Etica/Quando i moderni sodomiti si infiltrano nelle chiese
Quando i moderni sodomiti si infiltrano nelle chiese
Il messaggio della lettera dell'apostolo Giuda
Un movimento eversivo
Uno degli argomenti che nei circoli cristiani neo-liberali si adducono per giustificare la pratica dell'omosessualità, è la grazia di Dio che accoglierebbe tutti e che persino benedirebbe i rapporti omosessuali quando sono espressione dell'amore fra due persone. Si fa persino appello alle chiese a che "si dica con chiarezza che l'omosessualità non è peccato" abbandonando questi "concetti obsoleti". Là, poi, dove ancora non si squalifica la Bibbia come un superato retaggio del passato, si fanno acrobazie esegetiche per negare che la Bibbia la condanni o per minimizzare l'importanza della cosa rispetto a "peccati ben più gravi". E' così che non solo si legittimano le pratiche omosessuali, ma questo movimento si proclama campione della grazia, quella che, appunto, Dio rivolgerebbe "a tutti" accogliendo e perdonando tutti con un unico e grande "abbraccio d'amore". Un tale concetto di grazia è forzato a tal punto che viene persino messo in dubbio che chi "non lo comprende" sia davvero "convertito" (si intende, al loro modo distorto di vedere le cose). Il numero crescente, poi, di chiese che accolgono l'omosessualità viene considerato "un epocale passo in avanti".
Forte di questo messaggio, il movimento pro-omosessualità si infiltra nelle chiese che "ancora" non hanno fatto questo passo ed in esse vorrebbe accreditare la sua "buona novella". In diversi casi riesce persino ad assumere la direzione di chiese, controllarne i media e influenzarne le scuole teologiche. Abile nella dialettica e nella sapienza di questo mondo, opponendosi a coloro che considerano "retrogradi", questo movimento afferma che il suo sarebbe l'unico cristianesimo degno di questo nome perché "non discrimina alcuno" ed "ama tutti.
Siamo, però di fronte ad una mistificazione abilmente congegnata ad arte finalizzata a sovvertire ed alterare la fede cristiana ed asservirla ad ideologie estranee, come, per altro, è avvenuto molte volte nella storia.
Non un fenomeno nuovo
Il tentativo di legittimare l'omosessualità e, in genere, la libertà in campo sessuale, considerata un'innocua opzione individuale, non è, infatti, un fenomeno nuovo. Pratica comune nell'ambito del paganesimo ed autentico "stile di vita" del mondo antico, l'omosessualità non solo è di fatto condannata dall'insegnamento apostolico, ma esso denuncia il tentativo, già allora presente, di introdurne la legittimazione anche in ambito cristiano.Rileviamo questo fenomeno in particolare nella lettera dell'apostolo Giuda, la quale, al versetto 4 afferma:
"Si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo" (Giuda 4). La TILC lo traduce in questo modo: "Ma in mezzo a voi sono venuti certi uomini malvagi che usano la bontà del vostro Dio come pretesto per giustificare la loro vita immorale. Così essi si oppongono a Gesù Cristo, il nostro unico Padrone e Signore. Tuttavia, già da molto tempo, la loro condanna è prevista nella Bibbia".
Il termine qui tradotto come "dissolutezza" [in greco ἀσέλγεια (aselgeia)], nel suo contesto, infatti, è da equipararsi non solo alla libertà sessuale che questi "infiltrati" vorrebbero giustificare in nome della grazia di Dio, ma, in particolare, all'omosessualità. Basta leggere il seguito della lettera per comprenderlo: "Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno. Ciò nonostante, anche questi visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l'autorità e parlano male delle dignità" (7,8). Così lo rende la TILC: "Ricordate Sòdoma, Gomorra e le città vicine: anche i loro abitanti si comportarono male, si abbandonarono a una vita immorale e seguirono vizi contro natura. Ora subiscono la punizione di un fuoco eterno, e sono un esempio per noi. Ebbene, anche quegli uomini malvagi, che sono venuti in mezzo a voi, si comportano allo stesso modo: trascinati dalle loro fantasie, offendono il loro corpo, disprezzano l'autorità del Signore".
