Teologia/Attributi di Dio/Attri17

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Indice generale

Gli attributi di Dio, di A. W. Pink

CapitoliPrefazione - 1 La solitudine di Dio- 2 I decreti di Dio - 3 La conoscenza di Dio - 4 La precognizione di Dio - 5 La signoria di Dio - 6 La sovranità di Dio - 7 L’immutabilità di Dio - 8 La santità di Dio - 9 Il potere di Dio - 10 La fedeltà di Dio - 11 La bontà di Dio - 12 La pazienza di Dio - 13 La grazia di Dio - 14 La benignità di Dio - 15 La tenerezza di Dio - 16 L’amore di Dio - 17 L’amore di Dio verso di noi - 18 L’ira di Dio- 19 La contemplazione di Dio-  

17. L’amore che Dio ha verso di noi

Quando diciamo «noi», intendiamo il Suo popolo. Sebbene leggiamo dell’ «amore di 'Dio che 'è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Ro. 8:39), la Sacra Scrittura non sa nulla di un amore di Dio che prescinda da Gesù Cristo. «L’eterno è 'buono verso 'tutti 'e pieno di compas'sione per 'tutte 'le 'sue opere» (Sl, 145:9), tanto da provvedere ai corvi il loro cibo. “'Egli è benigno verso gli ingrati ed i malvagi» (Lu.6:35) e la Sua provvidenza viene rivolta sia ai giusti che agli ingiusti. Il Suo amore, però, è riservato solo per i Suoi eletti. Questo fatto è inequivocabilmente affermato dalle sue stesse caratteristiche, perché gli attributi del Suo amore corrispondono a Lui stesso. E’ necessariamente così perché “Dio è 'amore”. Affermare questo postulato è lo stesso che dire che l’amore di Dio è come Lui è in Sé stesso, cioè immutabile, nei secoli dei secoli. Non c’è nulla di più assurdo che immaginare che qualcuno che sia amato da Dio possa un giorno perire per sempre o fare esperienza della Sua eterna vendetta. Dato che l’amore di Dio “è in Gesù Cristo”, esso non è stato sollecitato da nulla che fosse che gli fosse proprio, né può essere fatto cessare da nulla che sia in loro; di loro, o da loro «Avendo amato i 'suoi che erano 'nel mondo, li 'amò fino alla fine» (Gv. 13:1). La parola “mondo”, in Gv. 3:16 è un termine generale usato in contrasto con i Giudei, e questo versetto deve essere interpretato in modo tale da non contraddire il Salmo 55; 6:7; Gv.3:36; Ro. 9:13. Il proposito di fondo di Dio è quello di magnificare l’amore di Dio in Cristo, perché Egli solo è il canale attraverso il quale scorre. Non è stato il Figlio ad indurre il Padre ad amare il Suo popolo, al contrario, è il Suo amore per esso ad averLo indotto a sacrificare per loro Suo Figlio.

Ralph Erskine disse: “Dio ha scelto un modo meraviglioso per manifestare il Suo amore quando volle manifestare il Suo potere, Egli creò un mondo. Quando volle manifestare la Sua sapienza, Egli vi pose un firmamento che ne scoprisse la vastità. Quando volle manifestare la grandezza e la gloria del Suo nome, Egli creò un cielo e vi mise angeli,arcangeli, troni e dominazioni. E quando poi volle manifestare il Suo amore, che cosa non fece? Dio scelse un modo grande e meraviglioso: di manifestarlo in Cristo: la Sua persona, il Suo sangue, la Sua morte, la Sua giustizia”.

Poiché 'tutte 'le promesse di Dio hanno in 'lui 'il loro «si» e l’Amen 'alla 'gloria 'd iDio per mezzo di noi» (2 Co. 1:20). Allo stesso modo in cui noi siamo stati scelti in Cristo (Ef. 1:4), accolti in Lui (Ef. 1:6), allo stesso modo in cui la nostra vita è nascosta in Lui (Cl. 3:3), cosi in Lui noi siamo amati dell’amore di Dio che e in Cristo Gesù”: in Lui come Capo e Sposo: ecco perché nulla ci potrà mai separare da esso, perché questa unione è indissolubile.

