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Progredire con ficucia nella vita cristiana
"Certo dobbiamo avere questo fine davanti agli occhi, e tutte le nostre azioni devono essere regolate su di esso: tendere alla perfezione che Dio ci ordina. Dobbiamo, ripeto, sforzarci e aspirare a tanto. Non ci è lecito fare a metà con Dio, accogliendo una parte di quel che ci è ordinato nella sua Parola, e tralasciando l'altra a nostro piacimento. Poiché ci raccomanda sempre, anzitutto, l'integrità, termine con cui indica una pura semplicità di cuore, libera e netta da ogni finzione, opposta alla doppiezza d'animo. La regola fondamentale del ben vivere procede dallo Spirito, quando cioè la disposizione interiore dell'anima si dà a Dio senza finzione, per camminare in giustizia e santità. Ma poiché, mentre viviamo in questa prigione terrena, nessuno di noi è così forte e ben disposto da impegnarsi in questa corsa con la dovuta prontezza, anzi la maggior parte è così debole che vacilla e zoppica, tanto da non poter progredire molto, andiamo avanti ognuno secondo le sue possibilità, e non cessiamo di proseguire la strada intrapresa. Nessuno camminerà così poco da non avanzare un po', ogni giorno, per guadagnar terreno" (Giovanni Calvino, Istituzioni, 3:6:5).
Questa affermazione di Giovanni Calvino riflette il suo pensiero riguardo alla santificazione e al percorso cristiano verso la perfezione spirituale. È parte integrante della sua dottrina della devozione integrale, cioè una vita che deve essere interamente rivolta a Dio, senza compromessi o mezze misure. Esaminiamo i punti principali:
- Fine della vita cristiana: tendere alla perfezione – Calvino afferma che il fine ultimo del cristiano è raggiungere la perfezione richiesta da Dio. Questa perfezione non è intesa in senso umano o relativo, ma come un ideale divino. Ogni azione deve essere regolata e orientata verso questo scopo, affinché la vita cristiana sia coerente con il volere di Dio.
- Impegno totale, non parziale – L'integrità spirituale, secondo Calvino, non può essere frammentaria. Non è lecito scegliere quali parti della volontà di Dio seguire e quali ignorare. Questa selettività, infatti, costituirebbe una forma di doppiezza d'animo, una condizione che Calvino condanna perché contraria alla purezza e alla sincerità di cuore. Dio non tollera il compromesso, e richiede un impegno che sia pieno e senza ipocrisie.
- L'integrità come purezza e semplicità di cuore – Il termine "integrità" per Calvino non riguarda solo l'adesione esterna alle norme, ma è piuttosto una condizione interiore, una disposizione del cuore che si dona a Dio con assoluta sincerità e senza falsità. L’opposizione alla doppiezza è essenziale per Calvino, il quale sottolinea che la vita cristiana deve essere vissuta in giustizia e santità, manifestazioni esteriori di una fede genuina e interiore.
- La debolezza umana e la progressiva santificazione – Tuttavia, Calvino riconosce che, mentre siamo ancora "in questa prigione terrena", ossia la nostra condizione umana e peccaminosa, nessuno è in grado di perseguire la perfezione con totale prontezza. La debolezza umana è una realtà tangibile, che causa incertezza, tentennamenti e rallentamenti nel progresso spirituale.
- Il progresso graduale verso la santità – Nonostante questa fragilità, il cristiano non deve mai rinunciare alla propria corsa verso la santità. Anche se il progresso può essere lento e pieno di ostacoli, Calvino insiste che ciascuno deve avanzare "secondo le sue possibilità". Anche i piccoli passi hanno valore, purché vi sia una crescita quotidiana. L’importante non è tanto la velocità o la grandezza del progresso, ma la perseveranza nel continuare lungo il cammino tracciato da Dio.
- L'ottimismo nel progresso spirituale – Un aspetto interessante del pensiero di Calvino in questo passaggio è un certo ottimismo: nessuno, anche il più debole, è completamente incapace di avanzare. Questo incoraggia il cristiano a non scoraggiarsi, ma a considerare ogni progresso come un guadagno, un avvicinamento, seppur minimo, alla perfezione divina.
In sintesi, Calvino esorta i credenti a vivere una vita che rifletta pienamente la volontà di Dio, cercando l'integrità, cioè una coerenza tra l'interiorità e l'esteriorità della propria fede. Nonostante le difficoltà intrinseche alla condizione umana, egli invita alla perseveranza e al miglioramento continuo, perché nessun progresso è troppo piccolo se avanza il cammino spirituale.