Catechismi/Catechismo di Heidelberg/heid26-27
Catechismo di Heidelberg |
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Venticinquesima domenica
D. 65. Poiché solo la fede ci fa partecipare al Cristo e a tutti i suoi benefici, da dove viene una tale fede?
R. Lo Spirito Santo (190) la produce nei nostri cuori mediante la predicazione del santo Vangelo (191) e la conferma attraverso la celebrazione dei santi sacramenti (192).
D. 66. Che cosa sono i sacramenti?
R. Sono segni e sigilli visibili e santi istituiti da Dio, per darci, Attraverso la loro celebrazione, una migliore comprensione della promessa del Vangelo (193) e per suggellarla per noi; cioè, a causa dell'unico sacrificio di Cristo compiuto sulla croce (194), Dio ci offre per grazia il perdono dei peccati e la vita eterna.
D. 67. La Parola e i sacramenti hanno quindi lo scopo di indirizzare la nostra fede verso il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce come l'unico fondamento della nostra salvezza?
R. Sì, certamente, poiché lo Spirito Santo insegna nel Vangelo e conferma mediante i santi sacramenti che tutta la nostra salvezza si fonda sull'unico sacrificio di Cristo compiuto per noi sulla croce.
D. 68: Quanti sacramenti Cristo ha istituito nel Nuovo Testamento (patto)?
R. Due: il santo battesimo e la santa cena (195).
Riferimenti biblici
- (190) "Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio" (Gv. 3:5); "A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio. Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente" (1 Co. 2:10-14); "Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio" (Ef. 2:8); "Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in Lui, ma anche di soffrire per lui" (Fl. 1:29).
- (191) "Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo" (Ro. 10:17); "...perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio. Infatti, «ogni carne è come l'erba, e ogni sua gloria come il fiore dell'erba. L'erba diventa secca e il fiore cade; ma la parola del Signore rimane in eterno». E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunziata" (1 Pi. 1:23-25).
- (192) "Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente»" (Mt. 28:19,20); "Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo?" (1 Co. 10:16).
- (193) Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi" (Ge. 17:11); "Il SIGNORE, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti affinché tu ami il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua, e così tu viva" (De. 30:6); "...poi ricevette il segno della circoncisione, quale sigillo della giustizia ottenuta per la fede che aveva quando era incirconciso, affinché fosse padre di tutti gli incirconcisi che credono, in modo che anche a loro fosse messa in conto la giustizia" (Ro. 4:11).
- (194) "Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati" (Mt. 26:27,28); "E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo" (At. 2:38); "In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre" (Eb. 10:10).
- (195) "Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente»" (Mt. 28:19,20); "Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga»" (1 Co. 11:23-26).
Commenti
Commento alla D/R 65
La fede in Cristo è un dono di Dio, e noi possiamo credere all'Evangelo solo quando Dio ci dà "un nuovo cuore" che sia aperto alla predicazione della Sua Parola (Giovanni 3:5; Efesini 2:8). Naturalmente, tutti coloro ai quali è stato dato un tale nuovo cuore confideranno fino alla fine in Cristo soltanto per la loro salvezza. Il Signore non fallirà in alcun modo a redimere i Suoi eletti; di conseguenza, una volta che lo Spirito li abbia rigenerati, gli eletti giungono ad una vera fede (Giovanni 6:39).
Dio ci dà un cuore nuovo e vivente, ma ancora dobbiamo avere a che fare con le tendenze decadute della nostra natura carnale, tendenze che talvolta fanno insorgere in noi dei dubbi sulle promesse del Padre. Vi sono volte in cui gridiamo a Dio che Egli ci aiuti nella nostra incredulità anche se abbiamo fede (per quanto imperfetta) nel Salvatore (Marco 9:24).
Nella Sua grazia e nella Sua sapienza, Dio ci ha fornito dei modi attraverso i quali regolarmente possiamo rafforzare la nostra fede nelle Sue promesse. Storicamente, questi modi per rafforzare la fede sono stati chiamati "gli strumenti della grazia". La preghiera, la predicazione della Parola ed i sacramenti non sono metodi elaborati o fantasiosi di darci ciò di cui abbiamo bisogno per confermare la nostra fede in Cristo. Per un osservatore esterno esi non appaiono per nulla speciali. Dopo tutto, essi fanno uso di cose comuni come il linguaggio, il pane, il vino e l'acqua. Per fede, però, ed attraverso l'opera dello Spirito, questi elementi comuni sono usati per un'opera non comune - la conferma della nostra fede in Gesù ed il rafforzamento della nostra volontà per rifuggire il peccato e trovare riposo solo in Cristo.
