Catechismi/Bunyan/5
Capitolo 5 - La confessione dei peccati
D. 97 Mi hai mostrato che se davvero voglio rendere culto a Dio Lo devo conoscere rettamente. Ora, specificatamente, in che modo gli devo rendere culto?
R. Devi confessare (Neemia 9:1-3).
D. 98 Che cosa debbo confessare?
R. Devi confessare le tue trasgressioni al Signore (Salmo 32:5).
D. 99 Era questo cosa facevano i fedeli nell’antichità?
R. Sì. Neemia confessò i suoi peccati. Davide confessò i suoi peccati. Daniele confessò i suoi peccati, e coloro che erano battezzati da Giovanni nel fiume Giordano confessavano i loro peccati (Neemia 1:6; Salmo 32:5; Daniele 9:4; Matteo 3:6).
D. 100 Quali peccati devo confessare a Dio?
R. Ogni sorta di peccati, perché chi copre le sue colpe non prospererà, ma se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità (Proverbi 28:13; 1 Giovanni 1:9).
D. 101 E se né conosco né mi ricordo di tutti i miei peccati?
R. Allora devi esaminare la tua condotta, valutarla, meditare su di essa, porti delle domande confrontandoti con la santa Parola di Dio (Lamentazioni 3:40; Salmo 77:6).
D. 102 E se non faccio questo esame per cercare i miei peccati?
R. Se tu non lo fai, sarò Dio a farlo con i tuoi peccati. Se tu non fai questa ricerca in te stesso e non confessi i tuoi peccati, Dio stesso farà questa ricerca e te ne accuserà, e per essi, come dice la Sua Parola, ti farà a pezzi (Salmo 51:21,22).
D. 103 Da dove devo cominciare per confessare i miei peccati?
R. Là dove Dio ha iniziato per mostrarteli. Osserva poi dove Dio inizia a fartene prendere coscienza, e da lì inizia la tua confessione. È così che Davide ha cominciato a confessare, e così pure ha fatto Daniele (2 Samuele 12:7-14; Daniele 9:3-6).
D. 104 Che cosa devo fare, quando Dio mi ha mostrato un qualsiasi mio peccato, per farne una retta confessione?
R. Devi seguire quella tua acquisita consapevolezza fino a che ti porti alla sorgente ed origine di quel peccato, vale a dire il tuo stesso cuore (1 Re 8:38; Salmo 51:5).
D. 105 È allora il mio cuore la fonte e l’origine del peccato?
R. Sì, perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l'uomo (Marco 7:21-23).
D. 106 Quando una persona si rende conto di tutto questo, che cosa dovrà pensare di sé stessa?
R. Dovrà non solo pensare, ma concluderne d’essere una cosa impura; che il suo cuore lo ha ingannato, che esso è in condizione disperata e malvagio; che di esso non può assolutamente fidarsi; che ogni immaginazione e pensiero del suo cuore è solo (naturalmente) male, e quello in continuazione (Isaia 64:6; Proverbi 28:26; Isaia 44:20; Genesi 6:5).
D. 107 Mi hai dipinto un’immagine davvero brutta del cuore; ma come faccio a sapere che essa sia proprio così brutta come la consideri?
Sia dalla Parola di Dio che lo afferma che dall’esperienza che lo prova.
D. 108 Che cosa intendi per esperienza?
R. Vuol dire guardare attentamente il tuo cuore e pure la Parola di Dio: è allora che vedrai con i tuoi stessi occhi quale disperata malvagità vi sia nel tuo cuore; perché devi conoscere che cosa sia il peccato attraverso la legge che quando ti comanda di fare una cosa vedi il tuo cuore che ti fa inclinare verso l’opposto (Romani 7:7-9).
D. 109 È così, allora, che conosco il mio cuore?
R. Sì, vale a dire, qualcosa di esso, specialmente la carnalità della tua mente, “infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo” (Romani 8:7).
