Letteratura/Non dice forse/03
Ma quel versetto non dice forse che... (di John Samson) |
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CAPITOLO 3: UN VIAGGIO SORPRENDENTE
Sono nato e cresciuto a Chester in Inghilterra. Mio padre era un evangelista battista e forse potreste trovare sorprendente apprendere che io non sia mai veramente cresciuto in un ambiente di chiesa. Certo, la nostra famiglia poteva essere considerata "un ambiente cristiano", ma mio padre era frequentemente in viaggio per predicare e mia madre ed io andavamo raramente con lui a culti domenicali. Questo fintanto che mio padre non diventa pastore di una chiesa locale.
Quand'ero bambino consideravo gli incontri di chiesa estremamente noiosi ed ero molto più interessato al gioco del calcio. Volevo diventare un calciatore professionista. La mia parte favorita del culto domenicale era la benedizione finale - ero così contento che tutto fosse finalmente concluso!
Rammento di avere visto mio padre che leggeva e studiava la sua Bibbia (allora probabilmente avevo nove anni) e pensavo tra me e me: "Mi sembra un esercizio così noioso - passare ore ed ore a leggere un libro che è difficile da leggere, in una lingua che non comprendo - potete stare tranquilli che non mi sorprenderete mai a fare una cosa simile!".
Come ho menzionato nel capitolo precedente, una domenica sera, quando avevo circa 14 anni, mio padre mi chiede di andare con lui ad udire predicare un evangelista. Il suo sermone aveva per argomento il ritorno di Cristo. Mi ricordo che, benché il predicatore guardasse la folla, il suo sguardo sembrava concentrarsi su di me quando ad un certo punto dice: 'Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio'. Il mio primo pensiero era: 'Come fa quel predicatore a conoscere il mio peccato? Come fa a sapere che io sono un peccatore?". Come una folgore dal cielo mi rendo così improvvisamente della mia condizione di perduto e che, in quella condizione, sarei stato molto imbarazzato se avessi dovuto stare di fronte a Dio.
L'evangelista fa un appello alla salvezza ed io vi rispondo sollevando la mano, andando avanti fino al pulpito e firmando la cartolina che avevano provveduto... ma molto più di quello ero particolarmente consapevole del mio bisogno che Cristo fosse il mio Salvatore e che mi nascondesse dal giudizio di Dio. Quando più tardi sono tornato al mio posto (dopo 15 minuti nell'area destinata alla consulenza di chi aveva risposto all'appello), mi ricordo che mio padre aveva le lacrime che gli scendevano dal volto. Penso che fosse la prima volta che avessi visto mio padre piangere. Tempo dopo mi ha detto che lui e mia madre per molti anni avevano intensamente pregato per la mia salvezza.
Poi ho cominciato a frequentare la chiesa su base regolare ma, guardando ora a quel tempo, uno dei più grossi cambiamenti nella mia vita era evidente per il mio nuovo amore per gli studi biblici. Spendevo molto denaro acquistando cassette (lo so, nel menzionare questi pezzi da museo rivelo la mia età) di insegnamento biblico. Non ne avevo mai abbastanza della Bibbia. Passavo 3-4 ore ogni sera per imparare testi biblici ed ascoltare insegnamenti biblici. Lo stesso appassionato desiderio per la Parola di Dio è ancora presente nella mia vita a tutt'oggi.
DOPO VENT'ANNI
Facciamo ora un salto fino al novembre dell'anno 2000 (più di vent'anni dopo che ero stato convertito da adolescente). Ero stato nel ministero cristiano a pieno tempo sin da quando avevo terminato i miei anni di istruzione teologica nel giugno del 1987, ed avevo abbastanza fiducia che la mia conoscenza della Parola fosse sana. Ero pastore di una chiesa a Phoenix in Arizona (USA).
