finalmente ha portato una religione di verità, di realtà, non di apparenza e di ipocrisia. Si tratta di una religione veramente efficace e rilevante: non di una teoria o di una pia speranza, ma qualcosa che incide profondamente sulla realtà, e si comprovata tale. Provata col fuoco e nei modi più drastici, come pure nei casi più impossibili, essa ha funzionato. Non abbiamo qui un mondo di ombre e di simboli e cerimonie, belli ma privi di sostanza: ecco un mondo di solidi fatti sui quali si possono poggiare i piedi con sicurezza e sapere che nulla riuscii a scalzarli. L’apostolo Paolo scrive con fierezza: "Poiché io non mi vergogno dell'Evangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza d'ogni credente" (Romani 1:16). Ecco un Signore, Gesù Cristo, che salva, che salva di fatto, nel modo più completo ed oggettivo. Il cristianesimo biblico è la dottrina che il Dio infinito e personale è la realtà ultima, e che una persona può accostarsi apertamente al Dio santo sulla base dell’opera storica ed oggettiva compiuta da Cristo Gesù e su quella soltanto.

Conclusione

Gli “esperti” di questo mondo pretendono di risolverne i problemi disprezzando ed ignorando Dio e la Sua sapienza rivelata abbondantemente per noi nelle Sacre Scritture e culminante nel Signore e Salvatore Gesù Cristo. A questi “esperti” (tecnocrati, si direbbe oggi) anche molti cristiani vorrebbero ciecamente affidarsi mentre loro, così affermano, si occuperebbero solo “del regno dei cieli”. Questa, però, non è la prospettiva della sapienza biblica. Essa implica il prendersi piena responsabilità per questo mondo in armonia con la volontà rivelata di Dio, “...'p'oiché la creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio” (Romani 8:19). ...aspetta e spera, direbbe qualcuno, perché fin troppi cristiani sono in tutt’altre faccende affaccendati, in tutto meno quel che dovrebbero.

Le risorse ci sono e abbondanti – Dio non si è risparmiato in questo né un tempo né oggi. Devono solo essere utilizzate creativamente e sviluppate. Questo mondo è “la vigna del Signore”: dove sono i lavoratori che in esso si danno da fare? Le risorse ci sono e abbondanti, materiali e spirituali, in Cristo. Infatti, “Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui?” (Romani 8:32). Questi sono “i talenti” che ci sono affidati: saremo noi trovati fra quei buoni e fedeli servitori che li hanno fatti fruttare?

Paolo Castellina, rielaborazione del 19-12-2021 di una mia predicazione dell’11-2-1998.