Predicazioni/1Corinzi/Possiamo fidarci degli

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Possiamo fidarci degli "esperti"? (1 Corinzi 1:18-25)

Oltre ad essere divertenti e appassionanti, i dibattiti televisivi su ogni argomento ci fanno udire persone considerate sapienti e competenti su molti aspetti della vita e che ci possono insegnare molto su come comportarci, come vestirci, che cosa comprare, come pensare e come parlare... Sono "programmi educativi", o, almeno, così ci fanno credere. Persone con un pensiero diverso o non sono invitate, oppure sono invitate "pro forma": danno loro poco spazio e spesso vengono dileggiate con contorno delle risate e del battimano del pubblico presente in sala. Si tratta di un pubblico sempre diretto da capi-claque, cioè chi, fuori scena, mai inquadrato dalle telecamere, organizza l'intervento di spettatori pagati per applaudire durante uno spettacolo. Certo, i media invitano e fanno parlare a lungo "esperti di dibattiti culturali" e celebrità che sono state proclamate "influencer" per esporre il loro illuminato e competente pensiero... Lo fanno per influenzare l'opinione pubblica e portarla ad appoggiare le ideologie e le politiche di chi li finanzia. Avete voi abbastanza spirito critico per non lasciarvi influenzare dalle manipolazioni operate da chi vuole solo sfruttarvi a proprio vantaggio? Possiamo fidarci degli "esperti"?

Il messaggio evangelico annunciato dall'apostolo Paolo, così com'è riportato nei suoi scritti contenuti nella Bibbia, già allora era considerato "una scemenza" da gran parte del suo uditorio e veniva deriso perché usciva fuori dai canoni di che cosa era considerato ragionevole. Ascoltate che cosa egli scrive nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto, e poi lo esamineremo punto per punto:

"Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio. Sta scritto infatti: «Io farò perire la sapienza dei savi e annullerò l'intelligenza degli intelligenti». Dov'è il savio? Dov'è lo scriba? Dov'è il disputatore di questa età? Non ha forse Dio resa stolta la sapienza di questo mondo? Infatti, poiché nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio per mezzo della propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione, poiché i Giudei chiedono un segno e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo per i Giudei e follia per i Greci; ma a quelli che sono chiamati, sia Giudei che Greci, noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la follia di Dio è più savia degli uomini e la debolezza di Dio più forte degli uomini" (1 Corinzi 1:18-25).

1. "Il messaggio [o "parola", "predicazione"] della croce è follia per quelli che periscono "(v. 18a). Questo versetto introduce il resto di questo capitolo, dove l'Apostolo contrappone la sapienza di questo mondo (la sapienza umana) con la sapienza di Dio, quella che trova la sua massima espressione nell'apparente insensatezza di predicare il valore salvifico del sacrificio di Cristo sulla croce. Per coloro che si vantano della propria sapienza ("io so, io ragiono, io capisco") la croce come simbolo di salvezza sembra essere una sciocchezza, un'assurdità, una cosa priva di senso.

Perché Dio avrebbe mandato suo Figlio a morire su una croce? Per gli standard della sapienza umana, infatti, non ha alcun senso! Ma la sapienza umana, per quanto attraente possa sembrare in superficie per la sua "razionalità", non ha forza salvifica. Non importa quanto intelligenti possano essere, le persone che dipendono dalla sola ragione umana stanno morendo, sono sulla via della perdizione. Sono come persone la cui nave sta affondando nel mezzo di un oceano. Anche se avessero abilità di nuoto olimpico, quelle persone non avrebbero alcuna speranza di raggiungere la riva da sole. Hanno bisogno di una scialuppa di salvataggio o, meglio ancora, di una nave per salvarli.

2. "...ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio" (v. 18b). Coloro che vengono salvati hanno riconosciuto la loro impotenza a salvarsi dalla maledizione del peccao ed hanno riconosciuto la potenza de lla grazia di Dio in Gesù Cristo. Capiscono che non possono sconfiggere il peccato che domina le loro vite e che li porta alla rovina, e così hanno imparato a confidare nella grazia di Dio. Quella grazia si è manifestata pienamente alla croce di Cristo, dove Cristo non solo aveva pregato che Dio perdonasse coloro che lo crocifiggevano, ma aveva aperto anche la porta al perdono per tutti coloro che sarebbero giunti a credere in lui. Così la croce, che sembra stoltezza a coloro che sono condizionati dalla sapienza umana, è davvero lo strumento di salvezza per coloro che vengono salvati.

