Predicazioni/Matteo/Il nuovo è sempre migliore dell'antico?

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Il nuovo è sempre migliore dell'antico?

Il nuovo è sempre migliore dell'antico? Probabilmente sì, se parliamo dello sviluppo della tecnologia, ma per tutto il resto, "gli antichi" erano spesso molto più saggi dei "moderni", basti pensare alle insuperate filosofie dell'antica Grecia di millenni or sono. Un equivoco di questo genere lo troviamo oggi spesso fra chi dice che l'Antico Testamento sarebbe "superato" dal Nuovo Testamento. No, non è così. La terminologia che usiamo, e spesso le traduzioni della Bibbia non abbastanza accurate, non aiutano molto al riguardo. Che dire dell'antica legge mosaica? Sarebbe stata sostituita dalla legge del Cristo, da considerarsi "più avanzata" e persino "più umana" di quella? No. Il Salvatore Gesù Cristo, nel testo che consideriamo oggi, dice esplicitamente di no. Leggiamolo, e poi, come sempre, faremo delle considerazioni. 

Dal vangelo secondo Matteo, capitolo 5, dal versetto 21 al 37, secondo la versione "La Bibbia della Gioia", "il Nuovo Testamento ed i Salmi con le parole di tutti i giorni". Queste parole di Gesù sono tratte dal suo"Sermone sul monte" e contengono il suo insegnamento su collera e pace, adulterio e scandalo, il divorzio, il giuramento.

"Secondo la legge di Mosè, la regola era: "Se uccidi, devi morire". Ma voglio aggiungere qualcosa a quella regola e dirvi che basterà che vi arrabbiate con un altro, e correrete il rischio di essere giudicati! Basterà che diate dello stupido a un vostro amico, per correre il rischio di essere portati davanti al tribunale di Dio. E se lo maledirete, correrete il rischio di finire nel fuoco dell'inferno. Perciò, se siete davanti all'altare del tempio per fare un'offerta a Dio e improvvisamente vi ricordate che un amico ha qualcosa contro di voi, lasciate la vostra offerta vicino all'altare e andate a scusarvi e a riconciliarvi con lui; poi tornate e fate la vostra offerta a Dio. Mettiti d'accordo in fretta col tuo avversario prima che sia troppo tardi, lui ti citi in tribunale e tu finisca in prigione, da dove non uscirai, finché non avrai pagato fino all'ultimo centesimo. Le leggi di Mosè dicono: "Non commetterete adulterio". Ma io aggiungo: basterà che guardiate una donna con desiderio e avrete già commesso adulterio con lei nel vostro cuore. Così, se il tuo occhio (anche se è il tuo occhio migliore) ti fa peccare, cavalo e buttalo via. Meglio perdere una parte del tuo corpo, anziché finire tutto intero all'inferno. E se la tua mano (anche se è la destra), ti fa peccare, tagliala e buttala via. Meglio questo, che trovarti per sempre all'inferno. La legge di Mosè dice: "Se qualcuno vuole dividersi da sua moglie, può divorziare, dandole semplicemente una lettera di ripudio". Ma io dico che un uomo che divorzia da sua moglie, a meno che non sia per infedeltà, la mette in condizioni di commettere adulterio. Ed anche chi la sposa commette adulterio. La legge di Mosè dice ancora "Non verrai meno ai giuramenti fatti a Dio, ma li manterrai tutti". Ma io vi dico: non fate giuramenti! Perfino dire "per il cielo!" è un giuramento sacro a Dio, perché il cielo è il trono di Dio. E se dite "per la terra!" è un giuramento sacro, perché la terra è lo sgabello dei suoi piedi. E non giurate "per Gerusalemme!" perché Gerusalemme è la capitale del grande Regno. Non giurate neppure sulla vostra testa, perché non potete cambiarvi un solo capello, bianco o nero che sia. Dite semplicemente "sì", se è sì, "no", se è no. Tutto il resto viene dal maligno".

