Teologia/Il patto di Dio con le creature umane
Il Patto fra Dio e le creature umane
Quando Iddio creò l’uomo come creatura responsabile ed intelligente egli volle regolare i rapporti con esso sulla base di un preciso rapporto contrattuale, da Lui decretato e regolarmente “firmato”, che definisse esattamente i diritti ed i doveri dell’uno e dell’altro. Questo è chiamato “patto”, o “alleanza”1.
Introduzione
1. In Dio ordine e chiarezza. L’idea del contratto fra persone che ne regoli i rapporti reciproci, non è un’idea moderna, ma le sue origini sono rintracciabili sin dagli strati più antichi del racconto biblico, anzi, nell’eterna divina sapienza. Dio infatti, come Egli ha rivelato Sé stesso, non è un Dio capriccioso, ma un Dio che prescrive e si sottomette Egli stesso all’ordine e a regole2 chiare e ben definite da seguire con diligenza e serietà. Dio è un Dio che conclude dei patti e che mantiene i patti. Il Signore Iddio si compiace di rivelare Sé stesso alle Sue creature e di rapportarsi con esse sulla base di un patto. L’idea di patto o alleanza si trasferisce poi, fino dall’antichità, a livello sociale come accordo fra persone o gruppi finalizzato alla pacifica convivenza.
2. Termini originali. La parola ebraica usata coerentemente per esprimere il concetto di patto è BERITH. Essa deriva probabilmente: (1) o dall’idea di legame, vincolo, obbligazione, o (2) dal verbo BARA (mangiare) in riferimento al pasto sacrificale che le parti contraenti consumavano per ratificare il loro accordo davanti a Dio, invocato come garante e protettore del patto concluso. Nel NT il termine usato è DIATHEKE, che anche nella LXX3 traduce regolarmente BERITH. Dato che nel greco corrente il termine relativo a “contratto” è SYNTHEKE, ed implica l’uguaglianza delle parti contraenti, gli israeliti di lingua greca preferirono DIATHEKE, che deriva da DIATITHEMAI (pubblicare una disposizione inerente alle proprie possessioni), nel senso di un atto o decreto unilaterale di un sovrano dotato dipieni poteri, non passibile di discussione o trattativa4, che la controparte può accettare o respingere (non senza conseguenze), ma che non può alterare.
3. Un provvedimento di grazia. Che Dio voglia legarsi a noi sulla base di un patto, per noi creature umane, è un provvedimento della Sua grazia che Egli si compiace, nella Sua sovranità, di accordarci. Dio è un Essere infinito, perfetto e sufficiente a Sé stesso. Nulla può essere aggiunto alla Sua grandezza o perfezioni. Non ha bisogno di nulla che possa trovarsi al di fuori di Sé stesso. Il fatto, quindi, che desideri concludere un patto con le Sue creature è un atto unilaterale, liberamente deciso, che rivela la Sua grazia – il suo ricco e traboccante amore. L’eterno Iddio non è tenuto ad entrare in rapporto con l’umanità o fare patti con essa. Se Dio avesse scelto di non rivelarsi mai all’uomo, nessuno avrebbe potuto protestarne l’ingiustizia. Come creature noi non possiamo pretendere nulla dal nostro Creatore. Il fatto, dunque, che Dio stabilisca un patto con l’uomo, riflette la Sua grazia, il Suo amore ricco, profondo ed unilaterale, come pure la cura che ha di noi. La motivazione di Dio nell’adottare Israele come figlioli nel contesto di un patto viene affermata essere “la sua benignità”5. Questo presenta un notevole contrasto alla motivazione attribuita dai Semiti pagani ai loro déi, dove si afferma che questi ultimi stabiliscono un patto con i loro fedeli alloscopo di estrarre dai loro altari servizio e nutrimento, più o meno come i signori feudali nelle società umane derivano il loro mantenimento dal lavoro dei loro vassalli.
