Escatologia/Il giudizio finale,
Il giudizio finale
C'è sicuramente un modo di intendere il giudizio come qualcosa che avviene già in questa vita in dipendenza dal tipo di risposta che si dà a Cristo: «Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio» (Gv. 3:18; v. anche 3:36; 5:24). In altre parole, già fin da ora, un giudizio divino pende su coloro che si rifiutano di credere in Cristo. La Bibbia però pure insegna che alla fine della storia vi sarà un giudizio finale in cui ogni essere umano comparirà davanti al Tribunale di Cristo.
I. Necessità
1. Non necessario? Alcuni considerano il Giudizio finale come qualcosa di non necessario, perché il destino di ciascuna persona è già stato determinato prima della morte. Se una persona muore in comunione con Cristo, sarà salvata ed immediatamente dopo la morte sarà con il Signore. Se però una persona muore in condizione di incredulità, questa è perduta e andrà direttamente nel luogo del tormento. Se è così, perché mai sarebbe necessario un Giudizio finale? Al massimo sarà necessario per coloro che saranno trovati in vita nel momento del ritorno di Cristo, ma non per quelli che saranno ormai morti. Questa obiezione però, si basa sul presupposto che scopo del Giudizio finale sia quello di determinare il destino futuro di una persona.
2. Un Giudizio investigativo? Altri affermano che al termine della vita di una persona vi sia un "Giudizio investigativo" per determinare se una persona sia salvata oppure perduta. Questo assunto però non è corretto perché quando vi sarà il Giudizio finale il destino di tutti coloro che avranno vissuto sulla terra sarà stato già determinato. Dio non ha bisogno di esaminare la vita delle persone per vedere se devono essere salvate oppure no. Apprendiamo da Efesini 1:4 che il destino dei salvati non solo è preconosciuto da Dio, ma che pure è stato predeterminato dall'eternità. «...allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili davanti a lui nell'amore» (Ef. 1:4). Da Giovanni 10:27,28 apprendiamo che Cristo conosce le Sue pecore e che ha dato loro vita eterna, tanto che nessuno le può rapire dalla Sua mano.
II. Lo scopo
Qual è allora lo scopo del Giudizio finale? Al riguardo possiamo indicare tre punti.
F 1. Lo scopo preminente del Giudizio sarà quello di manifestare la sovranità e la gloria di Dio nella rivelazione del destino finale di ciascuna persona. Fino a quel momento il destino finale di ogni essere umano era rimasto nascosto; allora quel destino sarà rivelato, insieme alla fede che quella persona avrà o non avrà avuto, le opere che ciascuno avrà compiuto, e la vita che ciascuno avrà vissuto. Nella pubblicazione di questi fatti verrà manifestata la grazia di Dio nella salvezza del Suo popolo, e la Sua giustizia verrà magnificata nella condanna dei Suoi nemici. Centrale, dunque nel giorno del Giudizio, non sarà il destino degli individui, ma la gloria di Dio.
F 2. Un secondo scopo è quello di determinare il grado di ricompensa o il grado di castigo che ciascuno riceverà. Dato che questi gradi sono intimamente connessi al tipo di vita che la persona ha vissuto, questo deve essere stabilito al momento del Giudizio finale.
F 3. Un terzo scopo è quello di eseguire il Giudizio di Dio su ciascuna persona. Dio assegnerà a ciascuno il luogo in cui dovrà passare l'eternità: o la nuova terra, o il luogo finale di castigo.
III. Momento e durata
I dispensazionalisti distinguono un numero separato di giudizi: il giudizio delle opere dei credenti al tempo della parousia o rapimento, il giudizio individuale dei Gentili appena prima del Millennio, il giudizio di Israele appena prima del Millennio, ed il giudizio dei malvagi morti dopo il Millennio. Nel capitolo precedente ['la risurrezione dei corpi'] avevamo esaminato la dottrina dispensazionalista sulle risurrezioni multiple, trovandola dubbia e difettosa; al contrario avevamo comprovato la verità che ci sarà una risurrezione generale di tutti i morti al momento del ritorno di Cristo. Ciò che la Bibbia insegna sulla risurrezione generale implica che vi saranno non quattro diversi giudizi, ma solo un giudizio finale, dato che il giudizio finale viene indicato come qualcosa che avverrà dopo la risurrezione.
