Predicazioni/Apocalisse/Ci ricordiamo di loro con riconoscenza

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 Ci ricordiamo di loro con riconoscenza 

La tendenza di molti oggi è di vivere solo per il presente e magari guardare con apprensione il futuro. Ci dimentichiamo, però, troppo spesso di chi ci ha preceduto ed ignoriamo le sue vicende. Esse, però, potrebbero esserci di utile insegnamento. Anche tanti cristiani vivono come se fossero la prima generazione di cristiani e conoscono poco o nulla di chi li ha preceduto. Non conosciamo le loro vicende e spesso le sofferenze che li hanno caratterizzati. Per questo è importante la "Giornata della memoria", chiamata anche Ognissanti. Ci informiamo quindi su di loro, li ricordiamo e, soprattutto li imitiamo! Essi fanno ora parte della grande folla di credenti già alla presenza di Dio e che all'evangelista Giovanni era stata concessa una visione. Sarà questo il testo biblico sul quale ci concentreremo oggi.

Dopo un po' di tempo, più o meno lungo, escono dalla nostra consapevolezza, scompaiono dalla nostra mente. Sono coloro che sono morti da tanti anni. I più stretti nostri famigliari certo li rammentiamo e talvolta sogniamo di loro. Non possiamo, però, sempre pensarci! Diciamo: la nostra vita deve continuare. Visitiamo cimiteri o sfogliamo un album di vecchie foto, ma la memoria delle passate generazioni della nostra famiglia scompare, a meno che non vi si trovi qualche personaggio famoso che ha dato qualche contributo importante alla società - e quello viene ricordato e celebrato.

Noi apparteniamo alla grande famiglia dei cristiani, la cui storia e ascendenza è diffusa nei molti secoli passati sin dalla morte e risurrezione del Signore e Salvatore Gesù Cristo. Dovremmo dire di più: noi apparteniamo alla grande famiglia del popolo di Dio, quella che precede il tempo del Cristo e che per millenni ha vissuto la fede di Abramo, Isacco, Giacobbe, e Mosè - solo per citare alcuni nomi importanti. La storia di Israele è pure la nostra storia perché in essa siamo stati innestati. Quante migliaia, anzi, milioni di persone Dio, nella sua grazia, ha chiamato ad appartenergli in modo speciale e ha redento!

Ci ricordiamo di loro? E' impossibile, direte, a meno che il loro nome e le loro vicende sia registrato in qualche libro di storia. Tutti i nomi di coloro che Dio ha accolto fra il suo popolo, però, sono tutti scritti in quello che le Scritture chiamano "Il libro della vita". Di nessuno di loro Dio si dimenticherà mai: sono i suoi.

L'evangelista Giovanni, in una speciale visione registrata nel libro dell'Apocalisse, li ha visti, i redenti di tutta la storia, e li descrive come "una grande folla che nessuno poteva contare". Sentiamone il testo:

"Dopo queste cose vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue; questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani. E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono e all'Agnello». E tutti gli angeli stavano in piedi intorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si prostrarono sulle loro facce davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: «Amen! La benedizione, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza appartengono al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!». Poi uno degli anziani si rivolse a me, dicendo: «Chi sono costoro che sono coperti di bianche vesti, e da dove sono venuti?». Ed io gli dissi: «Signore mio, tu lo sai». Egli allora mi disse: «Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello. Per questo essi sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono dimorerà tra di loro. Essi non avranno più fame né sete, non li colpirà più né il sole né arsura alcuna, perché l'Agnello, che è in mezzo al trono, li pascolerà e li guiderà alle vive fonti delle acque; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi»" (Apocalisse 7:9-17).

Giovanni vede, dunque, questa grande folla di redenti davanti al trono di Dio. Sono gente "di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue", perché Dio non considera minimamente le differenze esteriori di condizione o appartenenza delle persone che Egli chiama a sé: "Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli.  E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati" (Romani 8:29-30).

