Catechismi/Bunyan/6

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Capitolo 6 - La fede in Cristo

D. 132. Sono contento che tu mi abbia istruito in questa componente del culto che a Dio è dovuto. Io ti prego ora di continuare a spiegarmi quali siano le altre parti di detto culto.

R. Devi credere nella Sua Parola.


D. 133. Credere è pure una componente del culto di Dio?

R. Sì. “Ti confesso questo, che adoro il Dio dei miei padri, secondo la Via che essi chiamano setta, credendo in tutte le cose che sono scritte nella legge e nei profeti” ecc. (Atti 24:14).


D. 134. Perché il credere dovrebbe essere considerato una componente del culto o adorazione di Dio?

R. Perché senza fede è impossibile piacergli (Ebrei 11:6).


D. 135. Perché senza fede è impossibile piacere a Dio?

R. Perché in ogni culto che sia vero bisogna credere, poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano. Inoltre, chi rende culto a Dio deve necessariamente credere alla Sua Parola, altrimenti non potrà adorarlo con il rispetto e con il timore che si conviene, ma lo farà in modo superstizioso e profano. Tutto quello che non viene da fede è peccato (Romani 14:23).


D. 136 Non tutti credono come tu hai detto?

R. No. ‘Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito”, ed ancora: “Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio; ma i figli della promessa sono considerati come discendenza” (Giovanni 3:6; Romani 9:8).


D. 137 Che cosa intendi dire con quello?

R. «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio» (Giovanni 3:3,5).


D. 138 In che modo puoi provarlo?

R. Perché credere è un atto cristiano e nessuno può essere considerato un vero cristiano se non coloro che sono nati di nuovo, ma io intendo la fede salvifica.


D. 139 Puoi provarlo?

R. Sì. A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio (Giovanni 1:12-13).


D. 140 Che cosa significa credere?

R. È l’atto dell’anima toccata dalla grazia che abbraccia la misericordia di Dio in Gesù Cristo (Atti 15:11).


D. 141 Perché dici “toccata dalla grazia”?

R. Perché è la potenza dello Spirito Santo che dispone la mente a credere (Romani 15:13).


D. 142 Se un tale povero peccatore come me volesse essere salvato dall’ira a venire, in che modo devo credere?

R. La prima cosa da chiedersi dovrebbe piuttosto essere: A chi devo credere? (Giovanni 9:35-36).


D. 143 A chi, allora, devo credere?

R. Al Signore Gesù Cristo (Atti 16:31-32).


D. 144 Chi è Gesù Cristo perché io debba credere in lui?

R. Egli è l’unigenito Figlio di Dio (Giovanni 3:16).


D. 145 Perché devo credere in Lui?

R. Perché Egli è il Salvatore del mondo (2 Pietro 3; 1 Giovanni 4:14).


D. 146 In che modo Egli è il Salvatore del mondo?

R. Perché Dio Padre a questo compito l’ha consacrato e l’ha mandato “Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Giovanni 3:17).


D. 147 In che modo è venuto nel mondo?

R. In carne umana e in quella carne Egli ha adempiuto la Legge, è morto per i nostri peccati; ha sconfitto il diavolo e la morte, e per noi ha conseguito eterna redenzione (Galati 4:4; Romani 10:3-4; Ebrei 2:14-15; 6:20).


D. 148 Ma non c’è qualche altro modo per essere salvati se non credendo in Cristo?

R. In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati; e quindi chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato (Atti 4:12; Marco 16:16; Giovanni 3:8,36).


D. 149 Che cosa vuol dire credere in Gesù Cristo?

R. Significa ricevere Lui e ciò che Egli porta come dono di Dio per te che sei un peccatore (Giovanni 1:12).


D. 150 Che cos’è che porta con Sé che mi incoraggi a riceverlo?

R. Infinita giustizia per giustificarti, e lo Spirito senza misura per santificarti (Isaia 45:24-25; Daniele 9:24; Filippesi 3:7-8; Giovanni 3:34).


