Teologia/Evangelizzazione: una via tanto più eccellente

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Una via tanto più eccellente

LA PUREZZA BIBLICA NELLE MOTIVAZIONI EVANGELISTICHE

di M. Cervinka

2 Corinzi 2:14-17 – Or sia ringraziato Dio il quale ci fa sempre trionfare in Cristo e attraverso noi manifesta in ogni luogo il profumo della sua conoscenza. Perché noi siamo per Dio il buon odore di Cristo fra quelli che sono salvati, e fra quelli che periscono; per questi un odore di morte a morte, ma per quelli un odore di vita a vita. E chi è sufficiente a queste cose? Noi non falsifichiamo infatti la parola di Dio come molti altri, ma parliamo in sincerità come da parte di Dio davanti a Dio in Cristo..

Quale dovrebbe essere la motivazione ultima della nostra attività evangelistica?

Oggi ci dicono che l'evangelizzazione dovrebbe essere stimolata dal desiderio di vedere tutti gli uomini venire a Cristo per trovarvi salvezza. Spesso vediamo ribadire questo principio anche persone che altrimenti sarebbero solidi evangelici riformati. Siamo sicuri che esso sia davvero biblico? Ahimè, in realtà affermarlo non è affatto coerente con quanto la Bibbia afferma, disonora Cristo e pregiudica la vera evangelizzazione.

In questo saggio, intendo presentare e discutere ciò che considero la motivazione ultima che la Bibbia assegna all'attività evangelistica.

Il triplice scopo che Dio si propone con l'evangelizzazione

La motivazione biblica dell'evangelizzazione è triplice:

  • Dichiarare a tutta la terra la gloria di Dio,
  • Vedere i Suoi eletti venire alla fede in Gesù Cristo, e
  • Far si che i non eletti non possano accampare scuse.

Si tratta di una motivazione teocentrica, più che antropocentrica, una motivazione che onora il proposito sovrano di Dio di salvare un popolo eletto. Quando l'Evangelo è fedelmente predicato, questa motivazione consegue con successo i suoi obiettivi.

D'altra parte, il desiderio di veder salvati tutti gli uomini è una motivazione fondamentalmente antropocentrica. Essa si focalizza sui benefici che avrebbero gli uomini se venissero a Cristo.

Questo approccio antropocentrico generalmente fallisce e non raggiunge il suo obiettivo, perché va contro il proposito espressamente dichiarato da Dio di salvare una  parte dell'umanità e non tutti. Questo approccio è fondato su un presupposto arminiano… quello che ritiene che Dio ami tutti gli uomini ed intenda salvare tutti senza eccezione.

L'evangelizzazione antropocentrica tenta di modificare il messaggio o le tecniche per renderlo più efficace ad ottenere un più grande numero di convertiti. Quanti libri sono stati scritti su nuove tecniche per raggiungere i perduti! Solo un'incredulità arrogante potrebbe condurci a pensare di poter migliorare quel messaggio e quelle tecniche che Dio ci ha dato nella Sua santa Parola.

Dato che l'evangelizzazione teocentrica lascia i risultati a Dio, essa non ci dà incentivo alcuno ad alterare il puro messaggio o perfezionare i metodi presentati nella stessa santa Parola di Dio, come se noi potessimo in qualche modo aumentarne il successo. L'evangelizzazione teocentrica ci assicura che predicare l'Evangelo biblico in tutta la sua chiarezza e pienezza, è il modo migliore per raggiungere il triplice proposito ultimo dell'evangelizzazione che Dio ha stabilito.

Lo scopo principale: proclamare la gloria di Dio

Lo scopo che Dio assegna all'evangelizzazione è quello di proclamare Cristo, Significa proclamare la Sua eccellenza come Creatore, Sostenitore, Giudice e Salvatore. Dobbiamo traboccare di lode e di entusiasmo per il nostro benedetto Signore che ci ha creato e che ci ha redento col Suo proprio sangue. Quando Dio si compiace di usarlo per portare a Sé i Suoi eletti, un tale entusiasmo è contagioso.

Per evangelizzare in questo modo, dobbiamo avere una bruciante passione per Dio. Ovviamente il Salmista aveva una grande ammirazione ed amore per il suo sovrano Signore.

  • Salmo 8:1 – Quanto è magnifico il tuo nome su tutta la terra, o Eterno, Signor nostro, che hai posto la tua maestà al di sopra dei cieli!
  • Salmo 102:25-27 – Anticamente tu hai stabilito la terra e i cieli sono opera delle tue mani; essi periranno, ma tu rimarrai: si logoreranno tutti come un vestito; tu li muterai come una veste ed essi saranno cambiati, Ma tu sei sempre lo stesso e gli anni tuoi non avranno mai fine.
  • Salmo 103:8-11 – L'Eterno è pietoso e clemente, lento all'ira e di grande benignità. Egli non contende in eterno e non serba l'ira per sempre. Egli non ci tratta come meritano i nostri peccati, e non ci castiga in base alle nostre colpe. Poiché, quanto sono alti i cieli al di sopra della terra, tanto è grande la sua benignità verso quelli che lo temono.
  • Salmo 103:19-22 – L'Eterno ha stabilito il suo trono nei cieli, e il suo regno domina su tutto. Benedite l'Eterno, voi suoi angeli potenti e forti, che fate ciò che egli dice, ubbidendo alla voce della sua parola. Benedite l'Eterno, voi tutti eserciti suoi, voi suoi ministri, che fate la sua volontà. Benedite l'Eterno, voi tutte le sue opere, in tutti i luoghi del suo dominio. Anima mia. benedici l'Eterno!

