Etica/Liberi veramente/La limitazione del potere del governo
D. La libertà biblica limita il potere del governo
La libertà dev’essere mantenuta nei limiti della legge, fatta applicare dal governo. Quando, però, il governo diventa troppo invadente, noi perdiamo libertà. Il dibattito sulla grandezza ed il ruolo del governo ha enormi implicazioni per la vita degli individui nel mondo intero. Importante come sia la questione, però, i cristiani sono divisi su quello che la Scrittura ha da dire sul governo. Alcuni sostengono che il governo debba essere limitato e mettono in rilievo i fondamenti biblici di quest’idea. Altri sostengono che la Bibbia parli del governo come qualcosa di esteso. Faremo qui alcune considerazioni per aiutarci a inquadrare il problema.
Il Governo è stabilito da Dio
Romani 13:1-7 è illocus classicussull’argomento del governo. E’ stato osservato come questo sia il testo più rimarchevole del Nuovo Testamento sulla responsabilità civica del cristiano.
I vers. 1 e 2 affermano:“Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c'è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono istituite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità, resiste all'ordine di Dio; e quelli che vi resistono attireranno su di sé la condanna”. Si tratta indubbiamente di un forte avallo, approvazione, della bontà intrinseca del governo. Questo avallo è rafforzato dal vers. 4:“perché il magistrato è ministro di Dio per te nel bene; ma se tu fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male”.Il versetto 6 chiama il magistrato (l’autorità politica) “ministro di Dio” o servitore di Dio. Indubbiamente questa designazione esclude che la magistratura debba essere considerata un male e che serva il bene solo nel senso che si tratterebbe di un male minore per contenere e contrastare mali più grandi.
Questo, naturalmente, non significa che tutte le azioni del governo siano buone. Notiamo come i termini usati in 1 e 5 siano “essere sottoposti” e “sottomessi”, non che bisogni ubbidire loro incondizionatamente.
Ciò che qui si richiede e lasottomissione, mettersi sotto l’autorità di qualcuno. Nel vers. 1 e 5 l’Apostolo sembra evitare l’uso del termine più forte “ubbidienza”, perché il credente potrebbe trovare impossibile conformarsi ad ogni richiesta del governo. Possono sorgere circostanze in cui bisogna scegliere se obbedire a Dio oppure obbedire all’uomo (Atti 5:29). Anche allora il cristiano dovrà essere sottomesso al punto che se le sue persuasioni non permettono di conformarsi, dovrà accettare le conseguenze di tale rifiuto.
Se il governo proibisce ciò che Dio comanda (come la preghiera in Daniele 6) o comanda ciò che Dio proibisce (come l’idolatria in Daniele 3), allora il credente dovrà disubbidire all’autorità umana e pagarne le conseguenze.
Il ruolo del governo è più negativo che positivo
Quando si conforma al ruolo per il quale Dio lo stabilisce, il governo è“un vendicatore con ira contro colui che fa il male”(ND), cioè “infligge una giusta punizione a chi fa il male” (NR).
Riteniamo qui la traduzione letterale “vendicatore con ira” perché il termine “vendetta” si collega a quanto già l’Apostolo aveva precedentemente detto in Romani 12:17“Non rendete ad alcuno male per male”, come pure al v. 19“Non fate le vostre vendette, cari miei, ma lasciate posto all'ira di Dio, perché sta scritto: «A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore»”.I singoli non devono, cioè, assumersi privatamente l’onere della vendetta, cioè del ripagare il male subito con il male (la giustizia privata), ma devono lasciare questo compito a Dio. Noi, piuttosto, dobbiamo vincere il male con il bene, fare del bene a chi si è dimostrato nostro nemico, dandogli persino, se necessario, da mangiare e da bere (Romani 12:20-21). Questo passo fa eco alle espressioni del Sermone sul Monte:“Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano”(Matteo 5:44). Dio non ignora o si dimentica delle ingiustizie, ma a suo tempo “si vendica” contro i malfattori, come pure affida alla magistratura (coloro che governano) questo compito. Dio ha affidato anche alle autorità politiche il compito di essere strumenti della Sua giustizia.