La predicazione non è una spiegazione umana priva di potenza di un testo biblico perché lo Spirito la accompagna in tal modo che la Parola di Dio raggiunga la sua finalità (Isaia 55:10-11). La preghiera non è parole vuote: essa stabilisce comunione fra noi e il Creatore, dandoci così maggiore forza per la fedeltà ed un servizio fedele ed efficace (Giacomo 5:16-18). Il Battesimo e la Cena del Signore non sono semplicemente memoriali che noi eseguiamo semplicemente perché Gesù ci abbia detto di farli; ma attraverso di essi noi misteriosamente partecipiamo in Cristo stesso quando per fede partecipiamo a queste ordinanze (1 Corinzi 10:16).
La domanda e la risposta 65 del Catechismo di Heidelberg mette in rilievo il ruolo dei sacramenti per confermare la nostra fede. Quando li riceviamo con fede essi ci sono di benedizione e, se li trascuriamo, indeboliamo la nostra fiducia nell'opera di Dio.
Commento alla D/R 66
Dio ci ha donato diversi strumenti di grazia attraverso i quali Egli rafforza la fede di coloro che confidano in Cristo soltanto. Questi strumenti di grazia includono i sacramenti. La definizione di sacramento è ripresa nella domanda e risposta 66 del Catechismo di Heidelberg.
Il Catechismo di heidelberg fa riferimento al testo biblico di oggi per definire la natura stessa del sacramento, cosa pertinente in quanto Romani 4:9-12 tratta di uno dei sacramenti dell'Antico Testamento, vale a dire la Circoncisione. La Circoncisione era un segno - un atto visibile che rimandava a qualcosa oltre sé stesso, ad una realtà invisibile agli occhi. Questa realtà invisibile era il fatto che Abraamo era stato "tagliato via" dal mondo e consacrato a Dio attraverso la sola sua fede (Genesi 15:6,17). Si trattava di una memoria visibile della promessa del Signore di "tagliarsi via" dal mondo un popolo e riservarli a Sé stesso. Come pure rivela Romani 4, la Circoncisione era pure un suggello. Nel mondo antico un suggello o un marchio, indicava chi era il proprietario della cosa o persona che lo portava - la gente poteva riconoscere attraverso di esso a chi apparteneva una cosa, un animale o una persona sottoposta a schiavitù. La circoncisione, in questo modo, era segno, prova tangibile, che quella persona apparteneva a Dio e che avrebbe ereditato tutte le Sue promesse se avesse avuto fiducia in Lui.
Come per la circoncisione, pure i sacramenti del Nuovo Testamento sono modi visibili e tangibili che ci rammentano le promesse di Dio e ci identificano come popolo di Dio. Il Battesimo e la Cena del Signore non possiedono alcun potere loro inerente per renderci figli di Dio. L'esecuzione di questi riti, cioè, non ci è di beneficio se non abbiamo fede. Possiamo accedere alla grazia disponibile in essi solo se crediamo all'Evangelo. Di fatto, se riceviamo i sacramenti senza fede ci attiriamo delle maledizioni (1 Corinzi 11:27-30).
Giovanni Calvino, nella sue famose "Istituzioni" scrive che un sacramento"...è un segno esteriore attraverso il quale il Signore suggella sulla nostra coscienza le Sue promesse di buona volontà verso di noi al fine di sostenere la debolezza della nostra fede e che testimoniano la nostra pietà verso di Lui di fronte a sé stesso, agli angeli ed agli uomini (4:14:1). Facendo uso di elementi che noi possiamo gustare, vedere e toccare, i sacramenti aiutano noi, persone fornite di un corpo, a comprendere verità spirituali. A nostra volta, quando partecipiamo ad un sacramento, noi rendiamo testimonianza alla nostra fede nelle promesse di Dio di fronte al mondo che ci osserva.
Noi siamo creature che presentano sia una componente fisica che spirituale. Comprendiamo ciò che ci accade fisicamente quando siamo lavati con acqua e mangiamo.I sacramenti rappresentano a noi realtà spirituali attraverso analogie con la nostra esperienza fisica. Lo Spirito ci lava dai peccati veramente e veramente riceviamo da Cristo nutrimento spirituale. Il Battesimo e la Cena del Signore ci aiutano a comprendere meglio queste verità.
"E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo" (Atti 2:38).
