Teopedia/Male
Il Male
Dal punto di vista filosofico
Dal punto di vista filosofico, il male è spesso definito come ciò che si oppone al bene, inteso come pienezza dell’essere, ordine e perfezione. Seguendo la tradizione classica di Platone e Aristotele, il male non è considerato un’entità autonoma, ma una privazione (privatio) di ciò che è buono. Tommaso d’Aquino riprende questa idea, affermando che il male è una mancanza di conformità alla natura e al fine proprio di un essere.
Riguardo alla creatura umana, il male si manifesta principalmente in due forme:
- Male morale: prodotto dalle scelte libere dell’essere umano in contrasto con la legge morale o il bene. Si tratta di azioni come l’ingiustizia, la violenza e il peccato.
- Male naturale: sofferenza, malattia e disastri naturali, che non derivano direttamente dalla volontà umana ma colpiscono la creatura, rivelando una mancanza di armonia nell’esistenza.
Alcuni filosofi moderni, come Kant, hanno enfatizzato il male morale come una violazione del dovere razionale e l’hanno interpretato come parte della condizione umana. Altri, come Schopenhauer, hanno visto il male nella sofferenza come aspetto centrale della vita, legato alla volontà cieca e irrazionale.
Dal punto di vista biblico
Nella prospettiva biblica, il male è essenzialmente ciò che si oppone alla volontà e alla natura di Dio, il quale è la fonte del bene assoluto. Esso può essere visto sotto tre aspetti principali:
- Il male come ribellione (peccato) Il male morale è il rifiuto dell’ordine stabilito da Dio, una violazione della sua legge e del suo carattere santo. Questo concetto emerge chiaramente nella narrazione della caduta (Genesi 3), in cui il peccato è descritto come disobbedienza e ribellione alla volontà divina. L’uomo, creato buono e libero, sceglie il male allontanandosi da Dio, portando con sé corruzione e morte.
- Il male come conseguenza del peccato La Bibbia collega il male naturale alla condizione decaduta dell’umanità e della creazione (Romani 8:20-22). Dopo il peccato originale, il mondo subisce il disordine, la sofferenza e la morte come conseguenze del peccato umano. Tuttavia, il male naturale non è necessariamente legato a colpe individuali (si veda il caso del cieco nato in Giovanni 9:1-3).
- Il male come realtà permessa da Dio Dio, pur essendo assolutamente santo e giusto, permette il male per scopi che spesso restano misteriosi ma che, nella visione biblica, contribuiscono alla realizzazione del suo piano redentivo (Romani 8:28). La croce di Cristo è il punto in cui il male viene affrontato in modo definitivo, trasformandosi in mezzo di salvezza.
In sintesi, nella visione biblica il male è una deviazione dalla relazione originaria con Dio, che ha ripercussioni tanto morali quanto esistenziali. Tuttavia, questa condizione non è definitiva, poiché la redenzione promessa in Cristo offre la speranza di un rinnovamento completo della creazione (Apocalisse 21:4).