4. Impegno e sanzioni. A livello umano le parti contraenti si obbligavano a mantenere i rispettivi impegni con un giuramento che implicava, per chi non vi si fosse adeguato, la conseguenza della maledizione e del castigo di Dio. Laddove una delle parti contraenti era superiore all’altra in quanto potere o autorità, il signore avrebbe annunciato il suo decreto di governo o costituzione, quello che riteneva meglio imporre ai suoi soggetti, ed essi, da parte loro, esprimevano la loro accettazione e disposizione a conformarvisi. Il signore garantiva che avrebbe governato nei migliori interessi del suo popolo e che avrebbe provveduto a difenderli dai loro nemici, ma la mancanza di sottomissione da parte loro avrebbe significato precise sanzioni. Nel caso della promulgazione di un patto fra Dio ed il Suo popolo, esso costituiva l’annuncio da parte di Dio della Sua santa volontà di estendere i benefici della Sua grazia immeritata a persone che erano disposte per fede a riceverli, e che si impegnavano personalmente verso Dio con legami di obblighi assoluti. L’affermazione caratteristica di questo rapporto è la formula: “Ascoltate la mia voce e fate queste cose in base a tutto ciò che vi comando; allora voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro DIO” (Gr. 11:4)6. Questo significa che Dio si dà senza riserve al Suo popolo e che essi, a loro volta, si affidano completamente a Lui ed appartengono a Lui. Essi sono quindi “e il miotesoro particolare”7.
5. Sulla base di condizioni? Un elemento molto importante nel rapporto di Dio con Israele basato sul patto si trova nell’aspetto duale di condizionalità /incondizionalità. Forse che le promesse solenni di Dio, che assumevano il carattere di un giuramento vincolante8 dovevano essere comprese come passibili di non-adempimento se l’uomo non avesse mantenuto i suoi obblighi verso Dio? Oppure vi era un senso in cui le stipulazioni del patto erano assolutamente sicure di adempimento anche se l’uomo non fosse stato fedele?
(1) Le promesse fatte da Yahweh nel patto di grazia rappresentano decreti che Egli certamente manderà ad effetto, quando le condizioni sono mature per il loro adempimento. Si veda al riguardo la forma iniziale del patto con Abrahamo in Ge. 12:1-39. Qui non c’è ombra di dubbio che Dio veramente farà di Abrahamo una grande nazione, renderà grande il Suo nome, e benedirà, suo tramite, tutte le nazioni della terra10. Nulla mai potrà frustrare i piani di Dio.
(2) I benefici personali – e soprattutto quelli spirituali ed eterni – della promessa divina saranno goduti solo da quelle persone fra il popolo di Dio, che manifestano fede vera e vivente (dimostrata da una vita pia). I figlioli di Abrahamo riceveranno infatti benefici personali solo quando manifestano la fede e l’ubbidienza di Abrahamo11. Il piano redentore di Dio sarà realizzato nella storia, ma se si violano le prescrizioni sulla santità allora i benefici eterni saranno trattenuti. Nessun figlio del patto che si presenti a Lui privo di fede e con cuore non sincero, sarà incluso nelle Sue benedizioni.
6. Permanenza. Questa qualità di trionfante permanenza del patto di grazia è presentata soprattutto dai profeti nell’espressione “il nuovo patto”. Nel brano classico di Geremia 31:31-3712 la prima fase del patto (nel Sinai) viene mostrata come temporanea e provvisoria a causa delle flagranti violazioni di esso da parte della nazione israelita nel suo insieme, e perché mancano di conoscere e riconoscere Dio come loro personale Signore e Salvatore. Verrà però il tempo in cui il Signore inclinerà nuovamente il loro cuore a Lui. L’adempimento delle promesse di Dio è certo come il sole, la luna e le stelle, come il fondamento stesso dei cieli.
Diversi patti
Il patto d’opere
Dopo aver creato l’uomo a Sua propria immagine e somiglianza come una creatura libera, dotata di conoscenza, giustizia, e santità, Iddio stabilisce un patto con Adamo per potergli impartire ulteriori benedizioni. Chiamato variamente come: il Patto dell’Eden, il Patto di natura, il Patto della vita,o meglio, il Patto d’opere, questo patto consisteva di:
(1) Una promessa di vita eterna a condizione di perfetta ubbidienza attraversoun periodo di prova.
(2) La minaccia di morte, in caso di disubbidienza.
(3) Il sacramento dell’albero della vita o, in aggiunta, i sacramenti del paradisoo dell’albero della conoscenza del bene e del male.
