Liturgie/Importanza del culto domenicale della comunità cristiana
L’importanza del culto domenicale della comunità cristiana
Partecipare regolarmente al culto domenicale della comunità cristiana può essere paragonato al prendersi cura del nostro orto o giardino. Nell’orto coltiviamo ciò che Dio farà crescere per il nostro nutrimento, ma anche nel giardino facciamo crescere i fiori che ci comunicheranno piacere, bellezza ed armonia, secondo l’ordine in cui li avremo disposti.
Allo stesso modo è Dio che ci procura ciò che nutre il nostro spirito ed opera la nostra santificazione, ma non senza il nostro impegno di far uso, di coltivare quei mezzi che Egli ha disposto per realizzare quell’obiettivo, e che trovano nel culto con la comunità cristiana uno degli ambiti a ciò privilegiati.
Nel Giorno del Signore, il culto che a Dio è dovuto insieme ai nostri fratelli e sorelle in fede, nutre la nostra fede e promuove la nostra santificazione. Dio ci nutre, comunicandosi a noi, attraverso la predicazione e l’insegnamento della Sua Parola, con la preghiera (personale e comunitaria) e il canto della Parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti (in particolare la Cena del Signore), ma anche attraverso l’interazione con i nostri fratelli e sorelle in fede. Il culto è indubbiamente pure un’esperienza estetica e sensoriale (attraverso l’ordine e la bellezza della liturgia). Il culto è insostituibile (se non in casi eccezionali e limitati) con l’espressione della spiritualità privata.
E’ compito soprattutto dei responsabili della comunità cristiana locale fare in modo che le finalità del culto comunitario siano garantite nel modo migliore alla gloria di Dio e a soddisfazione dei partecipanti, sovraintendendolo. Essi hanno il dovere di ascoltare chi vi partecipa, soprattutto quando esprime un qualche disagio e frustrazione che il culto non risponde a sufficienza alle finalità per le quali è stato inteso.
Il culto comunitario dev’essere occasione di gioia, qualcosa di desiderabile anche se talvolta la parola biblica che udiamo ci riprende, com’è pure giusto che faccia: “È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa” (Ebrei 4:11).
Il culto comunitario, dove la comunità cristiana locale rende a Dio l’onore e la gloria che Gli sono dovute, è l’espressione culminante del manifesto nostro rapporto con Dio. Esso è il tempo per celebrare e riflettere sulla Sua grazia, il Suo amore e la Sua misericordia, ed quello che nutre la nostra settimana di lavoro. Esso è il tempo dove noi ci raccogliamo per frangere il pane e bere il vino, memoria perenne del sacrificio di Cristo per noi attraverso la quale Cristo si rende spiritualmente presente. Significa essere rammentati sempre di nuovo, settimana dopo settimana, che Egli è morto per noi mentre eravamo ancora peccatori affinché possiamo vivere e godere della gioia meravigliosa ed insondabile della vita eterna “Dio … mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8).
Vero, il cristiano rende culto a Dio attraverso tutta la sua vita, ma il culto della comunità cristiana nel Giorno del Signore è il mezzo particolarmente stabilito da Dio affinché ciascun cristiano si rapporti al Suo popolo ed a ciascuno dei suoi membri. Per questo dovrebbe essere considerato una priorità nella nostra settimana. È nostro dovere parteciparvi salvo esigenze inderogabili che ce ne impediscano eccezionalmente la partecipazione. Ad esso il cristiano partecipa volentieri, consapevole dell’importanza che il culto comunitario possiede e con gioia.
“Splendore e maestà sono davanti a lui, forza e gioia sono nella sua dimora. Date al SIGNORE, o famiglie dei popoli, date al SIGNORE gloria e forza. Date al SIGNORE la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte e venite in sua presenza. Prostratevi davanti al SIGNORE vestiti di sacri ornamenti” (1 Cronache 16:27-29),
Nel Giorno del Signore, il culto che a Dio è dovuto insieme ai nostri fratelli e sorelle in fede, nutre la nostra fede e promuove la nostra santificazione. Dio ci nutre, comunicandosi a noi, attraverso la predicazione e l’insegnamento della Sua Parola, con la preghiera (personale e comunitaria) e il canto della Parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti (in particolare la Cena del Signore), ma anche attraverso l’interazione con i nostri fratelli e sorelle in fede. Il culto è indubbiamente pure un’esperienza estetica e sensoriale (attraverso l’ordine e la bellezza della liturgia). Il culto è insostituibile (se non in casi eccezionali e limitati) con l’espressione della spiritualità privata.
E’ compito soprattutto dei responsabili della comunità cristiana locale fare in modo che le finalità del culto comunitario siano garantite nel modo migliore alla gloria di Dio e a soddisfazione dei partecipanti, sovraintendendolo. Essi hanno il dovere di ascoltare chi vi partecipa, soprattutto quando esprime un qualche disagio e frustrazione che il culto non risponde a sufficienza alle finalità per le quali è stato inteso.
Il culto comunitario dev’essere occasione di gioia, qualcosa di desiderabile anche se talvolta la parola biblica che udiamo ci riprende, com’è pure giusto che faccia: “È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa” (Ebrei 4:11).
Il culto comunitario, dove la comunità cristiana locale rende a Dio l’onore e la gloria che Gli sono dovute, è l’espressione culminante del manifesto nostro rapporto con Dio. Esso è il tempo per celebrare e riflettere sulla Sua grazia, il Suo amore e la Sua misericordia, ed quello che nutre la nostra settimana di lavoro. Esso è il tempo dove noi ci raccogliamo per frangere il pane e bere il vino, memoria perenne del sacrificio di Cristo per noi attraverso la quale Cristo si rende spiritualmente presente. Significa essere rammentati sempre di nuovo, settimana dopo settimana, che Egli è morto per noi mentre eravamo ancora peccatori affinché possiamo vivere e godere della gioia meravigliosa ed insondabile della vita eterna “Dio … mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8).
Vero, il cristiano rende culto a Dio attraverso tutta la sua vita, ma il culto della comunità cristiana nel Giorno del Signore è il mezzo particolarmente stabilito da Dio affinché ciascun cristiano si rapporti al Suo popolo ed a ciascuno dei suoi membri. Per questo dovrebbe essere considerato una priorità nella nostra settimana. È nostro dovere parteciparvi salvo esigenze inderogabili che ce ne impediscano eccezionalmente la partecipazione. Ad esso il cristiano partecipa volentieri, consapevole dell’importanza che il culto comunitario possiede e con gioia.
“Splendore e maestà sono davanti a lui, forza e gioia sono nella sua dimora. Date al SIGNORE, o famiglie dei popoli, date al SIGNORE gloria e forza. Date al SIGNORE la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte e venite in sua presenza. Prostratevi davanti al SIGNORE vestiti di sacri ornamenti” (1 Cronache 16:27-29),