Un giorno ho ricevuto un volantino attraverso la posta dalLigonier Ministriesche mi informavano che il dott. R. C. Sproul stava per venire a Scottsdale un venerdì sera ed un sabato mattina per delle lezioni. Era a breve distanza da casa mia a Phoenix. Fino ad allora non avevo mai udito di persona il dott. Sproul, ma i suoi video di insegnamento sulla Santità di Dio avevano fatto un grande impatto su di me qualche anno prima.
Nel leggere meglio il contenuto di quel volantino, ho fatto un sobbalzo quando ho visto l'argomento sul quale si sarebbe concentrato - "Scelto da Dio - le dottrine bibliche sull'elezione e la predestinazione".
Onestamente, pensavo, "Com'è sciocco che un uomo di quel calibro usi le sue energie per articolare un'idea così antiquata e ormai superata". Ero indeciso se andarlo ad ascoltare oppure no. Volevo ascoltare R. C. Sproul, ma non su quell'argomento. Un qualsiasi altro argomento sarebbe stato meglio, per quanto mi riguardava.
Beh, finalmente ho deciso di andarci, ma mi sono seduto sull'ultima fila di sedie, così, se sarebbe diventato ovvio che il dott. Sproul stesse solo facendo un'esposizione sulle sue tradizioni teologiche, io avrei potuto andarmene quietamente senza disturbare la gente attorno a me. In ogni caso, mi aspettavo che la partecipazione a quell'incontro sarebbe durata poco.
Sono rimasto per la prima sessione, e poi ho pensato: "Sì, mi sembra interessante. Non posso trovare delle obiezioni su quel che dice. Credo però che molti testi biblici potrebbero confutare le sue conclusioni". Ero però intrigato da quel che diceva, perché nulla di quel che udivo avrebbe potuto essere facilmente contestato.
Poi la conferenza includeva una sessione per le domande dell'uditorio su quell'argomento. Mi sembrava davvero una buona opportunità perché molte delle questioni che la gente lì sollevava erano le stesse che avrei potuto fare io e, devo ammetterlo, la Scrittura era in grado di rispondervi, nel loro contesto biblico appropriato.
La cosa stava cominciando ad allarmarmi e sono giunto a comprendere che l'intera questione richiedeva molta più ricerca di quello che io prima avessi pensato. Ho lasciato la conferenza senza essere stato convinto, ma mi disturbava enormemente che non avessi ascoltato nessun testo biblico che fosse stato preso fuori dal contesto, il tutto non faceva una grinza. Essendo assolutamente onesto con me stesso, ho dovuto ammettere che quello che prima davo per scontato su certi testi, di fatto era molto discutibile ed io stesso avrei potuto essere colpevole della stessa accusa che facevo a lui.
Sapendo che fosse mio dovere credere ciò che la Scrittura dice su quell'argomento, ho ordinato molto materiale ed ho cominciato le mie ricerche. Non è mai piacevole esaminare tradizioni sostenute con tanta fermezza, e sentivo che quello era particolarmente vero nella mia posizione, proprio perché avevo insegnato cose diverse da quelle durante il mio ministero. Nessuno vuole ammettere la possibilità di essersi sbagliato.
Devo dire che mi ci è voluto più di un anno di profonde ricerche su quell'argomento prima di rendermi conto chedi fatto vi è nella Bibbia una chiara e coerente dottrina sull'elezione e sulla predestinazione. Pure sono giunto a vedere che per poter credere a ciò che la Bibbia insegna in quest'area, io dovevo liberarmi dalle concezioni tradizionali che avevo ereditato prendendole per scontate.
Sono stato io stesso stupefatto nel rendermi conto di uscire come da un bozzolo da questo studio che mi ero imposto come un cristiano pienamente riformato al riguardo delle dottrine della salvezza. Eppure, questo è ciò che è successo.
LE DOTTRINE DELLA GRAZIA
Queste dottrine possono essere riassunte come segue:
CORRUZIONE RADICALE-"Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato; chi lo può conoscere?"(Geremia 17:9 ND).