F Quando avverrà il giudizio finale? Sebbene non sia possibile indicarlo con precisione come su un'agenda escatologica, possiamo dire che il giudizio avverrà al termine della presente era. Pietro ci dice che i cieli e la terra attuali sono conservati per il Giorno del Giudizio (2 Pi. 3:7), sottintendendo che nuovi cieli e nuova terra verranno stabiliti dopo il giudizio (v. 13). Nella Sua spiegazione della parabola della zizzania Gesù mostra come l'esecuzione del destino finale degli uomini -il che è un aspetto del giudizio finale- avverrà alla fine del mondo (Mt. 13:40-43). Altri brani biblici suggeriscono come il giudizio avverrà al tempo del Ritorno di Cristo. Gesù disse: «Ora, quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i santi angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria e tutte le genti saranno radunate davanti a lui, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri» (Mt. 25:31,32). Lo stesso afferma Paolo in 2 Tessalonicesi 1:7-10. Inoltre, da Apocalisse 20 apprendiamo come il giudizio seguirà la risurrezione generale: «E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti vennero giudicati in base alle cose scritte nei libri., secondo le loro opere» (Ap. 20:12).
F Quanto durerà il giudizio finale? La Bibbia parla di un "giorno del giudizio" (Mt. 11:22), di "quel giorno" (Mt. 7:22; 2 Ts. 1:10; 2 Ti. 1:12), come pure del "giorno dell'ira" (Ro. 2:5). Non è necessario considerare quel "giorno" come un periodo di 24 ore; la parola "giorno" nella Scrittura viene spesso usata per indicare un periodo molto maggiore. Affermare però -come fanno i Testimoni di Geova- che il Giorno del Giudizio si estenderà attraverso i primi mille anni del nuovo mondo, è completamente infondato.
IV. Circostanze
1. Chi sarà il giudice. Un certo numero di brani della Scrittura attribuiscono il Giudizio a Dio Padre. 1 Pietro 1:17 parla di invocare il Padre che "senza favoritismi di persona giudica secondo l'opera di ciascuno". Romani 14:10 afferma come tutti dovremo comparire davanti al tribunale di Dio.
Più comune e più distintivo dell'insegnamento del Nuovo Testamento sull'argomento, è il fatto che il giudice sarà Cristo. In Giovanni 5:22 leggiamo: «Poiché il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio». Nel rivolgersi agli ateniesi, Paolo dice: «Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell'uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti» (At. 17:31). In 2 Timoteo 4:8 Paolo parla della «corona di giustizia, che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno». E in 2 Corinzi 5:10 Paolo afferma: «Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo» (v. anche Gv. 5:27; At. 10:42; Mt. 25:32; 2 Ti. 4:1).
E' indubbiamente molto appropriato che Cristo sia il Giudice nel Giudizio finale. Egli è Colui che si è fatto carne, è morto ed è risorto per la salvezza del Suo popolo. Coloro che credono in Lui vengono salvati attraverso di Lui; per cui è assolutamente appropriato che Egli sia il loro giudice. Coloro che l'hanno respinto, d'altro canto, hanno peccato contro di Lui; per cui è appropriato che Colui che essi hanno respinto sia il loro Giudice. L'opera di giudizio, inoltre, costituirà l'esaltazione finale di Cristo e il Suo più alto trionfo. Se sulla terra Egli era stato condannato da giudici terreni, ora sarà egli a sedere in giudizio delle autorità terrene. Cristo ora porterà a compimento la Sua opera salvifica in favore del Suo popolo. Il giudizio risulterà nel totale soggiogamento di tutti i Suoi nemici, e il completamento del Suo regno, dopodiché Egli consegnerà il Regno a Dio Padre (1 Co. 15:24).