D. 110 Mi puoi specificare alcune delle cose da cui risulta la malvagità del cuore umano?
R. Sì, la segreta voglia e bramosia per il peccato, sebbene la Parola la proibisca; dal voler sempre differire il pentimento; dallo stancarsi presto dei santi doveri; dalla sua disponibilità a dimenticarsi di Dio; dallo studiarsi di minimizzare e di nascondere il peccato; dal far finta di essere meglio di quel che si è; dall’essere contento quando può peccare senza essere visti dagli altri; dall’indurirsi contro le minacce ed i giudizi di Dio; dalla disperata sua tendenza all’incredulità, all’ateismo e simili (Proverbi 1:24-26; Isaia 43:22; Malachia 1:12-13; Giudici 3:7; Geremia 2:32; Salmi 106:21, Osea 2:13; Proverbi 30:20; Geremia 2:25; Romani 1:32; 2:5; Zaccaria 7:11-13).
D. 111 C’è qualcos’altro che bisognerebbe fare ai fini di una retta confessione di peccato?
R. Sì, lasciare che questa consapevolezza di peccato raggiunga il fondo del tuo cuore, perché Dio vede in te molta più malvagità di quello che tu riesca a scorgervi. Se il tuo cuore ti condanna, Dio è più grande del tuo cuore e conosce ogni cosa. Inoltre Egli ha posto i nostri peccati nascosti alla luce del Suo volto (Giovanni 3:20; Salmi 90:8).
D. 112 C’è qualcos’altro che dovrebbe essere compreso in una retta confessione di peccato?
R. Sì, nella tua confessione devi ingrandire ed aggravare il tuo peccato attraverso ogni giusta circostanza.
D. 113 In che modo lo posso fare?
R. Considerando contro quanta luce e misericordia tu abbia peccato; contro quanta pazienza e sopportazione tu hai peccato; come pure contro quali ammonimenti e giudizi tu abbia peccato; e contro quali buoni propositi, promesse ed impegni tu abbia peccato. Tutto questo ingrandisce ed aggrava il peccato (Esdra 9:10-16).
D. 114 Che bisogno ho, però, di confessare a Dio i miei peccati, visto che Egli già li conosce?
R. La confessione di peccato è necessaria per molte ragioni.
D. 115 Mi mostri alcune di quelle ragioni?
R. Sì. Una di queste è che attraverso una sincera confessione di peccato fatta di tutto cuore tu riconosci Dio come il tuo Sovrano Signore e che Egli ha tutto il diritto di imporre su di te la Sua legge (Esodo 20).
D. 116 Mi puoi mostrare un’altra ragione?
R. Sì. Confessando il tuo peccato tu sottoscrivi i giusti giudizi che sono pronunciati contro di te (Salmo 51:3-4).
D. 117 Mi puoi mostrare un’altra ragione ancora?
Sì. Confessando i tuoi peccati tu mostri quanto poco tu meriteresti anche la più piccola misericordia di Dio.
D. 118 Hai ancora un’altra ragione per cui io dovrei confessare i miei peccati?
R. Sì. Facendolo tu mostri se il tuo cuore lo ama fare oppure lo odia. Coloro che confessano di cuore i loro peccati sono simili a colui che, dopo aver sorpreso in casa un ladro o un traditore, lo portano a chi gli deve impartire la sua degna condanna; coloro, però, che si ritraggono dal confessare sono simili a coloro che nascondono in casa loro un ladro ed un traditore contro la legge e la pace del nostro Signore il Re.
D. 119 Dammi un’ultima ragione per cui io dovrei confessare a Dio i miei peccati.
R. Coloro che confessano i loro peccati si gettano ai piedi di Dio implorando la Sua misericordia; condannano sé stessi senza remissione e gettano via la loro giustizia come qualcosa di nessun valore; e ne concludono che non c’è modo alcuno per comparire giusti ed innocenti di fronte a Dio se non attraverso la giustizia di un Altro, là dove Dio si è proposto di portarli semmai Egli volesse salvare la loro anima (Salmo 51:1-3; 1 Giovanni 1:9; Filippesi 3:6-8).
D. 120 In quale disposizione di cuore dovrei essere quando confesso i miei peccati?
R. Fallo di tutto cuore e con il meglio che puoi dare. In quest’opera, infatti, fingere è cosa abominevole; farlo a metà è cosa malvagia; farlo senza convinzione non è accettabile. Confessare con la bocca soltanto ed amare il peccato nel cuore è mentire a Dio e, agli occhi della Sua gloria, una provocazione.
