Teopedia/Predicazione
Predicazione
La predicazione nel contesto cattolico-romano è chiamata "omelia", mentre in quello protestante/evangelico è chiamata "sermone". Quali sono le differenze? I termini "omelia" e "sermone", sebbene entrambi si riferiscano alla predicazione, hanno origini etimologiche diverse e sfumature distintive nel loro uso liturgico e storico.
Omelia deriva dal greco antico "ὁμιλία" (homilía), che significa "conversazione" o "discorso familiare". Il termine è usato nel contesto cristiano già nei primi secoli per indicare una spiegazione informale e colloquiale della Scrittura, spesso associata all'insegnamento pastorale all'interno della celebrazione liturgica. Inizialmente, l'omelia era un discorso meno strutturato, destinato a chiarire il significato delle letture bibliche, ed era concepito come un dialogo con i fedeli, sebbene nella forma verbale unilaterale del discorso.
Sermone, invece, deriva dal latino "sermo", che significa "discorso" o "ragionamento". Nella tradizione latina, il "sermo" era più formale e rifletteva un insegnamento o esortazione morale su argomenti teologici o dottrinali. Nei contesti protestanti, il termine "sermone" ha assunto un significato più tecnico, riferendosi a una predicazione formale e argomentata, in cui l’enfasi è posta sull’insegnamento e l’esposizione della Bibbia, spesso in modo più strutturato rispetto all'omelia.
In sintesi:
- Omelia (cattolico-romana): discorso familiare, derivato dal greco "homilía", con un approccio più pastorale e colloquiale.
- Sermone (protestante): discorso o ragionamento, derivato dal latino "sermo", con un'impronta più formale e dottrinale.
Queste differenze riflettono in parte le diverse tradizioni liturgiche e teologiche che caratterizzano le due confessioni cristiane.
Nel contesto delle Chiese ortodosse orientali, sia greca che russa, la predicazione assume termini che riflettono la tradizione teologica e liturgica propria dell'Oriente cristiano.
- Nella Chiesa ortodossa greca, il termine usato per la predicazione è "κήρυγμα" (kérigma), che deriva dal greco antico "κηρύσσω" (kērýssō), cioè "proclamare" o "annunciare". Il kérigma si riferisce principalmente al contenuto del messaggio evangelico proclamato, l'annuncio della buona novella della salvezza in Cristo. Tuttavia, il termine più specifico per indicare l'atto della predicazione all'interno del contesto liturgico è "ὁμιλία" (omilía), lo stesso termine che ha dato origine al concetto di "omelia" nella Chiesa cattolica. L'omilía nella tradizione ortodossa greca è una spiegazione e interpretazione della Scrittura, pronunciata tipicamente dopo la lettura del Vangelo durante la Divina Liturgia.
- Nella Chiesa ortodossa russa, il termine usato è "проповедь" (propoved') che deriva dallo slavo ecclesiastico e ha lo stesso significato di "predica" o "sermone". Anche in questo contesto, la propoved' è un'esposizione e una riflessione sul Vangelo, spesso eseguita da un prete o vescovo durante la Liturgia. Come nel caso della tradizione greca, essa ha un carattere interpretativo, spirituale e morale, mirato a guidare i fedeli nella comprensione e applicazione delle Scritture alla vita cristiana.