F Nella Sua opera di Giudizio Cristo verrà assistito dagli angeli e dai santi. Che gli angeli giochino un ruolo importante nel giudizio finale, è evidente da Matteo 13:41-43: «41Il figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e gli operatori di iniquità, 42e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà pianto e stridore di denti. 43.Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro» (cf. anche Matteo 24:31; 25:31). Persino i santi, nel loro stato glorificato avranno un ruolo nel giudicare. Quando Paolo rimprovera i Corinzi per essersi rivolti ad un tribunale umano contro i propri fratelli, egli dice: «Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo?E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare dei piccoli problemi? Non sapete che noi giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita». Non dobbiamo indebolire questa affermazione come se intendesse dire che i santi approveranno il giudizio di Cristo, ma dobbiamo comprenderla letteralmente: i santi prenderanno di fatto parte al giudizio del mondo e degli angeli. Notate a questo riguardo Matteo 19:28 in cui Gesù dice ai Suoi discepoli: «In verità vi dico che nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito sederete su dodici troni, per giudicare le dodici tribù di Israele».
2. Chi verrà giudicato. Che pure gli angeli debbano essere giudicati risulta chiaro da 1 Corinzi 6:2,3 citato prima. Pietro, nella sua seconda epistola ne parla in modo diretto. « Se Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li cacciò nel tartaro tenendoli in catene di tenebre infernali, per esservi custoditi nel giudizio...» (2 Pi. 2:4). Lo stesso afferma Giuda 6: «Egli ha pure rinchiuso nelle tenebre dell'inferno con catene eterne, per il giudizio del gran giorno, gli angeli che non conservarono il loro primiero stato, ma che lasciarono la loro propria dimora».
Le Scritture inoltre insegnano che tutti gli esseri umani, di ogni epoca e paese, dovranno un giorno apparire difronte a questo tribunale nel giorno del giudizio. Secondo Matteo 25:32 «...e tutte le genti saranno radunate davanti a lui, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri». Secondo Romani 2:5,6 «Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della giusta manifestazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere». Da Romani 3:6 apprendiamo che Dio giudicherà il mondo. Nella scena di giudizio di Apocalisse 20 troviamo tutti i morti, grandi e piccoli, inclusi quelli restituiti dal mare, dalla Morte e (v. 12,13).
Se tutti gli uomini dovranno comparire davanti al tribunale di Dio, questo deve necessariamente includere i credenti. Il Nuovo Testamento ne parla molto esplicitamente. Secondo 2 Co. 5:10 noi, inteso come "noi credenti" dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo. In Ebrei 10:30 leggiamo: «Il Signore giudicherà il suo popolo». In Romani 14:10 Paolo scrive ai suoi compagni credenti: «Poiché tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo» (cf. Giacomo 3:1; 1 Pi. 14:17). Sebbene tutti i credenti debbano comparire davanti al tribunale di Cristo, essi non devono temere il Giorno del giudizio, perché non c'è più alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù (Ro. 8:1), e coloro che dimorano in Dio possono aver fiducia nel giorno del giudizio (1 Gv. 4:17). L'attesa felice che il credente ha del Giorno del Giudizio viene bene espressa dalla risposta 52 del Catechismo di Heidelberg:
In quanto che, in ogni tribolazione e persecuzione, a testa alta, attendo dal cielo proprio quel Giudice che si è prima offerto al mio posto al giudizio di Dio, ed ha rimosso da me ogni maledizione, perché getti a maledizione eterna tutti i nemici Suoi e miei; ma assuma presso di Sé nella gioia e gloria celeste, me, insieme con tutti gli eletti.
3. Che cosa verrà giudicato. Tutte le cose che sono state compiute durante la presente vita. 2 Corinzi 5:10 è molto chiaro a questo riguardo: «Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male». Ogni cosa che una persona abbia fatto è espressione della direzione di fondo in cui avrà condotto la sua vita, e quindi nel Giorno del Giudizio verrà tenuta in considerazione. Questo include le opere, le parole ed i pensieri di una persona. Che ne siano incluse le opere è evidente in Matteo 25:35-40: « Poiché ebbi fame, e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste; fui ignudo e mi rivestiste, fui in prigione e veniste a trovarmi. Allora i giusti risponderanno dicendo: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? E quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato? O ignudo e ti abbiamo rivestito? E quando ti abbiamo visto infermo o in prigione e siamo venuti a visitarti?". E il Re, rispondendo, dirà loro: "In verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me».