Un pregiudizio alla sostanza della nostra fede
L'Apostolo scrive questa lettera "per esortarci a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre" (3) e condanna "la dissolutezza".
Giuda considera questa "dissolutezza" ["vita immorale"] che alcuni vorrebbero promuovere, come nulla di meno che un attacco alla sostanza della fede cristiana, qualcosa che pregiudica la fede cristiana stessa, la sua stessa essenza, la concezione dell'essere umano che la caratterizza. L'Apostolo, infatti, qui non esorta a combattere strenuamente in difesa di dottrine astratte, ma in difesa di dottrine che sono pregiudicate da pratiche di condotta sessuale.
La dissolutezza, il disordine sessuale, l'omosessualità, per l'Apostolo non è quindi un "adiaphora", una cosa indifferente o secondaria alla fede, ma qualcosa la cui legittimazione mette in questione il cuore stesso della fede cristiana. Potremmo dire che per quanto riguarda la dissolutezza che egli condanna, l'Apostolo proclami un autentico "status confessionis", cioè, in presenza di un siffatto attacco alla fede cristiana, egli vede la necessità di riaffermare la sostanza dell'Evangelo della grazia di Dio in Gesù Cristo. La "dissolutezza" che egli qui condanna, quindi, non solo è da considerarsi un lapsus morale, ma un autentico "articulus stantis vel cadentis ecclesiae" una questione sulla quale si gioca l'integrità della chiesa stessa. Oggi potremmo supporre che questo sia "esagerato": questo però è il dato che oggettivamente troviamo nella lettera dell'apostolo Giuda, che la chiesa cristiana confessa essere parte della Parola di Dio, coerente con il resto dell'insegnamento delle Sacre Scritture.
L'ironia è che è lo stesso movimento omosessuale "cristiano" ad invocare lo "status confessionis" contro chi, nella chiesa, rifiuta di accogliere e di benedire l'omosessualità come fenomeno accettabile. Esso, infatti, giunge ad affermare, "Tali dichiarazioni [nel caso particolare quelle della Chiesa di Roma contrario alla depenalizzazione dell'omosessualità] ledono a nostro avviso lo status confessionis. Ci chiediamo infatti se chi sostiene tali posizioni possa ancora considerarsi cristiano, nella stessa misura in cui non erano cristiani coloro che appoggiarono l’apartheid o fomentarono la schiavitù nei secoli passati" [dal sito di "Progetto Gionata"]. Siamo così qui di fronte ad un plateale esempio di mistificazione della realtà che superficialmente potrebbe parere plausibile ma che, ad un esame attento dell'insegnamento scritturale, rivela tutta la sua fallacia e carica eversiva.
Per quanto fare appello al messaggio del Nuovo Testamento difficilmente sarebbe rilevante per il movimento omosessuale, pronto a citare la Bibbia solo quando gli fa comodo, ma ben più a relativizzarla e a diffamarla come iniqua e "superata", vorrei così qui analizzare quanto afferma l'epistola di Giuda, lettera non solo spesso trascurata ma il cui messaggio viene inconsapevolmente oscurato dalla traduzione inadeguata in italiano di alcuni termini che rischiano per noi di renderla apparentemente irrilevante. Vorremmo capire chi siano gli "infiltrati" del tempo dell'Apostolo, che cosa affermano e come sia possibile equipararli a quelli che, con le loro pretese, turbano oggi le chiese cristiane.
Le caratteristiche degli infiltrati
(1) Sono degli "empi" (4a), "ἀσεβεῖς" (asebeis). Il termine deiva da "asebeia", cioè mancanza di riverenza verso Dio, empietà, irreligiosità. Come possono essere tali delle persone che si infiltrano nelle chiese, evidentemente facenti professione di essere religiosi? Indubbiamente esistono persone palesemente immorali nella vita privata e pubblica che fanno professione di religiosità (e di cristianesimo!).