D. 151 Quello sarà mio se ricevo Cristo?

R. Sì, se Lo ricevi come Dio te lo offre (Giovanni 3:16).


D. 152 In che modo Dio me lo offre?

R. Come un uomo ricco dia un’elemosina ad un mendicante: così lo devi ricevere (Giovanni 6:32-36).


D. 153 Ha egli davvero fatto ammenda per il peccato? E vuole veramente che io accolga ciò che Egli ha fatto?

R. Che ciò che Egli ha compiuto faccia ammenda per il peccato è evidente, perché Dio, per amore di Cristo ti perdona. Ed è evidente che Egli vuole che tu Lo accolga, perché Egli te lo offre. Egli ha giurato di darti il beneficio massimo, vale a dire la vita eterna, se tu lo accogli. Sì, e ti avverte nel contempo che se dopo tutto questo, tu trascuri una così grande salvezza non vi sarà per te altro che eterna dannazione (Efesini 4:32; Romani 3:24; Matteo 28:19; Atti 13:32-33,38-39; Ebrei 6:17-18; Ebrei 2:3; Marco 16:16).


D. 154 Quali qualifiche o titoli io devo avere prima di poter osare credere in Cristo?

R. Vieni gravato dal senso dei tuoi peccati e dell’ira di Dio che per essi tu meriti, perché è così che sei invitato a venire: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28).


D. 155 Qualcuno è venuto a Cristo in questo modo?

R. Davide è venuto in quel modo, e così Paolo ed il carceriere di Filippi; e pure gli assassini di Cristo (Salmo 51:1-3; Atti 9:6; 6:30-31; 2:37).


D. 156 Ma non sembra più ragionevole che prima noi si debba emendare la nostra vita ed essere buoni?

R. Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Cristo non è venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori (Marco 2:17).


D. 157 Ma non sarebbe meglio, se uno lo potesse, che prima uno emendi la sua vita?

Sarebbe come chiedere ad un malato prima di andare dal medico che stesse bene, oppure come se una persona ferita dicesse: Prima di mettere i bendaggi devo guarire.


D. 158 Quando però una povera creatura si rende conto della propria abiezione, certo non osa, teme, di andare da Cristo. No?

R. Certo, ma non ne ha motivo. “Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: Siate forti! Non temete!”; “Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola” (Isaia 35:4; 66:2).


D. 159 Che incoraggiamento potrebbe esserci dato per poter così venire?

R. Il figlio prodigo era venuto in quel modo, e suo padre lo aveva accolto: lo aveva preso fra le braccia e lo aveva baciato. Così Dio ha ricevuto i Colossesi e tutti quelli che Egli salva (Luca 15: Colossesi 2:13).


D. 160 Mi daresti un ulteriore incoraggiamento?

R. Guarda a come vengono formulate le promesse di Dio. Esse sono rivolte a gente i cui peccati sono come lo scarlatto, rossi come porpora; e persino a bestemmiatori: non è forse questo un incoraggiamento a venire a lui con speranze di vita? (Isaia 1:18; Marco 3:28; Giovanni 6:37; Luca 24:47; Atti 13:36).


D. 161 Tutti quelli che credono saranno salvati?

R. Se essi credono nel modo che le Scritture dicono; se le Scritture si adempiono nel loro credere. “Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia” (Giovanni 7:38; Giacomo 2:23).


D. 162 Che cosa intendi dire con quello?

R. Quando la fede che uno dice d’avere si comprova del tipo giusto, con i suoi atti ed operazioni nella mente di un povero peccatore (Giacomo 2:19-23).


D. 163 Perché? Ci sono vari tipi di fede?

R. Sì; c’è una fede che reggerà come un cuore duro come la roccia; e una fede breve, volatile, che dura solo per un po’. Quando vengono tentazioni e prove, essa svanisce (Luca 8:13).


D. 164 Ci sono altri tipi di fede?

R. Sì. C’è la fede che in essa non vi è più vita di quanta ve ve ne sia in un corpo morto (Giacomo 2:26).


D. 165 Vi è qualche altra fede infruttuosa?

R. Sì, vi è la fede che sorge da noi stessi, e non quella ce sorge dalla speciale grazia di Dio. “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).