Abusi estremi tendono a suscitare reazioni estreme, specialmente nella storia della teologia cristiana. Il sacramentalismo ed il sacerdotalismo cattolico-romano - l'idea che la salvezza sia mediata dal sacerdozio e dai sacramenti - da lungo hanno distorto l'Evangelo biblico. E' comprensibile, così che molti cristiani abbiano trovato risposta a questo problema minimizzando il ruolo del ministero consacrato e dei sacramenti. Gli evangelici moderni, a causa in parte della nostra insistenza sulla verità biblica che la salvezza richiede fede personale in Cristo, un dinamico rapporto esistenziale con Lui, spesso considerano i sacramenti come semplici memoriali. In molti circoli, il Battesimo e la Santa Cena sono ridotti ad ordinanze che eseguiamo semplicemente perché "dobbiamo farlo", e si dà ben poco pensiero al motivo per cui esistono i sacramenti. Inoltre, l'idea che i sacramenti veicolino in modo speciale la grazia è probabilmente estranea a molti evangelici.
Una concezione minimalista dei sacramenti, però, non è una risposta appropriata al sacerdotalismo del Cattolicesimo romano. Le Scritture insegnano una concezione elevata dei sacramenti senza passare dal sacerdotalismo. In molti luoghi l'Apostolo parla delle realtà spirituali che i sacramenti portano in sé come identiche ai sacramenti stessi. Il testo biblico dal quale siamo partiti oggi, per esempio, fa uso di un linguaggio che, a prima vista, sembrerebbe legare il perdono da parte di Dio all'inevitabile risultato del Battesimo d'acqua (Atti 2:38).
Sulla base dell'insistenza che fanno le Scritture che veniamo giustificati per sola fede (Galati 2:15-16), sappiamo che non sono i sacramenti a veicolare i benefici che essi significano per la semplice loro amministrazione. Come possiamo spiegare, però, lo stretto rapporto che la Bibbia attribuisce fra i sacramenti e i benefici che comportano? A questo riguardo, la Confessione di Fede di Westminster può esserci qui utile: " In ogni sacramento v'è un rapporto spirituale, o unione sacramentale, fra il segno e la cosa rappresentata per cui il nome e gli effetti dell'uno vengono attribuiti all'altro" (27:2). Spiritualmente parlando, la connessione fra i segni sacramentali e le realtà invisibili che essi rappresentano è così stretta che giustamente possiamo parlare dei sacramenti che "rendono efficaci" le realtà spirituali che essi rappresentano. I loro benefici non sono veicolati automaticamente, perché i sacramenti soltanto veicolano la grazia santificante a coloro che li ricevono con fede. Ciononostante, essi veicolano veramente tale grazia a tutti coloro che confidano in Cristo soltanto.
Commento alla D/R 67
La concezione riformata dei sacramenti si distingue sia da quella del Cattolicesimo romano che da quella sostenuta oggi dalla più gran parte degli evangelici. Si tratta di una concezione elevata che deve essere bene compresa e vissuta da tutti coloro che credono che la teologia riformata rappresenti di fatto la migliore esposizione dell'insegnamento biblico. La teologia riformata, infatti, non ha solo a che fare con i cosiddetti "Cinque punti del Calvinismo", ma ha aspetti suoi caratteristici che toccano ogni espressione della fede e condotta.
Nell'argomento che stiamo esaminando da alcuni giorni, questo vuol dire che il Battesimo e la Santa Cena devono essere considerati autentici strumenti della grazia, arterie privilegiate lungo le quali opera lo Spirito Santo per rappresentare visibilmente le promesse dell'Evangelo e farci maturare in Cristo. Al tempo stesso, dobbiamo pure comprendere come la grazia che riceviamo attraverso i sacramenti non sia un tipo di grazia diversa da quella che riceviamo dalla predicazione della Parola e dalla preghiera. I sacramenti non sono una via per ricevere "una grazia migliore", né essi sono, in sé stessi, vie "migliori" per accedere alla grazia santificante. Essi sono soltanto strumenti diversi per accedere alla stessa grazia. Sono strumenti che fanno uso della nostra vista, gusto, tatto ed odorato - sensi che non dobbiamo usare per partecipare ad altri strumenti della grazia - finalizzati a meglio imprimere in noi quelle stesse promesse dell'Evangelo che si trovano nella Scrittura.
E' così che i sacramenti non sono fini a sé stessi, ma "hanno lo scopo di indirizzare la nostra fede verso il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce come l'unico fondamento della nostra salvezza" (Catechismo di Heidelberg, D/R 67). Per questa ragione i teologi riformati hanno sempre messo in rilievo l'importanza di celebrare i sacramenti giammai separatamente dalla predicazione della Parola di Dio. I sacramenti sono un modo per rappresentare visibilmente e tangibilmente l'Evangelo. Questi stessi riti, però, possono essere facilmente equivocati in assenza di una chiara esposizione dell'Evangelo dalle Scritture. Sebbene essi siano efficaci strumenti della grazia, essi sono efficaci nel confermare la nostra fede in Cristo solo se li riceviamo con fede. Partecipare ai sacramenti senza fede ci attira un giudizio da parte di Dio (1 Corinzi 11:27-30). "Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo" (Romani 10:17), ed amministrare i sacramenti senza la predicazione significa mettere in condizione chi vi partecipa senza fede di incorrere nel giudizio di Dio.