Al tempo degli apostoli nei circoli cristiani c'erano persone che vantavano spiritualità, ma che ritenevano che la religiosità riguardasse solo l'anima e che fosse indifferente quel che facessero con il corpo. Di fatto si tratta di persone che giustificavano il loro comportamento immorale rispetto agli standard della Parola di Dio, negando la validità di quegli standard o distorcendone il significato. E' come se dicessero: "Quel che faccio a letto e con chi non riguarda la religione e, in ogni caso è espressione di amore. Non è forse l'amore la cosa più importante della fede cristiana? Non venite a cercare di imporre i vostri criteri morali farisaici, antiquati e ...omofobi. Rifiutiamo i vostri criteri morali e affermiamo di essere sotto la grazia e non più sotto la legge". Questo atteggiamento è tipica espressione di antinomismo.
Altrettanto tipico è l'atteggiamento sprezzante e derisorio verso chi avversa la dissolutezza, cosa che equivale a null'altro che all'oltraggioso disprezzo dei criteri di comportamento morale che Dio ha stabilito per l'essere umano (scambiati per imposizioni e relativizzabili consuetudini culturali), e, in ultima analisi al disprezzo di Dio stesso. Ecco quindi il senso delle parole di questa stessa epistola quando, descrivendo queste stesse persone, si riferisce ad esse come a gente irriverente, priva di timor di Dio: "...parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano" (10 a), "disprezzano l'autorità e parlano male delle dignità" (8) . E' gente fondamentalmente per la quale l'autorità di Dio è un concetto vuoto o meglio, che essi riempiono di quel che essi stessi soggettivamente ritengono opportuno. Di fatti, come pure afferma qui l'Apostolo, sono persone che negano l'autorità di Cristo e, con Lui, l'autorità della Parola scritta di Dio, la Sua legge: "...negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo" (4 d).
Non c'è nulla di peggio di persone irrigenerate "con l'intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in loro, a motivo dell'indurimento del loro cuore" (Efesini 4:18) che insistono a voler essere riconosciute come religiose, a fare come vogliono loro e che vogliono insinuarsi nella chiesa di Dio e, alterandola, trasformarla a propria immagine e somiglianza. L'Apostolo pure scrive: "molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra" (Filippesi 3:18-19).
(2) Sono "visionari": "questi visionari, "ἐνυπνιαζόμενοι" (8 a). Il termine è anche tradotto come "sognatori", persone che "vivono in un mondo di fantasia", che immaginano e fanno vivere virtualmente i loro empi sogni, che "creano" il mondo illusorio gradito alle loro fantasie e cercano di realizzarlo contrapponendolo a quello voluto da Dio (immaginano e cercano di realizzare "la chiesa della libertà sessuale"!). Le Scritture descrivono gli irrigenerati come spiritualmente dormienti, e la loro attività come se fosse un sogno. I cristiani autentici sono dei "risvegliati": "Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte" (1 Tessalonicesi 5:6-7). Nel sogno pare loro di vedere ed udire molte cose, così l'uomo naturale è agitato da varie passioni. "Sebbene la sua mente e la sua ragione indubbiamente funzionino, egli non può concepire la vera libertà che i figli della luce, che sono svegli e alla luce del sole" (Bengel).
(3) Abusano del concetto di grazia: "volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio" (4 c). Siamo di fronte all'abuso del concetto di grazia, una grazia senza legge, un evangelo senza ravvedimento. Qui è il punto centrale di tutta l'argomentazione: scambiare la grazia di Dio come licenza di fare quel che più aggrada loro in campo sessuale, ritenendo che la cosa sia irrilevante e legittima, anzi studiando ogni modo per giustificarla.