Sebbene il termine “patto” non venga usato nei primi capitoli della Genesi, gli elementi tipici del patto vi sono presenti, anche se la promessa di vita eterna è presente solo per implicazione. Prima della caduta, Adamo era perfetto, ma poteva cadere nel peccato. Se avesse conservato la sua perfezione tutt’attraverso il periodo di prova, sarebbe stato confermato nella giustizia e sarebbe stato incapace di peccare. Nel fatto che egli agiva non solo per sé stesso, ma rappresentativamente per l’intera umanità, presente potenzialmente in lui, Adamo era una persona pubblica, o “capo federale”. La sua caduta, quindi influì sull’intera razza umana che sarebbe discesa da lui. Ora, infatti, tutti veniamo concepiti e nasciamo nel peccato. Senza uno speciale intervento di Dio non vi sarebbe per noi speranza, tutto sarebbe perduto per sempre.
La buona notizia, però, è che Dio è intervenuto in favore dell’umanità con un altro patto. A differenza del primo patto d’opere, il cui mandato era: “Fate questo e vivrete”13, il patto di grazia viene provveduto all’uomo nella sua condizione di peccato con la promessa che, nonostante la sua incapacità ad osservare i comandamenti di Dio, per sola Sua grazia Egli perdona il suo peccato e lo accetta come figlio attraverso i meriti di Suo Figlio, il Signore Gesù Cristo, alla condizione che abbia fede in Lui.
Il patto della redenzione
Il patto di grazia, stabilito nella storia, si fonda a sua volta su un altro patto, il patto della redenzione, che si definisce come il patto eterno fra Dio Padre e Dio Figlio al riguardo della salvezza dell’umanità. La Scrittura insegna che nell’Essenza di Dio vi sono tre Persone, uguali in quanto ad essenza, potere e gloria, in rapporto l’una con l’altra. Il Padre ama il Figlio, Gli affida un mandato, Gli dà un popolo, il diritto di giudicare, e l’autorità su tutta l’umanità14. Il Figlio ama il Padre, si rallegra nel fare la Sua volontà, ed ha condiviso la Sua gloria per sempre15. Il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo sono in rapporto vicendevole: questo è uno dei significati della dottrina cristiana sulla Trinità.
Su questa base si afferma dunque che Dio Padre e Dio Figlio stabiliscono fra di loro un patto per la redenzione della razza umana. Il Padre incarica il Figlio ad essere Mediatore, il Secondo Adamo, la cui vita sarebbe stata offerta per la salvezza del mondo, e il Figli accetta il mandato, promettendo che avrebbe compiuto l’opera affidatagli dal Padre, adempiendo così ad ogni giustizia ubbidendo alla Legge di Dio.
In questo modo, prima della stessa fondazione del mondo, nell’Essere eterno di Dio, fu determinato che la creazione non sarebbe stata distrutta dal peccato, ma che la ribellione e l’iniquità sarebbe stata vinta dalla grazia di Dio, che Cristo sarebbe diventato il nuovo Capo (federale) dell’umanità, il Salvatore del mondo, e che Dio, così, sarebbe stato glorificato.
Il patto della grazia
Questo patto è stato stipulato da Dio con l’umanità. In esso, Egli offre vita e salvezza attraverso Gesù Cristo a tutti coloro che credono. Dato che nessuno può giungere alla fede senza la speciale grazia di Dio, è più esatto dire che il patto di grazia è stipulato da Dio con i credenti, o gli eletti. Gesù dice che tutti coloro che il Padre Gli ha dato, verranno a Lui e che coloro che vengono a Lui, certamente saranno accolti16. Qui si vede lo stesso rapporto sussistente fra il patto di grazia e il patto della redenzione, il primo si fonda sul secondo. Dall’eternità il Padre ha affidato al Figlio un popolo; a questi viene data la promessa dello Spirito Santo per poter vivere in comunione con Dio. Cristo è mediatore del Patto di Grazia in quanto Egli ha portato su di Sé la colpevolezza dei peccatori e li ha ristabiliti in un rapporto salvifico con Dio17. Egli è il Mediatore, non solo nel senso di arbitro, sebbene questo sia il significato del termine usato in 1 Timoteo 2:518 ma nel senso che Egli ha adempiuto tutte le condizioni necessarie per procurare salvezza al Suo popolo. Per questo Ebrei 7:22 chiama Gesù “il Garante”19 del Nuovo Patto, migliore d quello stabilito attraverso Mosè. Nel contesto di quest’ultimo brano, vi si fa ripetuta menzione della promessa di Dio a Cristo ed al Suo popolo. Egli elargirà loro la grazia di cui hanno bisogno per confessare il Suo nome e vivere con Lui per sempre; in umile dipendenza da Lui per ogni loro bisogno, essi vivranno giorno per giorno in fiduciosa ubbidienza a Lui. Quest’ultima, che la Scrittura chiama “fede”, è la sola condizione del patto, ed è essa stessa dono di Dio20.