Atti 2:42 conferma che predicazione e sacramenti andavano mano nella mano nella pratica della chiesa antica. I primi cristiani erano perseveranti nella dottrina (insegnamento) degli apostoli, e nella comunione (fraterna), nel rompere il pane (la Cena del Signore), e nelle orazioni (la preghiera). Quando udivano l'insegnamento degli apostoli, ai primi cristiani veniva insegnato di riporre in Cristo soltanto, per la loro salvezza, la loro fede. I sacramenti, a loro volta, rafforzavano questo insegnamento.
Per poter aver fede nell'Evangelo bisogna conoscere l'Evangelo, e dobbiamo aver fede nell'Evangelo per poter godere dei benefici santificanti del Battesimo e della Cena del Signore. Nel nostro culto, quindi, è la predicazione della Parola che, rispetto ai sacramenti, deve avere una sorta di priorità. Non dobbiamo avere una concezione elevata dei sacramenti alle spese di una concezione elevata della predicazione. Accertiamoci, così, di udire la Parola predicata ogni qual volta ci sia possibile.
Commento alla D/R 68
Dopo avere esplorato i sacramenti in modo generale, siamo pronti a considerare ciascuno dei sacramenti in dettaglio. Prima di farlo, però, dobbiamo determinare quale, secondo le Scritture, ne sia il numero. Cristo ha istituito due Sacramenti: Il Battesimo e la Santa Cena (Catechismo di Heidelberg, D/R 68).
E' facile capire perché il Catechismo di Heidelberg identifichi queste due ordinanze come sacramenti. Dopo tutto, i vangeli rivelano esplicitamente il comando del nostro Salvatore di battezzare discepoli e di condividere pane e vino in Sua memoria (Matteo 28:18-20, Luca 22:14-20). Alcune chiese, oltre a questi, hanno considerato la lavanda dei piedi come un terzo sacramento. Altre chiese non attribuiscono un significato sacramentale alla lavanda dei piedi, sebbene esse possano includere questo rito in occasioni speciali durante l'anno. Entrambi i gruppi citano Giovanni 13:1-20 in difesa di questa pratica.
Che dire di tutto questo? E' chiaro che qualunque libertà le chiese abbiano per praticare la lavanda dei piedi, nessuna chiesa può importo come sacramento sul suo popolo. In primo luogo, la chiesa primitiva non vedeva in Giovanni 13 un comando permanente per la chiesa da eseguire in ogni tempo e paese. Vediamo come nel libro degli Atti i discepoli amministrata i sacramenti del Battesimo e della Santa Cena (2:37-42), ma questo libro del Nuovo Testamento non parla mai della lavanda dei piedi. In secondo luogo, la maggioranza delle chiese non ha mai considerato la lavanda dei piedi come sacramento perché il significato della lavanda dei piedi è lo stesso che il significato centrale del Battesimo. Quando Gesù aveva lavato i piedi ai Suoi discepoli, questo significava la Sua opera di purificazione dal peccato, ma già abbiamo il Battesimo per significate e suggellare questa purificazione e perdono.
La Chiesa cattolica romana, infine, al Battesimo ed alla S. Cena aggiunge altri cinque "sacramenti": confessione (o penitenza), cresima (o confermazione), matrimonio, ordine (dei ministri di culto) ed estrema unzione (o unzione degli infermi). Sono menzionati nella Bibbia come momenti sicuramente molto significativi per un cristiano. Sono però da considerarsi alla stessa stregua del Battesimo e della Santa Cena? No. Cristo non ha istituito specificatamente queste cinque ordinanze del Cattolicesimo romano durante il Suo ministero. Essi non possono assurgere al livello dei santi sacramenti.
I teologi parlano di "strumenti ordinari della grazia" e li identificano nella pratica della predicazione, la preghiera e nei sacramenti istituiti da Gesù stesso per edificare la Sua Chiesa. Altri vorrebbero elevare al rango di sacramenti diverse altre pratiche da imporre così ai credenti. Alcune fra queste pratiche potrebbero certo essere buone ed utili - ad esempio la meditazione giornaliera, il digiuno, particolari giorni festivi. Nessuno di questo, però è da ritenuta "obbligatorio". Siamo tenuti a fare solo ciò che Gesù ha espressamente comandato .