D. 166 Potresti dirmi se magari ve ne sia pure un’altra?

D. C’è una fede che si fonda sulla sapienza umana, e non sulla potenza di Dio. “affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1 Corinzi 2:5).


D. 167 Questo è tutto?

No, c’è una fede che sembra essere santa, ma non è adeguata, perché non è la fede santissima di cui parlano le Scritture (2 Pietro 2:20; Giuda 1:20).


D. 168 Ahimè! Vi sono così tanti tipi di fede che non portano alla salvezza! È facile che io ne sia ingannato?

R. È indubbiamente facile! È per questo che lo Spirito Santo così spesso ce ne mette in guardia! “Non v'ingannate; nessuno vi inganni in alcun modo; Infatti se uno pensa di essere qualcosa pur non essendo nulla, inganna se stesso” (1 Corinzi 6:9; Efesini 5:6; Galati 6:3).


D. 170 Ma non c’è un modo per distinguere la vera fede da quella sbagliata?

R. Sì, dal modo in cui giunge e dal modo in cui opera.


D. 171 Che cosa intendi dire con ‘il modo in cui giunge’?

R. Veramente da questa frase dovresti trarre due domande, cioè: Che cosa vuol dire che questa fede giunge? e In che modo essa giunge.


D. 172 Bene, allora. Che cosa vuol dire che questa fede giunge?

R. Quel ‘giunge’ significa che una volta ne eri privo. Presuppone anche non sei stato tu a raccoglierla da dov’era; inoltre presuppone che vi sia una strada per la quale giunge (Galati 3:23-25)


D. 173 Che prima io non ce l’avessi, l’avevi già accennato, ma dovrei forse accettare questo fatto prendendolo per scontato, senza prove?

R. Te ne darò una prova o due. “Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza” (o incredulità); e ancora è detto “la fede viene”; e ancora lo Spirito Santo indica come la nostra condizione prima che la fede venisse, come spaventosa (Romani 11:32; 10:17; Galati 3:23).


D. 174 Prima che la fede giungesse com’è che la condizione umana è spaventosa?

R. Senza fede, o prima che la fede giungesse, era impossibile che piacessimo a Dio, perché le loro opere, sia civili che religiose, erano contaminate dal peccato. “Il sacrificio degli empi è in abominio al SIGNORE”; “Gli occhi alteri e il cuor superbo, lucerna (o il prodotto agricolo) degli empi, sono peccato” (Proverbi 15:8; 21:4,7).


D. 175 Non è questa una condizione molto triste?

R. Sì, ma non è tutto, perché la loro attuale incredulità li rende soggetti all’ira di Dio, rinchiudendoli in ciò che la legge per loro esige; essa pure li trascina via da Dio e li farebbe sprofondare nell’eterna dannazione se la grazia di Dio non lo impedisse (Galati 3:23; Ebrei 3:17-18; Giovanni 3:36).


D. 176 E se un uomo capisse di essere egli stesso in questa condizione?

R. Sono molti che sono giunti a capire di essere in questa condizione.


D. 177 In che modo sono giunti a capirlo?

R. Attraverso la predicazione e l’udire la Parola di Dio (Giovanni 16:8-9).


D. 178 Che cosa queste persone pensano di sé stesse?

R. Esse non solo pensano, ma sanno che in questa condizione sono senza Cristo, senza speranza, e senza Dio nel mondo (Efesini 2:11-12).


D. 179 Non sono forse felici coloro che scoprono di non essere in questa condizione?

R. Sì, essi hanno visto sé stessi essere liberati da questa questa condizione da un’opera di fede nella loro anima.


D. 180 Che cosa intendi con questo?

R. Intendo che essi hanno visto sé stessi liberati da questa condizione allorché la Parola e lo Spirito di Dio sono stati innestati nella fede di Cristo (Romani 11:17-19).


