Confessioni di fede/Westminster/Catechismo minore/cmw032
Catechismo minore di Westminster |
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32. D. Quali benefici conseguono in questa vita coloro che sono chiamati efficacemente?
R. Coloro che sono chiamati efficacemente conseguono in questa vita la Giustificazione, l'Adozione e la Santificazione, come pure tutti i benefici che, in questa vita, sogliono accompagnarsi o sgorgare da essi.
Riferimenti biblici
- "...e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati" (Romani 8:30);
- "...avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà" (Efesini 1:5);
- "Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili ... Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione" (1 Corinzi 1:26.30).
Commento
Quali sono i benefici che possono godere in questa vita coloro che sono stati chiamati efficacemente dallo Spirito Santo a godere della redenzione operata da Cristo? Coloro che sono stati efficacemente chiamati dallo Spirito Santo a godere della redenzione operata da Cristo ottengono in questa vita i benefici (1) della Giustificazione, (2) dell'Adozione, (3) della Santificazione, come pure (4) quanti altri li accompagnano o ne conseguono. Quando un giudice "assolve l'innocente" significa che egli lo dichiara giusto, quando "condanna il colpevole" significa che lo dichiara colpevole, o reo. Giustificare significa così "dichiarare qualcuno innocente di fronte alla legge". Così davanti a Dio. Ma come può Dio dichiarare innocente qualcuno dato che "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio"(Romani 3:23)? L'Evangelo dice: rendendolo giusto accreditandogli, imputandogli, l'innocenza di un altro! Imputare significa: attribuire, accreditare, ascrivere, mettere in conto a qualcuno. Quando parliamo dell'"imputazione del peccato di Adamo" vogliamo dire che il peccato di Adamo (la sua colpevolezza e condanna) viene pure "messa in contro, attribuita" alla sua posterità. In questa imputazione, noi riceviamo qualcosa da Adamo, diciamo come un'"infezione". Nel caso di Gesù Cristo e del suo popolo eletto c'è una doppia imputazione.
- (1) l'imputazione della nostra colpevolezza e condanna al Signore Gesù Cristo. "Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto essere peccato per noi". Il nostro peccato "gli è stato messo in conto", ed è stato trattato come se avesse commesso il nostro peccato.
- (2) C'è poi l'imputazione della Sua giustizia a noi, "affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" dice l'apostolo (2 Corinzi 5:21). La perfetta giustizia di Cristo "viene messa in conto a noi". Dio ci tratta come se non avessimo mai peccato, come se avessimo sempre osservato perfettamente le Sue sante leggi. Il fatto di ricevere questa giustizia "per fede" non significa che la fede "meriti" in qualche misura la nostra giustificazione. La fede è uno strumento, è "la mano con la quale riceviamo la giustizia di Dio". In ogni caso l'esercizio della fede da parte nostra, come pure il nostro ravvedimento, è reso possibile a noi sempre da Dio che ad essa ci "abilita". La giustificazione non dipende dunque né dal nostro ravvedimento, né dalla nostra fede, e neppure dalle nostre opere. Incoraggerebbe forse questo il vivere tranquillamente nel peccato? No, perché quando Dio "risveglia" il peccatore chiamandolo alla salvezza per grazia, Egli produce in lui ravvedimento e fede, ma pure "opere", un nuovo e giusto stile di vita. L'agire giustamente è conseguenza del ravvedimento, della fede, della giustificazione. La fede che giustifica è per sola fede, ma la fede che giustifica non è mai sola". Le "buone opere" sono possibili quando una persona viene messa in condizione di farle, e questa condizione è quanto avviene con la salvezza per grazia.