In Apocalisse 20:12 viene affermato in modo specifico: «e i morti vennero giudicati in base alle cose scritte nei libri., secondo le loro opere» (Cf. 1 Co. 3:8; 1 Pi. 1:17; Ap. 22:12). Va da se che verranno prese in considerazione sia le buone che le opere cattive. Notate pure, in aggiunta al brano or ora citato, anche Efesini 6:8 «Sapendo che ciascuno, schiavo o libero che sia, se avrà fatto del bene ne riceverà la ricompensa del Signore», come pure Ebrei 6:10:. «Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e la fatica d'amore che avete mostrato per il suo nome, con i servizi che avete reso e che rendete tuttora ai santi».
Il Giorno del Giudizio si occuperà pure delle cose che avremo detto. Gesù ci dice in Matteo 12:36: « Ora io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detta».
Persino gli umani pensieri verranno giudicati, com'è evidente da 1 Corinzi 4:5: «Perciò non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre e manifesterà i consigli dei cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio» (cf. Ro. 2:16). Riassumendo, non c'è nulla ora di nascosto che non sarà rivelato nel giorno del giudizio (cf. Lu. 12:2; Mt. 6:4,6,18; 10:26; 1 Ti. 5:24,25).
F Talvolta si dice che i peccati dei credenti, che Dio ha perdonato, cancellato, e gettati nel mare dell'oblio, non saranno menzionati nel Giorno del Giudizio. Se è vero però che non c'è nulla di nascosto che non abbia ad essere rivelato, e che il giudizio si occuperà delle nostre azioni, parole e pensieri, certamente quel giorno verranno rivelati anche i peccati dei credenti. Difatti, se è vero com'è vero che anche le migliori opere dei credenti sono contaminate dal peccato (v. Is. 64:6; Ro. 3:23; Gm. 3:2), com'è possibile che le opere dei credenti vengano portate alla luce senza un qualsiasi riferimento del loro peccato e delle loro imperfezioni? Paolo insegna in 1 Co. 3:10-15 che alcuni credenti edificano sul fondamento della fede in Cristo con materiali inferiori come: legno, paglia e stoppia- questi verranno salvati, ma ne subiranno un danno. I fallimenti e le inadeguatezze dei credenti, quindi, entreranno pure nel conto del Giorno del Giudizio. Però, e qui sta il punto importante, i peccati e le inadempienze dei credenti verranno rivelati nel giudizio come peccati perdonati, la cui colpevolezza è stata totalmente coperta dal sangue di Cristo. Quindi, come abbiamo detto, i credenti non hanno alcunché da temere dal giudizio- sebbene il pensiero di dovere un giorno rendere conto di ogni cosa fatta, detta, e pensata dovrebbe divenire per loro un costante incentivo a lottare diligentemente contro il peccato, al servizio cristiano coscienzioso, ed ad una vita consacrata.
4. Quale sarà il criterio del Giudizio. Il criterio sarà la volontà rivelata di Dio.
F Questo però non sarà uguale per tutti. Alcuni hanno ricevuto una rivelazione più completa della volontà di Dio rispetto ad altri. In Matteo 11:20-22 troviamo chiaramente affermato che coloro che hanno ricevuto rispetto ad altri una più grande rivelazione della volontà di Dio hanno in corrispondenza una maggiore responsabilità.
«20Allora egli cominciò a rimproverare quelle città, in cui la maggior parte delle sue opere potenti erano state fatte, perché esse non si erano ravvedute, dicendo: 21"Guai a te, Corazim! Guai a te, Betania! Perché Tiro e Sidone saranno trattate con più tolleranza di voi. 22Perciò io vi dico che nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate con più tolleranza di voi»
In altre parole, coloro che hanno ricevuto la piena rivelazione della volontà di Dio sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, verranno giudicati a seconda della risposta che essi hanno data all'intera Bibbia (v. anche Luca 16, la storia del ricco e di Lazzaro).