I peccatori sono del tutto impotenti a redimere sé stessi come pure a dare un qualsiasi contributo di meriti personali in vista della loro salvezza. A causa della Caduta dell'uomo, il peccatore non è moralmente neutrale, ma di fatto ostile verso Dio. Egli è a tutti gli effetti un nemico giurato di Dio. Egli è spiritualmente morto e quindi cieco e sordo rispetto alle cose di Dio. La sua volontà non è libera, è asservita alla sua natura malvagia; quindi non vuole e non può scegliere il bene e non il male. Ha quindi bisogno di molto di più che l'assistenza dello Spirito e di un'opera di persuasione per portare un peccatore a Cristo - gli è necessaria una radicale rigenerazione, attraverso la quale lo Spirito vivifica il peccatore e gli impartisce una nuova natura - un cuore di carne al posto di un cuore di pietra. La fede è l'evidenza della nuova nascita, non la causa di essa. Dato che sia il ravvedimento che la fede sono possibili solo grazie all'opera rigenerante di Dio, entrambe sono doni di Dio (Genesi 2:15-17; Salmi 51:5; Geremia 17:9; Giovanni 6:44; 8:34,47; 10:26; Romani 3:10-18, 5:12, 8:7-8; 1 Corinzi 2:14; Efesini 2:1-9; Filippesi 1:29; 2 Timoteo 2:25; Ebrei 12:2; 1 Giovanni 5:1).
ELEZIONE INCONDIZIONATA-"poiché, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione"(Romani 9.11).
La scelta che Dio ha fatto, sin da prima della fondazione del mondo, di certi individui da destinare alla grazia della salvezza, non è basata sulla Sua conoscenza anticipata di una risposta favorevole o di ubbidienza da parte umana, come il ravvedimento, la fede ecc. Al contrario, è Dio che dona il ravvedimento e la fede a tutti coloro che Egli ha scelto. Questi atti sono il risultato, non la causa dell'elezione da parte di Dio. L'elezione, quindi, non è stata né condizionata né determinata da qualità virtuose o atti che in anticipo avrebbe visto apparire in loro. È Dio che porta i Suoi eletti, attraverso la potenza del Suo Spirito, a che essi accettino volentieri Cristo. È la scelta che Dio fa del peccatore, non la scelta di Cristo fatta dal peccatore, la causa ultima della salvezza (Giovanni 1:12-13; Atti 11:18; 13:48; Romani 8:28-30; 9:6-21; 1 Corinzi 1:30; Efesini 1:4-11; 2:1-10).
REDENZIONE PARTICOLARE-"Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati"(Matteo 1:21).
"Questa morte del figlio di Dio è l'unico e perfettissimo sacrificio e l'unica soddisfazione per i peccati, di un prezzo e di un valore infiniti, che basta ampiamente all'espiazione dei peccati dell'intero mondo. Questa morte ha un così grande valore e tanta dignità, in quanto la persona che l'ha sofferta non è solo un vero uomo perfettamente santo, ma anche l'unico Figlio di Dio, di una stessa essenza eterna ed infinita del Padre e dello Spirito santo, come doveva essere il nostro Salvatore; ed anche perché la sua morte è stata coniugata con il sentimento di collera e di maledizione di Dio, che avevamo meritati a causa dei nostri peccati" (Canoni di Dordrecht, 3:4).
La dottrina della Redenzione particolare parla del disegno di Dio per quanto riguarda la Riconciliazione e chi esattamente Egli intendeva salvare quando Cristo è morto in croce. Cristo è morto come Sostituto (Vicario) portando su di Sé pienamente il peso dell'ira di Dio, e questo in favore del Suo popolo, quelli che Gli sono stati affidati. Egli ha pagato il prezzo dei loro peccati. Cristo intendeva salvare "le pecore del Suo gregge" e di fatto ha assicurato tutto ciò che era necessario per la loro salvezza. Il dono della fede viene infallibilmente applicato a tutti coloro per i quali Cristo è morto, garantendo così la loro salvezza (Isaia 53:5-11; Matteo 1:21; 20:28; Efesini 5:2,25-27; Tito 3:5-6; Giovanni 10:14-16, 26-30; 17:6-12; Atti 20:28; Romani 3:21-26; 5:12-21; 8:28-30; Ebrei 10:10-14; Apocalisse 5:9-10; 7:9-10).