D. 181 Non sono forse più felici coloro che nemmeno si preoccupano alla vista di questa triste condizione?

R. Essi sono felici come quell’uomo che giace addormentato nella sua casa con le orecchie tappate proprio quanto essa sta andando a fuoco. Potrebbe forse un uomo essere felice d’essere ignorante che è senza Dio, senza Cristo e senza speranza? Potrebbe un uomo essere felice di essere ignorante di essere sospeso sull’abisso dell’inferno dal povero e debole filo di una vita incerta? Perché proprio simile a questa è la sua condizione.


D. 182 Ma non potrebbe la fede giungere ad una persona senza che prima si veda in quella condizione?

R. È la maniera ordinaria di Dio quella di convincere le persone della loro triste condizione prima di rivelare loro la giustizia della fede, prima d’operare in loro la fede che abbracci quella giustizia (Giovanni 16:9-11, Galati 3:23-25).


D. 183 Cosa si potrebbe concluderne di quelle persone che non hanno mai visto sé stesse imprigionate dalla loro incredulità, assoggettate al peccato e alla maledizione di Dio?

R. Non posso giudicare quale sarà il loro futuro. Dio potrebbe convertirle prima del loro ultimo respiro. Al momento, però, la loro condizione è miserevole perché sono imprigionati dalla legge, dalle loro concupiscenze, dal diavolo e dall’incredulità. Essi non possono neanche desiderare con il cuore che Dio abbia misericordia di loro e che li liberi dalle corde e dalle catene che li legano.


D. 184 Pensi allora che sia meglio per un uomo vedere per natura la loro condizione che esserne ignorante?

R. Mille volte meglio rendersi conto di questo in questo mondo che scoprirlo all’inferno; perché nn c’è alternativa: o ora o quel giorno. Ora, se lo vedono ora, questo è il luogo della preghiera; qui c’è la predicazione della Parola, che è ordinanza di Dio che generi la fede. Oltretutto, qui Dio applica le promesse di misericordia a chi è desolato, e pure Cristo ha affermato che tutti quelli che andranno a Lui non verranno in alcun modo cacciati (Giovanni 6:37).


D. 185 Sono persuaso che un tempo ero senza fede e che la fede non avrei potuto afferrarla; ma ti prego di dirmi in che modo essa giunge.

R. La fede giunge dall’ascolto, l’ascolto della Parola di Dio (Romani 10:17).


D. 186 In che modo essa giunge con l’ascolto?

R. È Dio che lo mescola con la Parola quando Egli assolutamente intende la salvezza di quel peccatore (Ebrei 4:2-3; Atti 13:48).


D. 187 In che modo le persone odono quando la fede è mescolata con la Parola?

R. Essi odono la Parola non come parola d’uomo, ma per quello che essa è veramente, cioè Parola di Dio, che opera efficacemente in coloro che credono (1 Tessalonicesi 2:13).


D. 188 Dimmi, ti prego, il modo in cui essa giunge.

R. Essa giunge attraverso le difficoltà ed essa giunge gradualmente.


D. 189 Quali sono le difficoltà che si oppongono a che essa giunga?

R. Il senso della propria indegnità, il senso di colpa nella propria coscienza, la ragione naturale, l’incredulità, e le argomentazioni forgiate all’inferno, e quindi suggerite dal diavolo nel cuore contro di essa (Luca 5:8; Marco 9:24; Isaia 6:5; Romani 4:18-21).


D. 190 In che modo la fede giunge gradualmente?

R. Forse all’inizio è simile ad un piccolo e debole seme di senape (Matteo 17:20).


D. 191 Potresti spiegarlo meglio?

R. La fede, all’inizio, può avere la sua eccellenza visibile solo nel vedere dove si trovano la giustificazione e la salvezza e salutarle da lontano; dopo un po’ può salire un gradino più in alto ed essere in grando di dire: “Può darsi”, o “Chi può dire che anch’io magari possa ottenere questa salvezza?”. Ancora, sale un altro gradino ed arriva ad una qualche breve e transiente certezza, ecc. (Ebrei 11:13; Gioele 2:13-14; Sofonia 2:3; Salmo 30:7).