Nulla può maggiormente riscaldare il cuore di un santo quanto la contemplazione spirituale dell’amore di Dio. Quando egli lo considera con attenzione egli viene elevato al di là e sopra il proprio miserabile io. Com­prendere un tale amore con fede riempie l’anima rigenerata di santa soddisfazione, e la rende tanto felice quanto lo si può essere da quest’altra parte del Cielo. Conoscere l’amore che Dio ha verso di me e credervi, si rivela davvero come pregustare il cielo stesso. Dato che Iddio ama il Suo popolo in Cristo, esso non èsorto perché vi fosse alcuna desiderabilità od attrazione in esso. “'Ho amato Giacobbe” si, proprio quel Giacobbe così naturalmente disprezzabile e lungi dall’essere attraente, proprio «te, verme di un Giacobbe”. Dato che Iddio ama il Suo popolo in Cristo, esso non viene promosso nemmeno dalla fecondità che esso sa dimostrare, ma è sempre lo stesso in intensità. Proprio perché Egli lo ama in Cristo il Padre lo ama come Cristo lo ha amato. Il tempo verrà in cui la Sua pre­ghiera verrà esaudita: «affinché il mondo conosca che tu mi 'hai 'mandato 'e li hai amati, 'come 'hai amato me» (Gv. 17:23). Solo la fede può comprendere tutta la portata di queste cose meravigliose, perché né la ragione, né i sentimenti lo possono fare. Quale infinita gioia il Padre deve provare quando contempla il Suo popolo nel Suo amato Figlio. Tutte le nostre benedizioni scaturiscono da quell’unica e preziosa fonte.

L’amore di Dio per il Suo popolo non è da ieri soltan­to. Non è cominciato quando ha cominciato ad amarLo «Noi 'lo 'amiamo perché egli ci ha amati per primo» (1 Gv. 4:19). Non siamo stati noi a dare prima noi stessi a Lui, affinché Egli potesse darsi a noi in cambio. La nostra rigenerazione non è il motivo del Suo amore, al contrario, è il Suo amore ad essere motivo della nostra rigenerazione secondo la Sua immagine. Questo viene spesso messo in evidenza nella sua prima manifestazione quando, lungi dal cercarLo, gli oggetti del Suo amore sono di fatto nella loro peggiore condizione.

Io ti passai vicino e ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era il tempo dell'amore. Così stesi il lembo della mia veste su di te e copersi la tua nudità, ti feci un giuramento, stabilii un patto con te e tu divenisti mia», dice il Signore, l'Eterno” (Ez. 16:8).

Non è vero soltanto quando gli oggetti dei Suo amore sono nelle loro condizioni peggiori, quando esso viene rivelato loro per la prima volta, come nel caso di Saulo da Tarso; non è vero soltanto che l’amore di Dio sia antecedente al nostro, ma è anche vero che esso si estendeva verso noi molto tempo prima che noi fossimo liberati dal potere delle tenebre e portati nel Regno del Suo amatissimo Figlio. Esso non cominciò nel tempo, ma porta la data dell’eternità. «Ti ho amata di un amore eterno» (Gr. 31:3). “In questo è 'l’amore: 'non 'che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato 'noi e ha 'mandato il suo Figlio per essere l‘espiazione dei nostri peccati» (1 Gv 4:10). E’ chiaro da queste parole che Iddio ha amato il Suo popolo proprio quando si trovava in stato di natura, privo di ogni grazia, senza nemmeno una briciola di fede o di amore verso di Lui; si, proprio quando ancora Gli era nemico (Ro. 5:8,10). Chiaramente tutto questo mi impone mille volte di amarLo, servirLo e di glorificarLo che se Egli mi avesse amato soltanto dal tempo in cui il mio cuore fu attratto da Lui. Tutto ciò che Dio compie verso il Suo popolo nel corso del tempo non è che espressione dell’amore che Egli ha avuto pér me dall’eternità. E proprio perché Dio ci ama in Cristo, e che lo ha fatto dall’eternità, che i doni del Suo amore sono irrevocabili. Essi sono quanto provvede «il 'Padre dei lumi, presso il quale non vi è mutamento, né 'ombra 'di rivolgimento».

L’amore di Dio indubbiamente ci trasforma quando viene “riversato nel nostro cuore”, ma questo non trasforma affatto Lui. A volte Egli varia le dispensazioni della Sua provvidenza verso di noi, ma questo non avviene perché il Suo affetto per noi sia cambiato. Anche quando ci castiga Egli lo fa in amore (Eb. 12:6), dato che in vista Egli ha solo il nostro bene.

