Bibbia/Sistema sacrificale

Da Tempo di Riforma Wiki.
Versione del 16 mag 2020 alle 21:44 di Pcastellina (discussione | contributi) (Creata pagina con "Ritorno ---- == <span style="line-height:100%">Comprendere ed accogliere il sistema sacrificale prescritto ed illustrato dalla Bibbia è essenziale per comprender...")
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ritorno


Comprendere ed accogliere il sistema sacrificale prescritto ed illustrato dalla Bibbia è essenziale per comprendere l’Evangelo

Molti oggi sono inorriditi e trovano inaccettabile la pratica dei sacrifici di animali, prescritta dall’Antico Testamento, intesa ad impetrare il perdono dei peccati, ma anche l’idea stessa di Gesù che muore in croce come efficace sacrificio per il perdono dei nostri peccati e la nostra riconciliazione con Dio. Il liberalismo teologico revisiona radicalmente questo concetto e lo altera, inventandosì così un vangelo diverso da quello annunciato nel Nuovo Testamento. Chi vuole essere fedele, però, al messaggio biblico come l’unico che corrisponda a verità, accetta con umiltà e riconoscenza quanto Dio ha stabilito attraverso tutta la Bibbia e lo comprende in quel quadro.

“ Il SIGNORE chiamò Mosè, gli parlò dalla tenda di convegno e gli disse: 2 «Parla ai figli d'Israele e di' loro: ‘Quando qualcuno di voi vorrà portare un'offerta al SIGNORE, offrirete bestiame grosso o minuto’” (Levitico 1:2).

Le offerte fatte al Signore sono chiamate in ebraico korbanot (קָרְבָּנוֹת) e includono la korban olah (קָרְבַּן עוֹלָה), olocausti, offerte bruciate. Il termine olah significa “che vanno in sù”, perché quando il sacerdote le offriva a Dio bruciandole sulla legna dell’altare, l’aroma (il buon odore) sarebbe salito in alto per essere accolto dal Signore.

Il termine “corban” lo troviamo pure, non tradotto in Marco 7:10-13 in una discussione fra gesù e i Farisei: “Mosè infatti ha detto: "Onora tuo padre e tua madre"; e: "Chi maledice padre o madre sia condannato a morte". Voi, invece, se uno dice a suo padre o a sua madre: "Quello con cui potrei assisterti è Corbàn" (vale a dire, un'offerta a Dio), non gli lasciate più far niente per suo padre o sua madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili ne fate molte».

Il termine ebraico korban deriva dalla radice k-r-v (קרב) che significa “essere vicino” (karov). I sacrifici, una volta accolti da Dio, ristabiliscono la vicinanza, la comunione tra Lui ed il Suo popolo. Sono infatti le nostre iniquità e peccati che ci separano da Dio e ci impediscono di stabilire e conservare uno stretto rapporto con Lui. “...sono le vostre iniquità quelle che han posto una barriera fra voi e il vostro Dio; sono i vostri peccati quelli che han fatto sì ch'egli nasconda la sua faccia da voi, per non darvi più ascolto” (Isaia 59:2 Riv.).

Un korban ola poteva essere un ariete (maschio della pecora), un toro, un piccione o una colomba.

Concetti di quel genere vengono generalmente considerati oggi persino “ripugnanti” tanto da indurre molti cristiani “liberali” ed abbandonarli per re-interpretare la morte di Gesù in croce in maniera diversa. Si altera così il messaggio del Nuovo Testamento sostituendolo con altro, giungendo di fatto ad un “vangelo” che ne porta le apparenze ma che vangelo non è. Diventa, a tutti gli effetti, “un altro vangelo”, sostanzialmente falso perché esce dal quadro normativo della Bibbia. Sebbene, così, molti cristiani considerino irrilevanti ed obsolete le leggi del Levitico, esse rimangono rilevanti ed estremamente importanti per comprendere il messaggio stesso del Nuovo Testamento. Non è possibile, infatti, cogliere il significato di sacrificio cruento come espiazione del peccato se non lo si inquadra in ciò che Dio stesso aveva prescritto nell’Antico Testamento. Non è possibile comprendere rettamente il significato della morte sacrificale di Gesù, il Cristo, il Messia senza comprendere il sistema sacrificale dell’Antico Patto.

Cercare di comprendere la morte di Gesù condannato a morire su un patibolo romano senza comprendere i sacrifici cruenti, è come cercare di costruire una casa senza fondamenta. Potrà stare in piedi per un po’, ma senza quella base non reggerà alle “alluvioni”.“La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande” (Matteo 7:27). Allo stesso modo, dobbiamo avere il solido fondamento della Parola di Dio per comprendere rettamente la Parola di Dio e resistere alle tempeste della vita.