F Quelli che però che non hanno ricevuto né la rivelazione dell'Antico Testamento, né quella del Nuovo verranno giudicati alla luce di ciò che effettivamente hanno ricevuto. In Romani 1:18-21 troviamo che coloro che hanno avuto solo la rivelazione di Dio nella natura non potranno accampare scuse quando saranno accusati d'aver mancato di onorare Dio come Dio.
«18Perché l'ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia. 19Infatti, le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla fondazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili. 20Perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno però glorificato né l'hanno ringraziato come Dio, anzi, sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato».
Da Romani 2 osserviamo che il giudizio di Dio su coloro che non hanno avuto la piena rivelazione della Sua volontà sarà basato sulla loro risposta alla «legge di Dio scritta nei loro cuori».
« 14Infatti, quando i Gentili, che non hanno la legge, fanno per natura le cose della legge, essi, non avendo legge, sono legge a sé stessi; 15essi dimostrano che l'opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende loro la coscienza, e perché i loro pensieri si scusano o anche si accusano a vicenda. 16nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio evangelo».
Ciò che è molto chiaro, dunque è che uomini e donne saranno giudicati sulla base della luce che hanno ricevuto, e non sulla base della rivelazione che non hanno ricevuto. Coloro che hanno molti privilegi hanno pure una maggiore responsabilità, coloro che hanno pochi privilegi hanno una minore responsabilità. Ci saranno quindi "gradazioni" nella sofferenza dei perduti. Gesù indica questo in Luca 12:47,48.
« 47Ora quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non si è preparato e non ha fatto la sua volontà, riceverà molte battiture. 48Ma colui che non l'ha conosciuta, se fa cose che meritano le battiture, ne riceverà poche. A chiunque è stato dato molto, sarà domandato molto; e a chi molto è stato affidato, molto più sarà richiesto».
FAl riguardo di coloro che hanno ricevuto la piena luce della divina rivelazione -cioè, quelli che hanno conosciuto Dio come si rivela nell'intera Bibbia- ciò che sarà di importanza cruciale sarà se essi sono uniti a cristo per fede, e sono rivestiti della Sua perfetta giustizia.
5. Una differenza di grado. La salvezza, e qui non c'è alcun dubbio al riguardo è qualcosa che si ottiene per pura grazia. Ciononostante la Bibbia indica che vi saranno differenze fra le ricompense che il popolo di Dio riceverà nel Giorno del Giudizio. Due brani del Nuovo Testamento a questo riguardo sono particolarmente rilevanti: Luca 19:12-19 e 1 Corinzi 3:10-15.
F Luca 19:12-19 riporta la parabola delle dieci mine. Un nobile si reca in un paese lontano per ricevere l'investitura di un regno e poi ritorna. A ciascuno dei suoi servi quel nobile assegna una mina (equivalente della paga di un operaio per tre mesi), chiedendo a ciascuno di investirla e di ricavarne per lui un profitto. Quando il nobile ritorna (molto probabilmente questa è un'immagine del ritorno di Cristo), il primo dei suoi servi gli dice: «Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine» (v. 16), e il nobile gli risponde: «Bene, servo buono, perché sei stato fedele in cosa minima, ricevi il governo su dieci città» (v. 17). Il secondo servo dice al nobile che la sua mina ha fruttato altre cinque mine, e a questo il nobile dice: «Tu pure sii capo di cinque città» (v. 19). Ciò che qui è significativo è che la differenza nella ricompensa assegnata è proporzionale alla differenza nel numero di mine che il servo ha guadagnato al di sopra della mina originaria. Certo il punto principale della parabola è che dobbiamo essere fedeli nel far fruttare i doni che il Signore ci ha dato. Sembra però che i dettagli sulle dieci e sulle cinque città siano pure significativi. E' anche interessante osservare come la ricompensa in questo caso sembra essere più una questione di aumentata responsabilità più che di aumentati privilegi.