Guardiamo ora più in dettaglio a ciò che opera l’amore di Dio. In primo luogo nel quadro dell’elezione. «Ma noi siamo obbligati a rendere del continuo grazie per voi a Dio, fratellini amati dal Signore, perché Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi, mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità» (2 Ts. 2:13). C’è un rapporto inscindibile fra l’amore di Dio e la Sua elezione di coloro che devono essere salvati. Che quell’elezione sia conseguenza del Suo amore, è chiaro ancora dal Deuteronomio: “'L’Eterno non ''ha riposto il 'suo amore su dì 'voi né vi ha scelto, 'perché eravate 'più num'erosi di alcun altro popolo”(De.7:7). Così ancora: «allorché in 'lui ci ha eletti prima 'della fondazione del 'mondo, affinché fossimo santi 'ed 'irreprensi'bili 'davanti 'a lui nell’amore; avendoci 'predestinati 'ad 'essere adotta­ti. come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo 'secondo il 'beneplacito 'della Sua volontà» (Ef. 1:4,5).

In secondo luogo nella Sua opera 'redentrice. Come abbiamo visto in 1 Gv. 4:10, dal Sua amore sovrano Iddio ha provveduto in Cristo a che fosse resa soddisfa­zione per i peccati del Suo popolo; sebbene prima della sua conversione Iddio manifestasse pure verso di esso la Sua ira per aver violato la Legge. E “Come non ci 'donerà anche tutte le cose 'con lui?” (Ro. 8:32) – un’altra chiara prova, che il Figlio non fu “consegnato” alla croce per tutta l’umanità Egli infatti, non dà loro né lo Spirito Santo, né una nuova natura, né ravvedimento o fede.

In terzo luogo nella chiamata 'efficace. Dal trono su cui siede Cristo, il Padre manda lo Spirito Santo (At. 2:33). Avendo amato i Suoi eletti di un amore eterno, Egli pure con benignità li attrae (Gr. 31:3), li risveglia in novità di vita, li chiama dalle tenebre alla Sua meravigliosa luce, li rende Suoi figli. «Vedete quale amore 'il 'Padre 'ha profuso su di noi, facendoci chiamare 'figli di Dio» (1 Gv 3:1). Se l’adozione come figli non procedesse dall’amore di Dio come suo sicuro effetto a che servirebbero queste parole?

In quarto luogo, nel risollevarci dalle cadute, «Io guarirò il loro traviamento, perché la mia ira si è ritirata da loro» (Os. 14:4), perché Dio continua ad amarli, senza riluttanza né esitazione. «Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, né i fiumi sommergerlo» (Ca. 8:7). Tale è l’amore di Dio per il Suo popolo invincibile, insopprimibile. Non solo, non c’è modo di soffocarlo, ma nemmeno le grandi e nere acque del traviamento potrebbero estinguerlo, e neppure i fiumi dell’incredulità potrebbero farlo cessare. Nulla è più irresistibile nel mondo naturale della morte, e nel campo della grazia, nulla è più invincibile dell’amore. Goodwin osservò:

“Quali difficoltà può vincere l’amore di Dio! Potrebbe Dio vedere sconfitto il proprio cuore? Pensate che sia stato nulla per Lui vedere Suo Figlio essere messo a morte?... Quando venne per chiamarci, pensate che non ci fossero state difficoltà che avrebbero potuto vincere il Suo amore? Eravamo morti nelle trasgressioni e nei peccati, ciononostante, con il grande amore con il quale ci ha amati, Egli ci ha fatti risorgere dalla tomba dì corruzione: ‘Ecco, già puzza’... anche questo non poté vincere l’amore di Dio. E dopo la nostra chiamata, quanto tristemente abbiamo provocato Dio! Abbiamo avuto tentazioni tali che anche gli eletti avrebbero potuto esserne in­gannati. E così per ogni cristiano. Anche un giusto è salvato a malapena (1 Pi. 4:18), e ciono­nostante egli viene salvato, perché l’amore di Dio è invincibile: può sconfiggere ogni circostanza più avversa”.

Un simile tema va da se che non richieda tante illustrazioni. Fate in modo che l’amore di Dio ogni giorno assorba così tanto la vostra mente in devota meditazione da attrarre a Lui ogni affetto del vostro cuore. Quando siete abbattuti nello spirito, o in difficili situazioni, implorate in preghiera a che il Suo amore vi sia più chiaro, certi che Egli non vi potrà negare nulla che sia buono. Fate in modo che lo strabiliante amore di Dio verso di voi divenga l’incentivo della vostra obbe­dienza verso di Lui, la gratitudine richiede nulla di meno che questo.