Per alcuni, il senso di colpa che aggrava la loro coscienza per i peccati che hanno commesso in passato, li fa alienare da Dio nonostante ne abbiano ricevuto il perdono. Il sangue del sacrificio di Gesù, però, è stato sparso per ristabilirci ad un giusto rapporto con Dio e purificarci completamente da ogni traccia di coscienza colpevole. “...quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d'ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all'Iddio vivente” (Ebrei 9:14)

Ciononostante, rimangono oggi seguaci di Gesù che lottano con un loro senso di colpa e condanna, persino quando la Parola di Dio promette che coloro che sono in comunione con il Cristo sono liberi: “Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù” (Romani 8:1). Proprio come il sangue dell’agnello doveva essere applicato agli stipiti delle porte delle nostre case in Egitto, così il sangue di Cristo deve essere applicato al nostro cuore per fede tanto da lavarci da ogni traccia di coscienza colpevole e vergogna per i nostri peccati passati. “...accostiamoci di vero cuore, con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica dalla mala coscienza, e il corpo lavato d'acqua pura” (Ebrei 10:22).

La “acqua pura” a cui questo versetto fa riferimento è la mikveh, (spesso erroneamente scritto mikvah, o in entrambi i modi ma senza "h" finale) (in ebraico: מִקְוֶה / מקווה‎?, è un'immersione rituale nell'acqua, utilizzata allo scopo di purificazione e abluzione religiosa ebraica. L’immersione in acqua pura è simbolo della nostra nuova nascita spirituale.

Solo quando il nostro cuore è stato ripulito (asperso dal sangue di Gesù) ed il nostro corpo immerso nella mikveh, possiamo avere la piena certezza di fede che ci consente di accostarci a Dio. Una coscienza aggravata dal senso di colpa per il nostro passato ci separa dalla comunione con Dio, come pure dagli altri credenti nel Corpo di Cristo.

Una volta, poi, accostati a Dio (Ebrei 10:22) dobbiamo fare “attenzione gli uni agli altri per incitarci a carità e a buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni son usi di fare, ma esortandoci a vicenda; e tanto più, che vedete avvicinarsi il gran giorno” (Ebrei 10:24-25). Dato che a ciascuno di noi è stato dato il “ministero della riconciliazione”, come seguaci di Cristo, dovremmo diventare noi stessi agenti di guarigione e di ristabilimento.

Il sangue dell’aspersione

“...Poi scannerà il vitello davanti all'Eterno; e i sacerdoti, figliuoli d'Aaronne, offriranno il sangue, e lo spargeranno tutt'intorno sull'altare, che è all'ingresso della tenda di convegno” (Levitico 1:5 Riv.).

Il Sommo Sacerdote (Cohen ha gadol) non solo spargeva il sangue attorno all’altare, ma vi bagnava il dito e l’aspergeva sette volte davanti al Signore di fronte al Signore: “e il sacerdote intingerà il dito nel sangue e ne farà aspersione sette volte davanti all'Eterno, di fronte al velo” (Levitico 4:17).

Qualcosa di simile era avvenuto pure con Gesù nel giardino del Getsemani quando Egli aveva pregato il Padre: “Ed essendo in agonia, egli pregava vie più intensamente; e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadevano in terra” (Luca 22:44).

Gesù era stato colpito sul viso,”tanto era disfatto il suo sembiante sì da non parer più un uomo, e il suo aspetto sì da non parer più un figliuol d'uomo” (Isaia 52:14)

Gesù era stato frustato a sangue (Isaia 50:6; Matteo 27:26); dei soldati gli avevano messo sulla testa una corona di spine (Giovanni 19:2), gli era stata strappata la barba (Isaia 50:6); gli avevano forato mani e piedi (Salmo 22:16; Luca 24:39; Giovanni 20:27). Gli avevano conficcato in fianco una lancia e ne era uscito sangue ed acqua (Salmo 22:14; Giovanni 19:34).

Contraffazioni sataniche

Gli attivisti per i diritti degli animali sono inorriditi al solo leggere di tutti i sacrifici che richiede la Torah. Altri, persino fra cristiani, si sentono molto in imbarazzo con l’intera idea di sacrifici cruenti. Una delle ragioni di questo è la naturale avversione umana verso il sangue. Un’altra ragione è l’associazione con i malefici rituali satanici. Il Satanismo osserva un proprio sistema di sacrifici cruenti offerti al potere delle tenebre.