CHIAMATA EFFICACE-"...e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati"(Romani 8:30).
Oltre alla chiamata generale alla salvezza che è fatta a tutti coloro che odono l'Evangelo, lo Spirito Santo estende agli eletti una speciale chiamata interiore che inevitabilmente li conduce alla salvezza. La chiamata esteriore (che è rivolta a tutti senza distinzione) può essere, e spesso lo è, respinta; la chiamata interiore, però, che è rivolta solo agli eletti, non può essere respinta. Essa sempre risulta nella conversione. Per mezzo di questa speciale chiamata efficace, lo Spirito attira in maniera irresistibile i peccatori a Cristo. Egli non è limitato nella Sua opera di applicazione della salvezza dalla volontà umana, né, per avere successo, dipende dalla cooperazione umana. Lo Spirito, nella Sua grazia, fa sì che i peccatori eletti cooperino, credano, si ravvedano, vengano liberamente e volentieri a Cristo (Matteo 22:14; 23:37-39; Giovanni 1:12-13; 3:1-8; 3:16; 6:44; Romani 8:28-30; Efesini 2:1-6).
LA PRESERVAZIONE DEI SANTI-"...e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati"(Romani 8:30).
Il divino proposito di salvezza non può essere pregiudicato. Nessuno delle vere pecore del gregge di Cristo andrà mai perduta. Sebbene gli eletti possano per un certo tempo cadere anche in peccati gravi (come Pietro che aveva rinnegato Cristo), Dio li ristabilisce in comunione con Sé e assicura loro l'eterna salvezza. Questa salvezza implica l'opera della Trinità: Tutti coloro che vengono scelti da Dio Padre, redenti da Cristo il Figlio, ed ai quali lo Spirito Santo dona la fede, saranno eternamente salvati. Essi sono preservati nella fede dall'onnipotenza di Dio e persevereranno fino alla fine. Essi perseverano nella fede perché Lui li preserva (Giovanni 3:16; 6:35-40; 6:44; 10:27-29; Romani 8:28-39; Filippesi 1:6; 2:12-13; Efesini 1:13-14; Giuda 1:24-25).
L'INIZIATIVA È DI DIO
Guardo così indietro nella mia vita e vedo l'intera cosa - il desiderio di studiare queste cose e rivedere accuratamente ciò in cui credevo (ho trovato molti che pure non sono disposti a farlo), e la capacità di vedere la verità - come un'opera della grazia di Dio nella mia vita. Che meravigliosa grazia Dio mi ha concesso quando ha aperto i miei occhi affinché vedessi queste cose.
Questo libro non è inteso essere un trattato su queste dottrine. Vi sono già molte opere eccellenti in stampa che più che adeguatamente le espongono (vedasi l'elenco di libri raccomandati alla fine di questo libro). Lo scopo che mi sono prefisso nello scrivere questo libro è più semplificato e focalizzato. Cerco di provvedere risposte alle obiezioni che più di frequente vengono sollevate sul concetto della divina Elezione e Predestinazione.
Io conosco queste obiezioni molto intimamente. Nel passato io stesso le ho sollevate una per una. Io mi rendo ben conto di quanta lotta interiore vi sia quando una persona vede mettere in questione e con successo, da parte della Scrittura, persuasioni molto radicate. Qualche volta la cosa può essere nulla di meno che una rivoluzione nella mente: comprendere cioè, la sovranità di Dio, e tutte le necessarie conseguenze che un tale grande raggiustamento del pensiero comporti.
Detto questo, ora vorrei affermare in sintesi ciò che qui cerco di difendere. È semplicemente questo:
Dio, prima ancora che il tempo iniziasse, sceglie un gruppo di persone dalla massa dell'umanità come oggetto della Sua misericordia - "Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano" (Apocalisse 7:9), e che sono chiamati "gli eletti" o semplicemente coloro che Dio ha scelto.