Essi si rendono ben conto, infatti, che "La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono e all'Agnello". Non ci sono precondizioni all'opera di salvezza di Cristo. Tutta l'umanità è condannata e perduta a causa dei suoi peccati. Noi non meritiamo nulla di buono da parte di Dio e se possiamo contarci fra i Suoi non è sulla base di alcun merito che noi si possa avere. E' Dio che sovranamente elargisce la Sua grazia in Cristo. Tutto è da Dio e per la Sua gloria, anche la condanna senza appello dell'umanità ribelle a Dio e della Sua Legge, perché essa manifesta la sua giustizia.

La folla dei redenti tutto questo lo riconosce e adora Dio dicendo: "Amen! La benedizione, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza appartengono al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!". Il vero culto che Dio gradisce è quello di coloro che, riconoscendo la propria indegnità e peccati, danno a Dio ogni onore e gloria.

Tutta questa gran folla di fronte al trono di Dio, infatti, non vi arriva perché è stata accettata e salvata così come si trovava, ma porta "vesti bianche", segno che la loro indegnità morale e spirituale è stata lavata "nel sangue di Cristo", vale a dire: è stata loro applicata l'opera di Cristo sulla croce, il Suo sacrificio di espiazione, che li ha liberati dal peccato e dalla condanna che avrebbero giustamente meritato. Essi "hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello": un'espressione questa alquanto curiosa, ma il suo significato è chiarissimo. Sì, l'Evangelo accoglie tutti, ma tutti coloro che vengono a Cristo per essere guariti, trasformati, purificati, convertiti ...non per rimanere come sono!

Interessante, poi, la domanda di Giovanni: "Chi sono costoro che sono coperti di bianche vesti, e da dove sono venuti?". La risposta è: "Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello". Questo è un punto importante perché su questa "GrandeTribolazione" oggi sono popolari le teorie più stravaganti e fantasiose, solo apparentemente basate sull'insegnamento biblico. Tutta questa "grande folla" non proviene da un futuro periodo particolare della storia fatto di terribili persecuzioni, ma ...sono già lì, davanti al trono di Dio! Sì, il tempo della "Grande Tribolazione", di cui parlano le Scritture non riguarda il futuro o i cosiddetti "ultimi tempi" (secondo, appunto, le speculazioni fantasiose di certa letteratura di moda fra molti cristiani). Vi è oggi persino chi predica l'assurdità che i cristiani ne saranno esenti da questa tribolazione, perché verrebbero "rapiti in cielo". Si tratta di interpretazioni insensate.

La "Grande Tribolazione" è qualcosa che sta avvenendo oggi per milioni di cristiani in tutto il mondo, così come spesso avveniva lungo tutti i secoli passati e che includeva ed include anche gli israeliti (e di cui parla il capitolo precedente di Apocalisse). Chiedetevene il perché. Il tempo della "grande tribolazione" è oggi, così, come lo era ieri, durante tutto il corso della storia. La "Grande Tribolazione" è il tempo della chiesa stessa. Si tratta delle costanti tribolazioni di innumerevoli cristiani che cercano di vivere la loro fede coerentemente e che per questo si attirano l'odio militante dei nemici del Dio vero e vivente che questo non possono in alcun modo tollerare. I cristiani in alcune parti dell'Africa e del mondo arabo stanno oggi attraversando grandi tribolazioni. In effetti, i cristiani sono il gruppo di persone più perseguitato del pianeta - cosa che a molti non piace dover ammettere. È da mozzafiato. Dalla Nigeria all'Iraq, alla Corea del Nord e alla Cina, i cristiani vengono assassinati, arrestati, picchiati, sistematicamente impoveriti e cacciati dalle loro case. Schiere di cristiani di ogni tempo e paese sono stati e sono perseguitati in ogni maniera immaginabile. Essi sono davvero "una grande folla che nessuno può contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue". Ne avverranno altre di tribolazioni? Credete che saranno più grandi delle indicibili atrocità avvenute e che avvengono contro cristiani ed ebrei? Forse, perché questa è purtroppo una costante dell'appartenere a Dio come Suo popolo in questo mondo.

