Predicazioni/Matteo/Caccia al tesoro

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Caccia al tesoro 

Avete mai giocato a "caccia al tesoro"? E' un gioco e un passatempo divertente per bambini ed adulti che impegna singoli e gruppi, che ingaggia l'intelligenza e che promuove il movimento all'aria aperta. In una "caccia al tesoro" di diverso tipo, però, sono ingaggiati molti per i quali essa non è un gioco, ma lo scopo della loro vita. Di fatto, molti sono continuamente a caccia di occasioni per lucrare per sé sempre maggiori profitti economici, sia leciti che illeciti, come facevano e fanno, senza scrupoli, i pirati o la criminalità mafiosa. Non ne hanno mai abbastanza.

Il Signore e Salvatore Gesù Cristo, in due sue brevi parabole, paragona la dinamica del regno di Dio alla ricerca ed acquisizione di un tesoro. Che cosa intende con questo? Acoltiamo queste parabole, come le troviamo nel capitolo 13 di Matteo.

«Di nuovo, il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo, avendolo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va, vende tutto ciò che ha e compera quel campo. Ancora, il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di belle perle. E, trovata una perla di grande valore, va, vende tutto ciò che ha, e la compera" (Matteo 13:44-46).

Gesù, quando parlava di ricerca ed acquisizione di tesori, non si riferiva ai profitti economici ed alle soddisfazioni che questi garantirebbero, ma a qualcosa che ha un valore molto più grande per la vita di ogni creatura umana.

Gesù, in questo, si ricollega a quanto affermano gli scritti sapienziali delle Scritture ebraiche come Proverbi 2, dove troviamo, per esempio: "Figlio mio, ascolta quel che ti dico, non dimenticare i miei insegnamenti. Ascolta quel che insegna la sapienza, cerca di capire la sua lezione. Ricerca la conoscenza e desidera la saggezza, come si desidera l’argento o si va in cerca di tesori.  Se farai così, capirai che cosa vuol dire temere il Signore e imparerai a conoscere Dio. È il Signore che dà la sapienza, da lui provengono scienza e intelligenza" (Proverbi 2:1-7).

Si, proprio quello che la maggior parte degli umani disprezza ed accantona, come se non avesse né interesse né valore, l'intelligente estimatore lo trova nella comunione con Dio e nell'ubbidienza alla Sua Parola. Una tale intelligente persona per acquisire questo tipo di ricchezze è disposta a vendere tutto quello che possiede, tanto per essa sono importanti ed inestimabili. Il Salvatore Gesù Cristo e i suoi apostoli, attraverso l'annuncio dell'Evangelo, beneficava e benefica l'umanità chiamando ad acquisire ed investire la vita in questo tipo di ricchezze, che sono le più preziose in assoluto.

I tesori della comunione con Dio e dell'ubbidienza alla Sua Parola, però, non riguardano solo il singolo individuo e il benessere della sua anima, ma riguardano l'intera società. Ecco perché l'Evangelo chiama a "rendere discepole" anche intere nazioni per apprenderla e per conformarsene. Un esempio di questo lo troviamo nella storia di Israele, come ce lo raccontano le Sacre Scritture.

La Bibbia ci parla di un periodo della storia di Israele di caos, disordine e decadenza. Il tempo di splendore e di benessere che aveva goduto quel regno nel passato (i giorni di Davide e Salomone) era finito da tempo, e gran parte della colpa di quella situazione era dei leader politici e religiosi che guidavano quel regno, re e sacerdoti corrotti e infedeli al mandato che era loro stato affidato - politici e religiosi che badavano solo ai loro interessi privati e a fare alleanze e compromessi con i regnanti, altrettanto corrotti, dei paesi vicini. Era il periodo del re Amon, di cui la Bibbia ci dice che: "Trascurò il Signore, Dio dei suoi padri, e non si comportò come egli desiderava" (2 Re 21:22). Tanto era corrotto quel tempo che si era perfino perduta la memoria della Legge di Dio, la "costituzione fondamentale" di quel regno, che avrebbe dovuto costituirne l'identità e la missione. Com'è tipico dei regimi corrotti, così Amon finisce la sua carriera: "I ministri di Amon organizzarono un complotto contro di lui e lo uccisero nel suo palazzo" (23). Dopo la sua morte sale al trono suo figlio, Giosia, un giovane di ben altra pasta che suo padre Amon. Di lui la Scrittura dice: "Giosia fece la volontà del Signore e seguì l’esempio del suo antenato Davide, senza mai prendere una strada diversa" (2 Re 22:2). Iniziata e finanziata un'opera di restauro del tempio e di altri edifici della capitale, Gerusalemme, ad un certo punto accade qualcosa di inaspettato. Durante i lavori di restauro viene ritrovato un libro di cui si era persino perduta la memoria, quello della Legge di Dio, le Sacre Scritture.