Quando la magistratura (il governo) infligge una giusta punizione ai malfattori (Romani 13:4) svolge, per così dire, un ruolo negativo. Essa assume un ruolo negativo quando protegge un cittadino e lo mette in grado di perseguire, promuovendolo, ciò che è buono e legittimo. Essa crea e sostiene le condizioni di esercitare il diritto dei cittadini alla proprietà privata, alla salute ed alla vita, colpendo chi questi diritti li vorrebbe pregiudicare, impedire, sottrarre. Rimuove gli ostacoli alla fruizione di diritti. La magistratura svolgerebbe un ruolo positivo qualora fornisse direttamente qualcosa ai cittadini.
Il ruolo “negativo” del magistrato è messo in rilievo dall’ultima parte di Romani 13:4
“...perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male”.Il versetto 3 dice: “Fa' ciò che è bene, e tu riceverai lode da essa[l’autorità]”. In questo branoil governo non ha il ruolo positivo di concedere diritti o creare beni e servizi,ma semplicemente di “lodare chi fa il bene”. Questa “lode” potrebbe includere lo speciale riconoscimento di coloro che servono in modo esemplare o semplicemente chi fanno ciò che è giusto davanti a Dio, vale a dire, chi, in questo modo, è un buon cittadino. I governanti sono chiamati a esaltare, promuovere e lodare chi fa il bene. Questo brano non proibisce necessariamente al governo di provvedere beni e servizi, ma fortemente mette in rilievo come debba sostenere il primato della legge (rule of law) ed incoraggiare il buon comportamento.
L’identico concetto lo troviamo in 1 Pietro 2:13-14:“Sottomettetevi dunque per amore del Signore ad ogni autorità costituita: sia al re come al sovrano, sia ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per lodare quelli che fanno il bene”. Questo sunto del ruolo del governo pure evidenzia la punizione dei malfattori e la lode di coloro che fanno il bene, non che esso conceda diritti o produca beni o servizi. L’accento anche qui è posto sul suo “ruolo negativo”.
Per inaugurare il Suo regno, Gesù respinge la via della politica ordinaria in questo mondo:“Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero affinché io non fossi dato in mano dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui”(Giovanni 18:36). Gesù riconosce che “Cesare” ha un suo ruolo e che non si sostituisce e non può sostituirsi a Dio:“Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”(Matteo 20:21).Gesù qui limita il ruolo del regnante. “Rendete a Cesare il denaro perché è il suo denaro, l’ha stampato lui, ma non dategli fedeltà e devozione ultima, perché non gli appartiene.Gesù relativizza e non assolutizza i regnanti di questo mondo. Possiamo dare a “Cesare” parte di ciò che vuole, ma non tutto ciò che vorrebbe. Non possiamo accettare completamente il suo sistema di coercizione, il suo sistema di ingiustizie, il suo sistema di esclusione. Egli vorrebbe fedeltà assoluta ed incondizionata, obbedienza indiscriminata, maquella non gliela possiamo dare, perché appartiene solo a Dio.
Di fronte a Pilato, Gesù riconosce il fatto che Pilato può disporre in quel momento di Lui, ma dice:“Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dall'alto”(Giovanni 19:11) ...e quell'alto non è l’imperatore di Roma, ma Dio (che non è e non può pretendere di essere Dio)
Un altro brano significativo è 1 Timoteo 2:1-2“Ti esorto dunque prima di ogni cosa che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in ogni pietà e decoro”. Si noti qui che il ruolo delle autorità è proteggere, garantire, una vita tranquilla e quieta, cioè garantire le condizioni in cui tutti possano esercitare i loro diritti stabiliti da Dio senza che alcuno li minacci o cerchi di sottrarli.