Allo stesso modo, l'apostolo Paolo era spinto da una grande lode ed ammirazione per Cristo Gesù come glorioso sovrano dell'universo …

1 Timoteo 6:14-16 – il … Signor nostro Gesù Cristo, che a suo tempo manifesterà il beato e unico sovrano, il Re dei re e il Signore dei signori, il solo che ha l'immortalità e abita una luce inaccessibile che nessun uomo ha mai visto né può vedere, al quale sia l'onore e il dominio eterno. Amen..

E così, quando egli predicò agli ateniesi sull'Areopago, Paolo cominciò a proclamare la gloria di Dio…

  • Atti 17:24-25 – Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti da mani d'uomo, e non è servito dalle mani di uomini come se avesse bisogno di qualcosa, essendo lui che dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa

Spesso noi consideriamo l'Evangelo da un punto di vista puramente salvifico, e così noi ci affrettiamo a dire agli uomini della croce e della necessità che anno di credere in Cristo. In tutta questa fretta, spesso diciamo molto poco sull'inerente gloria di Dio.

Eppure, la Scrittura ha una concezione dell'Evangelo più larga di questa. L'Evangelo è il messaggio sul Dio vivente e vero che fece ogni cosa per Suo beneplacito, il quale provvede ai nostri bisogni, che un giorno giudicherà il mondo con giustizia, e che riconcilia gli uomini a Sé stesso attraverso la morte redentrice del Suo diletto Figlio.

Il nostro stile moderno di evangelizzare, tutto incentrato sull'uomo, sembra principalmente preoccupato di salvare gli uomini dall'inferno, come se potessero essere salvati attraverso un processo meccanico di assenso a certi fatto o la ripetizione di una preghiera. Al contrario, l'evangelizzazione biblica si occupa di presentare Dio agli uomini, e ad aiutarli ad apprezzare la Sua bellezza e gloria. La croce è centrale nella riconciliazione che Dio con gli uomini, ma gli uomini hanno bisogno che venga loro detto di più sul Dio dell'Evangelo.

Inganniamo noi stessi quando riteniamo che gli uomini possano essere salvati senza un appropriato apprezzamento della gloria di Dio. Noi supponiamo che essi possano vedere abbastanza della gloria di Dio nella croce soltanto, ma è importante rendersi conto come la croce brillerà ancora di più quando sarà vista alla luce di tutti gli attributi di Dio. Senza dubbio gli uomini hanno inventato talvolta strane teorie sulla croce, basate su un apprezzamento inadeguato del carattere di Dio. Tali equivoci a proposito della croce potrebbero non portare alla salvezza.

L'evangelo è la potenza di Dio per la salvezza (Romani 1:17), e la croce sta al cuore dell'Evangelo (1 Corinzi 15:2,3). Ciononostante l'Evangelo è soprattutto incentrato su Dio. Nell'affrettarci a presentare il cuore dell'Evangelo, non possiamo prendere delle scorciatoie e solo trattare velocemente del carattere di Dio…

Presumiamo spesso di non aver predicato l'Evangelo quando non predichiamo che Cristo sia morto per i peccatori. Però, in uno dei più grandi messaggi evangelistici che siano presentati nelle Scritture (Atti 17:16-31), l'apostolo Paolo non menziona affatto l'aspetto vicario della croce. L'unico suo accenno alla morte di Cristo è quando Egli dice che Dio lo ha risuscitato dai morti (Atti17:31).

Alcuni commentatori suggeriscono che Paolo sia stato interrotto a metà discorso prima di poter proclamare lo scopo salvifico della croce. Forse è vero, ma è pure possibile che quanto riportato dalle Scritture sia tutto ciò che Paolo intendesse dire quella volta. In ogni caso, vediamo che Paolo non inizia col proclamare i meriti della croce, ma i tratti eccellenti di Dio, la follia del rendere culto a idoli, e l'inevitabilità del giudizio.

Io sostengo che il messaggio di Paolo sia stato molto evangelistico, anche senza menzionare la morte di Cristo per i peccatori. Paolo, dopo tutto, proclamava la gloria di Dio e la Sua bontà nel creare ogni cosa e provvedere a tutti: "…la vita, il respiro, ed ogni cosa". Allo stesso modo egli Lo proclamava come: "…Signore del cielo e della terra" affermando con questo la Sua sovrana autorità sugli uomini. Egli conclude facendo un appello al ravvedimento, e proclama il Signore Gesù come il Giudice risorto di ogni creatura umana.

L'"Evangelo eterno" dell'Apocalisse è del tutto corrispondente…

Apocalisse 14:6-7 – Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo e che aveva l'evangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni, nazione tribù, lingua e popolo, e diceva a gran voce: "Temete Dio e dategli gloria, perché l'ora del suo giudizio è venuta; adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque"

Ancora una volta qui non si dice nulla sulla croce o sulla morte redentrice del Signore per i peccatori. Questa volta, esso è semplicemente una dichiarazione che Dio è sia Creatore che Giudice, con un appello a temere Dio e a dargli gloria, sulla base di un prossimo giudizio. Eppure, questo non è semplicemente un Evangelo, ma l'Evangelo eterno.

