Corsi/Essere cristiani/46

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Indice generale

Essere cristiani (J. I. Packer)

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Il Credo, o Simbolo apostolico. Credo in Dio padre onnipotente, creatore del cielo e della terra. E in Gesù Cristo, suo figlio unigenito, Signor nostro, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Discese nel soggiorno dei morti, il terzo giorno risuscitò, salì al cielo, siede alla destra di Dio, padre onnipotente.  Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito santo, la santa chiesa universale, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione dei corpi e la vita eterna. Amen.

Cuore a cuore

46. Dal male

La prima cosa che possiamo dire del male è che è una realtà e che non dovremmo far finta che non esista. La cosiddetta “scienza cristiana” come i mistici indù, lo concepiscono come un’illusione; altri lo considerano un bene in fase di formazione, o del bene incompreso; nella Bibbia, però, il male è altrettanto reale quanto il bene, e la distinzione fra essi è chiara e distinta, un concetto fondamentale.

La seconda cosa da dire sul male è che si tratta di una realtà irrazionale e priva di significato, qualcosa che non ha senso alcuno, e definibile solo come un bene pervertito.

La terza cosa da dire sul male è che Dio se ne sta occupando. Al costo di quanto in Cristo è avvenuto sul Calvario, Egli ha preso la responsabilità che da esso potesse venirci del bene. Inoltre, Egli già ha trionfato sul male e, a suo tempo, lo eliminerà. Il cristiano che contempla il male non è un pessimista, perché egli sa che questa folle ed insensata realtà che distrugge il bene, sarà essa stessa distrutta. Cristo stesso lo ha realizzato vincendo il male cosmico sulla croce. Come dice la Scrittura: “ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Cl. 2:15). Al Suo ritorno Cristo lo eliminerà per sempre.

Molte cose affliggono il cristiano nella sua vita. Quando però Cristo tornerà, il cristiano si attende che finalmente esso sia totalmente cancellato, proprio perché sulla croce esso è stato trasformato nel bene più grande, alla gloria di Dio. Il ritorno di Cristo finalmente si rivelerà il motivo per cui, nella bontà e della sapienza di Dio, il male abbia avuto nel mondo così tanto spazio.

Due tipi di male

Il male è quella cattiveria che ha l’effetto di rovinare, distruggere, ed eliminare il bene – vale a dire impedire che la vita sia retta, gioiosa e degna di essere vissuta. Il male, com’è stato definito, presenta due forme. Prima di tutto c’è la cattiveria che si trova fuori di noi, la cattiveria delle circostanze, “dei guai, dell’afflizione, del bisogno, della malattia, e d’ogni altra avversità”. Le circostanze divengono cattive quando infliggono su di noi maggiore dolore e frustrazione di quanto noi si possa volgerle in bene dal modo in cui le affrontiamo. Le circostanze, di fatto, non sono spesso così cattive come possono sembrare. Beethoven fu in grado di volgere la frustrazione della sordità e il dolore della solitudine in musica eroica; innumerevoli invalidi sono stati in grado di conseguire dignità e serenità nonostante la loro cronica agonia fisica. Lo scrittore dei Salmi può dire: “È stata un bene per me l'afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti” (Sl. 119:71). Eppure, quando accade qualcosa, il dolore può essere tale che un uomo può solo gridare fino a svenire. Questo è sicuramente male.

In secondo luogo, vi è cattiveria dentro di noi, la cattiveria della corruzione. Questa è la cattiveria degli uomini malvagi e degli angeli decaduti, la cattiveria che trova espressione nella perversione morale, la cattiveria che, da un certo punto di vista è mancanza di bene, e da un altro punto di vista bene andato a male, come nel diavolo, in Adamo, in voi ed in me. Come e perché il bene possa corrompersi è più di quanto la Scrittura ci spieghi o di quanto noi si possa comprendere, ma il fatto è inoppugnabile. Inoltre, laddove in rapporto col primo male noi siamo passivi, nel secondo tipo di male siamo attivi, lo facciamo. L’Apostolo dice: “Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio” (Ro. 7:19). A questo ogni uomo onesto non può che commentare: “Si, anche per me è così”.

Dio interviene

I cristiani non possono ignorare il male intorno a loro e dentro di loro, né sono liberi di cercare di farlo, perché la loro vocazione è quella di affrontare il male e di vincerlo con il bene (Ro. 12:21). Questo, però, presume che il male non li sopraffagga, e qui è proprio dove subentra ancora il Padre nostro.

Gesù c’esorta a chiedere a Dio di liberarci dal male. Se il termine “male” nel Padre nostro, si riferisca al concetto generale di male oppure si voglia tradurlo “il maligno”, non importa, benché sia più probabile l’esattezza della seconda traduzione. Nel primo caso, la frase significherebbe: “Liberaci da tutto il male che c’è nel mondo, in noi stessi, negli altri, in Satana e nelle sue schiere”; nel secondo caso la frase significherebbe: “Liberaci da Satana, il quale vorrebbe la nostra rovina, e da tutto ciò che egli potrebbe sfruttare a quel fine – tutta l’empietà del mondo, tutta la peccaminosità della nostra carne, ogni male spirituale possibile”. Sostanzialmente, però le due cose si equivalgono.

La cosa qui più stupefacente è che il fatto che Gesù ci dia questa preghiera è implicitamente la promessa che se noi vogliamo essere liberati dal male, lo saremo. Proprio quando gridiamo: “Liberaci”, inizia da parte di Dio l’azione di salvataggio, e ci giungerà l’aiuto necessario per affrontare qualsiasi male ci minacci.

Per l’ulteriore studio biblico

Liberati dal male: 2 Corinzi 1:3-11; 12:1-10.

Domande per la riflessione e la discussione

  • Che cosa sta facendo ora Dio per contrastare il male?
  • Che cosa farà Egli alla fine? Che cosa può determinare se le circostanze che sopravvengono nella nostra vita ci distruggeranno o si volgeranno al nostro bene ultimo?
  • Chi è che Dio libera dal male, e perché?

(13, continua)