Sono molti i testi biblici che esprimono questo. Eccone solo alcuni:
Efesini 1:3-4 " Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui".
Marco 13:20 "Se il Signore non avesse abbreviato quei giorni, nessuno scamperebbe; ma, a causa dei suoi eletti, egli ha abbreviato quei giorni".
Matteo 24:31 "E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli".
Romani 8:33 "Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica".
1 Corinzi 1:27-29 " ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio".
Colossesi 3:12 "Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza".
1 Pietro 2:9 "Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa".
2 Timoteo 1:9 "Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità".
2 Tessalonicesi 2:13 "Ma noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità".
LE CHIARE PAROLE DI GESÙ
Alcuni anni fa, stavo sentendo un sermone del dott. John McArthur in cui discuteva un brano di Giovanni capitolo 6. Ricordo di aver buttato giù in fretta qualche nota mentre lo seguivo. Recentemente ho ritrovato queste note e sebbene questa non sia una trascrizione esatta di quel che aveva detto, io credo che possano bene coglierne le idee principali. Così dicono le mie note:
"Nella debole comprensione che la nostra mente limitata può cogliere (qui siamo su un terreno sacro) c'è stato un momento nell'eternità in cui il Padre ha fatto la determinazione di esprimere il Suo amore perfetto ed infinito per Suo Figlio (questo amore fra le Persone della Trinità a noi è incomprensibile ed inscrutabile, tanto è vasto). Questo, però, sappiamo dell'amore: che esso dona. Così, in un momento particolare dell'eternità, il Padre ha desiderato esprimere il Suo perfetto amore verso il Figlio. Il modo che Egli ha determinato per esprimerlo è di affidare al Figlio un'umanità redenta, come dono d'amore. Lo scopo di questa umanità redenta era quello di lodare e glorificare il Figlio per l'eternità e di servirlo in modo perfetto. Quello è stato il dono d'amore del Padre. Evidentemente i pianeti non erano sufficienti per questo. Nemmeno gli angeli sarebbero stati sufficienti allo scopo.
Non solo Egli ha deciso di fare questo, ma ha anche deciso chi avrebbe fatto parte di questa umanità redenta e ne ha scritto i nomi nel Libro della vita, e prima ancora che avesse creato il mondo.
È come se il Padre avesse detto: "Questo è il dono d'amore che voglio darti, ed essi per sempre loderanno e magnificheranno il Tuo Nome". La comunità dei redenti in cielo canta per sempre "Degno è l'Agnello". In un certo senso, voi ed io siamo in qualche modo accidentali. La salvezza è in primo luogo per l'onore del Figlio, non per l'onore del peccatore. Lo scopo non è solo che i salvati godano di una vita felice sapendo che i loro peccati sono perdonati e che il cielo li attende. Quello non è che un prodotto secondario. Lo scopo è quello di salvarvi, cosicché possiate lodare il Figlio per l'eternità.
Giovanni 6:37-44"Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». Perciò i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane che è disceso dal cielo». Dicevano: «Non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai ora dice: "Io sono disceso dal cielo"?» Gesù rispose loro: «Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
Il versetto 37 afferma: "Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me". A Gesù viene affidato un gruppo chiamato gli Eletti o quelli che il Padre Gli ha dato. Questi sono un dono che il Padre fa al Figlio. Coloro che il Padre dona al Figlio verranno a Cristo. È inevitabile che lo facciano. E nessuno che faccia parte di questo gruppo sarà mai perduto. Sono sicuri perché Gesù porta a compimento l'opera che Suo Padre Gli ha dato da fare. Nessuno di quelli che il Padre ha scelto come Suoi dall'eternità andrà perduto".