Questo è parte del racconto di quel ritrovamento: "Poi [il suo segretario] aggiunse: «Il sommo sacerdote Chelkia mi ha dato questo libro». E lo lesse al re. Quando udì quel che diceva il libro della legge, il re, turbato, si strappò i vestiti [in segno di orrore]. Diede disposizioni (...) e disse:  «Andate a interrogare il Signore, per me e per tutto il popolo di Giuda, riguardo al contenuto del libro che è stato ritrovato. Il Signore è certamente in collera con noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato quel che è scritto in quel libro e non l’hanno messo in pratica" (2 Re 22:10-13). Giosia comprende che la situazione disastrosa del regno ereditata da suo padre Amon era stata causata proprio da non aver voluto più seguire la volontà di Dio contenuta della Sua Legge, anzi, di averla accantonata e proprio dimenticata! Giosìa inizia così una serie di riforme radicali di tutta la vita del regno, riforme che faranno ritornare ordine, pace e benessere per tutti. Il Signore Dio gli manderà poi a dire tramite la profetessa Culda: "Hai ascoltato le minacce di rovina e di maledizione [contenute nella Scrittura per chi trasgredisce la Legge buona e giusta di Dio] che ho pronunziato contro Gerusalemme e i suoi abitanti; ti sei umiliato, hai riconosciuto la tua colpa, hai pianto davanti a me e ti sei strappato i vestiti [in segno di contrizione]. Io, il Signore, ho ascoltato la tua preghiera" (18-19) e gli promette così pace e prosperità.

Il re Giosia aveva trovato "un tesoro nascosto" di gran valore: la Legge rivelata di Dio. Ne aveva compresa l'importanza, aveva fatto ammenda per i peccati della sua famiglia reale, e con quella aveva riformato non solo la sua vita personale, ma anche la vita politica, sociale e religiosa del suo regno. Ora non avrebbe restaurato solo le pietre del tempio, ma la vita sua e di un popolo intero. Trova così le ricchezze autentiche che Dio promette a chi gli è fedele.

Noi consideriamo con orrore oggi la condizione disastrosa di questo mondo oberato da problemi di ogni tipo. Questo mondo si trova nel caos più totale e sta deteriorandosi sempre di più. Ci affidiamo ora all'uno, ora all'altro (politica, religioni, scienza...) per cercare di risolverne i problemi, ma tutto sembra essere vano. Non ci rendiamo però conto che la soluzione va cercata altrove. Quella soluzione si trova nella comunione con Dio e l'ubbidienza alla Sua Legge buona e giusta, che il Salvatore Gesù Cristo rende possibile. Questo, il saggio cacciatore di tesori è ciò che egli ambisce.

Noi abitiamo in questo mondo, è la nostra casa. Noi, però, non siamo i proprietari di questa casa, di questo mondo. Questa casa appartiene a Dio - l'ha costruita lui secondo i suoi progetti e sapientissime idee. Egli ne rimane il proprietario, così come è proprietario di tutto il creato, secondo la parola che dice: "Al Signore, vostro Dio, appartengono il cielo sconfinato, la terra e tutto quel che contiene" (Deuteronomio 10:14). Questa casa Dio ce l'ha data in affidamento. Noi ne siamo i gestori, gli amministratori. Com'è scritto nel "contratto", "Dio, il Signore, prese l’uomo e lo mise nel giardino di Eden per coltivare la terra e custodirla" (Genesi 2:15), con tutto quanto essa contiene. Nel contratto, infatti, stanno pure scritte queste parole: "Siate fecondi, diventate numerosi, popolate la terra. Governatela e dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su tutti gli animali che si muovono sulla terra" (Genesi 1:28). Il nostro compito è dunque quello di coltivare, custodire, governare e dominare sulle altre creature - non secondo il nostro arbitrio, ma secondo le sue istruzioni, che pure egli ha dettagliato nella Sua Legge. Il testo citato dal Deuteronomio è pure molto significativo: "...il Signore, vostro Dio, vi chiede soltanto questo: di rispettarlo e comportarvi come lui vi ha indicato, di amarlo e onorarlo con tutto il cuore e con tutta l’anima! Osservate i comandamenti e le leggi del Signore che oggi vi comunico. Se farete così, sarete felici" (Deuteronomio 10:12-13). Per "felici" si intende "realizzati", "compiuti". Tutto quel che Dio ci ha ordinato è per il nostro bene: attenendoci a quanto egli ha prescritto e che ci ha lasciato in quello che ho chiamato "il contratto di locazione", non ci mancherà nulla.

Questo "contratto" (un vero tesoro) è stato così trascurato ed abbandonato che tanti oggi (persone e nazioni) ne stanno perdendo ogni memoria. Dio, però, nella Sua provvidenza, attraverso la storia del popolo di Israele e, in modo supremo, attraverso il Signore e Salvatore Gesù Cristo, compimento della fede di Israele, ci ha fatto ritrovare questo tesoro: le Sacre Scritture, la sapienza della Legge di Dio. E' così che "il regno dei cieli" si manifesta oggi. Quando qualcuno lo ritrova e ne comprende l'importanza e il valore, che fa? "Per la gioia che ne ha, va, vende tutto ciò che ha e compera quel campo" dove esso è nascosto e, dissotterratolo, ne gode i frutti.

Siamo noi, siete voi, come quell'uomo "che se ne intendeva", e quel mercante che, nella parabola di Gesù, trovato un tesoro, fa di tutto per acquisirlo e per godere i frutti, lui stesso, la sua famiglia, e la sua nazione? Quel tesoro è la comunione con Dio e la conformità alle Sue Leggi, giuste e buone, quello che il Salvatore Gesù Cristo vive, annuncia e diffonde. Questa è la dinamica del "regno dei cieli". Cercate nulla di meno che questo: è quel che più conta nella vita.