Questi martiri si uniscono ai santi dell'Antico Testamento, di cui la Scrittura di dice: "...furono torturati a morte, rifiutando l'offerta di essere liberati, certi che dopo sarebbero resuscitati ad una vita migliore. Alcuni furono derisi, frustati, incatenati e gettati in prigione. Altri furono massacrati, a colpi di pietre, segati in due o uccisi con la spada. Altri ancora, coperti di pelli di pecora o di capra, vagarono qua e là per deserti e montagne, nascondendosi nelle tane e nelle caverne. Affamati, ammalati, mancanti di tutto, maltrattati, troppo buoni per questo mondo!" (Ebrei 11:35-36).

A quali altre peggiori "grandi tribolazioni" potreste immaginare? Masse di ebrei e di cristiani hanno patito indicibilmente non solo per aver ubbidito a Dio, ma anche per il fatto stesso di appartenere al suo popolo, compreso bimbi piccoli. Cristo, però, al suo promesso ritorno renderà giustizia ai suoi. Gesù stesso ha detto: "Non vendicherà Dio i suoi eletti che gridano a lui giorno e notte. Tarderà egli forse a intervenire a loro favore? Sì, io vi dico che li vendicherà prontamente. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?» (Luca 18:7-8).

Pure una domanda interessante, quella di Gesù al termine del citato versetto: "Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?". Mentre molti fedeli che sono stati massacrati si troveranno davanti al trono di Dio, protetti da Lui, nel suo Tempio e "non avranno più fame né sete, non li colpirà più né il sole né arsura alcuna, perché l'Agnello, che è in mezzo al trono, li pascolerà e li guiderà alle vive fonti delle acque; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi", chi rimarrà sulla terra? Rimarranno tanti presunti cristiani che pur di "salvarsi la pelle" avranno fatto compromessi con i dominatori di questo mondo, inquinando sé stessi e il mondo con falsi vangeli. Già "troverà la fede" quando tornerà? Quella incorrotta contenuta nelle Sacre Scritture? Indubbiamente ci saranno tanti "credenti", ma non si tratta della fede di cui parlava Gesù. Quella "era" la fede professata da tanti "fanatici" (così venivano giudicati) che non hanno accettato compromessi con il mondo!

Ci rammentiamo quindi con riconoscenza di tutti i santi, del presente e del passato, soprattutto quelli che particolarmente hanno sofferto e soffrono per causa dell'Evangelo. Essi sono "santi" non nel senso corrente del termine che è popolare in certi ambienti, come se si trattasse solo di personalità eroiche ed esemplari, magari "canonizzate" da qualche autorità ecclesiastica, o "elevate agli altari", come si dice. Secondo la Bibbia è solo Dio e nessun altro che va "elevato sugli altari", adorato e pregato. A Lui solo deve andare ogni onore, culto e gloria.  Nel senso che la Bibbia dà al termine "santo", tutti i cristiani lo sono, non perché siano particolarmente eroici o meritevoli, ma perché appartengono a Dio, sono stati "messi a parte", consacrati a Lui. Se sei un credente, un cristiano che ama Cristo e lo segue come suo discepolo, tu sei santo. Ci rammentiamo però in particolare dei martiri che hanno amato di più Cristo che la loro stessa vita. Essi sono santi, anzi i beati, secondo la parola di Gesù che dice: "Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.  Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi" (Matteo 5:11-12).

Sono tutti questi coloro di cui ci rammentiamo nella festa di Ognissanti, ma non solo, affinché diventino nostro modello e sprone. Allora, con loro, anche noi saremo in mezzo alla grande folla vista da Giovanni davanti al trono di Dio. Che così possa essere per ciascuno di voi.