Allo stesso modo, spesso Satana cerca di distorcere e pervertire la Parola di Dio, utilizzandola per i propri scopi malefici. Luca 4 ci offre un esempio di come l’aveva fatto con Gesù stesso durante le sue tentazioni nel deserto. Satana inganna sostituendo alle cose sante di Dio, come i sacrifici cruenti nelle modalità prescritte dalla Bibbia, con malvagie contraffazioni.

Molti culti pagani praticano la soppressione rituale di animali per placare i loro falsi dei. Molte culture facevano uso dei sacrifici di animali nelle loro cerimonie di purificazione. Sono ancora praticate oggi? Non nel Giudaismo, dato che senza il Tempio non possono essere offerti i korbanot, e non c’è più stato un tempio per quasi 2000 anni. Al di fuori del Giudaismo, però, sono ancora praticati. I seguaci della Santeria (una religione di origine caraibica) a tutt’oggi effettua sacrifici animali per curare i malati o ringraziare il loro dio (Orisa) come parte delle loro attività rituali. Vi sono dei cristiani in certi villaggi della grecia che, in una pratica chiamata kourbanìa sacrificano animali ai loro santi ortodossi.

I sacrifici animali

Un’altra contraffazione satanica del culto sacrificale che era prescritto nell’Antico Testamento si ritrova in alcune culture e religioni in cui venivano sacrificati esseri umani come maniera di offrire al loro dio del loro meglio. In tempi di disastri naturali come terremoti, inondazioni, eruzioni vulcaniche, intese da loro come evidenza dell’ira o del dispiacere della divinità, altre culture offrivano sacrifici umani nella speranza di placare l’ira dei loro dei. Anche in Occidente, adoratori di Satana e di entità demoniache hanno praticato sacrifici cruenti umani sin dall’antichità, così non sorprende che questa pratica continui a tutt’oggi, specialmente in comunità segrete al di fuori della cultura prevalente.

Il Giudaismo, d’altro canto, aborre il concetto di sacrificio umano, perché è un’abominazione per Dio stesso, com’è scritto: “Non darai de' tuoi figliuoli ad essere immolati a Moloc; e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono l'Eterno” (Levitico 18:21). E’ pure per questa ragione che molti ebrei hanno difficoltà nel credere a Gesù - il sacrificio umano è stato sempre associato al paganesimo ed è strettamente proibito. L’unico vero Dio proibisce categoricamente al Suo poipolo di praticare culti pagani e specialmente la pratica del sacrificio umano. “Non così farai riguardo all'Eterno, all'Iddio tuo; poiché esse praticavano verso i loro dèi tutto ciò ch'è abominevole per l'Eterno e ch'egli detesta; davan perfino alle fiamme i loro figliuoli e le loro figliuole, in onore dei loro dèi” (Deuteronomio 12:31 Riv.).

Sapendo che Dio detesta i sacrifici umanio, specialmente quelli di un figlio o di una figlia per mano dei genitori, il popolo ebraico presume che il nostro Dio non permetterebbe mai a qualcuno di morire d’una morte vicaria come si faceva con gli animali. Si tratta di una pietra di inciampo che li blocca dal ricevere la salvezza in Cristo. Il profeta Isaia, però, aveva rivelato che Dio aveva da tempo avuto il proposito di deporre tutti i nostri peccati ed iniquità sul Messia: “Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognuno di noi seguiva la sua propria via; e l'Eterno ha fatto cader su lui l'iniquità di noi tutti” (Isaia 53:5-6).

Dio non intendeva che il Suo korbanot fosse offerto da gente determinata a vivere una vita senza legge. Essi non sono mai stati un sostituto del vivere in comunione con lui e rettamente. Allo stesso modo, il sacrificio di Gesù era inteso a ristabilire comunione con Dio Padre in favore di una persona che desidera essere in comunione con Lui, che si ravvede sinceramente dai suoi peccati ed accetta quel sacrificio come dono in suo favore, Il sangue dell’Agnello di Dio (Gesù) toglie i peccati di coloro che credononin chi Egli è, che cosa ha compiuto, voltano le spalle al loro peccato e Lo seguono.

Dio non si rallegra dei sacrifici, ma del cuore retto deella persona che lo offre. Tutti i profeti di Israele ammonivano il popolo che le offerte di sacrifici senza il ritorno ai principi di giustizia stabiliti da Dio nella Sua parola, sarebbero vani. Alla fin fine Dio questo è ciò che Dio esige da noi: “O uomo, Egli t'ha fatto conoscere ciò ch'è bene; e che altro richiede da te l'Eterno, se non che tu pratichi ciò ch'è giusto, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente col tuo Dio?” (Michea 6:8). Gesù, che ci ha liberato dal malvagio padrone del peccato attraverso la Sua morte e risurrezione, ci ha dato la forza per essere giusti, amare la misericordia e camminare umilmente con il nostro Dio.