Non dovremmo presumere che questo tipo di predicazione non conduca alla salvezza. Se lo Spirito Santo sovrintende ad una tale predicazione, Egli farà in modo che gli eletti amino il Dio glorioso che noi proclamiamo loro, e vorranno saperne di più.

Vediamo questo spesso nel libro degli Atti. Dopo essere giunto ad una città ed avervi predicato l'Evangelo di Cristo, Paolo viene respinto da molti, ma alcuni desiderano saperne di più…

  • Atti 13:42 – Ora, quando i Giudei furono usciti dalla sinagoga, i gentili li pregarono che il sabato seguente fossero loro proposte le stesse cose.

Ed è certo che Paolo indubbiamente predicò l'opera di Cristo a queste persone che desideravano saperne di più.

Ancora, notate come il Signore stesso predica al giovane ricco…

  • Luca 18:18-24 – Uno dei capi lo interrogò, dicendo: "Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?". E Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. Tu conosci i comandamenti: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre"". E colui disse: "Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Udito ciò, Gesù gli disse: "Ti manca ancora una cosa: vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi". Ma egli, udi-  te queste cose, si rattristò grandemente, perché era molto ricco. Allora Gesù, visto che si era molto rattristato, disse "Quanto è difficile per coloro che hanno delle ricchezze entrare nel regno di Dio!

Gesù mette in evidenza come Dio solo sia buono, che Dio è santo e giusto (com'è evidente dai comandamenti), che il giovane non ha osservato la legge di Dio (com'è evidente dalla sua indisponibilità ad usare le sue ricchezze per i poveri), e che egli doveva rinunciare a tutto e seguire

Gesù. Ancora una volta, neanche una parola sulla croce di Cristo. Eppure questo era un genuino incontro evangelistico, riportato qui per nostra istruzione e come un esempio per noi da seguire. Il nostro interesse prioritario nell'evangelizzazione non è semplicemente che gli uomini possano sfuggire all'inferno mediante qualche meccanico esercizio di fede in Cristo. Al contrario, il nostro interesse nell'evangelizzazione dovrebbe essere quello di proclamare il nostro benedetto Iddio, dichiarare i Suoi gloriosi attributi, qualità ed opere, e fare appello agli uomini affinché Gli diano la gloria che Egli merita.

Il proposito salvifico dell'evangelizzazione è secondario al proposito primario di dare gloria a Dio.

Il secondo proposito: salvare gli eletti di Dio

Paolo non operava nella convinzione che egli dovesse cercare di salvare tutti. Egli dichiarava…

  • 2 Timoteo 2:10 – Perciò io soffro ogni cosa per gli eletti, affinché anch'essi ottengano la salvezza che è in Cristo Gesù insieme alla gloria eterna.

Paolo comprendeva che il suo ministero era destinato ad essere in favore di coloro che Dio ha eletto, del Suo popolo eletto, affinché essi ottenessero la salvezza che è in Cristo Gesù. Questo pure dovrebbe essere sottolineato nella nostra attività evangelistica. E' nostro dovere predicare Cristo, e lasciarne i risultati a Dio.

Sembrerebbe che molti evangelici riformati abbiano acquisito la loro teologia dell'evangelizzazione al tempo di Arminio e non se ne siano mai emancipati. Anche quando essi confessino che Dio, da ogni eternità, si sia compiaciuto di scegliere e di predestinare a Sé stesso certi individui per la salvezza, essi sembrano di fatto negarlo. Essi suppongono che Dio, in fondo, ami senza eccezione tutti gli uomini e desideri che tutti siano salvati.

I nostri propositi evangelistici, però, devono essere coerenti con le dottrine che confessiamo. Lo scopo salvifico di Dio nell'evangelizzazione è salvare coloro che Egli si è prefisso di salvare… cioè i Suoi eletti. Questo è ciò che l'Apostolo confessa in 2 Timoteo 2:10, e questo dovrebbe essere pure il nostro fermo proposito. Quando cerchiamo di salvare tutti senza eccezione, ci troviamo in opposizione al proposito rivelato di Dio di salvare solo i Suoi eletti.

Anche il Signore Gesù limitava il Suo ministero salvifico agli eletti. Egli diceva…

  • Matteo 15:24 – ... "Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele".

Forse che ogni persona non salvata faccia parte delle "pecore perdute". Chiaramente no, perché il nostro Signore disse ai quei Farisei che essi non facevano parte delle Sue pecore…

  • Giovanni 10:26 – "Ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore, come vi ho detto".

Quei Farisei non erano delle sue pecore perdute perché essi non facevano affatto parte del gregge di Cristo!

Nella parabola del buon pastore che lascia le novantanove pecore per andare alla ricerca di quella che aveva perduta (Matteo 18:12; Luca 15:4), la pecora perduta faceva più che certamente parte del suo gregge… ecco perché il pastore era andata a cercarla. Quei Farisei, però, non facevano parte delle pecore di Cristo.

Certamente sono pronto a riconoscere che non abbiamo modo di sapere quali non credenti siano stati scelti da Dio e quali no. La scelta che Dio opera rimarrà un segreto attentamente celato fino al giorno in cui una persona non proverà di essere un eletto confidando in Cristo, altrimenti si comproverà un reprobo che morrà nell'incredulità.