Sebbene il patto della grazia includa varie dispensazione nel corso della storia, esso è essenzialmente uno. Dalla promessa nell’Eden,21, attraverso il patto stipulato con Noè (Ge. 6-9), al giorno in cui il patto fu stabilito con Abrahamo, vi sono abbondanti evidenze della grazia di Dio. Con Abramo viene stabilito un nuovo inizio che il patto sinaitico, più tardi, sono adempie e rafforza. Al Sinai il Patto assume una forma nazionale e si accentua la Legge di Dio. Questo non è inteso per alterare il carattere di grazia del Patto22, ma deve servire per addestrare Israele fino al giorno in cui Dio stesso sarebbe apparso nel suo mezzo. In Gesù si manifesta la nuova forma del Patto che era stato promesso ai profeti, e ciò che era di natura temporanea nella vecchia forma del patto, scompare (Gr. 31:31-34; Eb. 8). Sebbene vi sia unità e continuità nel patto di grazia attraverso la storia, la venuta di Cristo ed il susseguente dono dello Spirito Santo hanno portato ricchi doni sconosciuti precedentemente. Essi non sono che la caparra, l’assaggio, della futura beatitudine, quando questo mondo attuale passerà e la Santa Città, la Nuova Gerusalemme, scenderà dal cielo da presso a Dio (Apocalisse 21:2).
Note
1 Campo semantico italiano del termine. Concorso di parti, private o pubbliche, nell’accettare o nell’obbligarsi a questa o quella cosa, con date condizioni o patti. Con il termine accordo si indica in mmodo generico, un’uniformità, una concordia di voleri, sentimenti, opinioni, che possono anche dar luogo ad un rapporto di tipo giuridico (concludere, firmare un accordo). Il termine specifico che inambito giuridico definisce la costituzione, la modificazione, la risoluzione di un rapporto, è contratto (firmare, rescindere un contratto). Con “contratto” si indica comunemente anche il documento su cui sono stati scritti i contenuti dell’accordo (registrare un contratto). Rispetto a contratto patto ha in genere significato meno tecnico, indica per lo più un accordo di tipo amichevole, ma si dice patto anche un accordo formale stipulato fra enti (patto di non aggressione); vi sono patti nuziali, patti d’amicizia, patti d’alleanza. Patti chiari, amicizia lunga: l’amicizia o l’alleanza è duratura solo se è fondata su rapporti di chiarezza e di coerenza. Specialmente al plurale, “patto” può venire impiegato in mmaniera restrittiva per indicare una clausola, una condizione, il punto particolare di un accordo. L’intesa è un accordo tacito o a carattere riservato, non ufficiale; in particolare, nel linguaggio del di ritto internazionale, il termine ha indicato spesso un accordo fra stati. Il termine convenzione indica un particolare accordo su particolari questioni di tipo commerciale o militare, ma anche, in senso generico, un’intesa con cui le parti si accordano su determinate regole di carattere generale. Nel campo del diritto internazionale trattato designa un accordo fra stati, con il quale essi si assumono determinati obblighi e si riconoscono determinati diritti (un trattato di pace, di alleanza, di cooperazione). Se un accordo è costituito da un atto formale in cui le parti, facendosi reciproche concessioni, evitano o pongono fine ad una lite, si ha una transazione. Anche compromesso indica un accordo tra le parti con reciproche concessioni, ma rispetto a “transazione” ha significato più generico.
2 “Dio non è un Dio di confusione, ma di pace... ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine” (1 Co. 14:33,40).
3 Traduzione in greco della Bibbia ebraica prodotta nel III secolo a. C. per la diaspora ebraica ellenista.
4 In greco secolare DIATHEKE veniva usato nel senso di “Testamento”, per cui la nostra traduzione “Antico” e “Nuovo Testamento”, non del tutto corretta perché non si tratta di ciò che una persona quando muore lascia ai legittimi eredi, ma delle disposizioni di un sovrano; “Io, come legittimo sovrano, stabilisco che i miei sudditi debbano rapportarsi con me e l’uno verso l’altro secondo queste mie precise disposizioni”.