D. 192 Ma la fede giunge solo attraverso l’ascolto?

R. Di solito la fede è generata dalla Parola predicata, ma dopo che è stata generata, cresce in modi diversi. È fatta crescere dalla preghiera; è aumentata attraverso il dialogo con altri credenti; è aumentata dalle letture; è aumentata dalla meditazione; è aumentata dal ricordo di passate esperienze (Luca 17:5; Marco 9:24; Romani 1:12; 16:25,26; 1 Timoteo 4:12-16; Matteo 16:8-9).


D. 193 Che cosa ci insegnano queste cose?

R. Ci insegnano che la gente di questo mondo è molto ignorante al riguardo della fede e non sa nemmeno cosa voglia dire desiderarla. Essi non ascoltano, non pregano, non conferiscono con dei credenti, non leggono, non meditano, ai fini della fede.


D. 194 Hai detto poco fa che questa fede si distingue da quella che non porta alla salvezza dal modo in cui giunge, come pure dal modo in cui essa opera. Che cos’è questa opera?

R. Quest’opera fa sì che l’anima veda la sua luce, e che non vi è giustizia in questo mondo che possa salvare il peccatore (Isaia 64:6).


D. 195 In che modo la fede fa si che l’anima veda?

R. Dandole comprensione della Legge e della sua incapacità di adempirla (Galati 2:15-16).


D. 196 Mostra essa sempre all’anima dove possa essere trovata la giustizia che giustifica?

R. Sì, mostra che la giustizia che giustifica può essere trovata solo nel Signore Gesù Cristo, in ciò che Egli ha compiuto e sofferto nella carne (Isaia 45:24-25; Filippesi 3:3-9).


D. 197 In che modo la fede trova questa giustizia in Cristo?

R. Attraverso la Parola, che è quindi chiamata “la parola della fede”, perché la fede in Lui trova giustizia sufficiente (Romani 10:6-9).


D. 198 In quale altro modo la fede opera nell’anima?

R. Essa applica questa giustizia al peccatore e lo aiuta ad abbracciarla (Romani 3:21-22).


D. 199 In quale altro modo opera nell’anima?

R. Attraverso questa applicazione di Cristo, l’anima è vivificata, spiritualizzata e resa celeste. La fede giusta, infatti, risveglia alla vita spirituale, purifica e santifica il cuore, e fa sì che la persona che ce l’ha si conformi all’immagine di Gesù Cristo (Colossesi 2:12-3; Atti 15:9; Atti 26:18; 2 Corinzi 3:18).


D. 200 In che altro modo opera?

R. Essa dà all’anima pace con Dio attraverso Gesù Cristo (Romani 5:1).


D. 201 Certamente Cristo è grandemente stimato da coloro che hanno questa fede. Non è vero?

R. Per coloro che credono, Egli è prezioso; prezioso nella Sua Persona, prezioso nella Sua opera, prezioso nella Sua Parola (1 Pietro 2:7; 1:18-19; 2 Pietro 1:3-4).


D. 202 Potrebbero quindi sopportare, coloro che hanno questo tipo di fede, che questo Cristo sia insultato e disprezzato?

R. No! Essi sentono le loro ossa trafitte quando qualcuno Lo insulta, un fardello che essi non possono sopportare (Salmo 42:10; Sofonia 3:18-19).


D. 203 E quando vedono le Sue vie ed il Suo popolo maltrattato, non si sentono forse ancora più uniti a Lui?

Sì, e preferiscono essere maltrattati con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato (Ebrei 11:24-25).


D. 204 Pregano essi molto affinché Egli ritorni presto?

R. Sì, piacerebbe loro tanto di poterlo vedere da questa parte del cielo. Essi anelano di poter essere in cielo, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, e conversare con Lui (Filippesi 3:20).


D. 205 Ed essi vivono in questo mondo come se già Egli vi fosse presente?

R. Sì, perché il Suo ritorno sarà glorioso e terribile, pieno di misericordia e di giudizio. “Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà! (2 Pietro 3:10-11).