Non affermo che il nostro approccio all'eletto non credente debba essere diverso da quello da usarsi verso il non eletto non credente. Come potremmo, visto che non possiamo distinguerli?

Quel che però affermo, è che l'evangelizzazione fedele non ci chiede di credere che Dio voglia che tutti gli uomini siano salvati. Possiamo essere entusiasti, compassionevoli e ben disposti anche senza supporre che l'amore salvifico di Dio ed il Suo proposito, comporti un raggio universale.

Vi sono diverse ragioni per cui un'evangelizzazione appropriata e biblica non possa essere motivata da un desiderio di veder salvati tutti gli uomini…

  • In primo luogo essa negherebbe quanto esplicitamente Dio afferma, cioè che ne salverà un certo numero, ma non tutti.
  • In secondo luogo essa negherebbe l'insegnamento scritturale sull'amore selettivo di Dio. Quelli che Dio ama, Egli elegge a salvezza (Efesini 1:4,5; 2 Tessalonicesi 2:13). Coloro che Dio ama, Egli redime con il sangue di Cristo (Efesini 5:25), Coloro che Dio ama, Egli risveglia con il Suo Santo Spirito (Efesini 2:4,5). Coloro che Dio ama, non saranno mai separati dall'amore di Dio (Romani 8:35-39). Forse che tutte queste cose possono essere dette per i non eletti?
  • In terzo luogo, questo non lascerebbe spazio alcuno alle imprecazioni che la Bibbia pronuncia contro i malvagi, e annullerebbe brani come Apocalisse 6:10…

Apocalisse 6:10 – "Fino a quando aspetti, o Signore, che sei il Santo e il Verace, a fare giustizia del nostro sangue sopra coloro che abitano sulla terra?" 

  • In quarto luogo questo avrebbe per risultato solo un'amara delusione, perché Dio non ha voluto che tutti siano salvati e, di fatto, molti saranno condannati per l'eternità all'inferno. Forse che in cielo si spanderanno lacrime per loro?

Mi rendo ben conto che, parlando in termini umani, a noi deve importare amare tutti senza distinzione e, di fatto lo dobbiamo fare. Conoscendo il timore del Signore (2 Corinzi 5:11) noi certo non vorremmo che nessuno finisse all'inferno. Inoltre non dobbiamo mai dimenticare la nostra propria peccaminosità e la grande misericordia che Dio ha manifestato verso di noi. Non dobbiamo certo gonfiarci di orgoglio come se noi fossimo meglio degli altri, perché non lo siamo. Se Dio non avesse liberamente scelto di salvare le nostre miserabili anime, saremmo giustamente destinati all'inferno, tanto quanto gli altri (Efesini 2:3). Per questo sentiamo un senso di compassione e di terrore per quelli che respingono Cristo e per questo sono destinati alla rovina ultima ed eterna dell'inferno.

Dobbiamo però avere un giusto senso della malvagità umana e della giustizia e sovranità di Dio. Dobbiamo riconciliarci con il pensiero che è perfettamente nelle prerogative di Dio astenersi dal manifestare la Sua grazia salvifica quando e dove Egli ritenga opportuno. Non dobbiamo mai prendere per scontata la grazia e la misericordia di Dio, come se Egli fosse in obbligo di essere misericordioso verso gli uomini.

Dobbiamo riconciliare noi stessi con il pensiero che gli uomini sono veramente malvagi e che realmente meritino l'eterno inferno. Dobbiamo riconciliare noi stessi con il pensiero che la giustizia di Dio realmente esiga soddisfazione, e che Egli sarebbe meno che Dio se Egli dovesse passare sopra al peccato.

Dobbiamo inoltre avere uno spirito di sottomissione ai decreti del Dio sovrano, e confidare nella Sua amorevole sapienza. Quando un non credente confida in Cristo, non dovremmo considerare questo come se fosse un successo in più per l'Evangelo. Dovremmo piuttosto considerarlo come la realizzazione dei propositi elettivi di Dio verso quell'individuo. Dovremmo rallegrarci nel vedere come Dio abbia adempiuto il Suo volere sovrano per questa persona eletta portandola al Salvatore.

Il terzo proposito: far si che i non eletti non possano accampare scuse

Che ogni cosa esista per la gloria di Dio, è un principio di base delle Scritture (Apocalisse 4:11). L'eletto esiste per la gloria di Dio, perché Dio dimostra la Sua gloriosa misericordia salvando i Suoi eletti dai loro peccati attraverso il sangue che Dio per loro ha versato (Efesini 1:5,6).

Pure il non eletto, però, esiste per la gloria di Dio. L'ultimo giorno essi manifesteranno la Sua gloriosa giustizia quando Egli li giudicherà per le loro opere malvagie e per la loro ostinata incredulità (Ap. 20:11-15). Senza dubbio i santificati letteralmente si rallegreranno quando vedranno Iddio giudicare i Suoi nemici!