I testi or ora menzionati sono importanti, perché stabiliscono la prospettiva del Nuovo Testamento sul governo civile. L’Antico Testamento aveva stabilito una teocrazia nella quale ci si aspettava dai governanti che aderissero agli statuti divini. Oggi, però, la maggior parte di noi vive in società simili alle nazioni pagane alle quali fa riferimento Amos 1 e 2 che denunciavano la deportazione forzata della popolazione, schiavitù e omicidi. Anche oggi vi sono regimi in cui tutto questo vige normalmente. Quand’anche questi abusi non avvenissero palesemente nelle nostre nazioni, è necessario vigilare costantemente ed operare per “contenere” i poteri dei governi al minimo necessario. Si renderà così impossibile ogni abuso delle loro legittime funzioni e competenze, e garantire così il libero esercizio di tutti quei diritti inalienabili dei quali Dio stesso ci ha resi titolari. I governi devono tenere il male sotto scacco, “contenerlo”, ma spesso è pure necessario “contenere” i governi stessi affinché non travalichino i compiti ai quali essi stessi sono tenuti. La domanda che non possiamo qui oggi approfondire ècomefarlo.
Ammonizioni bibliche contro gli abusi del governo
Dalla Genesi all’Apocalisse, la Bibbia è piena di esempi e denunce di governi che abusano del loro potere. In Genesi ed all’inizio dell’Esodo, questo è evidente in egitto, dove il Faraone inizialmente oppone resistenza alla richiesta di Mosè di “lascia andare il mio popolo” (Esodo 9). Vediamo nel Faraone un tiranno totalitario dal cuore indurito che resiste e non vuole sottomettersi neppure di fronte a ripetute piaghe mandate da Dio sulla sua nazione. La Pasqua è una celebrazione che commemora la resistenza profetica a un dittatore totalitario e alla potente liberazione che Dio opera per un popolo in schiavitù.
A volte, il popolo anelava ad avere un re. Dopo la vittoria di Gedeone, gli israeliti volevano farlo diventare il loro re e stabilire così una dinastia dove i suoi figli avrebbero continuato a succedergli. Gedeone, però, dice:“Io non regnerò su di voi, e neppure mio figlio regnerà su di voi!”(Giudici 8:23). Più tardi, quando i figli di Samuele, suoi successori, erano diventati corrotti ed erano ricorsi a raccogliere tangenti dal popolo, gli Israeliti avevano a gran voce preteso di essere governati da un re che li difendesse pure da aggressori stranieri. Essi gli avevano detto:“Or dunque stabilisci su di noi un re che ci governi come avviene per tutte le nazioni”(1 Samuele 8:5). Dio aveva detto a Samuele di acconsentirvi, anche se questo significava rifiutare la sovranità di Dio. La richiesta del popolo era peccaminosa per le sue motivazioni, egoista per il tempo in cui era stata posta e codarda nel suo spirito. Gli israeliti volevano conformità e sicurezza. Ciò che non vedevano era ciò che Samuele avrebbe loro detto come ammonizione:
“Questi saranno i diritti del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli, per destinarli ai suoi carri e farli suoi cavalieri, e perché corrino davanti ai suoi carri; per farli capitani di migliaia e capitani di cinquantine, per metterli ad arare i suoi campi, a mietere la sua messe, a fabbricare le sue armi da guerra e gli attrezzi dei suoi carri. Prenderà le vostre figlie per farne profumiere, cuoche e fornaie. Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti, i migliori che avete, per darli ai suoi servi. Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servi. Prenderà i vostri servi, le vostre serve, i vostri giovani migliori e i vostri asini per usarli nei suoi lavori. Prenderà anche la decima delle vostre greggi, e voi sarete suoi schiavi. Allora in quel giorno griderete a motivo del re che avete scelto per voi, ma l'Eterno non vi risponderà”(1 Samuele 8:11-18).