Le versioni tradizionali di questi testi presentano Gesù che dice: "Voi avete udito che fu detto agli antichi ... ma io vi dico" (Riv.). Che valore dare a quel "ma"? Forse significherebbe che qui Gesù squalifica la Legge dell'Antico Testamento dandocene una migliore, la sua? No: se fosse così Gesù contraddirebbe ciò che egli stesso afferma nel versetto 17: "Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento". Gesù conferma l'eterna validità di quella legge, che è la legge di Dio, ma estende ed approfondisce il suo significato andando oltre ad una semplice ubbidienza alla lettera di quei comandamenti. Lungi dall'abrogarli, Gesù dà, di quei comandamenti, la loro corretta interpretazione e "li compie" nel senso che Egli stesso li osserva pienamente.

Se prendiamo i Dieci Comandamenti, il Decalogo, ciascuno di essi, infatti, condensa in una frase princìpi che si estendono ad una grande varietà di situazioni. Nel testo che abbiamo letto, il Salvatore Gesù Cristo menziona diverse aree di comportamento umano.

Consideriamo il comandamento "Non uccidere". Questo comandamento, di fatto, indica la sacralità della vita umana. Ogni essere umano è una creatura di Dio fatta a Sua immagine e somiglianza. Ogni creatura umana senza distinzione alcuna, dal suo concepimento alla morte naturale, è portatrice di dignità inviolabile e deve essere rispettata. Il comandamento, quindi, non solo condanna l'omicidio arbitrario, l'assassinio, ma riguarda pure la proibizione, ad esempio, dell'aborto volontario o dell'eutanasia. Niente scuse! Ma non solo! Riguarda pure come trattiamo gli altri, che non ci è lecito insultare, umiliare, abusarne o sfruttare in qualsiasi maniera. Anche se non uccidiamo fisicamente, spesso esprimiamo verso di loro disprezzo in tanti modi e questo pure ci condanna. Gli esempi potrebbero essere innumerevoli. Anche le parole, come ben sappiamo, possono ferire ed uccidere! Solo Dio può sovranamente disporre della vita umana - ed è sempre la Sua legge che stabilisce quando sia lecito reprimere, condannare e persino uccidere e come, e non altrimenti. Il comandamento del "Non uccidere" riguarda l'arbitrio umano al di fuori di quanto la Legge di Dio prescrive nella sua interezza che può anche includere l'uccidere, ma nei limiti e modalità che essa stessa stabilisce. In positivo, il "non uccidere" implica la promozione e la protezione della vita umana ad ogni livello. Questo include lo sforzo a riconciliare dissensi e liti quando possibile.

Prendiamo la questione dell'adulterio e del divorzio. Il comandamento indica il rispetto che dobbiamo avere per la sessualità umana e per l'integrità famigliare, che pure deve rispondere alle ordinanze creazionali. Ogni minimizzazione in questo senso Dio la condanna. L'espressione della sessualità umana, come ogni altra cosa, è delimitata e regolamentata dalla Legge di Dio. Essa non è "libera" e "circostanziale" come magari vorremmo noi. Il rispetto per la sessualità umana, secondo quanto Gesù stesso qui indica, deve essere espresso oltretutto anche dai nostri pensieri, dal reprimere ogni espressione di concupiscenza, quand'anche rimanesse limitata solo alla fantasia. La concupiscenza è una mala pianta che, se coltivata, prima o poi uscirà allo scoperto e farà danni. La Scrittura dice, infatti:  "La concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte" (Giacomo 1:15).

Il Salvatore Gesù Cristo si riferisce, nel nostro testo, pure alla questione del giuramento perché il comandamento ha a che fare con la protezione e la promozione della verità. Colui o colei che appartiene a Dio deve ricalcarne il carattere. Dio è Dio di verità e fedeltà, e così deve essere la creatura umana che è fatta a sua immagine e somiglianza. Questa "somiglianza" deve spingerci fino al punto di non aver bisogno di giuramenti per certificare la veracità di quel che diciamo o ci impegnamo a fare, perché mentire sarebbe per noi inconcepibile. Il comandamento ci impegna ad essere sempre uomini e donne di verità, persone che si battono perché la verità sia preservata e fatta conoscere, persone che denunciano e smascherano la menzogna. L'Antico Testamento afferma: "Il giusto odia la menzogna, ma l'empio getta sugli altri discredito e vergogna" (Proverbi 13:15). Così pure nel Nuovo Testamento, dove l'apostolo afferma: "Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri" (Efesini 4:25). Nel libro dell'Apocalisse si parla dei redenti in cielo in questi termini: "Essi sono quelli che seguono l'Agnello dovunque vada. Essi sono stati riscattati tra gli uomini per esser primizie a Dio e all'Agnello. Nella bocca loro non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili" (Apocalisse 14:4.5).