  • Apocalisse 16:5-7 – E udii l'angelo delle acque, che diceva: "Tu sei giusto, o Signore, che sei e che eri e che hai da venire, il Santo, per aver giudicato queste cose. Essi hanno sparso il sangue dei santi e dei profeti, e tu hai dato loro da bere del sa gue, perché è la ricompensa che essi meritano". E udii un altro dall'altare che diceva: "Sì, o Signore, Dio onnipotente, i tuoi giudizi sono veraci e giusti"
  • Apocalisse 19:1-4 – Dopo queste cose udii nel cielo una gran voce di una grande moltitudine, che diceva: "Alleluia! La salvezza, la gloria, l'onore e la potenza appartengono al Signore nostro Dio, poiché veraci e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha infatti giudicato la grande meretrice che ha corrotto la terra con la sua fornicazione, e ha vendicato il sangue dei suoi servi sparso dalla sua mano". E dissero per la seconda volta: "Alleluia! E il suo fumo sale nei secoli dei secoli". Allora i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi si prostrarono ed adorarono Dio che sedeva sul trono dicendo: "Amen, Alleluia!"

Le creature umane sono veramente e genuinamente malvagie nel profondo del loro cuore. Dio permette agli uomini di provare questo pienamente quando dà loro la libertà di seguire molti dei loro desideri, permettendo loro pure di parlare ingiuriosamente del Suo santo nome, Talvolta noi ci domandiamo perché Dio permetta ai malvagi di sussistere sulla terra. La Scrittura però ce ne dà il motivo…

  • Proverbi 16:4 – L'Eterno ha fatto ogni cosa per se stesso, anche l'empio per il giorno della sventura.

Questo testo ha un duplice significato…

  • In primo luogo significa che Dio usa i malvagi per adempiere ai Suoi propositi (At. 2:23; 4:27,28; Lu. 22:22; Is. 10:5-7; 1 Re 11:14; 2 Re 13:3). Furono uomini malvagi a far inchiodare il Signore Gesù sulla croce. Furono uomini malvagi ad eseguire il giudizio di Dio quando Egli permise agli Assiri di portare Israele in esilio e, più tardi, quando egli permise a Babilonia di portar via Israele.
  • In secondo luogo, questo significa che Dio ha stabilito un giorno in cui Egli giudicherà i malvagi (Atti 17:31). Non solo il giorno è stabilito, ma anche gli empi sono destinati a quel giorno (Proverbi 16:4).

Quel giorno Dio rivendicherà la propria santità e giustizia. Noi esitiamo a pensare come il giudizio finale possa di fatto glorificare Iddio… sembriamo quasi pensare che sia un difetto in Dio il fatto che Egli possa destinare uomini ad un inferno eterno. Un tale modo di pensare, però, mostra quanto il peccato abbia distorto il nostro giudizio… non c'è nulla che sia meglio dichiarato nella Scrittura che la giustizia del giudizio a venire.

Il nostro Dio benedetto punirà certamente il malvagio. Questa non è un tratto deteriore di Dio, ma testimonia della Sua purezza e della Sua giustizia, testimonia quanto Egli gelosamente protegga tutto quanto è buono e salto. Non rendiamo alcun servizio a Dio il supporre che sia da parte Sua un'azione cattiva punire il malvagio. In realtà un tale pensiero è del tutto blasfemo!

La Bibbia ci dice che i santificati si rallegreranno quando Dio eseguirà la Sua sentenza di condanna sui malvagi (Ap. 16:5-7; 19:1-4). Questo dovrebbe essere prova sufficiente che il giudizio di Dio sugli uomini attesterà della Sua beatitudine e gloria.

In che modo, allora, l'Evangelo glorifica Dio attraverso i non eletti?

Quando l'Evangelo viene predicato ai non eletti, essi induriscono il loro cuore contro di esso.

  • Romani 11:7 – Che dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava, ma gli eletti l'hanno ottenuto, e gli altri sono stati induriti.

E' interessante il fatto che lo stesso glorioso Evangelo che ammorbidisce il cuore degli eletti, abbia proprio l'effetto opposto sui non eletti.

Martin Lutero paragona questo al sole che picchia su due masse… una di cera e l'altra di argilla. Quando la cera viene esposta al calore del sole, essa diventa più soffice, ma quando al calore del sole viene posta l'argilla, essa diventa più dura e fragile. Eppure, in entrambi i casi, si tratta dello stesso sole. Allo stesso modo, lo stesso messaggio dell'Evangelo ammorbidisce il cuore di carne degli eletti, ed indurisce il cuore di pietra dei non eletti (Ezechiele 36:26).

Quando Dio, allora, invia il Suo Evangelo ai non eletti, Egli dà loro l'opportunità di indurire il loro cuore. Nella loro depravazione e corruzione, essi fanno presto a rispondervi. Sebbene induriscano volontariamente il loro cuore, il risultato è pur tuttavia prevedibile e certo. Ecco perché la Scrittura spesso dice che Iddio talvolta indurisca il cuore umano (Es. 4:21; 7:3; 9:12; 10:1,20; 11:10; 14:4, 8, 17; De. 2:30; Gs. 11:20; Gv. 12:40; Ro. 9:18; 11:7,8) e che essi stessi induriscano i loro cuori (Es. 8:15, 32; 9:34; 1 Sa. 6:6; 2 Re 17:14; 2 Cr. 36:13; Ne. 9:16,17,29; Gb. 9:4 ecc.).

Molti odiano la dottrina della riprovazione, ma essa è chiaramente biblica. La scrittura parla dei re cananiti che sorsero contro Israele…

  • Giosuè 11:20 – Era infatti l'Eterno stesso che induriva il loro cuore perché facessero guerra contro Israele, affinché Israele li votasse allo sterminio senza usare alcuna pietà verso di loro, ma li annientasse come l'Eterno aveva comandato a Mosè.