Un re avrebbe “preso” da loro ed alla fine sarebbero diventati suoi schiavi! La storia dei re di Israele lo avrebbe dimostrato. Essi sarebbero stati dei “prenditori”, praticamente dei ladri.Anche “il grande” Salomone alla fine si corrompe:“Così Salomone fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno e non seguì pienamente l'Eterno, come aveva fatto Davide suo padre”(1 Re 11:6). Non avrebbe prestato ascolto all’ammonizione del Deuteronomio sui futuri re:“Ma egli non deve procurarsi un gran numero di cavalli, né deve far tornare il popolo in Egitto per procurarsi un gran numero di cavalli, poiché l'Eterno vi ha detto: "Non ritornerete più per quella via". Non deve procurarsi un gran numero di mogli, affinché il suo cuore non si svii; e non deve accumulare per se stesso una gran quantità di argento e d'oro”(Deuteronomio 17:16-17). Salomone fa proprio tutte queste cose, stabilendo persino culti idolatrici, e contraddicendo ciò che egli stesso aveva detto:“Figlio mio, cessa di ascoltare l'ammaestramento, e ti allontanerai dalle parole di conoscenza”(Proverbi 19:27).
Salomone aveva pure imposto al popolo una tassazione onerosa, tanto che gli anziani del popolo si erano presentati al figlio Geroboamo dicendogli:“Tuo padre ha reso il nostro giogo pesante; ora tu alleggerisci la dura servitù di tuo padre e il giogo pesante che egli ci ha imposto e noi ti serviremo”(1 Re 12:4). Geroboamo respinge questa richiesta e si fa consigliare piuttosto dai giovani, e risponde loro:“Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, ma io lo renderò più pesante ancora; mio padre vi ha castigati con fruste, ma io vi castigherò con flagelli”(1 Re 12:14). Tutto questo condurrà alla divisione del regno e al rifiuto dell’autorità di Geroboamo. Geroboamo aveva rifiutato di limitare il suo potere e gravemente sottovalutato le conseguenzee perderà così la metà del suo regno.
Sebbene la monarchia non sia in sé stessa un male, la storia di questo tipo di governo riflette la Caduta e la verità di quel proverbio che dice: “Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe in modo assoluto”7. Sempre di nuovo governi rappresentati nell’Antico Testamento uscivano dai limiti che avrebbero dovuto caratterizzarli e dimostrano come sia importante vigilare su queste strutture di potere e protestare quando ne abusano. Ne abbiamo dati solo alcuni esempi fra i tanti - se ne potrebbero citare altri.
L’usurpazione di potere più drammatica la troviamo in Apocalisse 13:1-10.
“E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, e sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi di bestemmia. E la bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell'orso e la sua bocca come quella del leone; e il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e grande autorità. E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu sanata, e tutta la terra si meravigliò dietro alla bestia. E adorarono il dragone che aveva dato l'autorità alla bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia, e chi può combattere con lei?». E le fu data una bocca che proferiva cose grandi e bestemmie; e le fu data potestà di operare per quarantadue mesi. Essa aperse la sua bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. E le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli; e le fu dato autorità sopra ogni tribù, lingua e nazione. E l'adoreranno tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell'Agnello, che è stato ucciso fin dalla fondazione del mondo. Se uno ha orecchi, ascolti”.
La bestia viene considerata da molti commentatori come l’impero romano di allora, ma guarda al futuro e dipinge un governo mondiale che assume in sé il peggio degli imperi finora susseguiti nella storia che esigerà adorazione e ubbidienza assoluta, ma solo i veri credenti non si conformeranno e si opporranno. Il culto della perversione delle autorità civili, ispirato da Satana è l’attacco ultimo contro il solo e vero Dio. Le tentazioni respinte da Gesù all’inizio del suo ministero pubblico (Matteo 4:8-10) riappaiono alla fine della storia nella loro forma più pervasiva e guadagna l’appoggio di tutti ad eccezione degli eletti.
Dio chiaramente approva la funzione dei magistrati e del governo come autorità. Dio sceglie il governo come strumento per sostenere l’ordine, la giustizia e il primato della legge. Per questo i cristiani devono rispettarne e valorizzarne l’autorità. Chi compone i governi, però, sono fatte di persone condizionate dalla Caduta e certo non si pongono al di sopra delle critiche. Ne risulta cheDio ha posto dei limiti ai governi specificandone le funzioni.