Guardate, allora, la sequenza biblica come si trova nei versetti 37-44 nello schema di McArthur:
Tutti quelli che il Padre Gli dà verranno attirati
Tutti quelli che sono attirati verranno a Cristo
Tutti quelli che vengono a Cristo, Gesù li accoglie (e non ne respingerà nessuno di essi)
Tutti coloro che sono attirati risorgeranno a vita eterna
Tutto questo non perché gli eletti siano inerentemente desiderabili!! È perché sono un dono che il Padre fa al Figlio. È per la perfetta gratitudine del Figlio verso Suo Padre che Egli allarga le braccia per ricevere questo dono. Poi il versetto 39 ci dice che nessuno di questi andrà mai perduto.
Il Padre sceglie questa gente; poi scrive i loro nomi nel libro della vita dell'Agnello, il che è una registrazione accurata di chi farà parte di quell'umanità redenta. Tutti quelli che fanno parte di questo gruppo sono dati al Figlio come espressione di amore.
Poi, nel corso del tempo, il Padre attira tutti coloro che fanno parte di questo gruppo. Quando il Padre li attira, questi peccatori vengono - tutti quelli che il Padre dà al Figlio verranno al Figlio. Quando questi peccatori arrivano, il Figlio li riceve. Quando il Figlio li riceve, Egli li conserva e li farà risorgere nell'ultimo giorno, portando così a compimento il piano iniziale.
Il versetto 38 mostra come Egli (Gesù) lo faccia - Egli viene giù per fare la volontà del Padre. Gesù non fallirà in questa Sua missione - Egli realizza perfettamente la volontà del Padre.
Qual è la volontà del Padre di cui Egli qui parla?
Versetto 39: "Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno".
Gesù dice loro: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua." (Giovanni 4:34).
ORIGLIANDO UNA SANTA CONVERSAZIONE
Ovviamente, quando parliamo di queste cose ci troviamo su un terreno sacro, ma ecco una trascrizione da un sermone di C. H. Spurgeon, dove egli descrive l'eterno patto di Redenzione e poi immagina come potrebbe essere stato se qualcuno avesse ascoltato segretamente questa conversazione.
"Ora, in questo patto di grazia, dobbiamo prima di tutto osservare le alte parti contraenti fra le quali è stato stipulato. Il patto di grazia è stato fatto prima della fondazione del mondo fra Dio Padre e Dio il Figlio; o, per metterla in una luce più scritturale, è stato fatto mutualmente fra le tre divine Persone dell'adorabile Trinità.
Io non posso dirvelo nella gloriosa lingua celeste in cui è stato scritto; sono lieto di riprodurlo nella lingua a cui sono abituate le nostre orecchie di carne e per il cuore di mortali. Ecco come si svolge il patto.
Io, l'Altissimo Jahvè, con quest'atto, affido al mio unigenito ed amatissimo Figlio, un popolo, più numeroso delle stelle del cielo, che sarà da Lui lavato da ogni peccato, da Lui preservato, e conservato, e condotto e da Lui, alla fine, presentato di fronte al Mio trono, senza ruga o macchia alcuna, o cose di questo genere. Io mi impegno, sotto il giuramento di un solenne patto, e giuro per Me stesso, perché non posso giurare per nessuno di più grande, che questi, i quali affido ora a Cristo, saranno per sempre oggetto del Mio eterno amore.
Essi io perdonerò attraverso i meriti del sangue. Ad essi io do perfetta giustizia; questi io adotterò e renderò miei figli e figlie, ed essi regneranno con Me attraverso Cristo per l'eternità.
Così stabilisce il Mio glorioso patto.
Pure lo Spirito Santo, come una delle alte parti contraenti da questa parte del patto, fa la Sua dichiarazione: "Con questo io mi impegno," disse Lui, "che tutti coloro che il Padre ha affidato al Figlio, a tempo debito io li vivificherò. Io mostrerò loro il bisogno della redenzione; io eliminerò da loro ogni speranza infondata, e distruggerò il loro rifugio di menzogne. Io li porterò al sangue dell'aspersione; io darò loro la fede attraverso la quale questo sangue sarà loro applicato, io opererò in loro ogni grazia; io manterrò viva la loro fede; io li purificherò e scaccerò da loro ogni depravazione, ed essi saranno presentati alla fine senza macchia o difetto.