Il termine qui tradotto con "dissolutezza" compare diverse volte nel Nuovo Testamento e, in italiano, è tradotto in modo vario. Il Signore Gesù la considera frutto del malvagio cuore umano, ed è qui indicata come "lascivia", un elemento contaminante:" perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l'uomo" (Marco 7:21-23). Nella seconda lettera ai Corinzi, l'Apostolo Paolo parla di **membri di chiesa** di Corinto, che di fatto non si sono ravveduti dall'impurità, dalla fornicazione e dalla dissolutezza: "....e che al mio arrivo il mio Dio abbia di nuovo a umiliarmi davanti a voi, e io debba piangere per molti di quelli che hanno peccato precedentemente, e non si sono ravveduti dell'impurità, della fornicazione e della dissolutezza a cui si erano dati" (2 Corinzi 12:21). In Galati la dissolutezza è considerata "opera della carne" insieme a molte altre: "Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte" (Galati 5:19-20). In Efesini chi si è abbandonato alla dissolutezza, nel mondo pagano, è indicato come avendo perduto ogni sentimento e di bramare queste cose con avidità insaziabile: "Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza fino a commettere ogni specie di impurità con avidità insaziabile" (Efesini 4:19).
E' significativo come il termine "aselgeia" (dissolutezza) sia applicato dalla 2 Pietro alla descrizione del giusto giudizio in cui erano incorse Sodoma e Gomorra, dedite ad una "condotta dissoluta", "opere inique" delle quale il giusto Lot era rattristato ed ogni giorno per questo si tormentava: "...se condannò alla distruzione le città di Sodoma e Gomorra, riducendole in cenere, perché servissero da esempio a quelli che in futuro sarebbero vissuti empiamente; e se salvò il giusto Lot che era rattristato dalla condotta dissoluta di quegli uomini scellerati (quel giusto, infatti, per quanto vedeva e udiva, quando abitava tra di loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta a motivo delle loro opere inique)" (2 Pietro 2:6-8). C'è oggi chi si scandalizza per coloro che reagiscono al tentativo di normalizzazione dell'omosessualità nelle chiese, e che sono altrettanto rattristati e tormentati di Lot. Il discorso del Nuovo Testamento, però, è inequivocabile. Se fossero stati fra gli abitanti di Sodoma di quel tempo, avrebbero considerato Lot un malato ed un inconvertito (!), rallegrandosi che se ne andasse dalla città, dicendo magari: "Un fastidio ed un retrogrado in meno...". Dove stia la ragione, però, è incontrovertibile (se si prende seriamente la Bibbia).
(4) Mormoratori e scontenti. "Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni" (16 a). "Si lamentano sempre e non sono mai contenti. Seguono le loro passioni" (TILC). Magari sfruttando riprovevoli episodi di violenza che accadono ogni tanto nel mondo contro omosessuali o denunciando tendenze sessuofobiche di alcune chiese, insistono e non si danno pace fintanto che le chiese non si pronuncino ufficialmente per rinnegare le concezioni bibliche sull'omosessualità fino ad ora sostenute e promuovano libertà in campo sessuale, come pure affinché approvino la pratica dell'omosessualità, "benedicendola". Accusano le concezioni tradizionali sull'argomento di essere compiacenti verso la violenza e persino di promuoverla. "Mormorano" così contro le ordinanze di Dio ed i ministri che non si allineano con le loro pretese, invocando che siano fatti tacere ed espellere, mettendo persino in questione la loro dignità ministeriale. Dopo aver cercato invano di far tacere la loro stessa coscienza che testimonia in loro della non liceità di tali comportamenti, vorrebbero far tacere ogni voce che potrebbe rammentare loro la condanna di cui sono passibili. E questo in nome di che cosa? Fondamentalmente per essere liberi di "camminare secondo le loro passioni" che niente e nessuno essi vorrebbero fossero ostacolate.