3. "Sta scritto infatti: «Io farò perire la sapienza dei savi e annullerò l'intelligenza degli intelligenti»" (v. 19). Corinto è una città della Grecia e gli antichi greci erano fieri della loro saggezza e dei loro grandi filosofi, Socrate, Platone e Aristotele e molti altri. Ancora oggi la Grecia è considerata "la culla della civiltà". La parola filosofia deriva da due parole greche, phileo, che significa amare e sophia, che significa "sapienza". I greci amavano la sapienza filosofica ed erano orgogliosi della loro conoscenza e comprensione delle cose che la filosofia dava loro. Erano gente civile "che ragionava" - così dicevano.

Paolo, però, qui cita il profeta Isaia per dire alla chiesa di Corinto che Dio dice: "...perciò, ecco, io continuerò a fare meraviglie in mezzo a questo popolo, sì, meraviglie e prodigi; la sapienza dei suoi savi perirà e l'intelligenza dei suoi intelligenti scomparirà" (Isaia 29:14). . La sapienza umana (sophia) e il discernimento (synesis - comprensione, intelligenza) trovano le loro radici in discipline come la storia e la scienza. Tali discipline promettono di illuminarci in modo che il nostro futuro sarà più luminoso del nostro passato: una forza di progresso, si dice. Questo tipo di sapienza è una vera promessa. Godiamo di una qualità della vita senza precedenti, con impianti idraulici in casa, riscaldamento centralizzato e automobili Sarebbe stata l'invidia di principi e re delle passate generazioni. Le moderne tecniche di perforazione ci consentono di estrarre petrolio da luoghi inaccessibili anche un decennio fa. La tecnologia moderna ci consente di rintracciare i terroristi prima che possano agire. La medicina moderna ci consente di vivere vite più lunghe e senza dolore come mai prima d'ora. Tuttavia, le lezioni di storia e scienza non sono riuscite a portarci vera sicurezza e le nuove "soluzioni" spesso creano nuovi problemi. Non siamo più vicini a risolvere il problema del male e della morte di quanto lo fossero i nostri antenati mille anni fa. Svelare i segreti dell'atomo ci ha fornito energia a basso costo, ma ha creato enormi cumuli di scorie nucleari e ci ha dato motivo di temere l'annientamento. Abbiamo ancora guerre e minacce di guerre. Tiranni continuano a dominare le nazioni grandi e piccole in tutto il mondo. Le nostre armi sofisticate ci danno un vantaggio temporaneo sui nostri nemici, ma sono spesso ostacolate da efficaci tecnologie primitive e a basso costo. I comfort del riscaldamento, dell'aria condizionata e delle automobili sono arrivati al prezzo di esaurire le preziose risorse della terra e di inquinare l'aria. Anche la medicina moderna, per la quale abbiamo pure motivo di essere molto grati, causa molti problemi collaterali e non è affatto "sicura".

4. Dio dice (tramite Isaia e Paolo) dice: "Io farò perire la sapienza dei savi e annullerò l'intelligenza degli intelligenti", di quelli, cioè, che si considerano savi e intelligenti. Perire? Non dovrebbe Dio onorare la nostra intelligenza? Di fatto è come se intervenisse per ostacolarci ogni volta che facciamo qualche progresso. C'è però una legge di natura reale come la gravità: quella che la saggezza umana è sempre finita, limitata, sostanzialmente inaffidabile e spesso crea nuovi problemi mentre risolve quelli vecchi.

5. "Dov'è il savio [il filosofo]? Dov'è lo scriba? Dov'è il disputatore [l'intellettuale] di questa età [di questo mondo]?", oppure: "che cosa hanno ora da dire i sapienti, gli studiosi, gli esperti in dibattiti culturali?". Paolo continua qui la sua argomentazione elencando alcuni esempi di persone note per la loro saggezza: (1) Il sophos, il filosofo, il tradizionale arbitro della saggezza per i greci; (2) Il grammateus, lo scriba o il maestro, il tradizionale mediatore di saggezza per gli ebrei; (3) Il suzetetòs, il dibattitore, esperto nelle arti della retorica (l'arte di preparare argomenti persuasivi) e di oratoria (l'arte di parlare in pubblico)? Le persone persuasive, o "influencer", godono di una buona dose di potere: gliel'hanno dato. Perché? A che scopo? Nell'antica Grecia, i suzeteti avevano ancora meglio. I greci consideravano i suzeteti con il tipo di adulazione servile che molte persone oggi considerano le celebrità del mondo dello spettacolo.