Questo era un lato del patto, che in questo stesso giorno è adempiuto e scrupolosamente tenuto. Per quanto riguarda l'altra parte del patto, questa era la parte di esso, Cristo impegnandosi e promettendola. Egli così ha dichiarato e si è impegnato con Suo Padre:
Padre mio, per la parte del patto che mi riguarda, nella pienezza dei tempi io diventerò un uomo, Io prenderò su me stesso la forma e la natura dell'umanità decaduta. Io vivrò nel loro mondo miserabile, e per il mio popolo, io osserverò perfettamente la legge. Io opererò una giustizia senza macchia, che sarà accettabile rispetto a che cosa esige la Tua giusta e santa legge. A tempo debito, io porterò i peccati di tutto il mio popolo. Tu esigerai da me i loro debiti; io sopporterò il castigo che sarà la loro pace, e per le mie battiture essi saranno guariti. Padre mio, io mi impegno e prometto che sarò ubbidiente fino alla morte, e persino alla morte di croce. Io magnificherò la Tua legge e la renderò onorevole. Io soffrirò tutto ciò che essi avrebbero dovuto soffrire. Io sopporterò la maledizione comminata dalla Tua Legge, e tutti gli strali della Tua ira saranno scaricati su di Me. Io risorgerò ancora; ascenderò al cielo; intercederò per loro alla Tua destra; e mi renderò responsabile per ciascuno di loro, affinché nessuno di quelli che Tu mi hai dato possa mai andare perduto, ma porterò tutte le Mie pecore, delle quali, per il mio sangue, tu Mi hai costituito il Pastore - Alla fine, io porterò al sicuro presso di Te ciascuna di esse". (Sermone, Il Sangue del Patto Eterno, pronunciato ilo 4 settembre 1859 alla Music Hall, Royal Surrey Gardens).
In "Missione Salvezza degli Eletti" Gesù non perde nessuno di coloro che dall'eternità Gli sono affidati. Come disse l'angelo a Giuseppe: "Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati" (Matteo 1:21). È vero che la "Missione Salvezza degli Eletti" diventa "Missione Compiuta" (Apocalisse 5:9).
CHE COSA SIGNIFICA QUEL "CIÒ"?
Negli ulteriori miei studi in questi argomenti, mi sono ritrovato a scandagliare ancora più a fondo in brani della Scrittura molto familiari. Uno di tali brani è Efesini 2:8-9 "Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti".
In queste parole l'apostolo Paolo distrugge ogni nozione di salvezza per opere. Siamo salvati dalla grazia di Dio, che è ricevuta per fede, ed in questo le opere non giocano ruolo alcuno. Come rende chiaro il versetto 10, senza dubbio Dio ha preparato per i credenti delle buone opere da compiere. Ma come affermano questo ed altri brani della Scrittura, le opere sono il frutto e non la radice della nostra salvezza. I veri credenti compiono opere buone, ma le opere non giocano ruolo alcuno in come noi riceviamo la salvezza, perché "non è in virtù di opere".
Si tratta di un concetto molto chiaro. Sono state però sollevate molte questioni su ciò che esattamente si intenda con il termine "che" in Efesini 2:8. Noi sappiamo come qualunque cosa sia, si tratta di un dono di Dio, ma possiamo determinare esattamente che cosa sia questo dono?
Alcuni dicono che il dono è "la fede", ed altri dicono "la salvezza". Ciò che potrebbe essere posto in discussione considerando la traduzione italiana, si capisce molto bene guardando l'originale greco.
Mettendola in termini che tutti possano capire, la parola greca per "ciò" è traslitterata in italiano con "touto" e si trova nella forma neutra. Il modo per determinare a che cosa si riferisca è quello di guardare ad altri termini neutri che compaiono nel contesto immediato. Se non che, nel caso particolare, di termini neutri non ve ne sono. "Grazia" è femminile; "siete stati salvati" è maschile, e "fede" è pure femminile. In questo caso, quindi, quel "ciò" si riferisce alla proposizione precedente. La grazia, la salvezza, e la fede, sono tutti doni di Dio.