Nel tempo limitato a nostra disposizione non possiamo, ovviamente, trattare tutto ciò che le parole di Gesù qui ci insegnano. Abbiamo solo accennato a qualche aspetto della Sua dottrina. In ogni caso, quel che è chiaro è che la Legge di Dio è eterna e di validità universale. Essa ha diverse importanti funzioni: quella di accusarci di inadempienza e di spingerci al ravvedimento ed all'invocazione della persona ed opera del Salvatore Gesù Cristo. Essa continua ad avere, poi la sua funzione di regola buona e giusta di vita che ogni figliolo di Dio segue con riconoscenza, consapevole che da essa dipende la sua stessa vita. Lungi dall'averla abolita o superata, o persino rimpiazzata, Gesù la onora pienamente e la adempie, insegnandoci, nel resto delle Sacre Scritture, tutte le sue vaste implicazioni.

Credo che non ci sia modo migliore per evidenziare il valore vitale della Legge di Dio che leggere dal Libro del Deuteronomio il testo che si trova al capitolo 30 dal versetto 15 al 20, come pure, al termine, la prima parte del Salmo 119.

"Questi ordini, che oggi vi do, non sono incomprensibili per voi, e neppure irraggiungibili. Essi non stanno in cielo, così da dover dire: 'Chi salirà in cielo e li porterà a noi, perché possiamo conoscerli e metterli in pratica?'. 'Essi non stanno neppure al di là del mare, così da dover dire: 'Chi andrà al di là del mare e li porterà a noi, perché possiamo metterli in pratica?'. 'La parola del Signore è molto vicina a voi, l'avete imparata e la conoscete bene; vi è possibile metterla in pratica. 'Fate attenzione, oggi vi propongo la scelta tra vita e felicità da una parte, morte e sventura dall'altra. Per questo oggi vi ordino di amare il Signore, vostro Dio, di seguire la sua strada e di osservare i suoi ordini, le sue leggi e le sue norme. Così vivrete e diventerete numerosi, e il Signore, vostro Dio, vi benedirà nella terra che state per conquistare. Ma se allontanerete il vostro cuore da lui e gli disubbidirete, se cederete alla tentazione di inginocchiarvi davanti ad altri dèi e di rendere loro culto, già da oggi vi dichiaro che farete una brutta fine: non rimarrete a lungo nella terra che state per conquistare al di là del fiume Giordano. 'Oggi il cielo e la terra mi sono testimoni: vi propongo la scelta tra vita e morte, tra benedizione e maledizione: scegliete dunque la vita, così voi e i vostri discendenti potrete vivere! Questo sarà possibile se amerete il Signore, vostro Dio, se gli darete ascolto e gli rimarrete fedeli. Solo lui, infatti, vi dà la vita e tanti anni per abitare nella terra, che ha promesso di dare ai vostri padri, ad Abramo, Isacco e Giacobbe'.

Lettura del Salmo 119 dal versetto 1 al versetto 8

« Felice l'uomo che vive senza colpa e cammina secondo la legge del Signore. Felice chi osserva i suoi precetti e lo cerca con tutto il cuore, chi non commette iniquità e cammina per i suoi sentieri. Signore, hai stabilito i tuoi decreti perché siano eseguiti con cura. Rimanga ben saldo il mio passo nel seguire i tuoi ordini. Allora non proverà vergogna nel considerare tutti i tuoi comandamenti. Ti loderò con cuore sincero imparando le tue giuste decisioni. Osserverò i tuoi ordini: tu non abbandonarmi mai! »