F L'altro brano importante che tratta di ricompense è 1 Corinzi 3:10-15. Benché questo brano si riferisca soprattutto all'insegnamento, si tratta di un'ulteriore estensione del significato del brano quella di applicarla alle opere come pure all'insegnamento. Secondo il v. 11, l'unico fondamento sul quale si può costruire è Gesù Cristo. Molto però dipende da come una persona costruisca su quel fondamento. Questa potrà costruire con oro, argento, e pietre preziose -oppure può costruire con legno, fieno, stoppia (v. 13). Il testo passa poi a parlare di un fuoco che metterà alla prova la qualità dell'edificio che ciascuno avrà costruito, un ovvio riferimento al Giorno del Giudizio. «Se l'opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco» (vv. 14,15).
Entrambi i costruttori vengono salvati per grazia, dato che entrambi hanno edificato su quell'unico fondamento che è Gesù Cristo. Il costruttore però il cui edificio passa la prova e sopravvive ne riceverà una ricompensa. Colui che fallirà la prova del fuoco, però, ne soffrirà danno. Di che cosa si tratta? Quest'uomo sarà salvato, «ma come attraverso il fuoco» -come un uomo che fugga da un edificio in fiamme, avendo perso tutto ciò che possedeva ad eccezione del vestito che indossa. Questo brano parla di una ricompensa che alcuni credenti ricevono e che altri non ricevono, è ovvio. Questa ricompensa sarà direttamente proporzionale al tipo di materiali che uno avrà usato per edificare sul fondamento della sua fede in Cristo -in altre parole, la qualità della sua vita cristiana.
Che ci saranno tali ricompense per i credenti è chiaro (v. Mt. 5:11,12; 6:19-21; Lu. 6:35; Mr. 9:41; Mt. 25:23). Gesù però è assolutamente chiaro che tali ricompense non sono meritate, ma sono doni della grazia di Dio. Notate particolarmente le Sue parole in Luca 17:10: «Così anche voi, quando avrete fatto tutte le cose che vi sono comandate, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare"». Il Catechismo di Heidelberg esprime lo stesso pensiero quando dice nella risposta 63: «La ricompensa non è per merito, ma per grazia».
Il rapporto fra le nostre opere e la nostra ricompensa futura non dovrebbe però essere intesa in senso meccanico, ma in senso organico. Quando uno ha studiato musica ed ha ottenuto un certo grado di abilità nel suonare uno strumento musicale, la sua capacità di apprezzare la musica è aumentata notevolmente. Allo stesso modo la nostra devozione a Cristo e al Suo servizio nel Suo regno aumenta la nostra capacità di godere le benedizioni di quel regno, sia ora che per l'eternità. Qui ed ora colui che si è dato anima e corpo al servizio di Cristo, conosce molto di più che cosa significa la gioia del Signore di chi vi si è impegnato con negligenza. Non abbiamo alcuna autorizzazione a credere che sarà altrimenti in cielo.
V. Il significato
A questo riguardo possono essere fatte quattro osservazioni di base.
F 1. La storia del mondo non è una successione senza fine di cicli privi di significato, ma un movimento verso un fine predeterminato.
F 2. Il giorno del Giudizio rivelerà finalmente come la salvezza e l'eterna beatitudine dipenderanno dal proprio rapporto con Gesù Cristo.
F 3. L'inevitabilità del Giudizio mette in evidenza l'umana responsabilità per la propria vita e la serietà dell'impegno morale nella vita di ciascuna persona, particolarmente nella vita del cristiano.
F 4. Il giorno del Giudizio significa il trionfo finale di Dio e della Sua opera redentrice nella storia- la vittoria finale e decisiva su ogni male, e la rivelazione finale della vittoria dell'Agnello che è stato immolato. Il giorno del Giudizio rivelerà, oltre ad ogni ombra di dubbio, che alla fine la volontà di Dio sarà perfettamente compiuta.
[Da Anthony A. Hoekema, The Bible and the Future, Grand Rapids, Michigan, W. B. Eerdman, 1979, cap. "The Final Judgement, p. 253ss, traduzione di Paolo Castellina del 25 novembre 1992].