Predicazioni/1Tessalonicesi/Tradurre superstiti in 1Tess 4 15
Tradurre "superstiti" in 1Tess 4:15
La traduzione cattolica delle "Paoline" (1960, 1975) del versetto di Tessalonicesi 4:15 dice: "Questo infatti vi diciamo sulla parola del Signore: che noi, i viventi, i superstiti, non prevederemo nella venuta del Signore quelli che si sono addormentati " e...versetto 17 " quindi noi, i viventi, i superstiti, insieme con essi saremo rapiti sulle nuvole per incontrare il Signore nell'aria". E' possibile aggiungere "superstiti"?
La frase "ὅτι ἡμεῖς οἱ ζῶντες" che appare in 1 Tessalonicesi 4:15 si traduce più letteralmente come "noi, i viventi" o "noi, che siamo vivi". Il termine "superstiti" non è una traduzione diretta del greco ζῶντες, ma un'interpretazione che riflette il contesto dell'affermazione.
Analisi del termine "ζῶντες"
- ζῶντες deriva dal verbo ζάω, che significa "vivere". Indica persone che sono ancora in vita.
- Nel contesto di 1 Tessalonicesi 4:15, Paolo parla di coloro che saranno ancora vivi al momento del ritorno di Cristo.
Uso di "superstiti"
Alcune traduzioni italiane aggiungono "superstiti" per esplicitare che si tratta di coloro che non sono morti, distinguendoli dai "morti in Cristo" menzionati poco prima (v. 13-14). Questa scelta traduttiva non rende direttamente ζῶντες, ma interpreta il testo per chiarirne il significato teologico.
Traduzioni alternative
- "Noi, che siamo vivi" (più letterale).
- "Noi, i viventi" (una traduzione più semplice e diretta).
- "Noi, i sopravvissuti" (un sinonimo di "superstiti", usato da alcune versioni).
In sintesi, "superstiti" non è la traduzione letterale di ζῶντες, ma un'interpretazione basata sul contesto. Se si desidera una versione più aderente al testo originale, sarebbe preferibile utilizzare "i viventi" o "noi, che siamo vivi".
Le traduzioni cattoliche ufficiali dicono: "Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venLeuta del Signore" (CEI74); "Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore" (CEI2008).