Catechismi/Catechismo di Heidelberg/heid44
Catechismo di Heidelberg |
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Quarantaquattresima domenica
D. 113. Che cosa esige il decimo comandamento?
R. Che non entri mai nel nostro cuore la minima invidia o il più piccolo pensiero contrario a qualsiasi comandamento di Dio. ma che di tutto cuore e in ogni tempo detestiamo il peccato e ci compiacciamo della giustizia (312).
D. 114. Coloro che sono convertiti a Dio possono osservare perfettamente questi comandamenti?
R. No, poiché anche i più santi, finché sono in questa vita, non sono che all'inizio di una tale obbedienza (313). Ma essi cominciano a vivere non solo secondo qualcuno dei comandamenti di Dio (314), bensì secondo tutti, applicandovisi seriamente.
D. 115. Perché Dio ci fa annunciare in un modo così stretto i dieci comandamenti, visto che nessuno può osservarli in questa vita?
R. In primo luogo, affinché durante tutta la nostra vita riconosciamo sempre meglio la nostra natura peccatrice e cerchiamo con tanto maggior ardore il perdono dei peccati e la giustizia in Cristo (315). In secondo luogo, affinché possiamo essere zelanti nelle opere buone, e senza sosta chiediamo a Dio la grazia dello Spirito Santo, per essere sempre più rinnovati a sua immagine, fino a quando, dopo questa vita, raggiungiamo la perfezione (316) che è il nostro fine.
Riferimenti biblici
- (312) Salmo 19:7-14; “"Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c'è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna" (Sl. 139:23,24); "Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire». Ma il peccato, còlta l'occasione, per mezzo del comandamento, produsse in me ogni concupiscenza; perché senza la legge il peccato è morto" (Ro. 7:7,8).
- (313) "Certo, non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai" (Ec. 7:20); "Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio" (Ro. 7:14,15); "...poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo" (1 Co. 13:9); "Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi" (1 Gv. 1:8).
- (314) "Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte" (Sl. 1:1,2); "Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato" (Ro. 7:22-25); Filippesi 3:12-16.
- (315) Romani 3:19-26; "Davanti a te ho ammesso il mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità. Ho detto: «Confesserò le mie trasgressioni al SIGNORE», e tu hai perdonato l'iniquità del mio peccato" (Sl. 32:5); "Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire». Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato" (Ro. 7:7,24,25); "Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1 Gv. 1:9).
- (316) "Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo" (1 Co. 9:24); "Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù" (Fl. 3:12-14); “Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro” (1 Gv. 3:1-3).