Notate come la durezza del loro cuore fosse causata dal Signore, e che Egli lo fece "perché essi facessero guerra contro Israele…". Ancora una volta noi affermiamo che Dio li indurisce indirettamente, permettendo loro di indurire il proprio cuore. Pure noi pienamente affermiamo che questo indurimento fosse il risultato inevitabile, data la totale depravazione umana.

La Bibbia dichiara che questo pure è vero delle umane reazioni verso Cristo…

  • Giovanni 12:37-41 – Sebbene avesse fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui, affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: "Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?". Perciò non potevano credere, perché Isaia disse ancora: "Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca". Queste cose disse Isaia, quando vide la sua gloria e parlò di lui".

Qui si afferma chiaramente che Dio: "ha accecato i loro occhi". Perché lo ha fatto? "perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano". Qui si parla chiaramente della fede in Cristo, perché al v. 37 troviamo fatto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui" e al v. 39: "Perciò non potevano credere". Paolo dice la stessa cosa…

  • Romani 11:7-8 – Che dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava, ma gli eletti l'hanno ottenuto, e gli altri sono stati induriti, come sta scritto: "Dio ha dato loro uno spirito di stordimento, occhi per non vedere e orecchi per non udire"

Vediamo ancora in questo brano come Dio scelga alcuni alla salvezza e non altri. Eppure, in entrambi i casi, l'Evangelo serve allo scopo che Dio ha previsto. Ci chiediamo con Paolo: " E chi è sufficiente a queste cose?" (2 Co. 2:16)

L'evangelizzazione biblica ha sempre successo.

L'apostolo Paolo dichiara che la nostra opera evangelistica è sempre vittoriosa… sia che, a causa di essa, uomini e donne si sottomettano in fede a Cristo, sia che Lo respingano…

  • 2 Corinzi 2:14-17 – Or sia ringraziato Dio il quale ci fa sempre trionfare in Cristo e attraverso noi manifesta in ogni luogo il profumo della sua conoscenza. Perché noi siamo per Dio il buon odore di Cristo fra quelli che sono salvati, e fra quelli che periscono; per questi un odore di morte a morte, ma per quelli un odore di vita a vita. E chi è sufficiente a queste cose? Noi non falsifichiamo infatti la parola di Dio come molti altri, ma parliamo in sincerità come da parte di Dio davanti a Dio in Cristo.

Egli dice che noi siamo il profumo di Cristo fra quelli che sono salvati e fra quelli che periscono… "per questi un odore di morte a morte, ma per quelli un odore di vita a vita".

Paolo dice che Dio "ci fa sempre trionfare in Cristo". Lo crediamo veramente? Oppure supponiamo che il nostro evangelizzare abbia fallito quando uomini e donne respingono l'Evangelo che è stato loro predicato? Crediamo veramente che Dio sia sovrano, e che Egli realizzi sempre i Suoi propositi? Possiamo noi onestamente credere che il nostro sovrano Signore voglia che tutti gli uomini senza eccezione siano salvati? Non potrebbe Egli forse realizzare questo proposito?

Iddio ci dice che la Sua parola non va mai a vuoto, ma che realizza sempre lo scopo per cui essa è stata mandata…

  • Isaia 55:11 - Così sarà la mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non ritornerà a me a vuoto, senza avere compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l'ho mandata.

Quando viene proclamata la Parola di Dio, forse che essa risulta sempre nella salvezza delle anime? O forse che qualche volta non realizzi uno scopo diverso? Noi non dovremmo presumere che lo scopo per cui Dio manda la Sua Parola sia sempre salvifico. 

Forse invece che manifestare la Sua misericordia, Egli vuole che gli inconvertiti accumulino per sé stessi un tesoro d'ira per il giorno dell'ira…

  • Romani 2:4-5 – Ovvero disprezzi le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e longanimità, non conoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio.

La Scrittura dichiara che non c'è nessuno che cerchi Dio (Sl. 14:2,3; 53:2,3; Ro. 3:10,11). Il nostro Signore dichiara in Giovanni 6:44 che nessuno è in grado di venire a Lui fintanto che il Padre non lo attiri (la parola usata in greco per "attirare" corrisponde meglio a "trascinare", come in "vedendo che la speranza del loro guadagno era svanita, presero Paolo e Sila e li trascinarono sulla piazza del mercato davanti ai magistrati" At. 16:19). L'uomo decaduto, per natura, non desidera venire a Cristo. E' solo quando Iddio trasforma il cuore ribelle e peccatore dell'uomo che egli vorrà venire a Cristo (At. 16:14), e Dio non fa questo con tutti!

Guardiamo ancora l'affermazione di Paolo che Dio "… ci fa sempre trionfare in Cristo" e notate com'è noi trionfiamo in Cristo…

2 Corinzi 2:14 – Dio… ci fa sempre trionfare in Cristo e attraverso noi manifesta in ogni luogo il profumo della sua conoscenza.

Noi trionfiamo quando Dio manifesta attraverso di noi la conoscenza di Cristo in ogni luogo. Questa testimonianza è un profumo per Dio … qualunque sia la reazione della gente ad essa!