D. 121 Che cosa intendi quando parli di dissimulazione e finzione nella confessione di peccato?
R. Quando si fa confessione di peccato senza sapere che cosa sia; o se si pensa di sapere che cosa sia, poi concluderne che poi noi non siamo così cattivi; o quando si chiede perdono a Dio ma di fatto non se ne vede il bisogno. In questi casi si può parlare di dissimulazione.
D. 122 Che cosa intendi quando parli di una confessione fatta a metà?
R. Quando si confessano alcuni peccati, ma non tutti quelli di cui si abbia la consapevolezza che lo siano; o se si confessano tutti, ma nella confessione li si minimizzano; o quando, nella confessione, non ci si volge da ogni peccato a Dio, ma da un peccato all’altro. “Essi si sono rivolti, ma non a chi è in alto”, nessuno di loro Lo ha esaltato (Proverbi 28:13; Giobbe 31:33; Giacomo 3:2; Osea 7:16).
D. 123 Che cosa vuol dire confessare il peccato senza avere il senso del peccato?
R. Vuol dire farlo per abitudine, o tradizione, quando la coscienza non se ne sente in colpa. Questo non è accettabile.
D. 124 Che cosa vuol dire confessare con la bocca soltanto ed amare il peccato nel cuore?
R. Quando si condanna il peccato a parole, ma si rifiuta di abbandonarlo; quando con la bocca fa mostra di molto amore, ma il suo cuore va dietro alla sua cupidigia (Giobbe 20:12-3; Geremia 8:5; Ezechiele 33:31).
D. 125 Ma ti o chiesto quale disposizione di cuore io debba avere nelle mie confessioni di peccato?
R. Ti ho mostrato come non dovresti essere. Bene, ora ti mostrerò quale disposizione di cuore bisogna avere nella tua confessione di fede: adoperati con ogni mezzo per acquisire il senso di tutto il male che c’è nel peccato.
D. 126 In che cosa consiste il male che c’è nel peccato?
R. Nessuno potrebbe a sufficienza esprimere con le sue parole o sentire a sufficienza nel cuore quanto male vi sia nel peccato. Questo, però, io so: esso disonora Dio, provoca la Sua ira e danna l’anima (Romani 2:23; Efesini 5:6; 1 Tessalonicesi 2:12).D. 127 Che altro mi potresti consigliare al riguardo di questa grande opera della confessione di peccato?
R. Quando davvero confessiamo il peccato ne sentiamo una forte contrizione di cuore, siamo portati alle lacrime e ad un senso di vergogna di noi stessi (Geremia 1:4; Isaia 22:12; Salmi 51:17; Geremia 31:9).
D. 128 Che altro deve insorgere in me nella confessione di peccato?
R. Il forte senso di detestare il peccato, con sospiri e gemiti: è questo che esprime che lo stai facendo di tutto cuore (Giobbe 42:5-6; Ezechiele 9:4; Geremia 31:9).
D. 129 Questo è tutto?
R. No, tremiamo per quanto ci dice al riguardo la Parola di Dio; tremiamo ad ogni giudizio di Dio per paura che ci caschi addosso; tremiamo ad ogni promessa per paura di esserne esclusi. “Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola”(Isaia 66:2; Ebrei 4:1-2).
D. 130 E se non riesco a confessare in questo modo i miei peccati?
R. Rammaricati per la durezza del tuo cuore; tieniti stretto al migliore predicatore; ricorda che stai sul bordo stesso del precipizio dell’inferno e che ti trattiene solo un equilibrio ben instabile; e che Dio lo considera un grande male quello di non aver vergogna e di non arrossire al peccato (Isaia 63:17; Geremia 6:15; Gerema 8:12).
D. 131 Non vi sono alcune azioni di grazie da rendere a Dio nella confessione di peccato?
R. Sì, ve ne sono. Ringrazia Dio che ti ha portato a vedere i tuoi peccati; ringrazialo che ti ha dato il tempo per ammettere i tuoi peccati, perché ora potresti confessarli all’inferno. Ringrazialo che fin ora Egli ha accondisceso ad udire le tue espressioni di deplorazione per i tuoi peccati, e che ha promesso di avere sicuramente misericordia di chi confessa di tutto cuore i suoi peccati (Geremia 31:18-20).