5 “Riconosci dunque che l'Eterno, il tuo DIO, DIO, il Dio fedele, che mantiene il suo patto e la sua benignità fino alla millesima generazione verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti” (De. 7:9; cfr. 1 Re 8:23; Da. 9:4). Si confronti anche 1 Sa. 20:8 dove di Gionathan si dice che eserciti HESED quando stabilisce un patto con Davide.
6 Cfr. Gr. 24:7; 30:22; 32:38; Ez. 11 :20 ; 14 :11 ; 36 :28 ; 37 :23 ; Za. 8 :8 ecc.
7 “Or dunque, se darete attentamente ascolto alla mia voce e osserverete il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare, poiché tutta la terra è mia” (Es. 19:5; cfr. De. 7:6; 14:2; 26:18; Sl. 135:4; Ml. 3:17).
8 Cfr. De. 7:8.
9 “Ora l'Eterno disse ad Abramo: «Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Ge. 12:1-3).
10“E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato le nazioni mediante la fede, diede prima ad Abrahamo una buona notizia: «Tutte le nazioni saranno benedette in te»” (Ga. 3:8).
11 “Or dunque, se darete attentamente ascolto alla mia voce e osserverete il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare, poiché tutta la terra è mia” (Es. 19:5).
12 "Ecco, verranno i giorni», dice l'Eterno, «nei quali stabilirò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda, non come il patto che ho stabilito con i loro padri nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dal paese di Egitto, perché essi violarono il mio patto, benché io fossi loro Signore»; dice l'Eterno. «Ma questo è il patto che stabilirò con la casa d'Israele dopo quei giorni» dice l'Eterno: «Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non insegneranno più ciascuno il proprio vicino né ciascuno il proprio fratello, dicendo: Conoscete l'Eterno! perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande», dice l'Eterno. «Poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato». Così dice l'Eterno, che ha dato il sole per la luce di giorno e le leggi alla luna e alle stelle per la luce di notte, che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde, il cui nome è l'Eterno degli eserciti. «Se quelle leggi venissero meno davanti a me», dice l'Eterno, «allora anche la progenie d'Israele cesserebbe di essere una nazione davanti a me per sempre». Così dice l'Eterno: «Se si potessero misurare i cieli in alto, o esplorare le fondamenta della terra in basso, allora anch'io rigetterei tutta la progenie d'Israele per tutto ciò che hanno fatto, dice l'Eterno" (Gr. 31:31-37).
13 "Mosè infatti descrive così la giustizia che proviene dalla legge: «L'uomo che fa quelle cose, vivrà per esse»" (Ro. 10:5); "Ora la legge non proviene dalla fede, ma «l'uomo che farà queste cose vivrà per mezzo di esse»" (Ga. 3:12).
14 Gv. 3:16; 5:20,22,36; 10:17,18; 17:2,4,6,9,24; Sl. 2:7,8; Eb. 1:8-13.
15 Eb. 10:7; Gv. 5:19; 17:5.
16 “Tutto quello che il Padre mi dà verrà a me; e colui che viene a me, io non lo caccerò fuori” (Gv. 6:37).
17 "Ma ora Cristo ha ottenuto un ministero tanto più eccellente in quanto egli è mediatore di un patto migliore, fondato su migliori promesse ... perciò egli è il mediatore del nuovo patto affinché, essendo intervenuta la morte per il riscatto dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano la promessa dell'eterna eredità ... e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell'aspersione, che dice cose migliori di quello di Abele" (Eb. 8:6; 9:15; 12:24).
18 “Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo” (1 Ti. 2:5).
19 “Per questo Gesù è diventato garante di un patto molto migliore” (Eb. 7:22).
20 “Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori” (Ef. 2:8,9).
21 “E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno” (Ge. 3:15).
22 “Or io dico questo: la legge, venuta dopo quattrocentotrent'anni, non annulla il patto ratificato prima da Dio in Cristo, in modo da annullare la promessa. Infatti, se l'eredità derivasse dalla legge, non verrebbe più dalla promessa. Or Dio la donò ad Abrahamo mediante la promessa” (Ga. 3:17,18).