Paolo, però, chiama queste persone syzetetes houtos ho aion— i disputatori di questa età. Nel Nuovo Testamento, "questa età" è una frase negativa che di solito è in contrasto con "l'età a venire" o "vita eterna" (Matteo 12:32; Marco 10:30; Luca 18:30; 20: 34-35 ; Efesini 1:21). Paolo usa "quest'epoca" per parlare di sapienza e di governanti temporanei, destinati a scomparire, a perire (1 Corinzi 2:6). Quindi, quando Paolo parla del “disputatore di questa età”, parla di una persona che gode di potere ora, ma il cui potere inevitabilmente si ridurrà in polvere. Tale potere non è trasferibile al regno di Dio.

6. “Non ha forse Dio resa stolta la sapienza di questo mondo?“ ( Ho kosmos sophia ) (v. 20b). Dio ha reso stolti i fornitori di sapienza umana. Dio fa sembrare regolarmente coloro che possiedono ho kosmos sophia (la saggezza di questo mondo) moraino - degli sciocchi, degli idioti. La frase ho kosmos sophia (la saggezza di questo mondo) è quasi un ossimoro, una combinazione di parole contraddittorie, come "lusso essenziale" o "replica autentica". Il Nuovo Testamento usa la parola kosmos per il mondo che è opposto a Dio. Come può essere sapiente un kosmos che è antagonista a Dio? Non è possibile! Tuttavia, non dovremmo perdere di vista il fatto che Dio ama il kosmos, lo ama così tanto che ha mandato il suo unico Figlio per salvare il popolo del kosmos (Giovanni 3:16).

7. "Infatti, poiché nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio per mezzo della propria sapienza" (21a). Nella sua sapienza, Dio non ha strutturato le cose in modo tale che noi si possa conoscerlo attraverso la nostra sapienza, "i metodi sperimentali della scienza". Possiamo conoscerlo solo per rivelazione, la Sua, direttamente. È solo quando Dio sceglie di rivelarsi a noi che possiamo conoscerlo. Nel libro dei Romani, Paolo dice che Dio si è rivelato in modo che anche le persone malvagie possano vederlo chiaramente. Tuttavia, molte persone scelgono di ignorare questa rivelazione. Non onorano Dio. "Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile Dio in un'immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili" (Romani 1: 22-23 ). Come può una persona che adora un idolo di legno o di pietra affermare di essere sapiente? Come può una persona che adora la scienza umana affermare di essere sapiente?

8. "...è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione" (v. 21b). Dio, però, nella sua sapienza, ha scelto di rivelarsi, non attraverso la sapienza della ricerca umana, ma attraverso l'apparente stoltezza della predicazione (kerygma). Il kerygma del Nuovo Testamento può essere riassunto come la "proclamazione del significato della morte, risurrezione ed esaltazione di Gesù che ha portato alla valutazione della sua persona sia come Signore che come Cristo, che sfida l'uomo con la necessità del ravvedimento e promettendo il perdono dei peccati". Il kerygma , quindi, è dato da Dio piuttosto che il prodotto dello sforzo o della sapienza umana. Il kerygma è incentrato sul valore della morte, risurrezione e ascensione di Gesù. È tramite queste azioni che Dio ha deciso di redimere il mondo. La croce di Cristo sembra stoltezza a coloro che rifiutano di credere in Lui nei termini della predicazione apostolica. Perché Dio avrebbe mandato suo Figlio a morire inchiodato ad una croce? Perché non mandarlo, piuttosto, come capo di un potente esercito che sottomette a sé il mondo con la forza? Perché non mandarlo con poteri magici per mettere tutto a posto? La risposta, ovviamente, è che Dio vuole salvare il mondo portando uomini e donne a sé, con pazienza ed amore, non costringendole.

9. "...poiché i Giudei chiedono un segno" (v. 22a), dei miracoli. I segni miracolosi chiesti da peccatori sono una pretesa inaccettabile. Chiedere un segno significa insistere che Dio dimostri di avere ragione, che ci dia delle prove di Sé. È insistere che Dio si conformi ai nostri criteri, che lo faccia a modo nostro. Gesù aveva fatto molti miracoli, ma questo non era servito a coloro che esigevano "segni": "Una generazione malvagia ed adultera richiede un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno del profeta Giona" (Matteo 1:4). Paolo dice che gli ebrei chiedono di avere segni miracolosi "che comprovino le sue pretese". Molti anche oggi dicono che crederebbero se vedessero "segni inconfutabili". Altri si aspettano che Dio trovi loro un parcheggio in una città affollata - o un nuovo lavoro - o qualunque cosa accada di loro bisogno in questo momento. Vogliono un Dio che sia come un portiere o un fattorino, un servitore che esegua i loro ordini. Dio, però, non è a nostro servizio.