(5) Arroganti e presuntuosi. "La loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie" (16 b). Con parlare sprezzante e arrogante, si atteggiano a campioni di diritti civili sbandierando orgogliosamente la loro "diversità" e "minoranza oppressa", identificandosi con coloro che nel passato o nel presente hanno lottato per l'abolizione della schiavitù, del razzismo o della soggezione della donna, ritenendo di poter mettere la loro "causa" alla pari di quelle. Eccoli allora a marciare "con orgoglio" in manifestazioni esibizioniste e provocatorie, accompagnati magari da patetici "ministri di Dio" che così, a differenza di altri che per il loro rifiuto vengono disprezzati, questi, che così ritengono di testimoniare il loro appoggio alla causa della giustizia, vengono onorati e lodati. Si realizza così quanto pure dice l'apostolo Giuda: "circondano d'ammirazione le persone per interesse" (16 c), abilmente manipolandole.
(6) A livello animale. Mentre la nobiltà dell'essere umano sta proprio nel non abbassarsi a livello animale e tenere sotto controllo gli istinti (il principio cristiano è quello della mortificazione della carne, non il suo assecondamento), essi fanno della loro dissolutezza "uno stile di vita" e ne pretendono il riconoscimento. La Scrittura dice: "...perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete" (Romani 8:13), ma la cosa è del tutto ignorata. Anche in questo caso è puntuale la descrizione che di questo fa l'Apostolo quando scrive: "si corrompono in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione" (10 b). "contaminano la carne nello stesso modo" (8 a). Non riconoscendo la corruzione dell'attuale condizione umana, che pure ha trascinato in essa la natura stessa, ritengono che i loro istinti siano "naturali", da onorare e "benedire", come se fosse stato Dio stesso a crearli in quel modo e non fossero piuttosto il risultato della degenerazione insorta con il peccato, la condizione in cui siamo stati abbandonati e che il Salvatore Gesù Cristo è venuto per riparare. La realtà che Dio ci ha rivelato è chiara:
"Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen. Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento" (Romani 1:24:27).
L'apostolo Paolo più chiaro di così non poteva essere, ma per loro tutto questo diventa convenientemente oscuro e, naturalmente, che egli intendesse dire altro da quel che pare dire.
Il risultato di tutto questo
Il risultato di tutto questo non è il supposto "progresso delle chiese", ma il loro degrado e la loro distruzione, alienate e "risucchiate" nelle vie del mondo. Mentre l'esortazione apostolica è: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto" (Romani 12:2), ci si fa vanto a conformarsi al mondo. E' così che "mutando la verità di Dio in menzogna" (Romani 1:25) si sottopongono alla condanna di Dio che dice: "Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro!" (Isaia 5:20).
Di fatto, dice l'apostolo Giuda: "...si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core" (11). Qui il "lucro" non è necessariamente quello economico, ma la "convenienza" di questi complotti ed infiltrazione nelle chiese.
Che siano da condannare è già da tempo chiarito, ed è altrettanto chiaro come la Bibbia stessa predìca questi fenomeni per la fine dei tempi. I conclamati "epocali passi in avanti" che il movimento omosessuale vorrebbe far fare alle chiese, non sono quindi altro che passi in avanti verso il baratro della corruzione e dell'apostasia; non il trionfo della fede, ma la distruzione della fede "che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre". Gesù, infatti, aveva detto: "Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?" (Luca 18:8).
Saranno tempi non di salvezza, ma di condanna. L'apostolo Giuda scrive infatti: "...per i quali già da tempo è scritta questa condanna" (4b).
"Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni». Essi sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito" (17-19). Gente sensuale che non ha lo Spirito!
Qual è dunque la nostra reale situazione? Dove "abitiamo". Il Signore lo sa e ce lo ha rivelato:"Io conosco dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in me, neppure ai giorni di Antipa, il mio fedele testimone, fu ucciso fra voi, là dove Satana abita. Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d'Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare. Così anche tu hai alcuni che professano similmente la dottrina dei Nicolaiti. Ravvediti dunque, altrimenti fra poco verrò da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca" (Apocalisse 2:13-16).
Più chiaro di così non potrebbe essere (per chi a occhi per vedere, naturalmente).
Note
(1) Sullo "status confessionis" vedi: http://warc.ch/where/22gc/study/13.html
Paolo E. Castellina, VDM, 13 agosto 2010,