La salvezza degli uomini mediante l'Evangelo è solo una parte dell'equazione. Dio risulta vittorioso anche quando il non eletto respinge la nostra testimonianza. In ogni caso l'interesse prioritario è che Cristo sia fatto conoscere a tutti.

Principi che dovrebbero governare la nostra evangelizzazione

La nostra evangelizzazione, quindi, dovrebbe essere motivata dalle seguenti preoccupazioni…

Avere una grande passione per Dio, per far conoscere il Suo nome e la Sua gloria per tutta la terra.

Avere una grande gioia in Cristo, nostro Salvatore, mediante la quale noi trabocchiamo con espressioni di lode e di testimonianza.

Avere un grande desiderio che gli eletti di Dio tutti ottengano la salvezza che è in Cristo Gesù con gloria eterna.

Avere la determinazione di essere fedeli, gentili ed onesti nella nostra presentazione dell'Evangelo per non permettere ai non eletti di trovare delle scuse per non aver voluto accettare Cristo.

La fiducia che Dio è sempre vittorioso quando l'Evangelo viene predicato… che i risultati (sia di salvezza che di condanna) sono preordinati da Dio, adempiendo i propositi che Egli ha stabilito.

Naturalmente Dio dovrà fornire il Suo Spirito di grazia se vogliano avere questa motivazione con vera sincerità ed onestà. Dovremmo continuamente pregare di essere colmi di questa passione per Dio affinché l'evangelizzazione sia per noi spontanea e naturale, e che sia accompagnata dal frutto dello Spirito di Dio.

Possa il nostro benedetto Dio condurci di trionfo in trionfo quando proclamiamo la Sua gloria e la Sua grazia. A Lui sia la gloria per ogni eternità!

Altre voci

Charles H. Spurgeon, Morning and Evening, devozione per la mattina del 4 dicembre. " io ho un grande popolo in questa città" -- Atti 18:10. Questo dovrebbe essere di grande incoraggiamento a cercare di fare il bene, dato che Dio, fra i più vili dei vili, fra i più reprobi, fra i corruttori e gli ubriaconi, possiede un popolo eletto che deve essere salvato. Quando porti loro la Parola, lo fai perché Dio ti ha ordinato di essere messaggero di vita per le loro anime, ed essi la debbono ricevere, perché così ha stabilito il decreto della predestinazione. Essi sono altrettanto redenti dal sangue che i santi davanti al trono eterno. Essi sono proprietà di Cristo, e forse oggi sono assidui frequentatori delle bettole e hanno in odio la santità. Se Gesù Cristo li ha redenti, però, Egli saranno conquistati a Lui. Dio non è dimentico del prezzo che Suo Figlio ha dovuto pagare. Egli non tollererà che la Sua sostituzione sia in nessun caso inefficace, una cosa morta. Decine di migliaia di redenti non sono ancora stati rigenerati, ma essi dovranno essere rigenerati. Questo è il nostro conforto quando andiamo a loro proclamando la Parola di risveglio. Anzi, ancor di più, per questi empi Cristo sta pregando di fronte al trono: "Io non prego per loro soltanto", disse il grande Intercessore, "ma pure per coloro che crederanno in me attraverso la loro parola". Povere ed ignoranti anime, esse non sanno nulla della preghiera per loro stessi, ma Gesù prega per loro. I loro nomi sono nel suo cuore, e quando il momento verrà, essi piegheranno il loro ginocchio ostinato e sospireranno ravveduti di fronte al trono della grazia. "Il tempo dei fichi non è ancora giunto", il rintocco predestinato non ha ancora battuto. Quando verrà però il momento, essi ubbidiranno e Dio otterrà ciò che è Suo. Essi dovranno venire, dovranno diventare i servi volenterosi del Dio vivente. "Il mio popolo sarà volenteroso del giorno del mio potere", "Egli renderà giusti molti", "Egli vedrà il frutto del travaglio della Sua anima", "Io Gli darò la Sua parte fra i grandi, e dividerà il bottino con i forti".

Walter Chantry, Today's Gospel - Authentic or Synthetic? (Edinburgh: The Banner of Truth Trust, 1970), p. 23… In ogni caso l'interesse per l'anima del giovane ricco non era il motivo supremo che aveva mosso Cristo a rendere testimonianza a questo peccatore. Nel più profon- Una via tanto più eccellente, 13/14 do del suo cuore stava l'amore per Dio. Per quanto spinto dal desiderio di salvare uomini, Cristo era motivato primariamente dal desiderio di glorificare Suo Padre. Non si può leggere attentamente i vangeli senza vedere come l'obiettivo principe del Signore fosse fare la volontà di Suo Padre e di manifestare agli uomini la Sua gloria.