La maggior parte dei governi oggi espressamente si chiamano fuori dal condizionamento delle “religioni” e si dicono “laici”. I cristiani, pur riconoscendo la legittimità dei governi non possono esimersi dall’avere un atteggiamento critico verso di essi e devono vigilare affinché essi non travalichino i limiti che Dio stesso ha loro posto. La Bibbia ci fornisce molti esempi di governi che escono da tali limiti e diventano oppressivi e, come cristiani, dobbiamo impedire che assumano persino maggiore potere. Secondo Romani 3:7 è certamente giusto pagare le tasse. L’accertamento e la riscossione coattiva delle tasse è, però, in se stessa un’aggressione rivolta al diritto della proprietà naturale di se stessi e dei propri beni. Quanto più lo Stato incrementa le spese per la sicurezza sociale e la salute pubblica, tanto più la proprietà privata è espropriata, confiscata, distrutta e gli individui sono privati del reale fondamento di tutte le protezioni: l’indipendenza economica, la solidità finanziaria e il benessere personale.Eppure, secondo le parole di Giovanni Calvino: “i governanti dovrebbero rammentarsi che tutto ciò che ricevono dal popolo è proprietà pubblica, e non un mezzo per soddisfare la loro privata concupiscenza e lussuria”8.
L’intero dibattito sul governo limitato si pone fra Romani 13 ed Apocalisse 13. Dalla prospettiva di Dio, i governi hanno un ruolo legittimo, ma possono facilmente diventare tirannici. In Romani vediamo il ruolo “negativo” del governo per tenere il male sotto scacco e sostenendo il primato della legge. In Apocalisse vediamo il governo che arraffa per sé ogni cosa, incluso il culto. La Bibbia ripetutamente ci fornisce esempi di governi corrotti che usurpano la libertà, la proprietà e il denaro. Inoltre, molti governi moderni sono altamente burocratici, impersonali, inefficienti, e spesso non fondati su valori biblici. Più estesi diventano, maggiori risorse esigono dai cittadini. Questo ci conduce pure a mettere in questione se essi debbano avere un ruolo positivo nel provvedere beni e servizi che dovrebbero piuttosto essere gestiti da chiese, fondazioni non a scopo di lucro, imprese private ed altre istituzioni non governative che provvedano di beni e servizi in maniera più efficiente, economica e saggia9.
Quanto, però, deve essere limitato un governo? Se per nostra guida prendiamo Romani 13:1-7 e 1 Pietro 2:13-14, i governi dovrebbero essere limitati ad una funzione negativa: punire i malfattori e agevolare il più possibile la libera iniziativa. I cristiani sono chiamati ad affrontare questioni come queste ascoltando le ammonizioni della Scrittura, riflettendo sulle implicazioni della Caduta ed apprendendo le lezioni della storia. Più esteso sarà un governo e meno liberi saremo. Questo comporta rilevanti conseguenze alla nostra auspicata creatività ed innovazione.
Note
8Giovanni Calvino, “Commento al Nuovo Testamento: Romani e Tessalonicesi”, Grand Rapids, Michigan, 1995, p. 284.
9Intervenendo direttamente e deresponsabilizzando la società, lo Stato assistenziale provoca la perdita di energie umane e l’aumento esagerato degli apparati pubblici, dominati da logiche burocratiche più che dalla preoccupazione di servire gli utenti con enormi crescita di spese. La morale del resto implica la libertà e il valore morale della solidarietà obbligatoria, non libera, è nullo. In questa ottica la solidarietà deve nascere spontaneamente attraverso le forze che operano liberamente nella società, quali associazioni umanitarie e religiose. Essa non può essere imposta. Con parole secche ma efficaci l’economista Milton Friedman disse: “chiunque è libero di fare del bene, ma a sue spese”.