Paolo qui rende chiaro che nulla nella nostra salvezza procede da noi. La salvezza, la grazia e la fede, dal principio alla fine, tutto questo è dono di Dio, e non il risultato di opere. Dio ha disposto in questo modo la salvezza allo scopo di eliminare una qualsiasi cosa che avesse potuto essere oggetto del nostro vanto. Il vantarsi non è semplicemente scoraggiato, o ridotto al minimo, ma è completamente rimosso. Questo è perché l'intera opera della salvezza è opera di Dio dal principio alla fine: "non viene da voi; è il dono di Dio". La grazia per la quale siamo salvati e la fede che è il meccanismo attraverso il quale la riceviamo - sì, anche la fede - sono tutti doni di Dio. La salvezza appartiene al Signore e tutta la gloria per essa va a Dio soltanto.
Prima di procedere, vorrei citare un ultimo versetto. Di fatto è una frase che si trova in Atti 13, una frase carica di profondo significato. Nel contesto, l'Apostolo aveva predicato la Parola di Dio e, come semplice commento all'avvenimento, Luca (lo scrittore) ci dice del risultato che vi ha osservato:
"Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero" (Atti 13:48).
Sarebbe facile leggere questo testo in fretta e proseguire. In effetti, Luca non si ferma a spiegare quest'affermazione. Da parte sua sembra solo un'osservazione casuale. Ora egli è pronto a procedere ad altre cose. Penna (o piuma) in mano, Luca è pronto a registrare per noi gli avvenimenti che seguono nella storia della chiesa antica.
Un momento, però! Prima di affrettarci a vedere ciò che traspare in questo eccitante dramma, fermiamoci per un momento a pensare alle implicazioni dell'affermazione di Luca. Luca l'ha scritta, ma è lo Spirito Santo che l'ha ispirata e nessuna parola della Scrittura è sprecata o superflua. Dio intende che noi guardiamo a questo avvenimento attraverso la lente della Sua prospettiva. Egli vuole che qui noi vediamo qualcosa di molto potente.
Che cosa intendo dire?
TRE DOMANDE
Beh, mentre ci fermiamo a considerare questa frase, facciamoci tre domande:
"tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero".
1. CHE COSA viene prima - credere oppure essere ordinati a vita eterna?
Non c'è modo di evadere questa questione: la prima cosa è la destinazione alla vita eterna, poi viene la fede. Qui c'è un rapporto fra causa ed effetto. La causa è il decreto di Dio, invisibile, celeste ed eterno - il determinare quello che deve avvenire; l'effetto è ciò che è osservabile sulla terra - la gente che risponde all'Evangelo con fede. La causa è l'ordinazione di Dio; l'effetto è l'umano che esercita la fede.
2. A credere CE NE SONO ALTRI?
"tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero".
La risposta non può che essere "No". Il numero della gente che crede NON È MAGGIORE di quelli che era stato determinato dovessero avere la fede.
3. A credere CE NE SONO DI MENO?
"tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero".
Ancora una volta la risposta deve essere "No". Tutti coloro che erano stati destinati a credere giungono alla fede.
Queste sono affermazioni molto audaci, sono sicuro che ne converrete. Eppure questo è ciò che insegnano le Scritture.
La mia propria esperienza nel vedere questi (ed altri) testi biblici era di dire a me stesso qualcosa come "Certo, questi testi biblici mostrano che Dio ha un popolo eletto che Egli ha scelto incondizionatamente e destinato alla salvezza. Che dire però di altri testi che sembrano negare quest'idea?".
Io sono persuaso che, sebbene le verità della Bibbia siano spesso misteriose, esse non sono mai contraddittorie. Quindi, se, o meglio, dato che, Dio ha reso chiara la Sua Parola nei testi biblici citati prima, è importante per noi passare in rassegna tutte le obiezioni che il nostro pensiero, influenzato dalle nostre tradizioni, spesso solleva. E questo è ciò che cercheremo di fare nel resto di quest'opera.