John Piper, Let the Nations be Glad! (Grand Rapids: Baker Book House, 1996), p. 11… La missione non è l'obiettivo ultimo della chiesa, ma il culto. La missione esiste proprio perché non esiste culto. Il culto è ultimo, non le missioni, perché Dio è ultimo, non l'uomo. Quando finirà quest'età, e innumerevoli milioni di redenti cadranno in adorazione di fronte al trono di Dio, le missioni non esisteranno più. Esse sono una necessità temporanea. Il culto, però, dura per sempre. Il culto, quindi, è il carburante e l'obiettivo delle missioni. Esso è l'obiettivo delle missioni perché unico scopo delle missioni è quello di portare le nazioni alla gioia suprema della gloria di Dio. Obiettivo delle missioni è la gioia dei popoli che si rallegrano della grandezza di Dio. "L'Eterno regna; gioisca la terra e si rallegrino le grandi isole" (Sl. 97:1). "I popoli ti celebreranno, o DIO, tutti quanti i popoli ti celebreranno. Le nazioni si rallegreranno e giubileranno, perché tu giudicherai i popoli rettamente e condurrai le nazioni sulla terra" (Sl. 67:3,4). Il culto, però, è anche il carburante delle missioni. La passione per Dio nel culto precede l'offerta di Dio nella predicazione. Non si può raccomandare ciò che prima non si apprezza. I missionari non esclameranno mai "Si rallegrino le nazioni" se non possono dire di tutto cuore "io mi rallegrerò nell'Eterno. Gioirò e mi rallegrerò in te; canterò le lodi al tuo nome, o Altissimo" (Sl. 104:34; 9:2). La missione inizia e termina nel culto".

Confessione di Fede di Westminster, Capitolo 3, sezione 7

Secondo l'imperscrutabile consiglio della propria volontà per il quale Egli accorda o nega la misericordia come vuole per la gloria della sua potenza sovrana sulle sue creature, è piaciuto a Dio di tralasciare il resto dell'umanità e destinarlo a disonore e ad ira per il suo peccato, a lode e gloria della sua giustizia (Mt. 11:25,26; Ro. 9:17,18,21,22; 2 Ti. 2:19,20; Gd. 4; 1 Pi. 2:8).

Canoni di Dort, Capitolo 1, sezione 15…

Ciò che in modo peculiare tende ad illustrare e a raccomandarci l'eterna ed immeritata grazia dell'elezione è l'espressa testimonianza delle Sacre Scritture che non tutti, ma solo alcuni, sono eletti, mentre agli altri l'eterno decreto passa oltre. Dio infatti, nel Suo sovrano, giustissimo, irreprensibile ed immutabile beneplacito, ha decretato di lasciarli nella miseria che è loro comune, nella quale essi volontariamente si sono immersi, e non impartire loro la fede salvifica e la grazia della conversione. Permettendo loro nel Suo giusto giudizio, di seguire le loro proprie vie, Egli dichiara così dichiarare la Sua giustizia, e li condanna e punisce per sempre, non solo sulla base della loro incredulità, ma pure per tutti i loro altri peccati. E questo decreto è il decreto della riprovazione, il quale in nessun modo rende Dio Autore di peccato (questo stesso pensiero sarebbe bestemmia), ma Lo dichiara essere temibile, irreprensibile e giusto Giudice e Vendicatore.

R. C. Sproul, Chosen by God (Wheaton, IL: Tyndale House Publishers, Inc., 1987), pp. 142-145. Per poter comprendere la concezione riformata su questo argomento, dobbiamo prestare bene attenzione alla distinzione fra decreto positivo e decreto negativo di Dio. Il decreto positivo ha a che fare con l'intervento di Dio nel cuore degli eletti. Il decreto negativo ha a che fare con Dio che passa oltre i non eletti. La concezione riformata insegna che Dio interviene positivamente o attivamente nella vita degli eletti per assicurare loro la salvezza. Il resto dell'umanità Dio lo lascia a sé stesso. Non è Dio che crea l'incredulità nei loro cuori. L'incredulità vi è già presente. Egli non li forza a peccare. Essi peccano per loro scelta, Nella concezione calvinista il decreto dell'elezione è positivo; il decreto della riprovazione è negativo. … L'indurimento passivo implica un giudizio divino sul peccato che è già presente. Tutto ciò di cui Dio deve fare per indurire il cuore di una persona il cui cuore è già disperatamente malvagio è di "abbandonarlo al suo peccato". E' nella stessa Scrittura che troviamo ripetutamente questo concetto di giudizio divino.

A. W. Pink, The Sovereignty of God (Grand Rapids: Baker Book House, 1975), pp. 100-101 Ora tutti riconosceranno che dalla fondazione del mondo Dio certamente preconosce e prevede chi avrebbe e chi non avrebbe ricevuto Cristo come proprio Salvatore, quindi nel dare l'essere e la nascita a coloro che Egli pur sapeva avrebbero respinto Cristo. Così necessariamente Egli li creerebbe per la dannazione? Tutto ciò che si potrebbe dire in risposta a questo è: No, sebbene Dio preconosca che questi avrebbero respinto Cristo, Egli non decreta che essi lo debbano fare. La questione ne nasconde un'altra. Dio aveva una ragione definita sul perché creare gli uomini; uno scopo specifico per creare questo e quell'individuo, ed in vista del destino eterno delle Sue creature, Egli si è prefisso o che questi debba passare l'eternità in cielo, o che questi passi l'eternità nel Lago di Fuoco. Se allora Egli prevede che nel creare una certa persona, che quella persona avrebbe disprezzato e respinto il Salvatore, e sapendo questo anticipatamente, Egli, ciononostante, porta quella persona all'esistenza, è chiaro che Egli abbia designato e ordinato che quella persona sia eternamente perduta. Ancora una volta: la fede è un dono di Dio, e lo scopo di darla solo ad alcuni, implica il proposito di non darla ad altri

Riferimenti