10. "...i Greci cercano sapienza" (v. 22b). Come già notato, i greci amavano la loro sophia - la loro sapienza - le loro filosofie - la loro raffinatezza intellettuale. Questa è la tentazione a cui i greci erano più suscettibili, ma la loro sapienza, nonostante le sue pretese, non aveva alcun potere salvifico. Ancora una volta, dobbiamo notare che questa tentazione è presente con noi oggi. Siamo spesso influenzati da persone che sembrano essere sapienti e "competenti" ma si rivelano semplicemente presuntuose. Siamo spesso influenzati da varie espressioni della sapienza di questo mondo. Siamo eccessivamente colpiti dai titoli accademici. Smantelliamo troppo rapidamente le nostre difese quando sentiamo: "Studi scientifici rivelano ...".

11. “...ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo per i Giudei e follia per i Greci" (v. 23). Gli ebrei chiedevano segni miracolosi e i greci volevano sapienza, ma Paolo ha qualcosa di completamente diverso da offrire loro. Egli "proclama Cristo crocifisso". Questo è uno skandalon (pietra d' inciampo, scandalo, una cosa offensiva che "insulta la mente umana") per gli ebrei e follia per i pagani, e non c'è da meravigliarsi. La crocifissione non era solo un modo crudele di morire, ma era anche una fine vergognosa da fare. I romani riservavano la crocifissione ai peggiori trasgressori delle loro leggi. Una pubblica crocifissione mostrava ai passanti cosa sarebbe potuto accadere loro se avessero commesso un crimine contro Roma. La crocifissione era stata progettata per ispirare paura e disgusto. Quindi non c'è da meravigliarsi che i Giudei vedevano la crocifissione di Cristo come un ostacolo - e che i pagani la vedevano come stupidità - follia portata all'ennesima potenza. Dio, però, ci ha dato un Salvatore crocifisso.

12. "...ma a quelli che sono chiamati, sia Giudei che Greci, noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio" (v. 24). Paolo definisce i membri della comunità cristiana "coloro che sono chiamati". Il concetto di Dio che chiama le persone si trova sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. Nell'Antico Testamento, Dio aveva chiamato Abramo, Mosè e altri per particolari missioni. Nel Nuovo Testamento, Gesù aveva chiamato Paolo a smettere di perseguitare la chiesa e a diventare un Suo apostolo. Dio emette anche chiamate meno specifiche. Chiama tutti noi ad essere in relazione con lui. Nel Nuovo Testamento, è la parola elezione ad essere usata per questo tipo di chiamata. Si dice che la comunità di fede, la chiesa, sia chiamata, eletta, da Dio ad essere il suo popolo.

Per coloro che sono chiamati, eletti da Dio, la croce acquista così improvvisamente un senso. Ciò che sembrava folle quando stavamo guardando dall'esterno viene improvvisamente messo a fuoco una volta che abbiamo una visione interiore. Siamo in grado di vedere che la croce non è affatto stoltezza, ma potenza e sapienza di Dio. È potente, perché ha il potere di salvare. È sapiente, perché la morte di Cristo sulla croce dice più chiaramente di ogni altra cosa che l'amore di Dio per noi non ha limiti.

13. "... poiché la follia di Dio è più savia degli uomini e la debolezza di Dio più forte degli uomini" (v. 25). La croce sulla quale il Salvatore era stato inchiodato, è saggia e potente perché è l'iniziativa di Dio. Dio è sia sapiente che potente, quindi qualsiasi iniziativa di Dio procederà per sapienza e avrà un effetto potente. Questo non è vero per gli schemi umani, perché gli schemi umani derivano dalla nostra comprensione limitata e spesso non riescono a realizzare ciò che dovrebbero fare. Molte persone, però, trovano difficile vederlo, perché confidano nella loro sapienza o forza personale e non riescono a trovare nei loro cuori il rinvio al piano di salvezza di Dio.

Dobbiamo dunque credere agli "esperti" di questo modo con la loro vantata scienza e sapienza? Dipende. Dobbiamo metterli molto attentamente sotto esame e valutarli criticamente confrontando. Quello che però è chiaro è che non dobbiamo sottoporre Dio agli stessi criteri, poiché la "follia" di Dio è più savia degli uomini e la debolezza di Dio più forte degli uomini. Non c'è altro modo in cui trovare salvezza dai nostri peccati e riconciliazione con Dio se non quello annunciato e spiegato da Dio nella Sua Parola scritta. La nostra salvezza parte dall'esplicita nostra rinuncia a considerare le cose dalla prospettiva e dalla fiduciosa accoglienza dell'annuncio che ci è portato dal Nuovo Testamento.

Paolo Castellina, 28 febbraio 2020